Habemus Papas
Dalla monarchia alla diarchia… per ora!
Città del Vaticano, 2 maggio 2013, il grande gesto è compiuto: HABEMUS PAPAS - abbiamo due papi; ne avevamo già parlato, ma da oggi è ufficiale: la Chiesa cattolica moderna, la Chiesa conciliare ha due papi in Vaticano.
A sentire quelli che ne capiscono, non sarebbe esatto parlare così, poiché, come si vede chiaramente (?) dalla foto, il “Papa in carica” indossa lo zucchetto, la mozzetta e la fascia, mentre il “Papa emerito” indossa solo la talare bianca… dei papi… appunto.
Tolta l'illuminante differenza, resta il fatto che da oggi in Vaticano vi sono due papi: uno che fa il Papa, a modo suo, e uno che non fa il Papa, bontà sua.
La cosa che colpisce è che di questi due, nessuno è veramente Papa, non perché osiamo affermarlo noi, che siamo nessuno, ma per esplicita affermazione di entrambi.
Papa Francesco continua a chiamarsi “vescovo di Roma” e non intende prendere possesso dell'appartamento papale, non intende cioè occupare il posto del Papa, preferendo continuare ad abitare in albergo, al Santa Marta, come si compete agli ospiti del Vaticano.
Papa Benedetto ha rinunciato a fare il Papa, perché stanco e affaticato, ma invece di ritirarsi a vita privata, si veste ancora da papa e va ad abitare in Vaticano, alla Mater Ecclesiae, un monastero a due passi dal Santa Marta, dove occuperà … nascosto al mondo… un insieme di locali: per lui, le quattro memores Domini, il segretario, Mons. Georg Gänswein, la segretaria, Birgit Wansing e, quand'è a Roma, il fratello Georg.
C'è qualcosa di talmente scomposto in tutto questo che si arriva al punto che nessuno osa chiedere ragione pubblicamente del perché e dello scopo che impediscono ad un papa rinunciatario di adottare l’elementare delicatezza di tornarsene a casa sua o di ritirarsi in qualche monastero della Baviera… davvero “nascosto al mondo”, come retoricamente da lui dichiarato al tempo della sua rinuncia; e ad un papa da poco eletto, e che ha accettato l'elezione, di assumere il ruolo proprio del suo nuovo “stato”, sia nominalmente, sia formalmente… magari con un po’ di coerenza con i suoi predecessori e con il rispetto dovuto all’Istituzione e alla stessa Chiesa.
Sia come sia, è indubbio che nessuno può negare, tolta la mala fede, che oggi la Chiesa cattolica, come mai in duemila anni, ha due papi “conviventi”. Come nessuno può negare che questa anomalia non può non avere un suo profondo significato, ancorché oscuro per molti di noi… finora.
Nelle cose di Chiesa, non si può parlare di “caso”, né di circostanze accidentali: nulla è fortuito, neanche gli errori degli uomini di Chiesa.
Ciò che salta all’occhio, qui, è la plastica rappresentazione di una diarchia, sia pure solamente apparente: eppure una diarchia che colpisce la percezione dei fedeli, che procura inevitabilmente un insegnamento distorto e che induce a prefigurarsi una sorta di incipiente poliarchia.
È un caso che il nuovo Papa abbia deciso di nominare 8 cardinali per costituire un “gruppo consultivo” che l’aiuti nel governo della Chiesa?
Già Paolo VI, esplicitando il vero Vaticano II, era giunto all’invenzione dei sinodi dei vescovi che avrebbero dovuto aiutare il Papa a governare la Chiesa – erano i vescovi che l’avevano voluto -, adesso ci sarà un organismo permanente che affiancherà la monarchia del Papa come una sorta di “consiglio della corona” – sono i cardinali in conclave che l’hanno voluto -.
Un passo la volta si procede spediti verso quanto “legittimamente richiesto dai tempi”: la direzione collegiale e “democratica” della Chiesa di Cristo riveduta e corretta dalla visione dell’uomo moderno.
