ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 10 novembre 2013

Se ne stiano con lui..! se le tenga pure!

Figlie di un Dio minore

Helen Schüngel-Straumann: «Francesco apra all'altra metà del cielo»

Ha scritto al papa chiedendo più spazio per le donne nella Chiesa. Senza ricevere risposta. Ma la teologa Schüngel-Straumann continua la sua battaglia. Per riportare la questione femminile sul tavolo.

Il pontefice che parla con tutti a lei non ha ancora risposto. Sono già passati quasi due mesi da quando Helen Schüngel-Straumann, teologa svizzera, ha scritto a papa Francesco un appello affinché la Chiesa si apra alle donne. Ma il telefono per lei non ha squillato.
La petizione, pubblicata da un sito svizzero in inglese e tedesco (e che Lettera43.it ha tradotto in italiano per i lettori - leggi il pdf ) è stata firmata da 1.000 studiosi, ma per ora non sembra essere riuscita a fare breccia in Vaticano.
LE DONNE PIÙ SNOBBATE DEI GAY. Il 5 novembre la Santa Sede ha pubblicato una lista di 38 domande a cui tutti i fedeli possono rispondere in vista del prossimo sinodo dei vescovi sulla famiglia: si parla di matrimoni, di divorziati e anche di unioni civili e omosessuali. Ma nonostante i passi avanti, nell'agenda vaticana non c'è spazio per la questione femminile.
Eppure, spiega la studiosa della Bibbia e docente di Teologia biblica a Colonia e Kassel, in Germania, «il ruolo dell'altra metà del cielo dovrebbe essere più importante».
Anche perché da esso dipendono molti dei problemi che la Chiesa ha con la sessualità. «Se ci fossero donne sacerdote tutto cambierebbe», dice la professoressa sperando ancora di essere ascoltata da Francesco.
  • Helen Schüngel - Straumann, studiosa della Bibbia e docente di Teologia biblica a Colonia e Kassel.
Domanda. Insomma, il papa risponde a tutti tranne che a lei?
Risposta. L'indirizzo è giusto, la lettera deve essere arrivata. Ci rimarrei male se non lo facesse. E poi questo pontefice ha detto più volte che le donne devono avere più responsabilità.
D. La Chiesa sempra interessarsi di tutto tranne che al gentil sesso.
R. Sono davvero stupita. Per non dire choccata. Siamo la maggioranza del Pianeta e il nostro ruolo tra i cristiani dovrebbe essere prioritario. Invece hanno più attenzione questioni che riguardano minoranze.
D. Il suo appello, almeno, sta avendo successo?
R. La petizione è stata firmata da tanti teologi soprattutto in Austria, Germania e Svizzera, ma anche in Canada, Australia e negli Stati Uniti. Molti studiosi che leggono i testi originali dell'Antico testamento chiedono le stesse cose.
D. E il Vaticano invece resta indietro?
R. Sì. Ma non siamo ai tempi di Gesù. Non si può prendere la Bibbia in versione letterale come fanno loro.
D. Cosa intende?
R. Ci raccontano ancora che, siccome Cristo aveva scelto solo discepoli maschi, le donne non possono accedere al sacerdozio. Ma è una posizione ridicola, non ci sono parole per definirla.
D. Perché?
R.
 Perché è falsa. Nei Vangeli apocrifi si racconta di diverse apostole. Solo per citarne qualcuna: Maria Maddalena, Febe, Prisca.
D. Però si ricordano solo i 12 apostoli.
R. Quello che è sicuro è che i maschi erano 12 perché simboleggiavano le tribù di Israele. Ma l'idea che ci fossero solo loro è stata fissata nella seconda metà del primo millennio.
D. Di Maria Maddalena girano mille leggende: era una prostituta?
R. No, la prostituta appare nel Vangelo di Luca: una donna che arriva a piangere ai piedi di Gesù destando scandalo. Questa storia viene prima della vocazione di Maria Maddalena. Oggi ci sono 4-5 versioni di 400-500 pagine sulla sua figura.
D. Per Dan Brown era la donna di Gesù...
R.
 Tanta fantasia.
D. E allora chi era? 
R. Negli scritti dei quattro evangelisti ha un ruolo fondamentale. Dopo la morte di Cristo i discepoli scappano, le donne restano. E quando la domenica mattina vanno al sepolcro, gli uomini sono a tre giorni di viaggio lontani da Gerusalemme.
D. E quindi?
R. È Maria Maddalena che scopre che il messia è risorto. La persona che annuncia la Resurrezione è lei, una donna. Fino al 13esimo secolo la chiamavano apostola apostolorum:l'apostola degli apostoli.
D. E allora perché la sua figura è finita nell'oblio?
R.
 Per paura delle persecuzioni, i cristiani si adattarono alla cultura dominante romana, che era molto molto virile.
D. Tanto da cancellare le donne?
