CAFONALINO DEL PAPA INTRONIZZATO – FRANCESCO COME IL CHE GUEVARA: “DURI SENZA MAI PERDERE LA TENEREZZA”
200mila fedeli invadono S.Pietro per l’inaugurazione di Bergoglio, che scende dalla jeep per baciare bambini e disabili - Un saluto anche al feroce Mugabe, presidente dello Zimbabwe, sottoposto a sanzioni di Bruxelles. E il cerimoniale lo fa sedere proprio accanto alla delegazione UE…
Ernesto "Che" Guevara: "Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza"
FRANCESCO PREDICA: 'NON TEMETE TENEREZZA'
Da Ansa.it
E' durata quasi due ore la messa per l'inizio del pontificato di Papa Francesco. Bergoglio al termine della funzione è andato a pregare alla statua della Madonna, poi si è soffermato a lungo, in piedi e senza ermellino, a salutare i capi di stato e di governo, primi fra tutti Napolitano e Monti, ma anche Biden, Merkel ed il controverso presidente dello Zimbabwe Mugabe. Al termine un dito passato sulla fronte come a dire 'ce l'abbiamo fatta'. E un tweet ai fedeli: 'Custodiamo Cristo nella nostra vita, abbiamo cura gli uni degli altri, custodiamo il creato con amore'.
La celebrazione complessiva per l'inizio del Pontificato è durata meno di due ore, mentre la Messa vera e propria è durata un'ora e mezza.
SUORE
Subito dopo la benedizione impartita in piazza San Pietro da papa Francesco, dalla piazza si è levato il grido 'Viva il Papa' e subito dopo sono seguiti molti applausi.
Alla Messa di inizio pontificato di Papa Francesco hanno partecipato tra i 150 e i 200 mila fedeli'.
Alla Messa di inizio pontificato di Papa Francesco hanno partecipato tra i 150 e i 200 mila fedeli'.
Si passa un dito sulla fronte come si fa quando si dice: "finalmente" o "ce l'abbiamo fatta". Dopo un'ora e mezzo termina il saluto delle delegazioni a Papa Francesco ma il Pontefice non ha mai ceduto alla stanchezza. Solo alla fine fa quel gesto scherzoso. Nel corso dei saluti ha solo chiesto un paio di bicchieri d'acqua e non si é mai seduto. Alla fine si è avvicinato alla transenna dove c'erano alcuni religiosi e i custodi della basilica e li ha salutati.
PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA
NON ABBIATE PAURA DELLA BONTA', NE' DELLA TENEREZZA - "Non dobbiamo avere paura della bontà, neanche della tenerezza". Lo ha detto papa Francesco nell'omelia della messa di inaugurazione del pontificato. "Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza", ha aggiunto il Pontefice.
La tenerezza, ha detto Bergoglio, "non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore". "Non dobbiamo avere timore della bontà - ha poi ripetuto -, della tenerezza".
La tenerezza, ha detto Bergoglio, "non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore". "Non dobbiamo avere timore della bontà - ha poi ripetuto -, della tenerezza".
E DA TWITTER: AVERE CURA DEGLI ALTRI,CUSTODIRE CREATO - "Custodiamo Cristo nella nostra vita, abbiamo cura gli uni degli altri, custodiamo il creato con amore". E' il messaggio lanciato oggi da papa Francesco su Twitter dopo la messa di inizio del pontificato.
"Il vero potere è il servizio. Il Papa deve servire tutti, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli". E' il testo di un secondo tweet diffuso da papa Francesco.
L INAUGURAZIONE DI PAPA BERGOGLIO"Il vero potere è il servizio. Il Papa deve servire tutti, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli". E' il testo di un secondo tweet diffuso da papa Francesco.
'OGGI SAN GIUSEPPE, SIAMO VICINI A PAPA EMERITO' - "Gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenza". Così il Papa, nella messa di inaugurazione del pontificato, ha ricordato Benedetto XVI-Joseph Ratzinger, definendo una "coincidenza molto ricca di significato " il fatto che oggi sia l' onomastico del "venerato predecessore".
