ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 8 aprile 2013

NELLA SUPERLOBBY USA

ASPEN ITALIA: NELLA SUPERLOBBY USA, TRA AMATO E PRODI, ECO E MAGRIS, ANCHE TRE VESCOVI

Chi sono i 226 soci di Aspen Italia? Oltre ai soliti Prodi, D’Alema, Amato, Violante e Moavero ci sono i vescovi Rino Fisichella, Giovanni Giudici e Vincenzo Paglia - E poi anche Eco, Claudio Magris e Cristina Comencini - E le ‘partecipate’? Partecipano! Con Conti, Recchi, Bassanini e la Tarantola…

Stefano Sansonetti per www.lanotiziagiornale.it
ROMANO PRODIROMANO PRODI
Inutile girarci intorno: pur di entrarvi in pianta stabile sarebbero disposti a fare carte false. Troppo forte la tentazione esercitata dall'Aspen, ormai sempre più crocevia di lobby, relazioni e affari a 360 gradi. Basta andare a guardare l'elenco dei soci ordinari dell'Aspen Institute Italia, inserita nel network che fa capo all'Aspen americana, per farsi un'idea. La lista, riservata, è gelosamente custodita dall'associazione, ma LaNotiziagiornale ne è venuta in possesso. In essa spuntano ben 226 nominativi, non senza gustose sorprese. All'interno, tanto per dirne una, ci sono anche tre big del Vaticano.

ie39 dalema amatoIE39 DALEMA AMATO
VESCOVI NEL NETWORKIn primis spicca monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ovvero uno dei più importanti dicasteri vaticani. Accanto a lui, sempre in qualità di socio ordinario Aspen, c'è Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro all'interno della Cei. E compare anche Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo.
Luciano ViolanteLUCIANO VIOLANTE
Tutti e tre, tra l'altro, oltre a essere inquadrati come soci ordinari dell'associazione siedono anche nel suo consiglio generale. In quest'ultima veste, in particolare, si trovano a condividere la struttura Aspen in cui sono inseriti manager pubblici, privati, banchieri, finanzieri e politici di ogni estrazione.
VINCENZO PAGLIAVINCENZO PAGLIA
Prova del fatto che la rete dell'Aspen, con tutte le sue implicazioni a livello di dibattito e conseguenti legami, è a dir poco ambita. Come si apprende dal sito internet dell'associazione, si diventa soci ordinari per "fama accademica ed eccellenza professionale". Ma da questi "elevati" requisiti all'attività di lobby il passo è così breve che spesso si può stare quasi fermi.
NAPOLITANO E I SUOI "SAGGI"
Dall'Aspen passano le massime cariche istituzionali. Nei giorni scorsi LaNotiziagiornale ha ricordato come tra i soci figurino anche tre profili oggi in corsa per il Qurinale, ossia Romano Prodi, Massimo D'Alema e Giuliano Amato. Ma socio e componente del consiglio generale dell'associazione è anche il capo dello stato, Giorgio Napolitano.
Umberto EcoUMBERTO ECO
E come soci ordinari troviamo buona parte dei suoi "saggi", cioè le personalità a cui il presidente della repubblica ha assegnato il compito di formulare proposte di riforme economico-istituzionali da sottoporre al parlamento. Allora ecco venir fuori l'ex presidente della camera Luciano Violante, la mente economica della Lega Giancarlo Giorgetti e il ministro "montiano" delle politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi.
MagrisMAGRIS
E PURE GLI INTELLETTUALI
Le presenze che non ti immagini. Già, perché tra i vari manager, banchieri e politici che frequentano le stanze dell'Aspen ci sono anche scrittori e registi, alcuni dei quali di area di centrosinistra. Ancora nella veste di soci, per esempio, troviamo gli scrittori Umberto Eco e Claudio Magris. Ma anche registi come Carlo Lizzani e Cristina Comencini, figlia di Luigi Comencini. Si tratta solo di alcuni esempi che servono a far capire, se ancora ce ne fosse bisogno, come nel network tutti possano individuare spunti di interesse.
SOLDI DA SOCIETÀ PUBBLICHE
Che poi l'Aspen piace da morire alle società pubbliche italiane. Che naturalmente non tirano indietro la mano quando si tratta di far affluire finanziamenti. Nella lista dei soci sostenitori, liberamente consultabile su internet, c'è almeno una ventina di spa partecipate dallo Stato e dagli enti locali.
RINO FISICHELLARINO FISICHELLA
Ci sono Rai, Eni, Enel, Finmeccanica, Fincantieri, Sea, Cassa depositi e prestiti, Acea, Poste Italiane, Sace, Simest e chi più ne ha più ne metta. E molti dei loro vertici siedono nel consiglio generale dell'Aspen: Fulvio Conti (Enel), Alessandro Castellano (Sace), Franco Bassanini (Cdp), Giuseppe Recchi (Eni), Anna Maria Tarantola (Rai).