R. Ci sono dei testi romani citati dai padri della Chiesa in cui il cristianesimo viene ridicolizzato proprio perché Maria Maddalena era una donna: una «furia di donna» che ha visto la resurrezione, dicevano.
D. A questo punto Maddalena cambia anche per i cristiani?
R. Anche se nel Nuovo Testamento non c'è una parola negativa su di lei, la sua immagine venne modificata. E l'arte la dipinse con capelli lunghi e atteggiamento lascivo.
D. Le donne sono sempre sante o prostitute.
R. Sì, c'è questo trucco di metterle ogni volta in una posizione non paritaria rispetto agli uomini.
D. Secondo lei è un problema proprio del cristianesimo?
R. Nei testi ebraici originali non è così. Ad esempio, studiando la Genesi, ho scoperto che anche la figura di Eva è stata modificata nel tempo.
D. Non è stata lei a mordere la mela proibita per prima?
R. Nelle versioni occidentali della Bibbia è descritta come la donna che conduce Adamo a peccare. E invece nei testi orginali peccano insieme.
D. Più in generale, secondo lei il cattolicesimo ha più problemi col sesso dell'ebraismo?
R.
 Sì, e questo è un problema molto più importante di tutti quelli collaterali. La teologia lo ha reso un affare sporco, ma nel Vecchio testamento il senso del sesso era dare gioia agli essere umani.
D. Ma non sono i libri più conservatori del cristianesimo?
R. No, sono solo i più terreni, i più legati alla vita: se non lo si capisce, non si capisce niente.
D. La Chiesa dovrebbe riscoprire il sesso come piacere?
R. Bisognerebbe rifletterci in maniera molto più profonda. Perchè la sessualità ha un ruolo importante nella vita delle persone.
D. Invece si parla soprattutto degli scandali: pedofilia, 'lobby gay'...
R. È tutto legato: se le donne avessero più spazio e potere all'interno della Chiesa molti di questi aspetti cambierebbero.
D. Come giudica gli ultimi pontefici?
R. Giovanni XXIII aveva chiesto alla Chiesa di interpretare i 'segni dei tempi'. Ma da allora non è stato fatto nulla. E le donne sono ancora ai margini.
D. E Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?
R. Il primo era un maschilista convinto. E pure Ratzinger non aveva simpatia per i problemi femminili.
D. Francesco si è dimostrato più sensibile.
R. Chissà. Penso che la questione non sia tra le sue priorità. Non conosce bene l'emancipazione delle donne in Europa e in America. Penso che sia lontano dalla sua sensibilità. Per lui i problemi in cima all'agenda sono poveri e miseria.
D. Però, se si parla del divorzio, perché non parlare anche delle donne?
R. È per questo che ho deciso di lanciare il mio appello. La questione come al solito è quella delle donne sacerdote. Non chiedo che ci sia una donna cardinale, ma che ci sia una riflessione su come far entrare l'altra metà del cielo nella Chiesa.
D. Papa Francesco dovrebbe chiamarla?
R. Deve parlare con le donne, con delle teologhe. Gli uomini hanno già detto abbastanza in questi 2.000 anni.
http://www.lettera43.it/politica/helen-schngel-straumann-francesco-apra-all-altra-meta-del-cielo_43675112999.htm
La Svezia sta perdendo la sua identità
di Stefano Magni09-11-2013
Rivolta musulmana di Stoccolma
In Svezia, il 73% dei bambini è battezzato dalla Chiesa luterana, il 63% degli adulti si sposa in chiesa con rito religioso, il 90% dei funerali è religioso. Ma solo il 2% dei cittadini va regolarmente a messa, una delle percentuali più basse del mondo. È un problema, per la Chiesa luterana svedese.
Sarà forse per cognizione di questo problema che il nuovo arcivescovo è donna e progressista? O è proprio il progressismo la causa di tanta disaffezione alla Chiesa nazionale?
La prossima guida della Chiesa svedese si chiama Antje Jackelen, di origine tedesca. Il suo progressismo consiste nell’interpretare ogni insegnamento della Bibbia come una metafora. Niente è reale. Non esiste l’Inferno (quindi, probabilmente non esiste neppure il Paradiso), la Madonna non era vergine quando concepì Gesù. Ma una volta eliminata gran parte del Credo, del cristianesimo cosa resta? Almeno Dio esiste? In un’audizione pubblica, prima dell’elezione, posta di fronte alla domanda se Gesù o Maometto diano la più veritiera visione di Dio, Antje Jackelen non ha risposto. Sia lei che altri due candidati (su quattro in totale) hanno fornito spiegazioni evasive. Un cristiano, tuttavia, si distingue da un musulmano proprio perché non ritiene Gesù Cristo un “profeta”, ma il Figlio di Dio. Dunque, semmai, se proprio avessero voluto rintuzzare la domanda, i candidati avrebbero dovuto rispondere che “visione veritiera di Dio” è un’espressione alquanto riduttiva, se riferita a Gesù… che è Dio. Al contrario, invece, la Jackelen ritiene che non si possa «… ridurre l’intera teologia a un “sì” o a un “no”, specialmente quando si confrontano religioni molto diverse l’una dall’altra. Si violerebbe un grande disegno fatto di sapere ed esperienza».