'PER FAVORE', POTENTI, CUSTODITE CREATO E UOMO - Il Papa chiede 'per favore' a chi ha 'ruoli di responsabilita' in ambito economico, politico o socialé e a tutti gli uomini di buona volontà di essere 'custodi della creazione,del disegno di Dio iscritto nella natura, dell'altro e dell'ambiente'.
PREGHIERE IN CINQUE LINGUE, ANCHE IN ARABO E CINESE - Sono cinque le lingue scelte per la preghiera dei fedeli nella Messa di inizio pontificato di Papa Francesco: russo, francese, arabo, swahili, cinese.
RATZINGER SEGUE MESSA IN TV A CASTELGANDOLFO - Benedetto XVI sta seguendo in televisione la messa di inizio del pontificato di papa Francesco. Ratzinger si trova nel palazzo di Castel Gandolfo, dove risiede dalla sera del 28 febbraio.
PARAMENTI SACRI E MITRA SEMPLICI ED ESSENZIALI - Paramenti sacri improntati alla semplicità per Papa Francesco, anche nella messa di insediamento in San Pietro. Casula bianca con bordature dorate al centro a simbolizzare la croce, e mitra con lo stesso motivo spiccano per l'essenzialità anche rispetto ai paramenti indossati dai cardinali. Il Papa ha anche un pastorale a forma di croce.
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
CARDINALE SODANO GLI CONSEGNA ANELLO DEL PESCATORE - Il cardinale decano, Angelo Sodano, consegna a Papa Francesco l'anello del pescatore. E' uno dei simboli del ministero petrino e Papa Bergoglio lo ha voluto in argento e non in oro.
Prima di iniziare la messa, Papa Francesco si è inginocchiato per pregare sulla tomba di San Pietro.
Centinaia di migliaia di fedeli e 132 delegazioni internazionali in Vaticano per la messa d'inaugurazione del pontificato di Francesco. Previsti poi rappresentanti delle altre chiese cristiane e delle altre religioni, ebrei e musulmani ma anche buddisti, sikh. Dopo quasi mille anni sarà presente alla celebrazione anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo. Gli verrà consegnato il pallio e l'anello piscatorio, che il papa dei poveri ha voluto d'argento e non d'oro. La presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner è seduta in prima fila tra i banchi dei capi di Stato, davanti all'altare dove tra poco Papa Francesco dirà la messa di inaugurazione del pontificato. La Kirkhner, in completo e cappellino nero, si è alzata in piedi ed ha salutato con la mano i fedeli in Piazza San Pietro tra i quali sventolano molte bandiere argentine.
PAPA SUPER
PAPA SCENDE DA JEEP PER SALUTARE UN DISABILE - Papa Francesco è entrato in piazza San Pietro a bordo della jeep. La folla lo accoglie con un boato di gioia. Applausi, saluti, bandiere che sventolano. Francesco è sceso dalla jeep per salutare un disabile dietro la transenna. Lo ha accarezzato e gli ha sorriso per alcuni momenti. Poi ha voluto accarezzare e baciare due bambini che gli sono stati allungati dalla folla. "Da lontano sei arrivato e con la semplicità ci hai conquistato".
E' uno dei tanti piccoli cartelli che hanno come protagonista papa Francesco. Sono innalzati da singoli fedeli e scritti su cartelli bianchi vergati a mano con pennarelli neri. Alla Messa di inaugurazione del Pontificato di Papa Francesco non sono presenti le sue sorelle ma ci sono invece alcuni amici tra i quali Sergio Sanchez, rappresentate dei 'Cartoneros', José Maria del Corral, direttore di programmi educativi e Suor Ana Rosa, familiare del Papa. Lo riferisce la sala stampa vaticana.
PAPA CHIAMA PLAZA DE MAYO, PIAZZA ESPLODE IN BOATO DI GIOIA - Una grande emozione si è diffusa in Plaza de mayo a Buenos Aires nella folla di fedeli radunata davanti alla Cattedrale in attesa della messa di insediamento di Papa Francesco quando dal palco si è diffusa la sua voce. "Camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri e continuate a pregare per me" ha detto il Papa. "So che state pregando, grazie per le preghiere", ha detto il Papa ai fedeli argentini riuniti in Plaza de Mayo, a Buenos Aires, riferisce il sito del quotidiano La Nacion.
