Ancora sui Francescani dell’Immacolata. Quando la calunnia gratuita corre in rete: il caso Scozzaro
E’ ormai ben noto il terremoto che da pochi mesi ha scombussolato la florida realtà dei Francescani dell’Immacolata, con un commissariamento tutt’altro che limpido e giustificabile e un azzeramento dei “vertici fondatori” che puzza di tradimento (qui il dossier completo degli articoli http://www.riscossacristiana.it/il-caso-dei-francescani-dellimmacolata-elenco-degli-articoli-fin-qui-pubblicati-ordine-decrescente/). In un periodo in cui frequentemente anche in politica, soprattutto sul versante destrorso, si sente parlare di “falchi” e “colombe”, vorrei brevemente riflettere su una vicenda che vede protagonista un personaggio che dire singolare è quanto meno riduttivo.
Mi riferisco alle infamanti esternazioni di un certo Giambattista Scozzaro o meglio, come vuole Lui ancora essere chiamato, “Padre Giulio Maria Scozzaro”, di cui già si è accennato in vari articoli (si veda anche http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/i-francescani-dellimmacolata-e-la-disinfomazione-sul-web/).
E’ opportuno infatti affrontare il contenuto di queste affermazioni per evidenziarne la gravità e per dare voce anche a chi voce non ne ha più: il fondatore padre Stefano Maria Manelli, silenziato ed esiliato, che a differenza dei suoi persecutori sta espiando, forse anche per loro, nella preghiera e nel silenzio la violenza e la calunniosità di dichiarazioni che tutto hanno fuorché la minima parvenza di fondatezza, né tantomeno di carità cristiana, rispetto e riconoscenza.
Ma pare a me che qualche riga sia opportuna anche perché Scozzaro ha, a quanto dice sul suo sito, una “parrocchia virtuale” di alcune migliaia di persone a cui ha propinato, come verità incontestabili, tutto il fango riversato nel suo articolo riguardante i Francescani dell’Immacolata e il suo fondatore. L’articolo in questione è stato pubblicato su vari blog (tra i vari allego questo indirizzo http://cosimino.myblog.it/archive/2013/07/31/tutta-la-verita-sui-frati-francescani-dell-immacolata-di-pad.html) e naturalmente ha fatto i suoi bei danni: ecco quindi che i seguenti spunti, se mai gli ammiratori dello Scozzaro passassero per questo sito, potrebbero forse avere una minima utilità.
Veniamo al dunque.
Lo Scozzaro, quasi fosse la Quarantia criminale di veneziana memoria, pronuncia le sue sentenze già certo di avere la verità in pugno, di averla accertata e di poter quindi condannare chi probabilmente gli dà più fastidio, preannunciando, ab origine, dello scritto si assume “ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile”.
Parte subito a spron battuto dicendo che certamente ci saranno “motivi gravissimi” se tutto il Consiglio generale dei FI è stato rimosso, “prove schiaccianti”, “lunghissima indagine”: basta usare qualche superlativo per attirare l’attenzione, questo me lo diceva anche la maestra alle elementari, che i superlativi assoluti fanno sempre bella figura nei temi! Poco dopo però pare a me ci sia una leggera contraddizione perché se lo Scozzaro è sicuro di tutto ciò, o ha partecipato all’indagine ecclesiastica oppure mi pare quanto meno cozzare contro le suddette affermazioni dire che “Nel frattempo dobbiamo verificare se il Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli è fondato, veritiero, convincente, oppure c’è qualcos’altro come per esempio la Messa in latino.”
Dobbiamo chi? Forse che il nostro Inquisitore ha istituito una commissione d’indagine parallela a quella del Vaticano? E poi che uno dei problemi potesse essere la Messa in Latino l’avevo letto anch’io, anche perché uno dei primi provvedimenti del Commissario è stato sospendere la Messa in latino salvo esplicita richiesta di autorizzazione: nihil novum quindi.
Il nostro detective subito si lancia contro i difensori del Francescani dell’Immacolata: “Questi autori degli articoli fiammeggianti di collera sono in buonafede, essi scrivono per amore della dottrina tradizionale e di questo mi compiaccio assai, ma non conoscono cosa è avvenuto di gravissimo e di penalmente rilevante nelle comunità guidate da Padre Stefano Manelli. Come altre persone non conoscono cosa avviene nelle case di questi autori, ma sicuramente vi si conduce una vita integerrima e improntata sul Vangelo. Ne sono certo avendo letto qualche loro articolo. Qui non ho nulla da condannare a questi autori cattolici, se non richiamare la prudenza e l’accortezza prima di lanciarsi in difese assolutamente fuori luogo. Devono anzi ringraziare la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata se non ha inserito (stranamente!) nel Decreto di rimozione di Padre Stefano Manelli le gravi motivazioni di un provvedimento così radicale. Anche se così non è stato fatto un servizio alla verità e alla giustizia.”
Forse che lo Scozzaro abbia creato un pool con Di Pietro e la Bocassini e abbia già concluso le indagini? E la prudenza e accortezza di chi dovrebbe essere: di chi cerca di difendere o di chi accusa senza colpo ferire e soprattutto ritiene di poter condannare a priori? Con il continuo abuso di aggettivi altisonanti e superlativi (fiammeggianti di collera, gravissimo, integerrima, assolutamente fuori luogo, gravi motivazioni, provvedimento radicale) il nostro detective certo sembra avere facile gioco nei confronti di una platea di ammiratori virtuali o reali che ignari, bontà loro, di conoscere realmente i Francescani dell’Immacolata, abboccano a calunnie infondate e pretestuose.
