ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 8 novembre 2013

Pensare? o Pregare!?

clip_image001[1]MAGISTERO GNOSTICO DELL’ORDINARIO ANTICRISTO: QU’EN PENSER?


La ragione dell’Enciclica Humani Generis di Pio XII “circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica” era d’impedire la futura scalata della «nuova teologia», matrice di una «nuova chiesa» di tendenza gnostica; quella che ora imperversa sempre più col «magistero» mediatico bergoglione. Essa dimostra la sua origine in «modo infallibile» svelando la sua tendenza gnostica-ecumenistica, opposta al Magistero dei Papi fino a Pio XII.

Un primo modo per verificarlo sta nel confrontala con quanto è in questa Enciclica papale del 1950 (risalti nostri).
“I dissensi e gli errori degli uomini in materia religiosa e morale, per tutti gli onesti, soprattutto dei sinceri e fedeli figli della Chiesa, sono sempre stati origine e causa di fortissimo dolore, ma specialmente oggi, quando vediamo come da ogni parte vengano offesi gli stessi principi della cultura cristiana… Alcuni, senza prudenza né discernimento, ammettono e fanno valere per origine di tutte le cose il sistema evoluzionistico, pur non essendo esso indiscutibilmente provato nel campo stesso delle scienze naturali, e con temerarietà sostengono l’ipotesi monistica e panteistica dell’universo soggetto a continua evoluzione… Le false affermazioni di siffatto evoluzionismo, per cui viene ripudiato quanto vi è di assoluto, fermo ed immutabile, hanno preparato la strada alle aberrazioni di una nuova filosofia che, facendo concorrenza all’idealismo, all’immanentismo e al pragmatismo, ha preso il nome di “esistenzialismo” perché, ripudiate le essenze immutabili delle cose, si preoccupa solo della “esistenza” dei singoli individui. Si aggiunge a ciò un falso “storicismo” che si attiene solo agli eventi della vita umana e rovina le fondamenta di qualsiasi verità e legge assoluta sia nel campo della filosofia, sia in quello dei dogmi cristiani… Ora queste tendenze, che più o meno deviano dalla retta strada, non possono essere ignorate o trascurate dai filosofi e dai teologi cattolici, che hanno il grave compito di difendere le verità divine ed umane e di farle penetrare nelle menti degli uomini… coloro che, amanti più del conveniente delle novità e timorosi di essere ritenuti ignoranti delle scoperte fatte dalla scienza in quest’epoca di progresso, cercano di sottrarsi alla direzione del sacro Magistero e perciò sono nel pericolo di allontanarsi insensibilmente dalle verità Rivelate e di trarre in errore anche gli altri.
“Si nota poi un altro pericolo, e tanto più grave, perché si copre maggiormente con l’apparenza della virtù. Molti, deplorando la discordia e la confusione che regna nelle menti umane, mossi da uno zelo imprudente e spinti da uno slancio e da un grande desiderio di rompere i confini con cui sono fra loro divisi i buoni e gli onesti; essi abbracciano perciò una specie di “irenismo” che, omesse le questioni che dividono gli uomini, non cerca solamente di ricacciare, con unità di forze, l’irrompente ateismo, ma anche di conciliare le opposte posizioni nel campo stesso dogmatico.
“E come un tempo vi furono coloro che si domandavano se l’apologetica tradizionale della Chiesa costituisse più un ostacolo che un aiuto per guadagnare le anime a Cristo, cosi oggi non mancano coloro che osano arrivare fino al punto di proporre seriamente la questione, se la teologia e il suo metodo, come sono in uso nelle scuole con l’approvazione dell’autorità ecclesiastica, non solo debbano essere perfezionate, ma anche completamente riformate, affinché si possa propagare con più efficacia il regno di Cristo in tutto il mondo, fra gli uomini di qualsiasi cultura o di qualsiasi opinione religiosa. Se essi non avessero altro intento che quello di rendere, con qualche innovazione, la scienza ecclesiastica e il suo metodo più adatti alle odierne condizioni e necessità, non ci sarebbe quasi motivo di temere; ma alcuni, infuocati da un imprudente “irenismo”, sembrano ritenere un ostacolo al ristabilimento dell’unità fraterna, quanto si fonda sulle leggi e sui principî stessi dati da Cristo e sulle istituzioni da Lui fondate, o quanto costituisce la difesa e il sostegno dell’integrità della fede, crollate le quali, tutto viene sì unificato, ma soltanto nella comune rovina.