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
"Grazie per esservi riuniti a pregare, è tanto bello pregare, guardare verso il cielo, guardare al nostro cuore e sapere che abbiamo un padre buono che è Dio, grazie per questo", ha continuato il Pontefice mentre le migliaia di presenti ascoltavano ammutoliti dalla sorpresa. "Voglio chiedervi un favore - ha detto ancora papa Francesco -, camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani".
"Non ci sia odio - ha proseguito -, non ci siano contrasti, lasciamo da parte l'invidia, dialoghiamo. Tra di noi, questo desiderio di aiutarci a vicenda vada crescendo nel cuore e avviciniamoci a Dio". Quindi Bergoglio ha dato la sua benedizione: "per intercessione di Santa Maria sempre vergine, dell'angelo custode di ciascuno di voi, del glorioso patriarca San Giuseppe, di Santa teresina, del bambino Gesù e dei vostri santi protettori, vi benedica Dio Onnipotente, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo".
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
PAPA SALUTA NAPOLITANO E MONTI - Papa Francesco ha salutato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la consorte. Lo scambio di saluti è durato diversi minuti.
Ha salutato e stretto la mano anche al presidente del consiglio Mario Monti, accompagnato dalla moglie Elsa, scambiando con lui alcune parole.
Papa Francesco saluta i capi di Stato e di governo nella basilica di San Pietro rimanendo in piedi davanti alla poltrona, posta presso l'altare centrale, e indossando la talare bianca, senza la mozzetta bordata di ermellino usata in analoghe occasioni dai precedenti Pontefici.
ALEMANNO, BENE MACCHINA ORGANIZZATIVA, CITTA' HA RETTO - "Per le informazioni che abbiamo finora tutto ha funzionato bene, non ci sono stati particolari disagi, la macchina organizzativa allestita da prefettura, questura e Roma Capitale ha funzionato e anche questa volta la città ha retto alla prova". Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, anche lui in piazza San Pietro per la Messa di inaugurazione di pontificato di papa Francesco.
PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA
PAPA SALUTA IL PRESIDENTE DELLO ZIMBABWE MUGABE
(ANSA) - Tra le delegazioni straniere il Papa ha salutato anche il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, accompagnato dalla moglie. Mugabe è sottoposto alle sanzioni di Bruxelles che gli impediscono di viaggiare se non per "obblighi religiosi".
(ANSA) - Tra le delegazioni straniere il Papa ha salutato anche il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, accompagnato dalla moglie. Mugabe è sottoposto alle sanzioni di Bruxelles che gli impediscono di viaggiare se non per "obblighi religiosi".
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO |
MUGABE ACCANTO A DELEGAZIONE UE
(ANSA) - E' seduto proprio accanto alla delegazione europea, il controverso presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, sottoposto alle sanzioni di Bruxelles che gli impediscono di viaggiare se non per "obblighi religiosi". Sul sagrato di San Pietro chi ha commissionati le sanzioni e chi le ha ricevute si trovano quindi fianco a fianco per rendere omaggio a papa Francesco nel giorno dell'inaugurazione del suo pontificato. Mugabe, in completo grigio, è accompagnato dalla moglie che indossa un vistoso cappello verde acido.
(ANSA) - E' seduto proprio accanto alla delegazione europea, il controverso presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, sottoposto alle sanzioni di Bruxelles che gli impediscono di viaggiare se non per "obblighi religiosi". Sul sagrato di San Pietro chi ha commissionati le sanzioni e chi le ha ricevute si trovano quindi fianco a fianco per rendere omaggio a papa Francesco nel giorno dell'inaugurazione del suo pontificato. Mugabe, in completo grigio, è accompagnato dalla moglie che indossa un vistoso cappello verde acido.