Già qualcuno parla di un primo passo verso una nuova concezione della Chiesa: una sorta di super-chiesa entro la quale far rientrare la cattolica e le “chiese sorelle”, con a capo un collegio di papi o, per meglio dire, di patriarchi, compreso il patriarca di Roma.
Papa Francesco ha avuto modo di dire che il Vaticano II dev’essere ancora compreso e applicato, e sembra proprio che lui voglia portare a compimento questo processo.
Lo scetticismo di qualcuno circa queste nostre considerazioni, da certuni già definite di persona come “illazioni gratuite e malevole”, potrà trovare qualche elemento di riflessione dalla considerazione della seguente foto dei “due papi”.
Quando Papa Francesco andò a trovare Papa Benedetto a Castel Gandolfo, il 23 marzo scorso, l’evento venne volutamente reclamizzato dallo stesso Vaticano, con foto e filmati. Memori del gran numero di perplessità suscitate allora, questa volta sono state fatte a circolare solo le foto qui riportate.
Nulla accade a caso, però, e questa seconda foto permette di mettere a fuoco un’altra delle contraddizioni di questa incredibile vicenda, una contraddizione che porta con sé un clamoroso equivoco, nel quale, purtroppo, sono caduti anche tanti cattolici che dicono di rifarsi alla Tradizione e che si compiacciono di trovare “segni” positivi in mezzo ai “fatti” negativi che connotano la profonda crisi che affligge la Chiesa da ormai più di cinquant’anni.
Appena giunto in Vaticano, ricevuto da Papa Francesco, Papa Benedetto si è recato con lui nella cappella del monastero Mater Ecclesiae, per recitare insieme una preghiera.
In questa cappella, come si può vedere, c’è un altare addossato al muro e sormontato dal Crocifisso. Al centro dell’altare è posto il tabernacolo, con a fianco le sei candele.
Non v’è dubbio che in questa cappella, com’è approntata adesso, non è possibile celebrare la Messa se non “rivolti al Signore”: niente Messa “verso il popolo”, quindi.
Dove sta la contraddizione?
Sta nella vista di due papi – stavolta Papa Benedetto indossa lo zucchetto – che pregano “rivolti al Signore”. Due papi di cui uno, Papa Francesco, non ha mai celebrato la S. Messa tradizionale – fu ordinato nel 1969, a riforma avvenuta -, mentre l’altro, Papa Benedetto, non ha mai voluto celebrarla nei suoi otto anni di pontificato, nonostante il bel gesto del Motu Proprio Summorum Pontificum e nonostante le suppliche giuntegli per rendere veramente operativo questo documento, anche con l’esempio.
Due papi distanti dalla liturgia tradizionale che pregano davanti ad un altare tradizionale.
Ma l’altare è stato eretto, così com’è, già al tempo di Giovanni Paolo II… quindi?
Quindi, la contraddizione continua a sussistere e si conferma come una contraddizione datata… datata proprio Vaticano II.
Dove sta l’equivoco?
Sta nella diffusione di questa foto, emblematica, la quale, pur contenendo la contraddizione, suggerisce sottilmente una realtà diversa da quella che vive oggi la Chiesa. Una realtà apparente che sembra riecheggiare la Chiesa di sempre, mentre questa, di fatto, è stata soppiantata dalla Chiesa conciliare, come chiaramente dimostra la foto stessa: una nuova Chiesa… la Chiesa dei due papi.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV502_Habemus_Papas.html
Dalla monarchia alla diarchia… per ora!
Città del Vaticano, 2 maggio 2013, il grande gesto è compiuto: HABEMUS PAPAS - abbiamo due papi; ne avevamo già parlato, ma da oggi è ufficiale: la Chiesa cattolica moderna, la Chiesa conciliare ha due papi in Vaticano.
