Emanuela Orlandi: da Papa Francesco la verità sul mistero?
La dolorosa e anche un po’ tanto contorta storia che ruota attorno alla misteriosa scomparsa, 30 anni fa, di Emanuela Orlandi, si è arricchita di un nuovo episodio. Il neo Papa Francesco dopo la messa celebrata nella chiesa parrocchiale del Vaticano, vale a dire nella chiesetta di S. Anna, ha educatamente risposto al saluto e scambiato qualche parola con Pietro Orlandi. A quanto si dice, ha anche promesso di riceverlo. La notizia ha il sapore della novità assoluta che promette ribaltoni fino a ieri inimmaginabili.
Le foto mostrano il fratello di Emanuela Orlandi più felice del solito, chiaramente speranzoso. LaSegreteria di Stato sarà finalmente costretta a rivelare tutto ciò che sa e che ha taciuto alla magistratura italiana, oltre che agli stessi Orlandi, sulla fine di Emanuela, sparita, come è noto, a quasi 16 anni di età nell’ormai lontano 22 giugno 1983? Lo speriamo vivamente.
Ma un invito a non peccare di eccessivo ottimismo, fino a illudersi per l’ennesima volta, non è superfluo. Appostarsi col fotografo per essere ripreso mentre qualcuno ti risponde educatamente al saluto e diffondere poi a razzo la foto non è esattamente il modo migliore per convincere chicchessia a rivoltare come un calzino 30 anni di silenzio sfrontato. E José Mario Bergoglio non pare essere il tipo che si lascia mettere con le spalle al muro da un’iniziativa dal sapore più pubblicitario che sostanziale.
Vogliamo sperare che siano risparmiati, al Papa e a tutti noi comuni mortali, trionfalismi televisivi che sempre più hanno solo il sapore di speculazione pro audience: tutto sommato, l’incontro con scambio di qualche parola davanti S. Anna non è l’incontro di Teano né un prodigio miracoloso.
Che José Mario Bergoglio squaderni le carte chiuse in archivio, negli ultimi tempi per giunta spostate più al sicuro, ce lo auguriamo tutti di cuore. Ma qualunque cosa dovesse saltar fuori di diverso dal “non ne sappiamo nulla” sarebbe per il Vaticano semplicemente catastrofico.
Anzi, lo stesso dire “non ne sappiamo nulla”, come ha del resto dichiarato per iscritto l’anno scorso il responsabile della Sala Stanpa vaticana don Federico Lombardi, sarebbe di per sé rovinoso se non per l’intero Vaticano almeno per la buonanima di Papa Wojtyla, al punto da compromettere la santificazione invocata a tempo di record col famoso “Santo subito!”. E’ stato infatti Wojtyla a raccontare agli Orlandi che la scomparsa di Emanuela è “opera del terrorismo internazionale”.
Se dalle carte eventualmente rese note per ordine di Papa Bergoglio di “terrorismo internazionale” non saltasse fuori nulla, sarebbe chiaro che per la santità di Wojtyla si mette male. Anche se, a onor del vero, è ormai acclarato da tempo che il “rapimento politico” di Emanuela è stato solo una messinscena, e quindi il danno per Wojtyla sarebbe ormai svalutato. Resta però la sua dichiarazione che per la liberazione della ragazzina “stiamo facendo tutto quello che è umanamente possibile”: le carte processuali mostrano impietosamente che Oltretevere NON hanno fatto nulla. Come se sapessero che non c’era più nulla da fare… Se tale strana inazione venisse ora dimostrata anche dalle carte vaticane eventualmente dissepolte come la metteremmo?
Anche in questo caso non resta che aspettare e vedere cosa farà “la nuova Chiesa di Francesco”, che tutti danno entusiasticamente per cosa fatta e già acquisita. Nell’attesa, e visto che l’incontro immediatamente pubblicizzato s’è svolto davanti alla chiesa di S. Anna, possiamo intanto purgarci da alcuni veleni osservando che sotto quella chiesetta sono vengono sepolti tutt’oggi i defunti non sempre vaticani.
Tra questi, il padre, la zia e i nonni paterni di Pietro ed Emanuela. Facciamola quindi finita con il disinformato e ipocrita stracciarci le vesti e sospettare chissà che solo perché sotto la basilica romana di S. Apollinare è stato sepolto fino allo scorso giugno un altro comune mortale, anche se più ribaldo che vaticano. Facciamola anche finita con l’insistere a dire che sotto S. Apollinare sono sepolti “santi, papi e cardinali”, dei quali invece non c’è mai stata neppure l’ombra di una spoglia mortale.
Approfittiamo dell’arrivo del nuovo papa, e del bel nome che si è dato, per fare pulizia nei nostri cuori e riconciliarci francescanamente anche tra di noi. E con noi stessi.
di Pino Nicotri
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/emanuela-orlandi-da-papa-francesco-la-verita-1505959/
“In un’atmosfera di grande semplicità, senza formalismi, in maniera schietta, calorosa, sincera. Davanti alla chiesa di Sant’Anna mia madre Maria è stata presentata al Pontefice dal capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani. Il Papa ha subito mostrato di essere a conoscenza della vicenda. Mia madre gli ha raccontato di pregare ogni giorno per il ritorno di Emanuela e di confidare in cuor suo che mia sorella torni a casa. Il Papa ha pronunciato alcune riflessioni sull’importanza della preghiera, poi ha abbracciato mia madre e le ha detto:”Se Emanuela è in cielo,preghiamo per lei”. Francesco ha sul volto un’espressione sincera».