BERGOGLIO SENZA PREGIUDIZIO: LA CANOSSA DELLA KIRCHNER
A Buenos Aires la Presidenta si rifiutava di fare 50 metri per ascoltare le omelie del cardinale Bergoglio e adesso si è sciroppata un viaggio di 11mila km per il nuovo Papa che la ha accusata di “delirio di grandezza” – La Kirchner chiede al pontefice di intercedere per le Falkland…
Da "Il Foglio"
CRISTINA KIRCHNER E PAPA BERGOGLIO
"Quando stavano tutti e due a Buenos Aires, la Presidenta si rifiutava di percorrere 50 metri per ascoltare le omelie del cardinale Bergoglio nella cattedrale, e adesso ha dovuto fare un viaggio di undicimila km". Così una anonima "fonte ecclesiastica", secondo la stampa argentina, sulla visita di Cristina Fernández de Kirchner all'ex arcivescovo di Buenos Aires, ex primate della chiesa argentina Jorge Mario Bergoglio, oro Papa Francesco. "Bergoglio non è più Bergoglio, ora è il Papa", avrebbe d'altronde spiegato lei stessa al suo entourage dopo aver superato un iniziale disappunto (sembra che il suo primissimo commento alla notizia fosse stato: "Non possiamo avere una sfortuna del genere").
Un viaggio dunque molto più lungo, anche se assai meno disagiato, di quello che dovette compiere l'imperatore Enrico IV per presentarsi a Canossa da Gregorio VII. Kirchner non ha dovuto aspettare a piedi nudi nella neve vestita di sacco e col capo coperto di cenere, ma dopo una ventina di minuti di colloquio il Pontefice l'ha addirittura invitata a pranzo, e si sono scambiati regali.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Lui a lei, in passato accusata nelle sue omelie di "delirio di grandezza" e di "ambizioni smisurate", oltre che di "non farsi carico della gente": libri della Conferenza episcopale latinoamericana (Celam) "molto interessanti"; una targa d'argento in ricordo della mediazione della Santa Sede sul conflitto tra Argentina e Cile per le isole del Canale di Beagle; una rosa bianca, "in onore di Santa Teresita di cui è un devoto"; e anche un bacio sulla guancia. "Che emozione, è la prima volta che ricevo un bacio da un Papa!".
Lei a lui, che dal defunto marito di Cristina, Néstor, era stato definito "cardinale oppositore" e "ispirato dal diavolo": un kit per il mate - la bevanda- icona della argentinità - e una sciarpa di alpaca "per riscaldarsi nel freddo europeo". Sarebbe forse irriverente tradurre i doni di lui in un "cerca di studiare quel che veramente vuole la chiesa e cerca di essere meno conflittuale", e quelli di lei in un "e tu ricordati che sei argentino". Ma comunque una piccola Canossa è stata.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Stando a quanto vanno dicendo in Argentina, l'operazione Vaticano è stata corredata anche da espliciti ordini ai kirchneristi: smetterla di tirar fuori la vecchia storia delle compromissioni di Bergoglio col regime militare, anche se nella jungla dell'ideologia qualche ultimo giapponese rimane sempre. Il fatto è che, magari in modo un po' infantile, il nazionalismo popolare argentino ha preso l'elezione del primo latinoamericano al Soglio con lo stesso spirito delle vittorie calcistiche, lo stesso popolo peronista sta costruendo una piccola leggenda sulla militanza giustizialista del giovane Bergoglio prima di farsi prete: dun que ipotizzare che forse il Papa argentino non ebbe abbastanza coraggio per salvare due gesuiti sequestrati equivarrebbe a dire che la finale di Maradona in Messico fu comprata.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO HTTP://WWW.DAGOSPIA.COM/RUBRICA-3/POLITICA/BERGOGLIO-SENZA-PREGIUDIZIO-LA-CANOSSA-DELLA-KIRCHNER-52669.HTMHABEMUS PAMPAS - BUON KIRCHNER A CATTIVO GIOCO?Papa Francesco ha incontrato Cristina Kirchner, che da sempre lo considera un nemico, tanto che pare abbia fatto preparare un dossier contro di lui prima del conclave - Ora la “presidenta” gli tende la mano, e ne approfitta subito per chiedergli di intercedere nella questione delle isole Malvinas…
Andrea Tornielli per "la Stampa"
L'ha ricevuta a quattr'occhi, nell'appartamento papale provvisorio della Casa Santa Marta e hanno pranzato insieme. Papa Francesco ha incontrato ieri in «visita privata» il primo capo di Stato. E ha cominciato con Cristina Fernández de Kirchner, presidente dell'Argentina. Un incontro cordiale, per nulla scontato. Un incontro di riconciliazione: i Kirchner hanno sempre considerato l'arcivescovo di Buenos Aires come un loro oppositore politico, perché in questi anni non ha smesso di parlare di quei poveri che secondo il governo non esisterebbero.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
«È il nostro Papa, non solo perché è argentino ma anche perché è già di tutti i cattolici», ha detto la presidente dopo l'udienza-pranzo, cominciata qualche minuto prima dell'una. La presidente Kirchner ha detto di aver chiesto al Papa un aiuto e una mediazione per la restituzione delle isole Malvinas (Falkland) all'Argentina.
