ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 4 ottobre 2013

Primus leprosus

Addio alla “corte del lebbrosi”, Francesco pronto a riformare la curia

Niente maquillage o aggiustamenti di facciata. La curia romana, governo della chiesa universale, cambierà in modo radicale. La rivoluzione chiesta a gran voce nel pre-Conclave sarà totale e andrà a toccare ogni ufficio, consiglio, piccolo organismo. La costituzione apostolica che ne regola il funzionamento, la “Pastor Bonus”, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1988, sarà archiviata e sostituita da un testo del tutto nuovo.
A dirlo è padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, al termine del terzo e ultimo giorno di riunioni del consiglio di otto cardinali nominati lo scorso aprile dal Papa: “L’orientamento non è verso un semplice aggiornamento della costituzione vigente con ritocchi o modifiche marginali, ma verso la stesura di una costituzione con novità assai consistenti. Insomma, una nuova costituzione”. Sulla tempistica, Lombardi invita alla pazienza, spiega che “si dovrà attendere un tempo adeguato”. D’altronde, lo stesso Francesco aveva parlato di almeno tre-quattro riunioni della consulta cardinalizia prima di adottare le scelte definitive. Ci vuole discernimento, niente fretta.
A cambiare sarà il rapporto tra Roma e gli episcopati nazionali, essendo “evidente l’intenzione di mettere in rilievo la natura di servizio della curia alla chiesa universale e alle chiese locali, in termini di sussidiarietà piuttosto che di esercizio di un potere centralistico”, ha aggiunto Lombardi. Si va verso la sinodalità, verso una dimensione orizzontale del governo della chiesa e non più verticale. Il “Papa della cattolicità” sempre più primus inter pares, vescovo tra i vescovi, insomma. A risentire di questa nuova impostazione saranno tutti gli uffici della burocrazia vaticana, per lo più ancora organizzati secondo la riforma voluta da Paolo VI e codificata nella costituzione apostolica “Regimini ecclesiae universae”. Come ha ricordato la scorsa settimana sull’Osservatore Romano Evelyne Maurice, docente di Teologia dogmatica alle Facultés Jésuites de Paris, la riforma fu attuata in modo progressivo e “il legame tra la curia e i vescovi diocesani risulta rafforzato. Si stabilisce una sorta di condivisione dei compiti, che rappresenta un grande cambiamento a cui l’organismo centrale che è la Santa Sede si deve abituare”. E’ su questa traccia che Francesco vuole avviare la sua riforma, perché ogni decisione – ha ribadito il direttore della Sala stampa, sarà presa dal Papa e da nessun altro. A mutare sarà anche il ruolo della segreteria di stato. Pietro Parolin (che si insedierà il 15 ottobre) guiderà una sorta di “segreteria del Papa”, un organismo “al servizio del Pontefice nel suo governo della chiesa universale”. Una deminutio nei compiti e nelle funzioni a vantaggio di una maggiore responsabilizzazione dei singoli dicasteri, che comunque saranno riorganizzati.
Allo studio anche la possibilità di introdurre la figura del moderator curiae, proposta a suo tempo dal cardinale Francesco Coccopalmerio, canonista e presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi: “Il tema è stato trattato ma non si è presa alcuna decisione. Di fatto, però, è una delle ipotesi proposte dal consiglio”, ha chiarito Lombardi. Si è discusso anche del laicato, tema al quale “sarà riservata maggiore attenzione” affinché “questa dimensione della realtà della chiesa sia sempre più adeguatamente ed efficacemente riconosciuta e seguita”. Il Pontificio consiglio per i Laici, ora guidato dal cardinale Rylko, sarà potenziato. A giorni, poi, sarà annunciato ufficialmente il tema del prossimo Sinodo dei vescovi: il Papa ha accennato a un “tema antropologico che tratti della persona umana e della famiglia alla luce del Vangelo”.
Oggi, intanto, Francesco sarà ad Assisi per il suo terzo viaggio pastorale in Italia da quando è Pontefice. Una giornata intensa (sono previsti cinque interventi del Papa oltre all’omelia) che sarà l’occasione per ribadire l’esortazione a riscoprire la misericordia e a farsi vicini agli ultimi. E’ lì, tra gli ammalati dell’Istituto Serafico e i poveri con cui pranzerà, che Francesco potrebbe delineare ancora con più forza e chiarezza i contorni di quella “chiesa povera per i poveri” che tanto vorrebbe. Una chiesa chiamata a spogliarsi delle sue ricchezze e a stare in mezzo agli ultimi. Non a caso, al nuovo elemosiniere, Konrad Krajewski, il Papa ha detto di non volerlo mai vedere dietro di sé durante le celebrazioni: “Tu devi stare sempre tra la gente, insieme ai bisognosi”, gli ha detto annunciandogli la nomina diventata poi effettiva lo scorso agosto.

1 commento:

  1. Per ora l'annunciata liquidazione non c'è stata

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-sorpresa-la-chiesa-non-e-in-liquidazione-7435.htm

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