SCARANO-ANO-ANO - LE CONVERSAZIONI DEL MONSIGNORE CON IL CAPO DELLA GENDARMERIA GIANI
Monsignor 500 euro ammette le sue responsabilità ma afferma di aver agito in buona fede - Intanto, le intercettazioni squarciano il velo sui contatti ad altissimo livello di Scarano - Le conversazione scottanti con Giani (capo della gendarmeria vaticana) e il ruolo del prefetto Chiusolo…
1 - MONSIGNORE E I SOLDI DALLA SVIZZERA "L'HO FATTO PER AIUTARE DEGLI AMICI"
C.B. per "la Repubblica"
SCARANO BC.B. per "la Repubblica"
Monsignor Nunzio Scarano avvia la propria resa e l'inchiesta della Procura di Roma sullo Ior mette in cascina altro fieno in grado di documentare le prassi opache e la sistematica violazione delle norme anti-riciclaggio della banca vaticana.
L'interrogatorio di garanzia dell'ex contabile dell'Amministrazione per il Patrimonio della Sede Apostolica, arrestato venerdì scorso per corruzione con l'ex agente dell'Aisi Giovanni Zito e il broker Giovanni Carenzio, si trasforma in qualcosa di assai simile ad una confessione.
SCARANO
Per tre ore, sollecitato dalle domande del gip Barbara Callari, il prelato ammette la propria responsabilità nel tentativo di spallonaggio di 20 milioni di euro dalla Svizzera per conto degli armatori Paolo e Cesare D'Amico (i due, indagati, saranno sentiti in questi giorni).
LA GUARDIA DI FINANZA ACCOMPANGA MONSIGNOR SCARANO DOPO LARRESTO JPEG
Ammette altresì di aver saldato con 400mila euro l'agente (ormai ex) dei Servizi Giovanni Zito per il ruolo svolto nella vicenda (lo 007 raggiunse Lugano su un aereo privato con cui avrebbe dovuto far rientrare il denaro) e dunque di averlo calunniato sostenendo di aver smarrito il libretto di assegni con cui lo aveva saldato. Colpevole, dunque.
NUNZIO SCARANO VESCOVO
Ma - aggiunge il monsignore nel tentativo di alleggerire la propria posizione e proporre un immagine di sé meno spregiudicata di quanto non documentino l'indagine e centinaia di intercettazioni telefoniche - «per generosità». «In buona fede», come spiegano i suoi legali Francesco Caroleo Grimaldi, Silverio Sica e Luca Paternostro, lasciando il carcere di Regina Coeli.
DOMENICO GIANI
A dire di Scarano, sarebbe stato infatti solo per il suo "buon cuore" e per un "favore ai D'Amico" che si sarebbe cacciato in questa vicenda da cui - giura - non ha e non avrebbe ricavato alcuna contropartita. E quanto poi ai 400mila euro consegnati all'ex 007, anche lì a giocare un ruolo decisivo sarebbe stata «la paura». In particolare - ha raccontato - le minacce di Zito che, una notte, lo avrebbe affrontato armato di pistola per chiedergli «il dovuto».
I legali di Scarano hanno chiesto al termine dell'interrogatorio che al monsignore vengano concessi gli arresti domiciliari presso la sua parrocchia «per poter celebrare i sacramenti» e perché - a loro modo di vedere - le esigenze cautelari sarebbero in parte venute meno proprio con l'ammissione dei fatti per i quali la Procura ha chiesto l'arresto.
La decisione, evidentemente, dipenderà in buona parte anche da quanto uscirà dagli interrogatori degli altri due protagonisti della faccenda (Zito è detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, Carenzio in quello di Napoli).
DOMENICO GIANI JPEG
E in qualche modo anche da quanto emergerà sulla posizione degli armatori D'Amico che, ieri, sono tornati a ribadire di «non avere nulla a che vedere con questa storia». Di non essere cioè i proprietari dei 20 milioni che dovevano rientrare dalla Svizzera e di non aver sollecitato alcun favore a chicchessia. Tantomeno al Monsignore.
2 - GENDARMERIA, 007 E CRIMINALPOL: TUTTI CON "DON 500 EURO"
M.L. e V.P. per il "Fatto quotidiano"
M.L. e V.P. per il "Fatto quotidiano"
Monsignor Nunzio Scarano, finito in cella per corruzione quattro giorni fa, aveva contatti di altissimo profilo. E li usava per farsi restituire i 400 mila euro pagati al suo complice dei servizi segreti, Giovanni Zito, con il quale aveva litigato. Nelle intercettazioni che Il Fatto ha visionato ci sono conversazioni con il capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani e persino con il direttore della Direzione centrale anticrimine italiana (Dca), il prefetto Gaetano Chiusolo.
DOMENICO GIANI
Tutti rapporti finiti nell'informativa del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo e depositata in Procura di Roma a febbraio.