E ancora dice: “Si parla di deriva morale quando si discute dei comportamenti condannati dalla Congregazione a Padre Manelli, mi è stato rivelato da una fonte sicura che esistono centinaia di testimoni e prove documentate, infatti la condanna impartita riguarda sia Padre Stefano Manelli sia quanti lo hanno protetto in questi anni, insabbiando scandali ed eccessi pienamente opposti al Vangelo predicato da Gesù, ossia tutto il Consiglio Generale dei Francescani dell’Immacolata. Se qualcuno si fosse dissociato dai comportamenti dittatoriali e crudeli di Padre Manelli, la Congregazione lo avrebbe sicuramente incaricato a guidare e riportare l’Istituto all’originario carisma, eliminando le vessazioni, i ricatti, le oppressioni, il fanatismo e l’adorazione di Padre Manelli, una degenerata vita religiosa simile ad un lager. È una esaltazione che la Chiesa condanna perché è una anomalia, una vessazione che causa alterazioni mentali e cardiache non cristiane e non rispecchia assolutamente la vita religiosa come viene insegnata dalla stessa Chiesa. È opposta allo spirito del Vangelo. Come vedete il motivo della rimozione di Padre Stefano Manelli non è la Messa in latino o un attacco alla sana Tradizione della Chiesa, qui ci sono aspetti di intensa gravità, le accuse a Padre Manelli comprendono una documentazione ampia di fatti gravissimi. È allora opportuno fare alcune precisazioni dopo avere letto che circolano articoli contro il Papa e la Chiesa diffusi dai sostenitori di Padre Stefano Manelli e dei Francescani dell’Immacolata. Nessuno accusi la Chiesa per avere preso provvedimenti improrogabili, per motivi oggettivamente gravissimi, lo dicono anche un buon numero di Frati e Sacerdoti che vivono nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolati. Affermano che finalmente le amicizie che insabbiavano le accuse a Padre Manelli sono state abbattute. Sono stati usati due pesi e due misure con due fondatori spietati: per Padre Maciel Degollato dei Legionari di Cristo dopo diversi decenni di protezione da parte di alcuni Prelati, hanno scritto nel Decreto diverse motivazioni gravissime, mentre per Padre Stefano Manelli non è stato scritto nulla, lasciando nelle persone a lui vicine una sorpresa notevole e per questo hanno reagito con rabbia. È comprensibile la reazione di quanti non conoscono i fatti gravissimi ed immaginano tale provvedimento riferito alla Messa in latino. Non è così. Sicuramente la Messa in latino è stata abrogata per l’abuso, per una concezione falsa creata da Padre Manelli come ha fatto per tutto il resto. […] Se questi cattolici che scrivono a difesa di Padre Manelli andassero alla suddetta Congregazione a chiedere informazioni (quanto è possibile sapere), resterebbero scioccati, perché sotto un abito elegante indossato da un riccone e del valore di miliardi di euro, può nascondersi un uomo crudele. Se qualcuno degli autori volesse telefonarmi per sapere qualcosa delle vere e provate ingiustizie e corruzioni testimoniate da centinaia di persone, soprattutto di quelle coinvolte in situazioni strane, non reagirebbero più con disgusto al corretto provvedimento della Chiesa. Moltissimi Frati e Suore per i comportamenti dittatoriali e vessatori di Padre Stefano Manelli hanno subito esaurimenti nervosi e ricoveri negli ospedali, centinaia di Frati sono fuggiti dall’Istituto per passare in altri Ordini, nelle diocesi o restare in famiglia, altri hanno patito vendette abominevoli perché veniva messo in discussione il suo comportamento tirannico. Molti ex Religiosi dopo essere fuggiti dagli Istituti di Padre Stefano Manelli hanno avuto una violenta repulsione per il sacro e non vanno più a Messa, non pregano più e si sono schierati contro la Chiesa. Come si spiega questo comportamento? Sono passati da un eccesso ad un altro, tutti loro sono state vittime di maltrattamenti morali e di un plagio schiacciante, arrivando a odiare la Chiesa perché non è intervenuta per fermare Manelli. Bisogna documentarsi prima di prendere le difese. Non basta vedere l’abito esteriore che vale miliardi di euro (la fedeltà al Magistero) se poi chi si maschera sotto questa fedeltà commette incalcolabili scandali, ingiustizie e degenerazioni. Ci saranno conseguenze importanti perché ci sono ammanchi di molti soldi, i Frati raccontano di cinque Religiosi morti a causa di malattie non chiare, di situazioni sconcertanti che effettivamente possono disorientare quanti conoscevano una realtà dall’aspetto puro e molto spirituale. Per questa ragione nella lettera del nuovo Commissario che ha preso il posto di Padre Stefano Manelli, inviata il 27 luglio 2013 alle comunità dei Francescani dell’Immacolata, è scritto che bisogna sentire con la Chiesa, cioè, devono ritornare ad una vita religiosa regolare, come voleva San Francesco e non come l’ha travisata l’ex Generale per ricevere una venerazione spropositata e che si offre evidentemente alla Madonna! Il Commissario è lì per aiutare i Francescani dell’Immacolata a riscoprire la vita religiosa insegnata dalla Chiesa, continuando a pregare con intensità e a fare le penitenze che si desiderano. Ma senza fanatismo né una esaltazione di sé fuorviante che deformano ogni buon proposito e da virtuoso lo trasformano in estremismo e idolatria. I Frati seguano la corretta vita religiosa e preghino per poter celebrare presto anche la Messa in latino come l’intende Dio e non la vanagloria di qualcuno. Sono a conoscenza che fin dal 1998 (15 anni fa) Frati e Suore si erano rivolti alla Congregazione denunciando scandali e la vita spirituale opprimente ed opposta alle indicazioni della Chiesa, in quanto Padre Stefano Manelli ignorando le indicazioni della Chiesa aveva creato una nuova religiosità settaria improntata sulle minacce e prepotenze morali, sui ricatti di finire all’inferno, sull’emarginazione e dalla paura che incuteva di spedire come un pacco postale nelle Nazioni lontane e povere, chi non si sottometteva a qualsiasi sua imposizione. E continuava a disprezzare il Vangelo, il Codice di Diritto Canonico, la carità, l’amore, quindi il buon senso…