È la deplorevole smania di novità oggi proposto audace e pubblicamente e senza limiti – per scandalo e inganno di molti – in nome dell’autorità ecclesiastica. E il «magistero» di Bergoglio è specialmente diretto alla più liberale istruzione della gioventù.
“Per quanto riguarda < ?_xml:namespace prefix = st1 ns = “urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags”
?>la Teologia, certuni intendono ridurre al massimo il significato dei dogmi; liberare lo stesso dogma dal modo di esprimersi, già da tempo usato nella Chiesa, e dai concetti filosofici in vigore presso i dottori cattolici, per ritornare nell’esporre la dottrina cattolica, alle espressioni usate dalla Sacra Scrittura e dai Santi Padri. Essi così sperano che il dogma, spogliato degli elementi estrinseci, come essi dicono, alla divina rivelazione, possa venire con frutto paragonato alle opinioni dogmatiche di coloro che sono separati dalla Chiesa e in questo modo si possa pian piano arrivare all’assimilazione del dogma con le opinioni dei dissidenti. Inoltre, ridotta in tali condizioni la dottrina cattolica, pensano di aprire cosi la via attraverso la quale arrivare, dando soddisfazione alle odierne necessità, a poter esprimere i dogmi con le categorie della filosofia odierna, sia dell’immanentismo, sia dell’idealismo, sia dell’esistenzialismo o di qualsiasi altro sistema… Da quanto abbiamo detto, è chiaro che queste tendenze non solo conducono al relativismo dogmatico, ma di fatto già lo contengono; questo relativismo è poi fin troppo favorito dal disprezzo verso la dottrina tradizionale e verso i termini con cui essa si esprime…
“Purtroppo questi amatori delle novità facilmente passano dal disprezzo della teologia scolastica allo spregio verso lo stesso Magistero della Chiesa che ha dato, con la sua autorità, una cosi notevole approvazione a quella teologia. Questo Magistero viene da costoro fatto apparire come un impedimento al progresso e un ostacolo per la scienza; da alcuni acattolici poi viene considerato come un freno, ormai ingiusto, con cui alcuni teologi più colti verrebbero trattenuti dal rinnovare la loro scienza. E benché questo sacro Magistero debba essere per qualsiasi teologo, in materia di fede e di costumi, la norma prossima e universale di verità (in quanto ad esso Cristo Signore ha affidato il deposito della fede – cioè la Sacra Scrittura e la Tradizione divina – per essere custodito, difeso ed interpretato, tuttavia viene alle volte ignorato, come se non esistesse, il dovere che hanno i fedeli di rifuggire pure da quegli errori che in maggiore o minore misura s’avvicinano all’eresia, e quindi “di osservare anche le costituzioni e i decreti. con cui queste false opinioni vengono dalla Santa Sede proscritte e proibite”(Corp. Jur. Can., can. 1324; Cfr. Conc. Vat. D. B. 1820, Cost. “De fide cath.”, cap. 4, De fide et ratione, post canones). Infatti questi insegnamenti sono del Magistero ordinario, di cui valgono poi le parole: “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc X,16); e per lo più, quanto viene proposto e inculcato nelle Encicliche, è già per altre ragioni patrimonio della dottrina cattolica. Se poi i Sommi Pontefici nei loro atti emanano di proposito una sentenza in materia finora controversa, è evidente per tutti che tale questione, secondo l’intenzione e la volontà degli stessi Pontefici, non può più costituire oggetto di libera discussione fra i teologi.