«Ho chiesto al Santo Padre di intercedere per evitare un problema che può sorgere dalla militarizzazione britannica dell'Atlantico del Sud», ha riferito la Kirchner, ricordando il precedente della mediazione promossa da Giovanni Paolo II che nel 1978 scongiurò una guerra tra Argentina e Cile. La richiesta non è piaciuta a Londra: «Non ci aspettiamo che la posizione del Vaticano cambi - afferma il portavoce del governo britannico - La Santa Sede è chiara nel considerare che la questione delle isole Falkland è di natura bilaterale tra nazioni sovrane e che non ha alcun ruolo da giocare». Il governo inglese ricorda che il risultato del referendum «ha inviato un chiaro messaggio a tutto il mondo, gli isolani vogliono continuare ad essere territorio britannico».
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Altro tema toccato nel colloquio tra Francesco e la presidente, il traffico di esseri umani e il lavoro in condizioni di schiavitù. «Noi abbiamo la responsabilità di combattere questo che non è un fenomeno, ma una condizione della persona umana» ed entrambi «condividiamo questo impegno».
La Kirchner ha invitato papa Bergoglio in Argentina. Un'occasione potrebbe essere il viaggio papale in Brasile il prossimo luglio, per la Giornata mondiale della gioventù.
I giorni delle polemiche tra il governo argentino e il cardinale Bergoglio sono ormai acqua passata per la Kirchner. Che però nella conferenza stampa si è soffermata solo sugli aspetti di consonanza con il Papa, e non ha citato il tema della povertà così diffusa in Argentina, di cui pure si è parlato. Al momento dello scambio dei doni, il Papa ha regalato alla presidente una rosa bianca: è il simbolo della devozione di Francesco per Santa Teresina di Lisieux.
Intanto in Argentina il giornale «El Cronista» riferisce dell'esistenza di un dossier contro Bergoglio che ambienti diplomatici avrebbero diffuso tra i cardinali alla vigilia del conclave. Nessuna notizia inedita: si sarebbe trattato soltanto di una «rimasticatura» delle accuse del giornalista Horacio Verbitsky sull'atteggiamento tenuto da Bergoglio durante la dittatura di Videla, già abbondantemente smentite.
CRISTINA FERNANDEZ DE KIRCHNER E PAPA FRANCESCO BERGOGLIOIL PRESIDENTE DELLO ZIMBABWE MUGABE
Quelle stesse accuse prontamente diffuse pochi minuti dopo l'elezione di Papa Francesco. Verbitsky, ex guerrigliero dei «montoneros», è considerato vicino ai Kirchner. Non ci sono conferme sul fatto che il dossier abbia effettivamente raggiunto i porporati del conclave. Le accuse di Verbitsky contro l'arcivescovo di Buenos Aires erano state già pubblicate prima del conclave del 2005. In ogni caso, non sembra abbiano avuto alcuna influenza, vista la rapidità con cui il cardinale Bergoglio ha abbondantemente superato la soglia dei due terzi dei voti in soli cinque scrutini.
|
Battaglia perduta in partenza, e fonte di inutili grattacapi per la Presidenta, che punta a cambiare la Costituzione per potersi candidare una terza volta. Piuttosto, meglio ottenere il "perdono", sintonizzarsi sull'entusiasmo del popolo cattolico e coglierne i possibili dividendi. Ad esempio, l'essere stata il primo capo di stato ricevuto dal nuovo Pontefice.
