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giovedì 3 ottobre 2013

MONSIGNOR 500 EURO RACCONTA:

- SCARANO-ANO-ANO - MONSIGNOR 500 EURO RACCONTA: “BERTINOTTI BEVEVA SOLO CHAMPAGNE!!!” -

Mastella, Bertinotti, Di Pietro e i fratelli Agnelli: monsignor Nunzio Scarano canta come un usignolo e tira in ballo potenti e ex - Scarano inguaia anche i Nattino e Proietti: denunciata una operazione di aggiotaggio su Banca Finnat attraverso Apsa…

nunzio scarano vescovoNUNZIO SCARANO VESCOVO
Marco Lillo per "Il Fatto Quotidiano"

Ci sono i nomi dei fratelli Agnelli, quelli di Mastella, Bertinotti e Di Pietro. E poi il banchiere Gianpiero Nattino per finire con Angelo Proietti, l'imprenditore che aveva affittato la casa dove viveva Giulio Tremonti.

Tira in ballo tante persone nel suo interrogatorio del 24 luglio scorso monsignor Nunzio Scarano, in carcere dal 28 giugno scorso con l'accusa di corruzione per la strampalata operazione di rimpatrio dalla Svizzera di venti milioni di euro, organizzata con la complicità di un agente dei servizi segreti italiani, Giovanni Maria Zito, e di un broker: Giovanni Carenzio. 


Scarano era un semplice contabile dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica eppure conosceva tante persone. Per dimostrare di voler collaborare con i pm Nello Rossi, Stefano Fava e Stefano Pesci, che hanno chiesto il suo arresto, non si è risparmiato.

Molte rivelazioni sono irrilevanti penalmente anche se disegnano aneddoti gustosi. Scarano sembra uscito dalla ‘Grande Bellezza' di Sorrentino. Di Fausto Bertinotti il monsignore salernitano racconta "ho avuto uno scontro con lui durante un pranzo a casa del banchiere Mario D'Urso.
SCARANO BSCARANO B
A me fu versato del vino e lui dice ‘no, ti prego, ti prego, io bevo sol tanto champagne' considerato che la moglie aveva una spilla ... non lo so di che valore, di Bulgari, credo, ma infinitamente di valore, al che io l'ho guardata in faccia e gli ho detto: ‘chiedo scusa, mi cade il bicchiere dalla mano'. Lei allora dice ‘che succede?'. Dico: ‘no, sono semplicemente scandalizzato perché ho detto ‘tu sei una persona, sei un Onorevole Comunista e poi mi dici che bevi solo champagne'. Sono senza parole riguardo a questo episodio, quindi io chiedo scusa, Mario (D'Urso, ndr) ma mi alzo e me ne vado".
GIAMPIERO NATTINOGIAMPIERO NATTINO
Una predica che, se anche fosse vera, non sarebbe poi arrivata dal pulpito migliore. Clemente Mastella e Antonio Di Pietro, invece, secondo Scarano, sarebbero stati in passato amici di Giovanni Carenzio, il broker in passato ricchissimo al punto che aveva a disposizione una suite al Minerva di Roma e un aereo privato e ora inseguito da molti investitori ai quali avrebbe truffato milioni di euro alle isole Canarie, dove viveva con la moglie imparentata con i reali di Spagna.
Secondo Scarano: "Carenzio avevano rapporti di grande amicizia con Mastella e aveva pagato le spese del matrimonio del figlio di Mastella. La moglie di Giovanni Carenzio, mi disse ‘sai, abbiamo dovuto pagare anche tutte le spese degli abiti che non è stato poco. Carenzio era anche intimo a livello di Tesoreria del Partito dell'Udeur".
Giampiero NattinoGIAMPIERO NATTINO
Su Di Pietro, Scarano ricorda: "Carenzio mi telefonò un giorno e mi disse ‘casomai se vuoi questa sera ti vengo a casa, a salutare con l'Onorevole Di Pietro' io ho detto ‘ti ringrazio, però io quella persona a casa mia non la voglio'".

A parte il gossip però le accuse di Scarano sono rivolte a due soggetti imprenditoriali: la Finnat della famiglia Nattino e il costruttore Angelo Proietti. Scarano accusa Nattino di avere effettuato con la complicità dei dirigenti APSA un'operazione di aggiotaggio. "Nattino avrà fatto passare il titolo (Finnat, ndr) sul mercato, lo avrà fatto poi riacquistare tramite Apsa". In pratica Nattino avrebbe comprato al ribasso e venduto guadagnando i titoli della sua stessa banca, approfittando dello schermo dell'Apsa.
Dice Scarano che non si tratta di un'eccezione: "esistono tanti altri conti cifrati dentro una bella cassaforte con i documenti. Quei documenti dovranno andare nelle mani del Papa". I pm cercano di capire cosa sia un numero trovato nei suoi appunti e Scarano dice che è il conto interno di Giampiero Nattino all'Apsa: "esatto il numero è 649 321 456 372 154". E probabilmente su questo numero è stata fatta la richiesta di rogatoria nei confronti dello Stato Vaticano da parte dei pm romani.
ANTONIO DI PIETRO - FOTO LAPRESSEANTONIO DI PIETRO - FOTO LAPRESSE
Poi Scarano parla di un conto dell'Apsa presso Banca Finnat e spiega l'emorragia, svelata dal Fatto , dei 240 milioni di euro spariti dai conti Apsa presso le banche italiane e finiti in gran parte in Gran Bretagna. "Si trattava - secondo Scarano - di comprare un piccolo immobile molto importante nel centro di Londra". Scarano ha puntato il dito anche verso l'ex direttore amministrativo dell'APSA, Pietro Menchini: "riusciva a portare fuori i lavori del Vaticano presso l'Angelo Proietti e si dividevano gli utili. Menchini e il dottor Giorgio Stoppa turbavano gli appalti sempre in favore di Proietti".
Clemente MastellaCLEMENTE MASTELLA
Angelo Proietti replica: "Stoppa e Menchini erano nella sezione straordinaria dell'Apsa e quindi non gestivano gli immobili. Abbiamo lavorato con Apsa, ma non ci sono mai state gare fino almeno al 2007. Nessuna società né partecipazione agli utili di Menchini o altri. È una fantasia di un semplice ragioniere".