Le «false opinioni che minacciano la dottrina cattolica» furono sviluppate dalla cosiddetta “nuova teologia”, scuola di pensiero della “intellighenzia” modernista di Henri de Lubac, Yves Congar, Chenu, Hurs von Balthasar, che hanno fatto discepoli in tutto il mondo, in nome di un auto-proclamato ritorno alle “vere fonti” della fede, o il “ressourcement“, censurato dalla Enciclica di Papa Pio XII. Eppure, questi «nuovi teologi» furono chiamati da Giovanni 23 come consulenti del Vaticano 2º e prima o poi promossi cardinali, se non da Paulo 6º, da Giovanni Paolo 2º.
Il caso che riguarda il Brasile è quello del card. Paulo Evaristo Arns, come descritto in un articolo del noto studioso Dott. Arnaldo Xavier da Silveira («Cinque Cardinali e la “nouvelle théologie”, 11/10/2013» http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV653_Da-Silveira_Cinque_cardinali.html. Quest’autore ha fatto scuola col libro scritto nel 1969 a quattro mani col preclaro Vescovo de Campos, Mons. Antonio de Castro Mayer, in cui tratta della possibilità che un papa cada in eresia (La nouvelle messe de Paul VI: qu’en penser? Diffusion de la pensée française, Chiré-en-Montreuil, 1975).
Ora, l’A. nel corso degli ultimi suoi articoli ha esposto il carattere eretizzante del Vaticano 2º in rottura con la Tradizione, chiaramente ispirato alla “nouvelle théologie”, l’attuale corrente inequivocabilmente modernista condannata da Pio XII nella Humani Generis. L’Autore si basa, in parte, nell’articolo pubblicato il 12 aprile scorso sull’Osservatore Romano dal cardinale Walter Kasper:“Un concilio ancora in cammino”, in cui rimaneva dimostrata l’origine ieri e la continuità oggi della “nuova teologia”, che ha ordito e imposto l’eretizzante “spirito del Vaticano 2º”.
Si noti che Pio XII nel Discorso «Vous avez voulu» del 1955 torna ad accusare la contaminazione di: “tendenze gnostiche, falsamente spiritualistiche e puritane”. Sulle tendenze gnostiche tra i Gesuiti scrive P. Ennio Innocenti, «La Gnosi spuria», Città Ideale, Siena, 2013, vol. II, – Teologia e Gnosi – pp. 565 ss.
L’enciclica di Pio XII ha denunciato quello che era dietro un elaborato “ritorno alle origini”, ma indicando in termini chiari che il bersaglio dell’attacco era il Magistero della Chiesa stesso e la sua Teologia fondamentale, origine di ciò che è stato chiamato in tono spregiativo di eccesso di «manualistica»… fondata sulla base del «neotomismo leonino», perché illustrato e approvato sotto il pontificato di Leone XIII.
Ecco descritto quanto hanno fatto gli innovatori del Vaticano 2º, come confessato con zelo da Joseph Ratzinger: introdurre i «valori di 200 anni della rivoluzione illuminista» [e gnostica], ora da votare in un «referendum»!
Punti del «nuovo magistero mediatico» bergoglione
Il nostro erudito Autore fa ora l’elenco di 13 punti del «magistero ordinario» di Bergoglio nel suo nuovo articolo:«Grave lapso teológico do Pe. Federico Lombardi» (05.10.2013) riguardante le due interviste del suo «papa Francisco», la prima al Direttore diCiviltà Cattolica, e la seconda al fondatore del giornale La Repubblica, segue un nostro riassunto:
a. Insinua che la fede ammette incertezze…
b. Attenua la posizione della Chiesa riguardo a certi peccati: “questioni legate all’aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi”.
c. Squalifica “una pastorale missionaria ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza (quali?).
d. Afferma che a teologia sulla Donna (nella Chiesa) va rivista e approfondita.
e. Rifiuta le posizioni ultraconservative e di destra [rimane la sua …di sinistra]
f. Proclama “Dio è più grande del peccato”! insinuando che il peccato non è tanto grave se si crede in Dio e nella sua misericordia.
g. Assicura che “non c’è un Dio cattolico, c’è Dio”. Frase ambigua, poiché favorisce l’idea che tutte le religioni hanno il vero Dio.
h. Sostiene che “il proselitismo è una solenne sciocchezza”. In tal modo pare condannare ogni apostolato e sforzo per convertire alla Chiesa Cattolica.