Scandali, eccessi, centinaia di prove, comportamenti dittatoriali e crudeli, vessazioni, oppressioni, fanatismo, adorazione di padre Manelli, vita da lager, alterazioni mentali e cardiache, ingiustizie e corruzioni, comportamenti dittatoriali, vendette abominevoli, comportamento tirannico, maltrattamenti morali, plagio schiacciante, ricatti di finire all’inferno, emarginazione e paura, disprezzo del Vangelo, del diritto canonico, di fedeltà e amore, del buon senso e naturalmente un uso più che abbondante di superlativi assoluti (almeno quattro volte l’aggettivo gravissimi): in confronto i lager nazisti o i gulag comunisti erano soggiorni ai Caraibi, pare di capire. Per il “boia” padre Manelli si potrebbe quasi quasi proporre l’ergastolo (che in un certo senso sta già scontando) o addirittura la pena di morte (peccato, in Italia è stata abolita), o perché no, negargli il funerale cattolico. E poi mi chiedo, chissà quanti sarebbero ora i frati e le suore dell’Immacolata se tutte le centinaia di postulanti e novizi che sono usciti avessero preso i voti perpetui, giacché mi risulta che sia uno delle poche realtà che possa contar frutti vocazionali innumerevoli. Ma adesso che è stato fatto fuori padre Manelli con i suoi complici la verità e il buon senso trionfano, dice Scozzaro.
Proporrò una petizione affinché il Commissario padre Volpi acquisisca anche questa testimonianza di Scozzaro perché è una fucina di rivelazioni inedite, ma si potrebbe anche presentarla alle autorità giudiziarie perché questa sembra essere niente meno che una diffamazione. Risparmio il resto dell’articolo che continua con accuse pesantissime, segnalo, per chi gradisse, che Scozzaro è disponibile ad essere contattato dai difensori di padre Manelli che volessero conoscere le prove e le testimonianze che a suo dire sono centinaia di migliaia: beh le presenti alla Magistratura se ne ha il coraggio, i sostenitori di padre Manelli credo non abbiano tempo da perdere con queste farneticanti quisquilie. Ma se volessero, si cerchino il numero sul sito della parrocchia virtuale dello Scozzaro (www.gesuemaria.it), perché potrebbero avere rivelazioni e documentazione scottante, incartamenti e faldoni inediti da consegnare a chi di dovere.
In conclusione, dice Scozzaro, sempre nel suo articolo, che “Il male minore è fare conoscere la verità anche se dolorosa per orientare i credenti e dare le corrette indicazioni spirituali! Lasciare agire ancora chi distrugge la vita spirituale e la psiche di molti Religiosi non è onesto! […] L’onestà intellettuale deve essere sempre presente nei cristiani, purtroppo si incontra di tutto. Non si deve pretendere di avere capito tutto quando invece non si conosce nulla dell’ampia documentazione. Quindi, per definire questo mio scritto rivelato apertamente e senza paure di confronti e chiarimenti, chi volesse manipolare, travisare o dileggiare questo scritto ne risponderà nelle sedi competenti. […] Per il mio sconfinato amore alla Chiesa non ho voluto qui fare conoscere fatti gravissimi e documentati. Non parliamo di aria fritta o di supposizioni, perché moltissimi testimoni, prove e documentazioni attestano indubitabilmente, senza alcun dubbio, in modo incontrovertibile, comportamenti vessatori, ricattatori e opposti al Vangelo di Gesù Cristo. Durati per oltre venti anni! Ma all’esterno appariva un’altra verità! […]”.
I lettori si chiederanno perché non ho chiamato l’autore come lui vuole farsi chiamare, ovverosia padre Giulio Maria Scozzaro: visto che parla di verità e che a me pare di notare un po’ di rancore nelle parole del suddetto, rendiamo edotti i lettori che lo Scozzaro è un ex religioso dei Francescani dell’Immacolata e che gli stessi Francescani dell’Immacolata in una nota pubblicata sul loro sito ufficiale (http://www.immacolata.com/index.php/en/articoli-in-evidenza/35-apostolato/fi-news/229-nota-sul-caso-di-p-giulio-scozzaro), in risposta all’articolo dello Scozzaro hanno rinviato al comunicato dei Vescovi siciliani pubblicato nel dicembre 2011 sul sito web dell’Arcidiocesi di Palermo ove è scritto che «I Vescovi siciliani sul caso Scozzaro. In queste ultime settimane è stata recapitata presso Parrocchie, Istituti religiosi e altre istituzioni ecclesiali delle Diocesi siciliane, nonché a responsabili di Aggregazioni ecclesiali e fedeli laici, la pubblicazione dal titolo “La corruzione nella Chiesa” di Padre Giulio Maria Scozzaro.
Numerose persone scandalizzate dalle affermazioni contenute nella pubblicazione si sono interrogate, meravigliandosi che un sacerdote possa muovere generalizzate accuse su persone e istituzioni religiose, offrendole all’opinione pubblica piuttosto che segnalarle ai Tribunali Ecclesiastici, organi competenti a stabilire la verità dei fatti, e hanno richiesto ai Vescovi notizie circa l’identità dell’autore.