Scarano aveva dovuto pagare 400 mila euro a Zito perché questi aveva noleggiato un aereo ed era andato in Svizzera ad aspettare invano i 20 milioni di euro da rimpatriare. Dopo avere sganciato gli assegni, però Scarano vuole i soldi indietro e cerca di accreditarsi come vittima.
Scarano aveva dovuto pagare 400 mila euro a Zito perché questi aveva noleggiato un aereo ed era andato in Svizzera ad aspettare invano i 20 milioni di euro da rimpatriare. Dopo avere sganciato gli assegni, però Scarano vuole i soldi indietro e cerca di accreditarsi come vittima.
In questo quadro si inseriscono i contatti con i vertici delle forze di sicurezza del Vaticano e dell'Italia, che lo stanno ad ascoltare. A raccontare dell'interferenza del capo della gendarmeria vaticana Giani, l'uomo che ha arrestato Paolo Gabriele, è lo stesso Scarano al telefono con Massimiliano Marcianò il 12 novembre scorso.
LA MOTTA FRANCESCO PREFETTO
MARCIANÒ: che impressione ha avuto? Lui [Giani,ndr] già conosceva Zito [l'agente dei servizi segreti]?
SCARANO: No! [Giani] mi ha detto: non lo conosco proprio! Io ho detto: l'unica cosa che ti posso dire, perché è stato veramente gentile [Giani], ha detto: che cosa lei vuole che io faccia, perché per me innanzitutto è un onore riceverla, noi ci siamo sempre guardati a distanza; [Giani] ha detto: questo è molto grave, va licenziato! Ho detto: non voglio fargli del male, voglio soltanto che viene messo nella condizione di restituirmi quello che mi deve!
Vorrei che [Zito] fosse messo fuori dal Vaticano e dalla realtà degli ordini equestri, ho detto: altrimenti sarò io a dare le dimissioni dagli ordini equestri, perché dico: se c'è questo tipo di persone e considerando che lei [Giani] è il capo io ho ritenuto opportuno farle presente di questa realtà perché è un inconveniente in meno, hai capito? Poi gli ho detto della tua presenza, [Giani] ha detto: ma non c'è bisogno, mi è tutto chiaro; poi chi è uscito da lì [intende dall'ufficio di Giani]? Salvatore Festa, suo grande amico [di Giani]!
Quando io ho fatto l'elenco dei nomi [degli alti funzionari dei Servizi], dice: no, Motta è molto amico mio, La Motta (il prefetto arrestato Ndr), dice: quest'altro, De Gennaro, per carità, siamo intimi, e poi il direttore generale; dice: non c'è nessun problema per lui; [Giani] ha detto: io provengo da quella realtà [intendendo evidentemente dai Servizi segreti italiani]! ma quel tipo di persone lì non deve esserci!
PREFETTO LA MOTTA
Ho detto: non voglio in questo momento, voglio prima uscire fuori poi dopo nel tempo deciderete, lo metterete sotto controllo, farete quello che volete, dico: però al momento il mio obiettivo è solo questo! Ho detto: sono stato troppo buono, anche forse stupido, ma mai all'idea di avere a che fare con un lestofante e si è negato sia alle mie telefonate sia a quelle dell'amico comunque presente alla situazione. [Giani] Ha detto: ma poi non c'è bisogno adesso, anche perché ha detto: non ha firmato nessuna testimonianza, lui si è reso... si è dato la zappa sui piedi perché l'assegno è firmato a lui, quindi è lui che l'ha incassato e non un altro!
Ho fatto la copia dei documenti in modo tale che tiene tutto! Ha voluto la fotocopia soltanto dell'attestato del certificato di nascita [di Zito], perché ha detto: così ho notizie. E poi gli ho detto anche di tutte le bugie che mi ha detto [Zito], che lui era nobile, che poi era andato a vedere, era addirittura informato sull'albero araldico della mia famiglia, e poi il fatto di vedere il mio conto corrente, e poi di vedere le ultime tre operazioni [bancarie] per far vedere che lui era informato , che lui aveva condizione di prendere un aereo privato del Sisde e fare quello che voleva, insomma ho detto: io credo che lui [Zito] si sia ingarbugliato in diversi mali affari, motivo per il quale non era persona degna di entrare in Vaticano.
SEDE DELLO IOR
Gliel'ho buttata così, hai capito? Aerei eccetera eccetera, e poi qualunque cosa: ci penso io, ci penso io, sempre il risolutore di tutti i problemi tant'è vero che quando ha promesso a questo dentista [Letta] di fare questo e quello ci siamo resi conto che è un conto era normale, e in più 250 più 1500 il prezzo dell'ovetto eccetera, hai capito? Ho detto: a quel punto mi sono reso conto effettivamente che [Zito] era un imbroglione!
SCARANO (continua): Dice [Giani]: monsignore, se si tratta di un generale e allora la cosa la dovevamo prendere con le pinze. Poi gli ho detto dell'associazione [Cattolici in Movimento], ho detto: io lì, tranne una persona per il resto non ho incontrato una persona per bene e tutto l'entourage del generale Speciale è un entourage squallido.