i. Indica Henry de Lubac come uno dei suoi pensatori contemporanei preferiti. Si tratta del notorio paladino della nouvelle théologie.
j. Ritiene che ognuno “ha la sua visione del bene e anche del male” e aggiunge che si deve incitare ognuno a procedere secondo quel che pensa essere bene. Tesi modernista sulla nozione soggettiva di bene, sempre condannata dalla Chiesa.
k. Accusa la «corte» che è la Curia vaticano-centrica” come “lepra del Papato” e “i capi della Chiesa, spesso narcisisti, adulati e istigati dai cortigiani”; critica di sapore voltairiano sul lato umano del Papato a scapito dell’essenziale, ossia il carattere soprannaturale e sacro del Sommo Pontificato e della Curia Romana.
l. Attribuisce a molti dei difensori della teologia della liberazione un “alto concetto di umanità”, mentre essi sono per l’antropocentrismo anticristiano ispirato dal vecchio socialismo della sinistra cattolica.
m. Annuncia che la nostra specie finirà, ma non la luce di Dio, che allora riempirà tutte le anime e tutto sarà in tutti”. Sentenza in tono poetico e vago suggerendo l’idea modernista [e gnostica] della salvezza finale di tutti.
L’Autore non vuole, però, approfondire oltre tale «magistero», ma se la prende con Pe. Federico Lombardi, porta-voce vaticano, per cui tali interviste sono solo “una forma ‘colloquiale’ di comunicazione” del papa, non costituendo perciò documento del suo [anti]«magistero», che – infatti – può manifestarsi pure con atti, gesti e sberleffi…
Disprezzo per il Magistero e per la Legge della Chiesa
Non vi è dubbio che la perfezione del pensiero, teologico o filosofico non è di questo mondo. Ma la Chiesa guida al giusto e, quando richiesto, con un Magistero infallibile, privo di errori contro la Fede; è la protezione dello Spirito Santo, presente per salvare. La“nouvelle théologie”, però, scopre la propria “infallibilità” in uno scientismo che deve andare al di là di ciò che i Papi hanno insegnato fino a tempi recenti, dovrebbe fare un ‘by-pass’ della «manualistica» tradizionale e ripensare in contro senso modernistico tutto quello che i Papi fino a Pio XII hanno accusato.
Noi della «resilienza cattolica», non ci stanchiamo di ripetere il vero Magistero, proveniente dalle labbra stesse del Signore. Ma la maggioranza, di fronte a chi è in veste papale, non vuol capire che le idee oggi dominanti perché rivestite da “autorità conciliare”, da Giovanni 23 a Bergoglio, già furono descritte dai Papi cattolici come lupine per il gregge di Gesù Cristo; «In verità, in verità vi dico: chi non entra per la porta nell’ovile, ma s’arrampica da un’altra parte, è un ladro e un brigante». Solo chi entra per la porta della Parola di Cristo è il Pastore in cui riconoscere la Sua voce (v. Gv 10, 1-2). I chierici modernisti della nuova teologia furono già segnalati e condannati per quel che sono in atti magisteriali.
Insensato pensare che questi lupi, col loro falso magistero, vadano ritenuti pastori solo materiali perché mancano di fare il bene del gregge! In verità si svelano briganti, nonostante le apparenze, perché operano il male, assalendo il santo ovile con la propria dottrina estranea alla Chiesa di Dio. Applauditi e celebrati dal mondo, non vanno mai riconosciuti dai cattolici come Vicari di Cristo, ma come quei falsi cristi e falsi profeti indicati da Gesù perché, con idee aliene al Vangelo che salva, conculcano la fede a cui convertire tutti – a cominciare dagli ebrei. Basterebbe confrontare le interviste di Bergoglio coi discorsi di San Pietro (At 3, 12), o le lettere di San Paolo (Rm 9-10) per capire chi rappresenta costui. 
Che il Signore ci liberi dal magistero gnostico del presente anticristo che, nel suo travestimento, oppone al Verbo i propri sproloqui, festeggiati sempre più nelle profondità dell’inferno.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

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