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domenica 11 agosto 2013

La nuova evangelizzazione

God inspired fashion, la nuova linea di moda ispirata alla religione

Kylei Bisutti ex volto di Victoria's Secret ha riscoperto la fede. E creato una linea di abbigliamento ispirata a Dio. Sui vestiti messaggi per evengelizzare.

Le ali sono il marchio di fabbrica della multinazionale della lingerie che l'ha resa famosa in tutto il mondo. Non deve sorprendere quindi se la modella Kylei Bisutti, ex testimonial di Victoria's Secret, abbia cercato un'ispirazione “divina” per il suo primo esperimento da stilista.

PORTARE IL MESSAGGIO DI DIO. La bellissima indossatrice ha così creato una linea di abbigliamento – magliette, maglioni, pantaloni e sciarpe per uomo, donna e bambino – che riportano messaggi religiosi. Un modo, ha spiegato lei, per cercare di portare il messaggio di Dio soprattutto nelle scuole.
Il grande passo nella moda è stato preceduto dall'uscita di un'autobiografia, lo scorso maggio, intitolata, appunto, I'm no angel. La Bisutti, al quarto mese di gravidanza, ha deciso di chiamare la sua linea di abbigliamento God inspired fashion.
VERSI E PROVERBI BIBLICI. Si tratta per lo più di capi sportivi che riportano, stampati sul cotone, versi e proverbi biblici, nella tradizione della religione evangelica che la modella segue.
La linea è nata per essere il primo marchio di abbigliamento completamente al servizio della religione, insomma per dare vita a una sorta di evangelizzazione di massa in chiave contemporanea. E fashion.
«Il nostro obiettivo è contribuire a diffondere la parola di Dio nel mondo», ha spiegato la 23enne modella americana, per presentare la linea lanciata ufficialmente negli Stati Uniti lo scorso luglio.
«Ma vogliamo al tempo stesso rimanere alla moda e sempre aggiornati. È per questo, per esempio, che abbiamo puntato soprattutto sui colori fluo».
UN PO' DI FEDE E UN PO' DI TENDENZA. Ogni capo della linea God inspired fashion è decorato con un verso della Bibbia o un semplice slogan, come per esempio «Salvezza», «Il Signore è la mia forza», «Temete Dio». Il tutto abbellito da strass o cuciture in rilievo, per non pedere l'anima cool del progetto. Così si passa dai pantaloni felpati, alle t-shirt. Senza tralasciare i giubotti di jeans con le paillettes e le gonne in stile contadino.

Dalle maglie alle borse: una collezione completa 

La linea di Bisutti, in realtà, non è la prima di questo genere nel mondo. «Ce ne sono un altro paio, che però si concentrano in particolare su magliette e cappellini», ha piegato lei. «La nostra è la prima che propone anche blazer, borse, foulard. E soprattutto i jeans skinny, che sono la base dell'abbigliamento della maggior parte delle donne e dei ragazzi».
L'obiettivo della Bisutti è aiutare i cristiani evangelici a portare in giro per il mondo il proprio credo. Anche se la modella non esclude che anche i seguaci di altre religioni potrebbero appassionarsi a questi vestiti. «Ci siamo resi conto che piacciono molto anche ai cattolici», ha confermato. «E so anche che moltissimi miei amici mormoni sono interessati a questa linea» ha aggiunto.
LA PIOGGIA DI POLEMICHE. Ma, naturalmente, le polemiche non mancano. Specialmente da parte di chi non crede in Dio. «Le maggiori resistenze, in questo momento, le stiamo riscontrando da parte degli atei. Sono assolutamente contrari al fatto che messaggi biblici siano riportati su capi di abbigliamento destinati ai bambini», ha spiegato la modella.
«Ma a noi va bene così. Vanno bene anche le critiche negative. In ogni caso chi legge un verso della Bibbia, anche se non è d'accordo, avrà portato la religione nella sua vita. Uno dei nostri obiettivi è portare la parola di Dio nelle scuole, dove il bullismo è un fenomeno molto preoccupante. È importante che anche i più piccoli siano in grado di diffondere la parola del Signore».
ACQUISTI TRAMITE INTERNET. Per il momento i capi del marchio possono essere acquistati solo attraverso il sito web, e solo negli Stati Uniti. Anche se sono già arrivate richieste da Francia, Germania, Messico e Canada. L'evangelizzazione in passerella è cominciata.

di Daniela Uva

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