A sentire quelli che ne capiscono, non sarebbe esatto parlare così, poiché, come si vede chiaramente (?) dalla foto, il “Papa in carica” indossa lo zucchetto, la mozzetta e la fascia, mentre il “Papa emerito” indossa solo la talare bianca… dei papi… appunto.
Tolta l'illuminante differenza, resta il fatto che da oggi in Vaticano vi sono due papi: uno che fa il Papa, a modo suo, e uno che non fa il Papa, bontà sua.
La cosa che colpisce è che di questi due, nessuno è veramente Papa, non perché osiamo affermarlo noi, che siamo nessuno, ma per esplicita affermazione di entrambi.
Papa Francesco continua a chiamarsi “vescovo di Roma” e non intende prendere possesso dell'appartamento papale, non intende cioè occupare il posto del Papa, preferendo continuare ad abitare in albergo, al Santa Marta, come si compete agli ospiti del Vaticano.
Papa Benedetto ha rinunciato a fare il Papa, perché stanco e affaticato, ma invece di ritirarsi a vita privata, si veste ancora da papa e va ad abitare in Vaticano, alla Mater Ecclesiae, un monastero a due passi dal Santa Marta, dove occuperà … nascosto al mondo… un insieme di locali: per lui, le quattro memores Domini, il segretario, Mons. Georg Gänswein, la segretaria, Birgit Wansing e, quand'è a Roma, il fratello Georg.
C'è qualcosa di talmente scomposto in tutto questo che si arriva al punto che nessuno osa chiedere ragione pubblicamente del perché e dello scopo che impediscono ad un papa rinunciatario di adottare l’elementare delicatezza di tornarsene a casa sua o di ritirarsi in qualche monastero della Baviera… davvero “nascosto al mondo”, come retoricamente da lui dichiarato al tempo della sua rinuncia; e ad un papa da poco eletto, e che ha accettato l'elezione, di assumere il ruolo proprio del suo nuovo “stato”, sia nominalmente, sia formalmente… magari con un po’ di coerenza con i suoi predecessori e con il rispetto dovuto all’Istituzione e alla stessa Chiesa.
Sia come sia, è indubbio che nessuno può negare, tolta la mala fede, che oggi la Chiesa cattolica, come mai in duemila anni, ha due papi “conviventi”. Come nessuno può negare che questa anomalia non può non avere un suo profondo significato, ancorché oscuro per molti di noi… finora.
Nelle cose di Chiesa, non si può parlare di “caso”, né di circostanze accidentali: nulla è fortuito, neanche gli errori degli uomini di Chiesa.
Ciò che salta all’occhio, qui, è la plastica rappresentazione di una diarchia, sia pure solamente apparente: eppure una diarchia che colpisce la percezione dei fedeli, che procura inevitabilmente un insegnamento distorto e che induce a prefigurarsi una sorta di incipiente poliarchia.
È un caso che il nuovo Papa abbia deciso di nominare 8 cardinali per costituire un “gruppo consultivo” che l’aiuti nel governo della Chiesa?
Già Paolo VI, esplicitando il vero Vaticano II, era giunto all’invenzione dei sinodi dei vescovi che avrebbero dovuto aiutare il Papa a governare la Chiesa – erano i vescovi che l’avevano voluto -, adesso ci sarà un organismo permanente che affiancherà la monarchia del Papa come una sorta di “consiglio della corona” – sono i cardinali in conclave che l’hanno voluto -.
Un passo la volta si procede spediti verso quanto “legittimamente richiesto dai tempi”: la direzione collegiale e “democratica” della Chiesa di Cristo riveduta e corretta dalla visione dell’uomo moderno.
Già qualcuno parla di un primo passo verso una nuova concezione della Chiesa: una sorta di super-chiesa entro la quale far rientrare la cattolica e le “chiese sorelle”, con a capo un collegio di papi o, per meglio dire, di patriarchi, compreso il patriarca di Roma.