Ci premuriamo pertanto comunicare quanto segue:
P. Giulio Maria Scozzaro, già professo perpetuo dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, con decreto del Superiore Generale del 4 ottobre 2007, è stato dimesso dal suo Istituto religioso per motivo “di disobbedienza ostinata alle legittime disposizioni dei superiori in materia grave”. Il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica con rescritto dell’8 aprile 2008 ha confermato il decreto di dimissione e con decreto del 21 luglio 2008, ha respinto il ricorso presentato dallo stesso Scozzaro.
Pertanto, la posizione canonica dello Scozzaro è quella definita dal Codice di Diritto Canonico: con la legittima dimissione di un religioso, cessano i voti e gli obblighi derivanti dalla professione. Se il religioso è chierico, come nel caso dello Scozzaro, non può esercitare gli ordini sacri fino a quando non avrà trovato un vescovo benevolo, il quale, dopo un conveniente periodo di prova nella Diocesi, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli ordini sacri (cfr. can. 701).
Allo stato attuale lo Scozzaro non è stato accolto né incardinato in nessuna Diocesi, e per conseguenza non può esercitare gli ordini sacri, poiché non è consentito che vi possano essere chierici “vaganti o acefali”, privi cioè di incardinazione. Tra l’altro egli non può più utilizzare il nome da religioso “Giulio Maria” ma quello anagrafico che è “Giambattista”, ne vestire con l’abito da francescano. Si precisa inoltre che la cosiddetta “Associazione Cattolica Gesù e Maria” fondata dallo Scozzaro non ha mai ricevuto alcuna approvazione dalla competente Autorità ecclesiastica» (dal sito delle Chiese di Sicilia).
Al lettore ogni valutazione personale, non mi pare il caso di usare superlativi assoluti o aggettivi denigratori: la pronuncia della Chiesa, a cui Scozzaro dice di portare tanto amore, è chiara.
Si può infine riportare il commento rilasciato sul blog “cattolici romani” (http://www.cattoliciromani.com/8-principale/37802-francescani-dell-immacolata/page16)
da padre Giovanni Maria Severini, francescano dell’Immacolata che in risposta all’articolo in questione scrive “Conosco padre Giulio da quando era novizio dei frati Francescani dell’Immacolata. Sono addolorato di quanto abbia scritto sul conto del nostro Istituto e di padre Stefano Maria Manelli. Vorrei rispondere a padre Giulio ricordando quanto padre Stefano abbia fatto per lui, trattandolo come figlio, come lo abbia fatto studiare, e divenire sacerdote.
Purtroppo i fuoriusciti devono trovare sempre un appiglio a quanto fatto. Io propongo di recitare una decina di rosario per padre Giulio affinché si ravveda e, se volete, potete contattarmi affinché vi spieghi quanto abbia fatto padre Giulio nella vita religiosa e sacerdotale molto travagliata; padre Giulio aveva una visione catastrofica e pessimista della vita cristiana: tutto era peccato e dannazione; diverse persone parlando con lui non riuscivano a scorgere un Dio di misericordia e di bontà; una volta, quando padre Giulio era nel convento di Civitella Benazzone (PG), per caso telefonai a quella comunità, rispose la segreteria telefonica con un suo messaggio molto tenebroso, che invitava alla conversione, alla preghiera…; per carità, cosa buona, ma assurdo inserire in una segreteria telefonica un discorso del genere, con voce, ripeto cavernosa e da film horror. Caro padre Giulio ci vuole umiltà; tutti siamo peccatori e pieni di difetti, ma quello che hai detto della comunità dei Francescani dell’Immacolata è falso e assurdo; forse ti vuoi vendicare non so di che cosa, ma ti è mal riuscito. La linea dei Francescani dell’Immacolata è quella, come ha già detto padre Stefano, se ben lo sai, di obbedire in tutto al Papa. Quindi l’atteggiamento di padre Stefano e di tutto l’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata è quello di obbedire al Papa. Capito padre Giulio!! Ogni cosa dirai in più non avrà più la mia risposta, perché non voglio più perdere del tempo con cose assurde. Ti consiglio solo di fare silenzio sull’argomento e pregare per tutta la Chiesa.
Comunque sia, padre Giulio fu espulso dalla Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata, e lo stesso padre fece ricorso alla Congregazione dei Religiosi contro padre Stefano; la Congregazione respinse il ricorso di padre Giulio e diede ragione a padre Stefano; non solo, la Conferenza Episcopale Siciliana aveva interdetto padre Giulio dalle funzioni sacerdotali e ora non so in quali condizioni canoniche si ritrovi il detto sacerdote; per questo, come prima detto, preghiamo una decina di santo Rosario per la conversione di padre Giulio. Se volete contattarmi posso riferirvi ancora di più nei dettagli. Ave Maria. Ho scritto questo per amore alla verità, perché poi, quando è troppo è troppo.”