DA VERBITSKY ALTRI RISCHI PER BERGOGLIO: “LE PROVE ESISTONO”
Il grande accusatore del Papa: “Su di lui pesa l’ombra di aver consegnato i suoi sacerdoti alla giunta militare. E le prove esistono. Inoltre Bergoglio ha protetto Julio César Grassi, condannato a 15 anni per abuso sessuale e corruzione di minorenni, ma ancora in libertà per le pressioni della Chiesa”...
Horacio Verbitsky per "Il Fatto Quotidiano"
PAPA BERGOGLIO
La prima volta che scrissi dell'attuale papa Francesco fu nel 1999, quando assunse l'incarico di arcivescovo di Buenos Aires. Dissi che "a seconda della fonte che si consulti, è l'uomo più generoso e intelligente che abbia mai detto messa in Argentina o un machiavellico fellone che tradì i suoi fratelli spinto da un'insaziabile ambizione di potere.
Forse la spiegazione risiede nel fatto che Bergoglio riunisce in sé due caratteristiche: è un conservatore estremo in materia dogmatica e possiede una manifesta inquietudine sociale. In entrambi gli aspetti somiglia a chi lo designò alla guida della principale diocesi del Paese, il papa Karol Wojtyla".
La decisione del collegio cardinalizio è stata adottata con la consapevolezza che pesano su di lui gravi accuse di aver consegnato i suoi sacerdoti alla giunta militare. Già nel Conclave del 2005, aveva ottenuto una buona quantità di voti, nonostante il fatto che un dossier contenente parti della mia indagine su di lui fosse stato collocato in un centinaio di casellari dei cardinali da una qualche fazione che voleva sbarrargli il passo. Quando l'elezione era in una fase di impasse, Bergoglio decise di ritirarsi e di appoggiare Joseph Ratzinger.
PAPA BERGOGLIO
Nella prima conferenza stampa successiva al Conclave della settimana scorsa, il suo portavoce Federico Lombardi, gesuita come lui, ha convocato i giornalisti per dire loro che le accuse erano calunniose e provenivano da un giornale di sinistra anticlericale. È stata una cattiva giocata dell'inconscio, che il papa non è riuscito a controllare nonostante i suoi studi di psicologia.
L'accusa di essere "di sinistra" è la stessa che Bergoglio fece 37 anni fa contro i sacerdoti Orlando Yorio e Francisco Jalics, che a conseguenza di ciò vennero sequestrati e torturati nel campo di concentramento clandestino della Marina argentina. Il papa non apprende né dimentica. La realtà è che l'accusa a Bergoglio fu scritta da una delle sue vittime, Orlando Yorio, in una lettera inviata al superiore della Compagnia di Gesù nel 1977.
E la sua caratterizzazione come il pastore che consegna le sue pecore al lupo la fece nel 1986 un uomo della Chiesa, Emilio Mignone , la cui figlia fu sequestrata insieme a quei sacerdoti ma, mentre loro furono liberati cinque mesi più tardi, la ragazza, una catechista di 22 anni, non è più ricomparsa. Il quotidiano Pagina12, la sinistra anticlericale a cui si riferisce il portavoce vaticano, riprese quel caso nel 1999.
HORACIO VERBITSKY
Questo accadde quattro anni prima dell'insediamento del presidente Néstor Kirchner, la qual cosa smentisce anche l'idea secondo cui qualunque critica al papa dev'essere attribuita al governo di Cristina Kirchner. Il Vaticano ha anche sottolineato che il sacerdote Francisco Jalics si era riconciliato con Bergoglio. In realtà, Jalics ha detto di essere in pace con Bergoglio e riconciliato con i fatti, che si era lasciato alle spalle. Ma si è rifiutato di giudicare il ruolo del papa in quei fatti. La riconciliazione è un sacramento che consiste nel perdonare il male. Lungi dal negare i fatti, li conferma.
