ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 17 novembre 2013

Da Norcia a Bose.


Confronto tra Barsotti e Bianchi... due cose molto diverse

Cristina Siccardi ha appena pubblicato un bellissimo libro in cui con coraggio esprime il proprio giudizio su Bianchi:Per quanto riguarda i monaci, la Siccardi contrappone la figura di don Divo Barsotti uno degli ultimi maestri di vita spirituale in Italia, a quella dello pseudo-religioso Enzo Bianchi, «ilNorberto Bobbio della cultura religiosa italiana» (p. 186).
La Comunità di Bose di Bianchi, dove trovano spazio in una connivenza senza precedenti realtà protestanti, ortodosse e di altre religioni, applica alla lettera il § 3 del decreto conciliare Unitatis redintegratio, in cui si teorizza il rispetto dialettico dell’errore. da messainlatino leggi tutto 



Da Norcia a Bose. Cioè da s. Benedetto ad Enzo Bianchi.

Questo è il titolo del capitolo 14 dell’ultimo libro di Cristina 
Siccardi: (L’inverno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. 
I mutamenti e le  cause; Sugarco edizioni). In questa opera più che 
di Bose si parla della mutazione della Chiesa negli ultimi 
cinquant’anni, mutazione  che , come l’autrice dimostra, 
l’ha fatta entrare in un lungo e freddo inverno. 
Non intendo esprimere giudizi sulle cause di questa buia stagione,
la quale tuttavia può essere negata solo da chi non vuole vedere. 
Si tratta solo di una cattiva interpretazione dell’Assise Ecumenica,
secondo la tesi di Benedetto XVI, che purtroppo non è più stata
presa in esame, oppure ci troviamo di fronte a testi non precisi,
non definiti e perciò ambigui? Ci sono numerose opere 
sull’argomento  ed il libro di cui stiamo parlando le cita e 
le riassume.

Per  inciso occorre però dire che di questo parlare dottrinalmente
poco chiaro, siamo vittime anche oggi. Se così non  fosse L’Osservatore Romano non avrebbe
pubblicato in data 21.10.2013 un articolo di rettifica e precisazione sulla Comunione ai divorziati 
né oggi, 16 .11. 2013 sarebbe stata tolta dal sito della Santa Sede la seconda intervista  del Papa 
a Scalfari con la motivazione che essa è imprecisa e non magisteriale.
A me interessa invece la miniera di notizie che vengono fornite sul monastero di Bose alle pagine
186 – 191 dell’opera citata.  Vi troviamo una differenza assoluta  dalla idea di monachesimo che
 aveva S.Benedetto.  Non si tratta solo di orari, abito organizzazione del monastero. 
Come sempre la ambiguità bosiana  salva buona parte della forma  esterna , mutandone 
radicalmente i contenuti.
Quella di Bose è una comunità senza precedenti nella storia della Chiesa, raccogliendo realtà
protestanti, ortodosse e di altre religioni. Il 17 novembre 1967 il vescovo di Biella mons. Carlo Rossi 
dispose l’interdetto per la presenza di  non cattolici nella comunità. Tale provvedimento fu poi 
rimosso per intervento del cardinale Pellegrino di Torino. (Grande progressista, un “profeta” 
veniva detto!  Peccato che di lui non ci sia più nemmeno il ricordo).La S. Messa viene celebrata 
dai soli cattolici 2 volte la settimana, compresa la domenica e questo la dice lunga sulla stima 
del sacrificio del Signore. I cattolici hanno ceduto a Lutero!
Al centro di questo stile di vita non c’è più la Verità ma la convivenza umana. 
E’ vero che il decreto sull’ ecumenismo del Vat. II al § 3 riconosce che anche i cristiani separati 
dalla Cattolica, hanno conservato  alcuni doni di Cristo che a Lui conducono ed appartengono 
a buon diritto all’unica Chiesa di Cristo, ma non vi è detto che i cristiani siano già uniti né che chi ha 
la pienezza della vita sacramentale, debba  rinunciarvi.
Dato che al centro non c’è più la Verità ma l’umanesimo, anche la vita interiore diventa una
esperienza umana. Dice infatti Bianchi in una sua conferenza dal titolo “quale spiritualità per l’uomo
contemporaneo” Torino 4 ott. 2010, che la vita interiore è una esperienza che appartiene ad ogni 
uomo e la si descrive come un opera che è frutto delle sue capacità psicologiche . 
( S.Paolo la chiamerebbe psichica in contrapposizione a pneumatica, cioè frutto della Spirito Santo). 
Se qualcuno pensa che esageri, legga per esteso la pagina 189 dell’opera  citata.
Insomma dal pensiero  di Bose si evince che sono le tue forze e capacità spirituali che  generano 
la vita interiore, la quale  non è monopolio dei credenti e deve produrre umanizzazione. 
Proprio da questo non essere monopolio dei credenti si deduce che essa  non sia  frutto della fede
teologale nella Trinità e della partecipazione alla Sua vita che si ha solo con il Battesimo. 
Siamo all’opposto di S. Benedetto e al ribaltamento del principio monastico dello svuotamento di Sé
per lasciare posto a Dio.   Facendo poi seguire la affermazione che la vita interiore  non  è 
contrapposta alla vita materiale ma che è vissuta nella storia, nel corpo senza evasioni o esenzioni,
si corre il forte rischio di esaltare i propri appetiti materiali e spirituali senza guida né legge: 
il contrario stesso di regola  e di ascesi, cioè di esercizio ed allenamento.
Quanto al rapporto con le religioni  non  cristiane, ci si appella al concetto
di “semina Verbi” di cui parla il decreto sulle missioni “ad Gentes al § 11. 
Si dimentica  però di dire che  con il termine “semi del Verbo”  i Padri della Chiesa 
indicavano quei semi di verità raggiungibili con la ragione umana e sommamente
presenti nella filosofia greca che della ragione umana è uno dei vertici. 
Non parlavano delle religioni non cristiane, ma della Ragione. 
Le religioni acattoliche corrompono il più delle volte questa capacità razionale, 
quindi allontanano dalle verità rivelata. Non sono strumenti di santificazione 
e primi passi verso la conquista di una verità concepita gradualmente e mai pienamente raggiunta.
( Da cui l’idea del cattolico in perenne ricerca). La Rivelazione divina è per i Padri, la Verità tutta intera.
A Bose coesistono dunque verità e menzogna, quella commistione che crea ambiguità.
E ‘ proprio  quest’ultima che noi rimproveriamo al priore e ai suoi seguaci. 
Una ambiguità che non si trova nella regola monastica di S. Benedetto.

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