Ecco, grazie padre Severini, adesso il quadro è completo e mi è possibile tirare qualche conclusione:
- Quello dello Scozzaro di accusare senza denunciare alle competenti autorità ecclesiastiche è un vizietto frequente;
- Da padre Manelli potrebbe ancora imparare l’obbedienza, il silenzio e la preghiera;
- Gli propongo di meditare alcuni passaggi della riflessione del Santo Padre Francesco riportate ai religiosi novizi e seminaristi lo scorso 6 luglio “Tante volte ho trovato comunità, seminaristi, religiosi, o comunità diocesane dove le giaculatorie più comuni sono le chiacchiere! E’ terribile! Si “spellano” uno con l’altro… E questo è il nostro mondo clericale, religioso… Scusatemi, ma è comune: gelosie, invidie, parlare male dell’altro. Non solo parlare male dei superiori, questo è un classico! Ma io voglio dirvi che questo è tanto comune, tanto comune. Anche io sono caduto in questo. Tante volte l’ho fatto, tante volte! E mi vergogno! Mi vergogno di questo! Non sta bene farlo: andare a fare chiacchiere. “Hai sentito… Hai sentito… “. Ma è un inferno quella comunità! Questo non fa bene. E perciò è importante la relazione di amicizia e di fraternità. Gli amici sono pochi. La Bibbia dice questo: gli amici, uno, due… Ma la fraternità, fra tutti. Se io ho qualcosa con una sorella o con un fratello, lo dico in faccia, o lo dico a quello o a quella che può aiutare, ma non lo dico agli altri per “sporcarlo”. E le chiacchiere, è terribile! Dietro le chiacchiere, sotto le chiacchiere ci sono le invidie, le gelosie, le ambizioni. Pensate a questo. Una volta ho sentito di una persona che, dopo gli esercizi spirituali – una persona consacrata, una suora… Questo è buono! Questa suora aveva promesso al Signore di non parlare mai male di un’altra. Questa è una bella, una bella strada alla santità! Non parlare male di altri. “Ma, padre, ci sono problemi…”: dillo al superiore, dillo alla superiora, dillo al vescovo, che può rimediare. Non dirlo a quello che non può aiutare. Questo è importante: fraternità! Ma dimmi, tu parlerai male della tua mamma, del tuo papà, dei tuoi fratelli? Mai. E perché lo fai nella vita consacrata, nel seminario, nella vita presbiterale? Soltanto questo: pensate, pensate… Fraternità! Questo amore fraterno.”
- E nella riflessione dello scorso 18 maggio
“Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani! La chiacchiera è proprio spellarsi eh? Farsi male l’uno l’altro. Come se volesse diminuire l’altro,no? Invece di crescere io, faccio che l’altro sia più basso e mi sento grande. Quello non va! Sembra bello chiacchierare… Non so perché, ma sembra bello. Come le caramelle di miele, no? Tu ne prendi una – Ah, che bello! -e poi un’altra, un’altra, un’altra e alla fine ti viene il mal di pancia. E perché? La chiacchiera è cosi: è dolce all’inizio e poi ti rovina, ti rovina l’anima! Le chiacchiere sono distruttive nella Chiesa, sono distruttive… E’ un po’ lo spirito di Caino: ammazzare il fratello, con la lingua; ammazzare il fratello!”.
“Facciamo la disinformazione: dire soltanto la metà che ci conviene e non l’altra metà; l’altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. Alcuni sorridono… ma è vero quello o no? Hai visto che cosa? E passa. Secondo è la diffamazione: quando una persona davvero ha un difetto, ne ha fatta una grossa, raccontarla, ‘fare il giornalista’… E la fama di questa persona è rovinata! E la terza è la calunnia: dire cose che non sono vere. Quello è proprio ammazzare il fratello! Tutti e tre – disinformazione, diffamazione e calunnia – sono peccato! Questo è peccato! Questo è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli”.
A Giambattista Scozzaro assicuro la mia preghiera, ma la mia riflessione sentivo di doverla rendere pubblica perché l’articolo che ha scritto è quello che in gergo secolare, a casa mia, si chiama “sparare sulla Croce Rossa”. A lui auguro di chiedere scusa a padre Manelli e a tutti i Francescani dell’Immacolata, riportando l’insegnamento sempre valido ed edificante di san Filippo Neri: “
A una donna che si accusava di frequenti maldicenze, San Filippo Neri domandò: “Vi capita proprio spesso di sparlare così del prossimo?”.
Molto spesso, Padre”, rispose la donna.
“Figliola, il vostro errore è grande. E’ necessario che ne facciate penitenza. Ecco cosa farete: uccidete una gallina e portatemela subito, spennandola lungo la strada da casa vostra fin qui”.
La donna ubbidì, e si presentò al santo con la gallina spiumata.
“Ora”, le disse Filippo, “ritornate per le strade attraversate e raccogliete ad una ad una le penne della gallina…”.
“Ma è impossibile, Padre”, ribatté la donna; “col vento che tira oggi non si troveranno più”.
“Lo so anch’io”, concluse il santo, “ma ho voluto farvi comprendere che se non potete raccogliere le penne di una gallina sparpagliate dal vento, come potrete riparare a tutte le maldicenze gettate in mezzo alla gente, a danno del vostro prossimo?“.
Mi riferisco alle infamanti esternazioni di un certo Giambattista Scozzaro o meglio, come vuole Lui ancora essere chiamato, “Padre Giulio Maria Scozzaro”, di cui già si è accennato in vari articoli (si veda anche http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/i-francescani-dellimmacolata-e-la-disinfomazione-sul-web/).
E’ opportuno infatti affrontare il contenuto di queste affermazioni per evidenziarne la gravità e per dare voce anche a chi voce non ne ha più: il fondatore padre Stefano Maria Manelli, silenziato ed esiliato, che a differenza dei suoi persecutori sta espiando, forse anche per loro, nella preghiera e nel silenzio la violenza e la calunniosità di dichiarazioni che tutto hanno fuorché la minima parvenza di fondatezza, né tantomeno di carità cristiana, rispetto e riconoscenza.