Scarano ha parzialmente confermato le rivelazioni del suo amico Massimiliano Marcianò che ai pm aveva raccontato di avere visto con il monsignore furgoni pieni di borse straboccanti di lingotti d'oro che spuntavano tra gli ortaggi nel piazzale della Città del Vaticano. Mentre ha sminuito i suoi rapporti con la famiglia Agnelli. Marcianò aveva raccontato di avere ricevuto confidenze di Scarano su "rimpatri di denaro per gli Agnelli con il sistema dei plichi diplomatici".
Fausto e Lella Bertinotti con Alessandra NecciFAUSTO E LELLA BERTINOTTI CON ALESSANDRA NECCI


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«L'Apsa agiva come una banca»

Mons. Scarano: regali a funzionari e prelati.


Ha parlato monsignor Nunzio Scarano. Ha raccontato al procuratore aggiunto Nello Rossi e al sostituto Stefano Fava retroscena sugli affari che si svolgevano nella Santa Sede.
In un interrogatorio del 24 luglio scorso, Scarano - arrestato il 28 giugno scorso - ha parlato di viaggi, regali, massaggi e crociere offerti a prelati e funzionari vaticani per favorire i rapporti con l'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. E di appalti truccati in favore della Edil Ars di Angelo Proietti, lo stesso accusato di aver pagato l'affitto dell'appartamento di via Campo Marzio di Giulio Tremonti. «Siamo stati banca in maniera sporca», ha detto.
L'ESISTENZA DI CONTI LAICI. Scarano ha in sostanza confermato l'esistenza di «conti laici» e il trasferimento di denaro e documenti gestiti dall'Apsa e dallo Ior grazie all'immunità di cui godono i residenti in Vaticano. «Plichi diplomatici», ha spiegato Scarano, che partivano dalla segreteria di Stato. I magistrati hanno incaricato gli specialisti Nucleo valutario della Guardia di Finanza di effettuare nuove verifiche e accertamenti.
«AGIVAMO COME UNA BANCA». «L'Apsa», ha aggiunto il prelato, «non dovrebbe essere una banca, ma tante volte ha fatto operazioni bancarie appoggiandosi su altre banche. Avevo notato che si faceva questo tipo di lavoro bancario e ovviamente questo mio disappunto non fu approvato all'epoca dai miei superiori, in particolare dal dottor Giorgio Stoppa, il quale guardava molto male la mia presenza nell'amministrazione perché non avrebbe mai voluto la presenza del prete perché il prete era una persona scomoda».
«Compravamo azioni», ha aggiunto Scarano, «obbligazioni, titoli. L'Apsa aveva anche dei clienti esterni, laici.  Erano investimenti sicuri, tranquilli, non c'erano tassazioni particolari».
LA DENUNCIA A BERTONE. Scarano ha anche ricordato come avesse denunciato l'esistenza di una banca aparallela a monsignor Tarcisio Bertone che però ha smentito di averlo mai incontrato. «Gli ho confidato la mia situazione», ha denunciato il prelato, «perché non volevo ci fosse uno scandalo all'interno dell'Apsa». Scarano si rivolse anche al cardinal Angelo Sodano chiedendo un'udienza senza però ottenere risposta. Dopo qualche giorno, è la ricostruzione di Scarano, fu chiamato dal suo superiore Giorgio Stoppa che gli chiese perché voleva essere ricevuto. «Non sapevo», ha detto Scarano, «che Sodano fosse un nostro cliente particolare».
I RAPPORTI CON LA POLITICA. Infine il prelato nell'interrogatorio ha parlato anche dei rapporti con la politica. In particolare tra il broker Giovanni Carenzio - che sarà a processo con Scarano e Giovanni Maria Zito il 3 dicembre - con Clemente Mastella e Antonio Di Pietro. Per il prelato, all'ex leader dell'Udeur furono pagate le spese per il matrimonio di un figlio. Mentre per quel che riguarda Di Pietro, Scarano ha ricordato di avere ricevuto una telefonata di Carenzio che gli disse che il leader Idv lo voleva salutare.

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