ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 giugno 2013

Mai dire mai...

FRANCESCO SOSPENDE L'ONORIFICENZA DOPO LE INDAGINI SU BALDUCCI E LA MOTTA

Mai più quei Gentiluomini del Papa

Non ne nominerà. Il club esclusivo «arcaico e inutile»

Basta con i Gentiluomini di Sua Santità. Basta con questa onorificenza che, senza un iter prestabilito, e in modo totalmente discrezionale, dà l’onore di servire il Papa quando riceve i capi di Stato e di governo, in frac, con il particolare panciotto nero, e il collare d’oro con le croci di San Pietro. Negli anni, infatti, agli eredi delle storiche famiglie nobili romane, si è aggiunto di tutto in quello che viene considerato «il club più esclusivo del mondo». Papa Francesco è stato chiaro, non ne vuole sapere. Francesco considera queste onorificenze «arcaiche, inutili» e peggio «dannose ». Perché in alcuni recenti scandali sono stati coinvolti Gentiluomini, che poi inevitabilmente trascinano nelle cronache anche il Pontefice. Quello che sulla carta è il più grande onore concesso attualmente dalla Santa Sede a un laico cattolico dà infatti anche il privilegio di avere un conto allo Ior, l’Istituto per le opere di religione. E sono sempre storie complicate di soldi che in un modo o nell’altro finiscono e ripartono dal Torrione di Niccolò V, la sede della cosiddetta banca vaticana, quelle che hanno coinvolto di recente i Gentiluomini.

Chi non ricorda le indagini sulla «Cricca» e Angelo Balducci, ex provveditore alle Opere pubbliche? Ebbene Balducci era un Gentiluomo del Papa. Fino all’ultimo caso—che ha fatto traboccare il vaso — l’arresto, una settimana fa, il 14 giugno, del prefetto Francesco La Motta, ex (fino a qualche mese fa) numero due dell’Aisi, il servizio segreto «interno» italiano, il cui nome è stato è stato appena ristampato alla pagina 2115 del nuovo Annuario pontificio 2013, quello pubblicato a maggio, con la nomina di Francesco e la dizione di Sommo Pontefice emerito, per Benedetto XVI. Vi si legge: «La Motta Francesco, gentiluomo di Sua Santità, dal 29 giugno 2007». Qui l’accusa della magistratura parla di 10 milioni di euro del Fondo del culto del ministero dell’Interno, «spariti» e finiti chissà dove e chissà attraverso quale giro di conti. Negli anni passati tra i Gentiluomini c’è stato Umberto Ortolani, condannato per la bancarotta dell’Ambrosiano di Calvi o l’architetto Adolfo Salabé, famoso per lo scandalo del Sisde. Ha mantenuto l’onorificenza Herbert Batliner, finanziere del Liechtenstein, coinvolto e poi prosciolto in una maxi inchiesta tedesca per evasione fiscale, considerato un super esperto di società fiduciarie (nel 2006 a Ratisbona regalò a Ratzinger un organo dal valore di 750 mila euro). Lo Ior è di nuovo sotto la lente d’ingrandimento anche per le indagini per l’accusa di riciclaggio da parte della Procura di Salerno nei confronti di monsignor Nunzio Scarano, responsabile del servizio contabilità analitica della sezione straordinaria dell’Apsa (notizia sempre del 14 giugno). Presieduta dal cardinale Domenico Calcagno, l’Apsa funziona da banca centrale. La sezione straordinaria (si occupa di titoli, azioni e in genere beni mobili) è affidata a Paolo Mennini, figlio di Luigi (amministratore dello Ior ai tempi di Marcinkus), capufficio di Scarano. Nei giorni scorsi l’Uif (l’Unità di intelligence finanziaria) della Banca d’Italia ha chiesto dettagliate informazioni all’Aif vaticana, diretta da René Bruhelart sui movimenti del conto posseduto da monsignor Scarano allo Ior, e sulla sua attività all’Apsa (dal cui incarico è stato sospeso). Nessuna anomalia era stata infatti segnalata dal sistema Aml/Fct (antiriciclaggio) vaticano.

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