ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 1 aprile 2013

Deicidio e Penitenza:


         Vineam Sorec di Papa Nicola III

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“Preghiamo anche per gli ebrei che non credono, affinché il Signore e Dio nostro tolga il velo dai loro cuori ed anche essi riconoscano il Signore nostro Gesù Cristo.
Dio onnipotente ed eterno, che non allontani dalla tua misericordia neppure l’ incredulità degli ebrei, esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l’accecamento di quel popolo, affinché riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre.“
Traduzione dal latino della preghiera del Venerdì Santo tratta dal Messale Romano

Nicola (III) Vescovo, servo dei servi di Dio al diletto figlio Priore Provinciale
dell’Ordine dei Frati Predicatori in Lombardia, salute ed apostolica benedizione.


VINEAM SOREC

La destra di Dio Padre piantò in Sorec una vigna eletta; in questa vigna seminò tutti i semi buoni, la protesse con la custodia degli Angeli e gettò lontano le pietre dannose.
Sorse una guida del cammino e dall’Egitto ove era oppresse nel fango e nelle tenebre
sotto il giogo del Faraone portò questa vigna nella Terra Promessa, conducendola tra
eventi prodigiosi. In verità, la vigna degli eserciti del Signore e la stirpe di Israele e i
Giudei sono la sua diletta discendenza. Questa vigna, trasportata in maniera così miracolosa, venne arata in profondità con la dottrina dei Profeti, come campo incolto con aratro conforme alla legge, per prepararla ad una messe matura, vale a dire alla grazia della rigenerazione.

§ 1 – Ma, profondo dolore!, ricoperta dalle spine dei peccati, senza raccogliere
neppure una goccia di Grazia spirituale, questa vigna da cui ci si aspettava uva dolce,
produsse soltanto uva acida, da dove si aspettava discernimento venne iniquità, da
dove si aspettava giustizia vennero grida ostili e confuse. Questa è la vigna nella
quale l’albero di fico, vale a dire la sinagoga dei Giudei, è indicata come piantagione
per l’angelica verità: di essa Cristo è il piantatore, il mondo apostolico il coltivatore;
dopo che si è atteso per tre cicli, quasi tre anni, si è atteso desse frutti, il coltivatore,
trovatala sterile, è inutile, dovette reciderla. Infatti, non è migliorata nel tempo della
circoncisione perché non cercava la circoncisione dell’anima, non si è santificata per
mezzo della legge perché ne venivano osservati soltanto i riti della carne, infine non
si è purificata per mezzo della grazia del Vangelo perché non ha voluto ricevere
questa grazia ed anzi, ha ingiustamente ucciso il giusto portatore della grazia e
superando in certo qual modo l’ostinazione del Faraone, ha rifiutato tutti i medici e
l’antidoto della cura, a tal punto che non si è lasciata piegare né dalle parole nè dai
segni né dai sacramenti e neppure dalla presenza corporea dello stesso Cristo e Dio.
Infatti, un tempo Dio a mezzo dei Profeti parlò in molti e svariati modi agli antichi
padri della Sinagoga e in ultimo alla fine del tempo ha parlato a noi e a loro per
mezzo del Figlio Suo che ha costituito suo erede nell’universo dei secoli, ma l’anima
della Sinagoga ha respinto ogni offerta e per questo condannata per giusto Giudizio
di Dio, è stata ferocemente divorata da un cinghiale selvatico. Il suo recinto è stato
raso al suolo, il muretto abbattuto, saccheggiata come se fosse abbandonata, non si è
più trovata la sua dimora sulla terra.
In verità, poiché la misericordia di Dio è proclamata su tutte le sue opere ed egli
vuole che tutti gli uomini siano salvi e nessuno perisca. Colui che per quelle stesse
opere e per noi offrì se stesso a Dio Padre come Ostia di salvezza, elevato da terra,
con le braccia aperte in croce predisse con voce evangelica che avrebbe preso tutto su
di sé.