Papa Francesco ha avuto modo di dire che il Vaticano II dev’essere ancora compreso e applicato, e sembra proprio che lui voglia portare a compimento questo processo.
Lo scetticismo di qualcuno circa queste nostre considerazioni, da certuni già definite di persona come “illazioni gratuite e malevole”, potrà trovare qualche elemento di riflessione dalla considerazione della seguente foto dei “due papi”.
Quando Papa Francesco andò a trovare Papa Benedetto a Castel Gandolfo, il 23 marzo scorso, l’evento venne volutamente reclamizzato dallo stesso Vaticano, con foto e filmati. Memori del gran numero di perplessità suscitate allora, questa volta sono state fatte a circolare solo le foto qui riportate.
Nulla accade a caso, però, e questa seconda foto permette di mettere a fuoco un’altra delle contraddizioni di questa incredibile vicenda, una contraddizione che porta con sé un clamoroso equivoco, nel quale, purtroppo, sono caduti anche tanti cattolici che dicono di rifarsi alla Tradizione e che si compiacciono di trovare “segni” positivi in mezzo ai “fatti” negativi che connotano la profonda crisi che affligge la Chiesa da ormai più di cinquant’anni.
Appena giunto in Vaticano, ricevuto da Papa Francesco, Papa Benedetto si è recato con lui nella cappella del monastero Mater Ecclesiae, per recitare insieme una preghiera.
In questa cappella, come si può vedere, c’è un altare addossato al muro e sormontato dal Crocifisso. Al centro dell’altare è posto il tabernacolo, con a fianco le sei candele.
Non v’è dubbio che in questa cappella, com’è approntata adesso, non è possibile celebrare la Messa se non “rivolti al Signore”: niente Messa “verso il popolo”, quindi.
Dove sta la contraddizione?
Sta nella vista di due papi – stavolta Papa Benedetto indossa lo zucchetto – che pregano “rivolti al Signore”. Due papi di cui uno, Papa Francesco, non ha mai celebrato la S. Messa tradizionale – fu ordinato nel 1969, a riforma avvenuta -, mentre l’altro, Papa Benedetto, non ha mai voluto celebrarla nei suoi otto anni di pontificato, nonostante il bel gesto del Motu Proprio Summorum Pontificum e nonostante le suppliche giuntegli per rendere veramente operativo questo documento, anche con l’esempio.
Due papi distanti dalla liturgia tradizionale che pregano davanti ad un altare tradizionale.
Ma l’altare è stato eretto, così com’è, già al tempo di Giovanni Paolo II… quindi?
Quindi, la contraddizione continua a sussistere e si conferma come una contraddizione datata… datata proprio Vaticano II.
Dove sta l’equivoco?
Sta nella diffusione di questa foto, emblematica, la quale, pur contenendo la contraddizione, suggerisce sottilmente una realtà diversa da quella che vive oggi la Chiesa. Una realtà apparente che sembra riecheggiare la Chiesa di sempre, mentre questa, di fatto, è stata soppiantata dalla Chiesa conciliare, come chiaramente dimostra la foto stessa: una nuova Chiesa… la Chiesa dei due papi.
Si era a metà dell’800 quando Anna Caterina Emmerich, suora agostiniana beatificata da Giovanni Paolo II nel 2004, riferiva le sue visioni:
Vidi anche il rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… (13 maggio 1820)
Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo… (12 settembre 1820)
C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Io non vedevo un solo angelo o un santo che aiutasse nel lavoro. (12 settembre 1820)
Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Vidi anche degli ebrei che si trovavano sotto il portico della chiesa. Tutte queste cose mi diedero tanta tristezza. (27 settembre 1820)
Vidi che molti pastori si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la Chiesa. Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova Chiesa… Ma Dio aveva altri progetti. (22 aprile 1823)
Miserére nostri, Dómine,
líbera Ecclésiam Tuam a peccatis pastórum ejus!
di Belvecchio
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