Ma pare a me che qualche riga sia opportuna anche perché Scozzaro ha, a quanto dice sul suo sito, una “parrocchia virtuale” di alcune migliaia di persone a cui ha propinato, come verità incontestabili, tutto il fango riversato nel suo articolo riguardante i Francescani dell’Immacolata e il suo fondatore. L’articolo in questione è stato pubblicato su vari blog (tra i vari allego questo indirizzo http://cosimino.myblog.it/archive/2013/07/31/tutta-la-verita-sui-frati-francescani-dell-immacolata-di-pad.html) e naturalmente ha fatto i suoi bei danni: ecco quindi che i seguenti spunti, se mai gli ammiratori dello Scozzaro passassero per questo sito, potrebbero forse avere una minima utilità.
Veniamo al dunque.
Lo Scozzaro, quasi fosse la Quarantia criminale di veneziana memoria, pronuncia le sue sentenze già certo di avere la verità in pugno, di averla accertata e di poter quindi condannare chi probabilmente gli dà più fastidio, preannunciando, ab origine, dello scritto si assume “ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile”.
Parte subito a spron battuto dicendo che certamente ci saranno “motivi gravissimi” se tutto il Consiglio generale dei FI è stato rimosso, “prove schiaccianti”, “lunghissima indagine”: basta usare qualche superlativo per attirare l’attenzione, questo me lo diceva anche la maestra alle elementari, che i superlativi assoluti fanno sempre bella figura nei temi! Poco dopo però pare a me ci sia una leggera contraddizione perché se lo Scozzaro è sicuro di tutto ciò, o ha partecipato all’indagine ecclesiastica oppure mi pare quanto meno cozzare contro le suddette affermazioni dire che “Nel frattempo dobbiamo verificare se il Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli è fondato, veritiero, convincente, oppure c’è qualcos’altro come per esempio la Messa in latino.”
Dobbiamo chi? Forse che il nostro Inquisitore ha istituito una commissione d’indagine parallela a quella del Vaticano? E poi che uno dei problemi potesse essere la Messa in Latino l’avevo letto anch’io, anche perché uno dei primi provvedimenti del Commissario è stato sospendere la Messa in latino salvo esplicita richiesta di autorizzazione: nihil novum quindi.
Il nostro detective subito si lancia contro i difensori del Francescani dell’Immacolata: “Questi autori degli articoli fiammeggianti di collera sono in buonafede, essi scrivono per amore della dottrina tradizionale e di questo mi compiaccio assai, ma non conoscono cosa è avvenuto di gravissimo e di penalmente rilevante nelle comunità guidate da Padre Stefano Manelli. Come altre persone non conoscono cosa avviene nelle case di questi autori, ma sicuramente vi si conduce una vita integerrima e improntata sul Vangelo. Ne sono certo avendo letto qualche loro articolo. Qui non ho nulla da condannare a questi autori cattolici, se non richiamare la prudenza e l’accortezza prima di lanciarsi in difese assolutamente fuori luogo. Devono anzi ringraziare la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata se non ha inserito (stranamente!) nel Decreto di rimozione di Padre Stefano Manelli le gravi motivazioni di un provvedimento così radicale. Anche se così non è stato fatto un servizio alla verità e alla giustizia.”
Forse che lo Scozzaro abbia creato un pool con Di Pietro e la Bocassini e abbia già concluso le indagini? E la prudenza e accortezza di chi dovrebbe essere: di chi cerca di difendere o di chi accusa senza colpo ferire e soprattutto ritiene di poter condannare a priori? Con il continuo abuso di aggettivi altisonanti e superlativi (fiammeggianti di collera, gravissimo, integerrima, assolutamente fuori luogo, gravi motivazioni, provvedimento radicale) il nostro detective certo sembra avere facile gioco nei confronti di una platea di ammiratori virtuali o reali che ignari, bontà loro, di conoscere realmente i Francescani dell’Immacolata, abboccano a calunnie infondate e pretestuose.
E ancora dice: “Si parla di deriva morale quando si discute dei comportamenti condannati dalla Congregazione a Padre Manelli, mi è stato rivelato da una fonte sicura che esistono centinaia di testimoni e prove documentate, infatti la condanna impartita riguarda sia Padre Stefano Manelli sia quanti lo hanno protetto in questi anni, insabbiando scandali ed eccessi pienamente opposti al Vangelo predicato da Gesù, ossia tutto il Consiglio Generale dei Francescani dell’Immacolata. Se qualcuno si fosse dissociato dai comportamenti dittatoriali e crudeli di Padre Manelli, la Congregazione lo avrebbe sicuramente incaricato a guidare e riportare l’Istituto all’originario carisma, eliminando le vessazioni, i ricatti, le oppressioni, il fanatismo e l’adorazione di Padre Manelli, una degenerata vita religiosa simile ad un lager. È una esaltazione che la Chiesa condanna perché è una anomalia, una vessazione che causa alterazioni mentali e cardiache non cristiane e non rispecchia assolutamente la vita religiosa come viene insegnata dalla stessa Chiesa. È opposta allo spirito del Vangelo. Come vedete il motivo della rimozione di Padre Stefano Manelli non è la Messa in latino o un attacco alla sana Tradizione della Chiesa, qui ci sono aspetti di intensa gravità, le accuse a Padre Manelli comprendono una documentazione ampia di fatti gravissimi. È allora opportuno fare alcune precisazioni dopo avere letto che circolano articoli contro il Papa e la Chiesa diffusi dai sostenitori di Padre Stefano Manelli e dei Francescani dell’Immacolata. Nessuno accusi la Chiesa per avere preso provvedimenti improrogabili, per motivi oggettivamente gravissimi, lo dicono anche un buon numero di Frati e Sacerdoti che vivono nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolati. Affermano che finalmente le amicizie che insabbiavano le accuse a Padre Manelli sono state abbattute. Sono stati usati due pesi e due misure con due fondatori spietati: per Padre Maciel Degollato dei Legionari di Cristo dopo diversi decenni di protezione da parte di alcuni Prelati, hanno scritto nel Decreto diverse motivazioni gravissime, mentre per Padre Stefano Manelli non è stato scritto nulla, lasciando nelle persone a lui vicine una sorpresa notevole e per questo hanno reagito con rabbia. È comprensibile la reazione di quanti non conoscono i fatti gravissimi ed immaginano tale provvedimento riferito alla Messa in latino. Non è così. Sicuramente la Messa in latino è stata abrogata per l’abuso, per una concezione falsa creata da Padre Manelli come ha fatto per tutto il resto. […] Se questi cattolici che scrivono a difesa di Padre Manelli andassero alla suddetta Congregazione a chiedere informazioni (quanto è possibile sapere), resterebbero scioccati, perché sotto un abito elegante indossato da un riccone e del valore di miliardi di euro, può nascondersi un uomo crudele. Se qualcuno degli autori volesse telefonarmi per sapere qualcosa delle vere e provate ingiustizie e corruzioni testimoniate da centinaia di persone, soprattutto di quelle coinvolte in situazioni strane, non reagirebbero più con disgusto al corretto provvedimento della Chiesa. Moltissimi Frati e Suore per i comportamenti dittatoriali e vessatori di Padre Stefano Manelli hanno subito esaurimenti nervosi e ricoveri negli ospedali, centinaia di Frati sono fuggiti dall’Istituto per passare in altri Ordini, nelle diocesi o restare in famiglia, altri hanno patito vendette abominevoli perché veniva messo in discussione il suo comportamento tirannico. Molti ex Religiosi dopo essere fuggiti dagli Istituti di Padre Stefano Manelli hanno avuto una violenta repulsione per il sacro e non vanno più a Messa, non pregano più e si sono schierati contro la Chiesa. Come si spiega questo comportamento? Sono passati da un eccesso ad un altro, tutti loro sono state vittime di maltrattamenti morali e di un plagio schiacciante, arrivando a odiare la Chiesa perché non è intervenuta per fermare Manelli. Bisogna documentarsi prima di prendere le difese. Non basta vedere l’abito esteriore che vale miliardi di euro (la fedeltà al Magistero) se poi chi si maschera sotto questa fedeltà commette incalcolabili scandali, ingiustizie e degenerazioni. Ci saranno conseguenze importanti perché ci sono ammanchi di molti soldi, i Frati raccontano di cinque Religiosi morti a causa di malattie non chiare, di situazioni sconcertanti che effettivamente possono disorientare quanti conoscevano una realtà dall’aspetto puro e molto spirituale. Per questa ragione nella lettera del nuovo Commissario che ha preso il posto di Padre Stefano Manelli, inviata il 27 luglio 2013 alle comunità dei Francescani dell’Immacolata, è scritto che bisogna sentire con la Chiesa, cioè, devono ritornare ad una vita religiosa regolare, come voleva San Francesco e non come l’ha travisata l’ex Generale per ricevere una venerazione spropositata e che si offre evidentemente alla Madonna! Il Commissario è lì per aiutare i Francescani dell’Immacolata a riscoprire la vita religiosa insegnata dalla Chiesa, continuando a pregare con intensità e a fare le penitenze che si desiderano. Ma senza fanatismo né una esaltazione di sé fuorviante che deformano ogni buon proposito e da virtuoso lo trasformano in estremismo e idolatria. I Frati seguano la corretta vita religiosa e preghino per poter celebrare presto anche la Messa in latino come l’intende Dio e non la vanagloria di qualcuno. Sono a conoscenza che fin dal 1998 (15 anni fa) Frati e Suore si erano rivolti alla Congregazione denunciando scandali e la vita spirituale opprimente ed opposta alle indicazioni della Chiesa, in quanto Padre Stefano Manelli ignorando le indicazioni della Chiesa aveva creato una nuova religiosità settaria improntata sulle minacce e prepotenze morali, sui ricatti di finire all’inferno, sull’emarginazione e dalla paura che incuteva di spedire come un pacco postale nelle Nazioni lontane e povere, chi non si sottometteva a qualsiasi sua imposizione. E continuava a disprezzare il Vangelo, il Codice di Diritto Canonico, la carità, l’amore, quindi il buon senso…
Scandali, eccessi, centinaia di prove, comportamenti dittatoriali e crudeli, vessazioni, oppressioni, fanatismo, adorazione di padre Manelli, vita da lager, alterazioni mentali e cardiache, ingiustizie e corruzioni, comportamenti dittatoriali, vendette abominevoli, comportamento tirannico, maltrattamenti morali, plagio schiacciante, ricatti di finire all’inferno, emarginazione e paura, disprezzo del Vangelo, del diritto canonico, di fedeltà e amore, del buon senso e naturalmente un uso più che abbondante di superlativi assoluti (almeno quattro volte l’aggettivo gravissimi): in confronto i lager nazisti o i gulag comunisti erano soggiorni ai Caraibi, pare di capire. Per il “boia” padre Manelli si potrebbe quasi quasi proporre l’ergastolo (che in un certo senso sta già scontando) o addirittura la pena di morte (peccato, in Italia è stata abolita), o perché no, negargli il funerale cattolico. E poi mi chiedo, chissà quanti sarebbero ora i frati e le suore dell’Immacolata se tutte le centinaia di postulanti e novizi che sono usciti avessero preso i voti perpetui, giacché mi risulta che sia uno delle poche realtà che possa contar frutti vocazionali innumerevoli. Ma adesso che è stato fatto fuori padre Manelli con i suoi complici la verità e il buon senso trionfano, dice Scozzaro.