§ 2 – Noi che immeritatamente siamo vicari in terra di Colui che non respinge dalla
Sua misericordia neppure la perfidia dei Giudei, di buon grado affrontiamo ogni
sforzo per l’accecamento di questo popolo, affinché il nostro desiderio accompagnato
dalla clemenza divina lo liberi dalle tenebre dopo che avrà conosciuto la luce della
verità che è Cristo. Inoltre, dal momento che la prevista dispersione per giudizio
divino per quegli stessi giudei in quasi tutto il mondo non permette che essi possano
facilmente riunirsi per ricevere i sacramenti e la dottrina della Fede, Noi siamo
costretti da urgenti necessità a nominare numerosi volontari seminatori per mezzo dei
quali, per quanto possibile, il seme della parola di Dio si sparga in ogni uomo alla cui
salvezza aspiriamo, per tutti e per ognuno.
A te dunque, tra gli altri, volgiamo lo sguardo della nostra mente sperando nella
grazia divina, dal momento che dappertutto risplendi della luce del tuo ordine e sei
reputato fecondo di opere utili e di lodevoli esempi. Abbiamo fiducia che per
ispirazione divina tu sappia e possa far germogliare frutti divini nella casa del
Signore, perciò con nostro scritto Apostolico e confidando in Colui cui è proprio
elargire le grazie spirituali, affidiamo al tuo discernimento di fare il necessario perché
coloro che nella Provincia a te affidata sono ancora immersi nelle tenebre delle ombre
siamo ricondotti sulla via della luce. Quest’opera sarà compiuta per mezzo tuo e di
altri fratelli del tuo Ordine che tu avrai giudicato idonei a questo compito per onestà
di costumi, per esperto sapere, per provate virtù, per previdente prudenza e
comprovata esperienza.
La vostra attività e la vostra dottrina da Dio rese feconde con dono divino risplendano
a favore della Fede Cattolica e non abbiano dubbi sul loro splendore, ma illumino le
menti ottenebrate con i loro raggi e reprimano le ostinate menti dei perversi
convocando i Giudei nelle terre e nei luoghi in cui abitano nell’insieme e
singolarmente, una e più volte,ripetendo gli inviti nella maniera migliore tante volte
quanto giudicherai sia utile, istruendoli sulla dottrina evangelica con sermoni, con
ammonimenti saltuari e con ragionevole determinatezza. Per la Grazia a te concessa
da Dio devi cercare di ricondurli sulla via della luce dopo aver dissolto le tenebre, in
modo che rinati col Battesimo risplendano nella luce del volto di Cristo e il coro degli
Angeli si rallegri. Tu e coloro che avrai scelto per compiere un’impresa così
importante potrete rivendicare il premio del bene eterno, la Nostra benedizione e la
Nostra sempre più grande gratitudine.

§ 3 – E affinché come risultato i suddetti Giudei accolgano quel sentimento che la
madre Chiesa ha per la loro salvezza, col massimo affetto da parte nostra,
raccomanda ai Prelati ed ai Signori dei luoghi ove devono vivere quelli tra i Giudei
che la grazia divina ha portato a ricevere il sacro Battesimo che, a compensazione
delle dracme perdute per grazia di Dio, mostrando al figliuol prodigo che ritorna il
vitello dell’esultanza, li proteggano con carità, li trattino con generosità e diano loro
appoggio, non permettano che siano molestati indebitamente nella persona o nei beni
cose né da Giudei né da altri ed anzi li assistano in tutto con aiuto idoneo ed
opportuno.

§ 4 – Ma se per caso (non sia mai!) avrai trovato alcuni di costoro che permangono
nella loro ostinata perfidia e come aspide sorda chiudono le orecchie incredule per
non udire la tua voce o quella delle persone da te incaricate per quest’opera di
salvezza che sapientemente li incantano per trarli dalle tenebre alla luce, affinché non
rifiutino con disprezzo i tuoi inviti e quelli dei fratelli da incaricati di questo compito,
non trascurare di comunicarCi chi sono, dove e presso quali Signori si trovano,
cosicché potremo pensare un rimedio salutare per questi casi ostinati, come ci
sembrerà conveniente. Affinché poi venga data soddisfazione a questo Nostro
disegno secondo i nostri desideri, fa in modo di informarci spesso su come procede
l’incarico a te affidato e quali frutti si aspettino dalla seminagione.

Dato in Viterbo il 4 agosto [1278]. Anno decimo del Nostro Pontificato
a cura di Federico

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