ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 16 marzo 2013

Bergoglio... (B) orgolioso!

Comunicato dell’Istituto Mater Boni Consilii in merito all’elezione di Francesco I
Comunicato dell’Istituto Mater Boni Consilii in merito all’elezione di Francesco I
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Il comunicato del nostro Istituto dell’11 febbraio, terminava con queste parole: “Solo l’elezione di un vero Successore di Pietro potrebbe porre fine a questa crisi di autorità, ma la composizione del corpo elettorale lascia presagire – a vista umana – che la notte sarà ancora più fonda, e l’alba ancora lontana”. Purtroppo la realtà – con l’elezione del 13 marzo scorso – è andata al di là delle più fosche previsioni. Se il Grande Oriente d’Italia, e ancor più quella particolare organizzazione massonica che è il B’nai B’rith (Figli dell’Alleanza) si sono vivamente rallegrati della scelta fatta della persona di Jorge Mario Bergoglio, il mondo cattolico al contrario piange non solo per essere ancora privo di un vero, autentico e legittimo Successore di Pietro e Vicario di Cristo, ma anche perché occupa la Sede Apostolica – in castigo dei nostri peccati e per altri imperscrutabili motivi – un vero nemico interno della Chiesa Cattolica.

In questo momento storico, e in attesa di atti oggettivi che possano confermare o – lo volesse Iddio -smentire quanto appena scritto, nella nostra veste di semplici battezzati, cresimati o sacerdoti della Chiesa Cattolica, intendiamo professare la nostra fede, fare alcune considerazioni, e rivolgere un appello.
Innanzitutto, i membri dell’Istituto intendono qui rinnovare pubblicamente la propria professione di fede cattolica del Concilio di Trento e Vaticano primo (DH 1862-1870) ed il giuramento antimodernista (DH 3537-3550), ed in particolare la propria fede “in ordine al primato ed al magistero infallibile del Romano Pontefice, Vicario di Cristo e Successore di Pietro, al quale Cristo ha affidato le chiavi del Regno dei Cieli, il compito di confermare i suoi fratelli nella fede, e di pascere il Suo gregge”. Primato che Cristo ha affidato al solo Pietro, e non stabilmente all’intero collegio apostolico e ancor meno al “collegio episcopale”.
Gli avvenimenti recenti (rinuncia di Joseph Ratzinger, elezione di Jorge M. Bergoglio) hanno poi ricordato il ruolo di Dio e quello degli uomini durante la vacanza della Sede e l’elezione del nuovo Pontefice. Durante la vacanza della Sede, l’Autorità permane sempre in Cristo, Capo invisibile della Chiesa e solo “in radice” nel corpo morale che può designare il nuovo Pontefice.
Questo corpo morale elegge un candidato con degli atti umani propri a ognuno degli elettori; la persona eletta deve poi accettare, non solo a parole, ma nella realtà, il Sommo Pontificato, il che include la volontà oggettiva ed abituale di realizzare il fine stesso del Papato e il bene della Chiesa.
Anche questa accettazione ed intenzione sono degli atti umani, sottomessi a tutte le infermità di un altro atto umano. Questi atti umani – degli elettori e dell’eletto – costituiscono l’aspetto materiale del papato; papato che però non viene dagli uomini, ma da Cristo stesso che governa, santifica, insegna la Chiesa, abitualmente, “con” il suo vicario: “sarò con voi…” (Matt. 28, 20). Cristo comunica quindi a chi è stato canonicamente eletto ed ha realmente accettato l’Autorità che lo costituisce formalmente il Sommo Pontefice.
È con un semplice atto volontario di rinuncia che Joseph Ratzinger ha rifiutato l’elezione che era stata fatta della sua persona, rendendo così totalmente vacante la Sede; ha così reso esplicito quel suo non volere veramente governare la Chiesa “assieme a Cristo” che gli impediva, fin dall’inizio, di essere Papa. È con un atto della sua volontà, analogicamente, che Jorge M. Bergoglio non ha oggettivamente l’intenzione di governare la Chiesa accettando il Sommo Pontificato, al punto che la sera dell’elezione si è lui stesso presentato non come il Papa, ma solo come il “vescovo di Roma”, secondo la nuova dottrina della collegialità episcopale. Tutti gli atti di Jorge M. Bergoglio nella sua sede di Buenos Aires attestano, senza ombra di dubbio, che egli intende il suo ruolo in ordine al dialogo interreligioso, specialmente col giudaismo e all’ecumenismo (giungendo al punto di farsi benedire e imporre le mani dagli eretici), in fraterna unione con tutti i nemici della Chiesa e di Cristo, e nel più totale disprezzo della Tradizione dogmatica, liturgica e disciplinare della Chiesa Cattolica. Una simile pubblica, abituale intenzione è incompatibile con l’essere Papa, cioè con l’essere “una cum” il Capo invisibile della Chiesa, Gesù Cristo Nostro Signore. È questa l’analisi che ci sembra dover fare per comprendere l’attuale situazione dell’autorità nella Chiesa.
Rivolgiamo quindi la nostra preghiera a Cristo Signore: “Domine, salva nos, perimus”! (Matt. 8, 23) Solo il Signore, nella mediazione di Maria, può salvare e salverà la Sua Chiesa.
Ci appelliamo poi ai cattolici che ancora si sentono legati alla tradizione della Chiesa, affinché aprano gli occhi e rompano coraggiosamente la comunione con chi non può rappresentare Gesù Cristo e la Sua Sposa, la Chiesa Cattolica.
Preghiamo infine i Santi Apostoli Pietro e Paolo affinché proteggano la Chiesa Romana, e i Santi Pontefici San Pio V e San Pio X affinché sostengano con la loro intercessione tutti i difensori della Chiesa dai suoi nemici interni ed esterni.
Verrua Savoia, 15 marzo 2013