Ecco il punto: il cristianesimo e l’islam pari sono. Nessuno dei due ha la verità in tasca. Antje Jackelen, che da giugno sarà arcivescovo della Svezia, potrebbe benissimo essere una imam (se la lasciassero fare) o, perché no, anche una filosofa atea. D’altronde, lei stessa è stata ordinata sacerdote nel 1980 da Lars Carlzon, che allora era a capo dell’Associazione dell’Amicizia fra la Svezia e la DDR, cioè il regime comunista della Germania Est, che imponeva l’ateismo di Stato e i cristiani li perseguitava.
Tanto è tutto sullo stesso piano. Sembrerebbe quasi del tutto realizzato il sogno pacifista di John Lennon, “Imagine”: «Immagina non esista Paradiso/ È facile se provi/ Nessun Inferno sotto noi/ Sopra solo cielo/ Immagina che tutta la gente/ Viva solo per l’oggi/ Immagina non ci siano nazioni/ Non è difficile da fare/ Niente per cui uccidere e morire/ E nessuna religione/ Immagina tutta la gente/ Che vive in pace». Un vescovo che non crede all’Inferno c’è già. Tutta la gente, in Svezia, vive realmente “solo per l’oggi”: il welfare state sistema ogni cosa, a suon di tasse ovviamente. Lo Stato provvede ad ogni necessità, dalla culla alla tomba, paga la casa, assicura il lavoro, aiuta le famiglie e i single, ti aiuta a morire se non hai il coraggio di farlo da solo. “Immagina non ci siano nazioni” è un obiettivo di là da venire, ma la Svezia ci sta provando più delle altre. L’ultimo provvedimento in materia di immigrazione è la concessione automatica di asilo politico a chiunque fugga dalla Siria. Jihadisti o cristiani che siano, avranno il diritto di fermarsi in Svezia in pianta stabile. Al “nessuna religione” ci stiamo arrivando, considerando il 2% degli svedesi che vanno regolarmente a messa. E un futuro arcivescovo che ritiene tutti i culti sullo stesso piano (o meglio, ritiene che sia troppo “riduttivo” metterli a confronto) può sicuramente dare una mano a realizzare anche questa parte del sogno di Lennon.
Il problema, per gli svedesi, è che loro possono sognare quel che vogliono, ma prima o poi la realtà si vendica. La crescente minoranza musulmana (un terzo della popolazione urbana di città come Malmoe) crede fermamente che ci siano un Inferno e un Paradiso. E non si può affatto dire che non vi sia più “niente per cui uccidere o morire”. Perché una parte fondamentalista di questa minoranza, crede che per non andare all’Inferno e meritarsi il Paradiso si debba obbedire a istruzioni divine che contemplano anche la violenza contro gli infedeli svedesi. Le periferie di Stoccolma sono bruciate nel fuoco della ribellione islamica dell’estate 2013. Che la violenza fosse religiosa lo confermavano gli stessi rivoltosi, che urlavano “Allah Akhbar” (Dio è grande) e bruciavano una chiesa a Storholmsjö, Karlskrona.
L’estate scorsa, proprio dopo la rivolta islamica di Stoccolma, in seguito a una presunta (ma non ancora provata) aggressione contro una donna musulmana velata, in un parcheggio di un sobborgo di Stoccolma, un editoriale del quotidiano Aftonbladet ha lanciato una campagna di solidarietà al velo islamico. Innumerevoli donne svedesi si sono fotografate con lo hijab, postandosi su Facebook, Twitter e Instagram. Fra loro anche l’attivista Gudrun Schyman, leader di Iniziativa Femminista: anche le femministe ritengono giusto il velo, simbolo di oppressione della donna per eccellenza. Dall’altra parte, però, i musulmani fondamentalisti di Svezia non ritengono che la donna debba essere lasciata libera di vestirsi come crede. Dove possono (come a Malmoe) chiedono spiagge separate per donne e uomini, per evitare “promiscuità”. E la violenza dei maschi musulmani contro donne “infedeli” è frequentissima. La Svezia con un tasso di stupri di 53,2 ogni 100.000 abitanti è diventato il secondo Paese con la più alta frequenza di violenza sessuale in tutto il mondo, seconda solo al Sud Africa. La maggioranza degli aggressori (c'è chi parla di oltre il 77% anche se la stima è ufficiosa) è straniera e musulmana. Immagina un mondo senza più la Svezia...

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