BERGOGLIO STYLE: TOGLIE AL PAPA IL POTERE DI INGERENZA SULLA CEI

Il Papa vuole che i vescovi italiani eleggano presidente e segretario - Solo a Roma, infatti, i vertici della Conferenza episcopale sono di nomina pontificia - Con la sua mossa, Bergoglio dà più collegialità alla gestione della Chiesa ma scatena la guerra di “correnti” all’interno della CEI…

Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Modificare lo statuto della Cei per porre fine a una storica anomalia e consentirle di eleggersi il presidente e il segretario generale. Attualmente quello dei vescovi italiani è l'unico caso al mondo in cui i primi due scranni di una conferenza episcopale sono decisi direttamente dal Pontefice. Nell'ambito di una maggiore collegialità, Francesco sta studiando la possibilità di equiparare l'episcopato italiano al resto del pianeta.
PAPA FRANCESCO - JORGE BERGOGLIOPAPA FRANCESCO - JORGE BERGOGLIO
Il Papa è primate d'Italia e vescovo di Roma e per questo finora il mandato quinquennale alla guida della Conferenza episcopale italiana non è stato elettivo ma di nomina pontificia. In genere (ma non esistono obblighi ufficiali) la designazione è preceduta da passaggi informali come le consultazioni all'interno della sedici conferenze regionali, ma l'indicazione resta a totale discrezione del Pontefice.
papa francesco bergoglio bacia i piedi ai detenutiPAPA FRANCESCO BERGOGLIO BACIA I PIEDI AI DETENUTI
Un'anomalia appunto rispetto a tutte le altre conferenze nazionali del pianeta, dove i vescovi eleggono i loro rappresentanti che non necessariamente sono già cardinali o accedono alla porpora, come dimostrano, per esempio, l'attuale presidenza di Zollitsch in Germania o in passato quella di Gregory negli Usa. In due soli casi i vescovi non votano il loro leader e cioè in Belgio (in quanto «ex officio» è presidente l'arcivescovo di Bruxelles) e tra i presuli latini dei paesi arabi dove il ruolo spetta sempre al patriarca latino di Gerusalemme in carica.
IL PAPA BERGOGLIO IN PULLMAN CON I CARDINALIIL PAPA BERGOGLIO IN PULLMAN CON I CARDINALI
Però anche in queste due uniche eccezioni, l'episcopato elegge comunque il «numero due», mentre in Italia pure il segretario generale è scelto dal Papa. Nel piano generale di riordino delle conferenze episcopali, Francesco sta valutando una possibilità che muterebbe lo scenario: attribuire ai vescovi italiani la facoltà di indicare i loro vertici. «Sono necessarie variazioni di norme e procedure, però non esistono insormontabili impedimenti canonici», sottolineano in Curia.
Cardinal Camillo Ruini - Copyright PizziCARDINAL CAMILLO RUINI - COPYRIGHT PIZZI
Le conferenze episcopali non hanno base teologica, come è invece per i singoli vescovi, ma solo una base pratica, concreta. La riforma studiata da Francesco prevede un crescente coinvolgimento degli episcopati nazionali nel governo della Chiesa universale e una maggiore collegialità nelle decisioni. In quest'ottica, il diritto papale di nomina del presidente e del segretario generale della Cei contrasta con la sua impostazione ecclesiologica.
CARDINALE ANGELO BAGNASCOCARDINALE ANGELO BAGNASCO
Il mese prossimo Bergoglio parteciperà in Vaticano all'assemblea dei vescovi italiani ed esporrà linee-guida che scaturiscono dalla lunga esperienza in quegli organismi di rappresentanza dell'episcopato sudamericano nei quali peraltro ha collaborato con uno dei suoi attuali interlocutori per l'Italia: l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, fino a due anni fa presule missionario in America Latina. L'ipotesi di rendere elettiva la guida della Cei era già stata presa in considerazione, e poi accantonata, durante il pontificato di Wojtyla.
Bergoglio è stato eletto presidente della conferenza argentina. Il suo predecessore Quarracino la aveva individuato come possibile sostituto perché tra gli ausiliari di Buenos Aires era il più amato dai preti. Il suo maestro tra i gesuiti, padre Juan Carlos Scannone lo ricorda all'Osservatore Romano come «uomo di orchestra». Dunque, aggiunge, «non gli tremeranno i polsi nel fare riforme all'interno della Chiesa», però «non lo farà di colpo, in fondo ha una discendenza italiana, viene da piemontesi, per cui farà tutto molto diplomaticamente, saprà fare le riforme senza traumi, senza urti». Cancellare il «diritto di investitura» del vertice Cei appare coerente col «Bergoglio style».

1 commento:

  1. Ma sì , mi sembra giusto dare più potere ai vescovi in rapporto al pontefice, pardon al "vescovo di Roma". Sono stati così strenuamente impegnati a difendere la santa sede e il mondo cattolico in questi ultimi anni che meritano un premio...

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