Tutto sommato devo dire che adesso io in questo momento ho giocato tutte le mie carte, tutto quello che potevo, gliel'ho detto anche a Maurizio [Romeo] il quale avrebbe telefonato a Gaetano[Chiusolo,capo della Criminalpol] per riferire, poi magari stasera o domani lo chiamo pure io per ringraziarlo, perché in realtà i cinque nomi che [Gaetano] mi ha dato, io ho detto [a Giani]: dottore,guardi, io mi sono incontrato con un alto funzionario dello Stato [il citato Gaetano] al quale ho chiesto eccetera, i nomi...
allora [Giani] dice: il primo, dice no, no, questo è un mio caro e grande amico, quest'altro: dice si lo conosco benissimo, quest'altro è gentiluomo del papa e poi l'altro è andato via adesso che abbiamo fatto una riunione molto riservata io e lui, hai capito? quindi... io poi credo che [Giani] sceglierà un nome abbastanza impegnativo per poter... poterlo fare mandare qui, secondo me, e mi auguro anche che se viene sia l'ultima volta che [Zito] mette piede in Vaticano, eh!
BASTIONE NICCOLO' V - SEDE DELLO IOR
Maurizio Romeo è un imprenditore che definisce Scarano la propria guida spirituale. Sarebbe stato lui a metterlo in contatto con Gaetano Chiusolo, direttore della Direzione centrale anticrimine della Polizia. Il 14 settembre Scarano parla proprio con il prefetto Chiusolo. "Nel corso dell'intercettazione - è scritto nell'informativa - il sacerdote, nel ringraziarlo per l'interessamento alla sua vicenda, gli ha riferito sommariamente del suo incontro con Giani; Chiusolo gli ha chiesto, in ultimo, di essere informato in presenza di significativi sviluppi della sua vicenda".
Dopo il prefetto, Scarano punta soprattutto alla gendarmeria Vaticana. Deve incontrarsi il 17novembre 2012 con Domenico Giani, ma l'incontro salta perchè questi è impegnato in una visita del papa in Libano e delega il suo braccio destro Alessandrini che ha diversi contatti, intercettati dalla procura, con Scarano. Costanzo Alessandrini rassicura il monsignore: "Non si preoccupi, monsignore, stia alla larga da tutti. Lasci fare a noi", gli dice al telefono. Poi in una seconda intercettazione gli chiede un resoconto.
A questo punto Scarano racconta anche dei dettagli sugli incontri avuti con il broker Giovanni Carenzio, anche lui finito poi in carcere: "Ho conosciuto Carenzio, tramite un Vescovo defunto, nel 1998, poi ancora tramite monsignor Gianfranco Piovano in piazza San Damaso, amico del vescovo di Pompei Toppi, presentatomi come persona di tutto riguardo, l'ho poi incontrato all'Ambasciata di Spagna, e in un ristorante romano con nomi autorevoli della politica, quando erano uomini potenti, (Mastella, Casini, Di Pietro, principe Ruspoli, la marchesa Marconi, la principessa Boncompagni) e poi ad altri ricevimenti addirittura alla destra della regina Sofia di Spagna ed a passeggio a Piazza Navona con l'infanta di Spagna e con tanto di guardie del corpo, ed ancora con personalità al Circola La Caccia di Palazzo Borghese".
IOR ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE
Poi ci sono ancotra altre intercettazioni tra Scarano e Alessandrini. Finché il 16 ottobre a chiamare è direttamente Giani.
GIANI: Le volevo dire che io proprio in questi giorni avevo parlato con la direzione di questo signore no [con i dirigenti di Zito]? Avevo chiesto loro di dirmi cosa loro preferivano fare. Ma evidentemente ancora non mi hanno risposto quindi io direi che a questo punto io non credo che dobbiamo avere riguardo... Scarano: vada avanti, faccia quello che vuole! Liberamente e lo chiami!
GIANI: No, io l'unica cosa però pensavo, se lui [Zito] venisse in Vaticano per qualche motivo... sarebbe molto... cioè se viene e conosce qualcun'altro che frequenta, oppure se lui in questo periodo si tiene alla larga... non le saprei dire perchè io non ho avuto più notizie.
GIANI: Però il problema qual è? Che i fatti si sono verificati in Italia!
SCARANO: E vabbè, poterlo invitare e incontrarlo fuori!
GIANI: No, bisogna stare attenti qui, sa monsignore, bisogna stare molto attenti a tutto: lei i soldi glieli ha dati in Italia o glieli ha dati qui?
SCARANO: Allora io i soldi glieli ho dati a casa mia che è zona extraterritoriale, alle quattro del mattino!
GIANI: Perché lei dove abita?
SCARANO: Santa Sede, mmm... la zona... palazzo... è zona extraterritoriale! Quindi può benissimo dire che è lì e basta! alle quattro del mattino alla presenza del dottore Marcianò perchè io ho avuto paura quella notte, lui era pazzo eh!
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