A lei cosa ha detto il Papa?
«Dopo il colloquio con mia madre, mi sono avvicinato io e Francesco ha pronunciato il nome di mia sorella Emanuela e mi ha domandato: “Tu sei il fratello,vero?”. La nostra conversazione è stata breve ma franca. Ho sentito che si è instaurata immediatamente un’intesa forte e spontanea. Ho chiesto al Papa di aiutarmi a far emergere la verità e lui mi ha stretto più forte la mano. Mi ha confortato e incoraggiato come un padre. Credo nella sua assoluta volontà di far luce sulla scomparsa di Emanuela. E’ stato davvero bello, ho avuto la sensazione che si possa finalmente instaurare quel dialogo che attendo da tempo».
Che impressione ne ha ricavato?
“Dalla sua elezione in Vaticano si respira un’aria nuova, di maggiore apertura, libertà, trasparenza. Stavolta il muro di silenzio che dura da due pontificati può davvero incrinarsi e crollare. Per questo chiederò un’udienza privata. Davanti a me ho visto un uomo onesto, pronto al confronto e intenzionato a fare giustizia. Ho chiesto il suo aiuto e mi ha stretto forte la mano quasi a volermi trasmettere la sua forza».
Cosa intende fare ora?
“Aspetterò le decisioni di Francesco sulle cariche di Curia. Non appena avrà confermato o sostituito il Segretario di Stato mi muoverò attraverso canali ufficiali per potergli rappresentare la situazione e lo stato di avanzamento delle indagini. Francesco ha riacceso per noi la luce della speranza. Gli ho chiesto di aiutarmi a far emergere la verità, lui non ci abbandonerà».
“Se Emanuela è in cielo dobbiamo pregare per lei”
Il Papa incontra Pietro Orlandi: “Romperà l’omertà”
GIACOMO GALEAZZIROMA
«Si è subito creato un autentico dialogo tra noi, sono certo che ci aiuterà a scoprire la verità». Ieri mattina in Vaticano, al termine della messa domenicale a Sant’Anna, Pietro Orlandi e sua madre Maria hanno ricevuto l’abbraccio di Francesco e hanno potuto parlare con lui del caso che da trent’anni rappresenta uno dei misteri più intricati della storia italiana.
«Quella è la chiesa parrocchiale della nostra famiglia, lì è sepolto mio padre Ercole ed è stato molto importante che il nuovo Papa abbia infranto la cortina del silenzio che nella Curia romana circonda la scomparsa di Emanuela», spiega Pietro Orlandi.
Com’è avvenuto il colloquio con Francesco?
“In un’atmosfera di grande semplicità, senza formalismi, in maniera schietta, calorosa, sincera. Davanti alla chiesa di Sant’Anna mia madre Maria è stata presentata al Pontefice dal capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani. Il Papa ha subito mostrato di essere a conoscenza della vicenda. Mia madre gli ha raccontato di pregare ogni giorno per il ritorno di Emanuela e di confidare in cuor suo che mia sorella torni a casa. Il Papa ha pronunciato alcune riflessioni sull’importanza della preghiera, poi ha abbracciato mia madre e le ha detto:”Se Emanuela è in cielo,preghiamo per lei”. Francesco ha sul volto un’espressione sincera».
A lei cosa ha detto il Papa?
«Dopo il colloquio con mia madre, mi sono avvicinato io e Francesco ha pronunciato il nome di mia sorella Emanuela e mi ha domandato: “Tu sei il fratello,vero?”. La nostra conversazione è stata breve ma franca. Ho sentito che si è instaurata immediatamente un’intesa forte e spontanea. Ho chiesto al Papa di aiutarmi a far emergere la verità e lui mi ha stretto più forte la mano. Mi ha confortato e incoraggiato come un padre. Credo nella sua assoluta volontà di far luce sulla scomparsa di Emanuela. E’ stato davvero bello, ho avuto la sensazione che si possa finalmente instaurare quel dialogo che attendo da tempo».
Che impressione ne ha ricavato?
“Dalla sua elezione in Vaticano si respira un’aria nuova, di maggiore apertura, libertà, trasparenza. Stavolta il muro di silenzio che dura da due pontificati può davvero incrinarsi e crollare. Per questo chiederò un’udienza privata. Davanti a me ho visto un uomo onesto, pronto al confronto e intenzionato a fare giustizia. Ho chiesto il suo aiuto e mi ha stretto forte la mano quasi a volermi trasmettere la sua forza».
Cosa intende fare ora?
“Aspetterò le decisioni di Francesco sulle cariche di Curia. Non appena avrà confermato o sostituito il Segretario di Stato mi muoverò attraverso canali ufficiali per potergli rappresentare la situazione e lo stato di avanzamento delle indagini. Francesco ha riacceso per noi la luce della speranza. Gli ho chiesto di aiutarmi a far emergere la verità, lui non ci abbandonerà».
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