Se non fosse esistita l'offesa, Jalics lo avrebbe detto apertamente e non avrebbe avuto niente da perdonargli. Ricordo che esistono prove documentali del doppio gioco di Bergoglio, che trovai nell'archivio del Ministero degli Esteri mentre indagavo per uno dei miei libri. La prima è una lettera che Bergoglio presentò con timbro e firma chiedendo una procedura d'eccezione perché Jalics potesse rinnovare il suo passaporto dalla Germania, dove ancora oggi vive.
JULIO CESAR GRASSI JPEG
La seconda è la nota del funzionario che ricevette la richiesta e che suggerisce di rifiutarla a causa dei precedenti di Jalics, che non menziona. La terza è una breve nota dello stesso funzionario in cui racconta che Jalics e Yorio hanno legami con i guerriglieri e rapporti con le donne, che hanno disobbedito ai loro superiori e turbano la disciplina.
E conclude che quelle informazioni gli vennero fornite dallo stesso padre Bergoglio, che come i Borboni reinsediati in Francia, non dimenticò né apprese nulla. Il suo pontificato si è aperto con una serie di gesti, di umiltà e rettitudine, come il suo ordine a Santa Maria Maggiore perché non si faccia più vedere il cardinale statunitense accusato di proteggere i preti pedofili di Boston, Bernard Law.
JULIO CESAR GRASSI JPEG
Ma anche in Argentina ci sono preti pedofili, e Bergoglio ha protetto Julio César Grassi, condannato a 15 anni di carcere ma ancora in libertà per le pressioni della Chiesa. Come presidente della Conferenza episcopale, l'attuale papa affidò al giurista Marcelo Sancinetti l'incarico di scrivere un libro che proclama Grassi "innocente" delle imputazioni che gli vennero formulate per "abuso sessuale e corruzione di minorenni", e nega persino che esista l'abuso sessuale infantile come tale, che equipara con i processi per stregoneria del Medioevo. Forse il problema di Francesco non è con il cardinale Law, ma con la legge che punisce la pedofilia.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSe dovessimo giudicare l’affidabilità del signor Verbitsky da come traduce il tedesco, staremmo freschi. Evidentemente non lo conosce e ha soltanto scopiazzato qualche “sintesi” alla bell’e meglio.
RispondiEliminaSpiace, perché lo descrivono come un serio giornalista d’inchiesta. Non avrebbe dovuto verificare prima di scrivere “In realtà, Jalics ha detto di essere in pace con Bergoglio e riconciliato con i fatti”?
Queste sono le dichiarazioni di padre Jalics: www.jesuiten.org/aktuelles/details/article/erklarung-von-pater-franz-jalics-sj.html
«Ich kann keine Stellung zur Rolle von P. Bergoglio in diesen Vorgängen nehmen. Nach unserer Befreiung habe ich Argentinien verlassen. Erst Jahre später hatten wir die Gelegenheit mit P. Bergoglio, der inzwischen zum Erzbischof von Buenos Aires ernannt worden war, die Geschehnisse zu besprechen. Danach haben wir gemeinsam öffentlich Messe gefeiert und wir haben uns feierlich umarmt. Ich bin mit den Geschehnissen versöhnt und betrachte sie meinerseits als abgeschlossen».
Traduzione letterale:
«Non posso prendere alcuna posizione sul ruolo di padre Bergoglio in queste vicende. Dopo la nostra liberazione ho lasciato l’Argentina. Solo anni piú tardi abbiamo avuto la possibilità di discutere dei fatti con padre Bergoglio, che nel frattempo era stato nominato vescovo di Buenos Aires. Poi abbiamo concelebrato pubblicamente la messa e ci siamo solennemente abbracciati. Sono riconciliato con i fatti e da parte mia li considero chiusi».
Lungi da me “difendere” a tutti i costi il papa (anzi), ma obiettivamente non c’è affatto il distinguo che Verbitsky pretende di tracciare. Il Fatto Quotidiano si conferma un giornalaccio.