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza 
Comunicato n. 29/13 del 16 marzo 2013, San Giuliano

http://federiciblog.altervista.org/2013/03/16/comunicato-dellistituto-mater-boni-consilii-in-merito-allelezione-di-francesco-i/

 Mancanza di tatto e maleducazione ecco chi è!

La tirannia di Bergoglio, il maleducato al Soglio di Pietro, il finto umile, il grane ipocrita esibizionista!
Mons. Guido Marini, Cerimoniere pontificio prossimo al licenziamento

Mons. Guido Marini e tutti i cerimonieri prescelti da Papa Benedetto XVI sono stati esonerati in tronco dai loro incarichi, in vista della cerimonia per la Messa di 'inaugurazione' del nuovo (v)escovo di (r)oma. Ne faranno le veci i francescani della Verna; un modo ulteriore per il - gesuita - Bergoglio di darsi quella allure francescana cui i media tengono tanto, e lui di conseguenza per cercare un approvazione di senso comune.

Per quell'occasione Bergoglio, che per pauperismo non mette la croce pettorale d'oro (che c'è già, e quindi non costerebbe un copeco), non intende nemmeno utilizzare i paramenti di cui rigurgita la sacrestia di San Pietro (e che, pure, non costerebbero niente). Ha preferito commissionare - e pagare salato di conseguenza - un set di nuove casule per sé e per la pletora di coloro che secolui concelebreranno la kermesse: alla fazza delli poverelli cui si potevan destinare quelle somme, dovremmo dire se fossimo di quelli che seguono la logica pauperistica introdotta dal nuovo inquilino del Vaticano (e ricordate: il pauperismo sta alla povertà come lo snobismo alla nobiltà: il pauperismo è la caricatura ipocrita della sobrietà).

Ma quel che più dispiace, è il modo in cui egli ha trattato e tratta non solo la tradizione liturgica; non solo tutto quello che sa di "Papa Ratzinger", verso il quale sta dimostrando una mancanza di tatto ingiustificata e incomprensibile; ma soprattutto verso le persone.

Infatti giovedì, prima della Messa alla Sistina, al povero cerimoniere Marini che in Sacrestia aveva preparato e gli porgeva gli abiti pontificali da sempre utilizzati dai Papi in quella circostanza (si trattava in fin dei conti della conclusione del conclave e della prima Messa del neoeletto), Bergoglio ha risposto sprezzante: "Quella roba se la metta lei, Monsignore. Il tempo delle carnevalate è finito". E ha così indossato la squallida casula che il mondo gli ha visto addosso.

Queste le parole. Un superiore che si rivolge ad un sottoposto - che sta semplicemente facendo il proprio mestiere - in modo così sprezzante, e insultante per lui, per Papa Benedetto e in fin dei conti per i Papi di vari secoli che quegli "abiti da carnevale" hanno sempre indossato, ben più consci della loro funzione che l'attuale loro successore, si commenta da sé.

Quando leggete sui giornali dei modi garbati di Bergoglio, che saluta con buona sera e chiede permesso, sappiate dunque che non è tutto.

Su una cosa Bergoglio ha ragione: è molto diverso dal signorile Benedetto XVI. Che si trovò un cerimoniere agli antipodi della sua sensibilità (Piero Marini) e attese due anni - non due giorni - prima di sostituirlo, senza rifiutarsi nel frattempo di indossare i paramenti giallo-canarino, verde-pisello o blu-evidenziatore che la perversa fantasia cromatica del vecchio Marini riusciva ad escogitare, in aperta contraddizione con tutto quello che aveva sempre detto e scritto il Papa liturgista. Non solo: Benedetto attese di trovare prima una nuova collocazione a Piero Marini che aggradasse a quest'ultimo, il quale rifiutò l'offerta di una diocesi e accettò solo la nomina a Presidente della Commissione per i congressi eucaristici internazionali. Per Guido Marini, invece, temiamo fondatamente che il suo nuovo boss non avrà tanti riguardi, visto il buongiorno.

Si potrebbe almeno evitare di strattonare le persone ed umiliarle in pubblico,(così come ci è stato riferito da fonte sicusrissima) faccia quel che vuole della sua persona, ma avrebbe potuto bene evitare la scena da despota e da isterica, prima di affacciarsi dalla loggia delle benedizioni, di strattonare il povero Mons. Guido e gettargli a terra il rocchetto e la mozzetta che gentilmente gli porgeva....

Ma ora i tempi sono cambiati e... pietà l'è morta.
PUBBLICATO DA IN NOMINE JESU 

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