“Per il generoso impegno nella promozione dei diritti della persona;
per la passione educativa nei confronti delle nuove generazioni,
speranza e garanzia di una società rispettosa dei principi democratici incardinati nella Costituzione della Repubblica Italiana;
per la coerente testimonianza di vita,
che invita gli studenti all’impegno quotidiano e alle competenze indispensabili per valorizzare, nel dialogo sincero,
le differenze di cultura, di nazionalità, di razza, di religione”.
per la passione educativa nei confronti delle nuove generazioni,
speranza e garanzia di una società rispettosa dei principi democratici incardinati nella Costituzione della Repubblica Italiana;
per la coerente testimonianza di vita,
che invita gli studenti all’impegno quotidiano e alle competenze indispensabili per valorizzare, nel dialogo sincero,
le differenze di cultura, di nazionalità, di razza, di religione”.
Il 21 novembre 2013, da oggi data storica, la Pontificia Università Lateranense ha conferito la medaglia d’onore al Dott. Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica italiana.
Come si legge nella motivazione pubblicata da Radio Vaticana e che abbiamo riportato in testa, è stata riconosciuta al premiato “la passione educativa nei confronti delle nuove generazioni”.
Nobile motivazione, ma del tutto infondata: Giorgio Napolitano non ha mai insegnato! Basta leggere, qua e là, la sua biografia: non c’è il minimo cenno alla sua “passione educativa”, neanche nella biografia ufficiale del Quirinale.
Dove abbia mai preso, la Lateranense, questa informazione, è cosa talmente misteriosa da apparire malamente inventata.
Nato nel 1925, Giorgio Napolitano fece parte del Gruppo Universitario Fascista (GUF), dove iniziò a svolgere, nel 1942, attività paracomunista: aderì al Partito Comunista Italiano nel 1945.
Da allora è stato un “uomo di partito”, e come tale l’unica attività educativa che ha svolto è stata quella di indottrinamento comunista.
Se questo merita una medaglia d’onore del Vaticano!?
Nella motivazione si legge anche che le “nuove generazioni” sarebbero: “speranza e garanzia di una società rispettosa dei principi democratici incardinati nella Costituzione della Repubblica Italiana”.
Cos’abbia a che vedere questo con la Lateranense, con la Chiesa cattolica e, soprattutto, con i valori cristiani, è una cosa che sapranno, forse, solo i vescovi e i cardinali che si sono inventati la motivazione e il conferimento della medaglia d’onore.
Da oggi, quindi, con quest’atto ufficiale, si dovrà ritenere che nelle Università cattoliche “pontificie” si insegna e si onora, non l’insegnamento di Cristo, non l’insegnamento degli Apostoli e dei Padri della Chiesa, non la dottrina della Chiesa, ma i sacrosanti principii della Rivoluzione Francese con i suoi corollarii della democrazia e dei diritti dell’uomo. I diritti di Dio e i corrispondenti doveri dell’uomo, non sarebbero più il centro motore dell’educazione cattolica.
A completamento della motivazione si legge: “per la coerente testimonianza di vita, che invita gli studenti all’impegno quotidiano e alle competenze indispensabili per valorizzare, nel dialogo sincero, le differenze di cultura, di nazionalità, di razza, di religione”.
Sinceramente, una battuta, un luogo comune, che svilisce la stessa pretesa accademica dei responsabili della Lateranense, e tuttavia un luogo comune fortemente incentrato sul “dialogo sincero” che dovrebbe “valorizzare” le “differenze di religione”.
Come dire che la Lateranense, l’Università del Papa, esiste per valorizzare le differenze di religioni e rilasciare onorificenze a chi questo persegue.
Non v’è dubbio che il comunista Napolitano abbia predicato in tanti anni una muova religione: quella della rivoluzione culturale comunista che ha sempre insegnato che la “religione è l’oppio dei popoli”; e allora, da oggi, si dovrà ritenere che, secondo i vescovi e i cardinali della Lateranense, la religione di Dio è a pari merito della religione dell’uomo propugnata al profeta Carlo Marx, magari in forza delle origini ebraiche di quest’ultimo.
A chi pensasse, oscurantisticamente, che questa della Lateranense sia stata una trovata infelice, ricordiamo che si è arrivati a tanto, non per caso, non per un malinteso senso della diplomazia, non per una distorta concezione del buon rapporto tra istituzioni diverse, ma per l’ormai radicato convincimento, ai livelli alti della gerarchia cattolica, che la Chiesa sarebbe stata voluta da Cristo per il benessere terreno degli uomini, che il Sacrificio di Cristo sarebbe stato offerto per la promozione umana, che duemila anni di storia della Chiesa e le migliaia di Martiri e di Santi, avrebbero ricercato e promosso una sempre maggiore dignità umana e una sempre più ampia collaborazione con tutte le false religioni del mondo.
Se fino ad oggi qualcuno avesse nutrito dubbii sul possibile approdo al quale avrebbe condotto il concilio Vaticano II, a partire da questo gesto illuminato del nuovo Vaticano di papa Bergoglio, sarà bene che si ravveda e apra gli occhi: le prossime onorificenze accademiche e mediatiche non è peregrino che vengano assegnate a uomini che hanno dedicato la propria vita alla demolizione della Chiesa di Cristo… col plauso e la maledizione del Principe di questo mondo: lucifero dei nuovi preti della nuova Chiesa.
Che Dio ci perdoni!
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