Proporrò una petizione affinché il Commissario padre Volpi acquisisca anche questa testimonianza di Scozzaro perché è una fucina di rivelazioni inedite, ma si potrebbe anche presentarla alle autorità giudiziarie perché questa sembra essere niente meno che una diffamazione. Risparmio il resto dell’articolo che continua con accuse pesantissime, segnalo, per chi gradisse, che Scozzaro è disponibile ad essere contattato dai difensori di padre Manelli che volessero conoscere le prove e le testimonianze che a suo dire sono centinaia di migliaia: beh le presenti alla Magistratura se ne ha il coraggio, i sostenitori di padre Manelli credo non abbiano tempo da perdere con queste farneticanti quisquilie. Ma se volessero, si cerchino il numero sul sito della parrocchia virtuale dello Scozzaro (www.gesuemaria.it), perché potrebbero avere rivelazioni e documentazione scottante, incartamenti e faldoni inediti da consegnare a chi di dovere.
In conclusione, dice Scozzaro, sempre nel suo articolo, che “Il male minore è fare conoscere la verità anche se dolorosa per orientare i credenti e dare le corrette indicazioni spirituali! Lasciare agire ancora chi distrugge la vita spirituale e la psiche di molti Religiosi non è onesto! […] L’onestà intellettuale deve essere sempre presente nei cristiani, purtroppo si incontra di tutto. Non si deve pretendere di avere capito tutto quando invece non si conosce nulla dell’ampia documentazione. Quindi, per definire questo mio scritto rivelato apertamente e senza paure di confronti e chiarimenti, chi volesse manipolare, travisare o dileggiare questo scritto ne risponderà nelle sedi competenti. […] Per il mio sconfinato amore alla Chiesa non ho voluto qui fare conoscere fatti gravissimi e documentati. Non parliamo di aria fritta o di supposizioni, perché moltissimi testimoni, prove e documentazioni attestano indubitabilmente, senza alcun dubbio, in modo incontrovertibile, comportamenti vessatori, ricattatori e opposti al Vangelo di Gesù Cristo. Durati per oltre venti anni! Ma all’esterno appariva un’altra verità! […]”.
I lettori si chiederanno perché non ho chiamato l’autore come lui vuole farsi chiamare, ovverosia padre Giulio Maria Scozzaro: visto che parla di verità e che a me pare di notare un po’ di rancore nelle parole del suddetto, rendiamo edotti i lettori che lo Scozzaro è un ex religioso dei Francescani dell’Immacolata e che gli stessi Francescani dell’Immacolata in una nota pubblicata sul loro sito ufficiale (http://www.immacolata.com/index.php/en/articoli-in-evidenza/35-apostolato/fi-news/229-nota-sul-caso-di-p-giulio-scozzaro), in risposta all’articolo dello Scozzaro hanno rinviato al comunicato dei Vescovi siciliani pubblicato nel dicembre 2011 sul sito web dell’Arcidiocesi di Palermo ove è scritto che «I Vescovi siciliani sul caso Scozzaro. In queste ultime settimane è stata recapitata presso Parrocchie, Istituti religiosi e altre istituzioni ecclesiali delle Diocesi siciliane, nonché a responsabili di Aggregazioni ecclesiali e fedeli laici, la pubblicazione dal titolo “La corruzione nella Chiesa” di Padre Giulio Maria Scozzaro.
Numerose persone scandalizzate dalle affermazioni contenute nella pubblicazione si sono interrogate, meravigliandosi che un sacerdote possa muovere generalizzate accuse su persone e istituzioni religiose, offrendole all’opinione pubblica piuttosto che segnalarle ai Tribunali Ecclesiastici, organi competenti a stabilire la verità dei fatti, e hanno richiesto ai Vescovi notizie circa l’identità dell’autore.
Ci premuriamo pertanto comunicare quanto segue:
P. Giulio Maria Scozzaro, già professo perpetuo dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, con decreto del Superiore Generale del 4 ottobre 2007, è stato dimesso dal suo Istituto religioso per motivo “di disobbedienza ostinata alle legittime disposizioni dei superiori in materia grave”. Il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica con rescritto dell’8 aprile 2008 ha confermato il decreto di dimissione e con decreto del 21 luglio 2008, ha respinto il ricorso presentato dallo stesso Scozzaro.
Pertanto, la posizione canonica dello Scozzaro è quella definita dal Codice di Diritto Canonico: con la legittima dimissione di un religioso, cessano i voti e gli obblighi derivanti dalla professione. Se il religioso è chierico, come nel caso dello Scozzaro, non può esercitare gli ordini sacri fino a quando non avrà trovato un vescovo benevolo, il quale, dopo un conveniente periodo di prova nella Diocesi, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli ordini sacri (cfr. can. 701).
Allo stato attuale lo Scozzaro non è stato accolto né incardinato in nessuna Diocesi, e per conseguenza non può esercitare gli ordini sacri, poiché non è consentito che vi possano essere chierici “vaganti o acefali”, privi cioè di incardinazione. Tra l’altro egli non può più utilizzare il nome da religioso “Giulio Maria” ma quello anagrafico che è “Giambattista”, ne vestire con l’abito da francescano. Si precisa inoltre che la cosiddetta “Associazione Cattolica Gesù e Maria” fondata dallo Scozzaro non ha mai ricevuto alcuna approvazione dalla competente Autorità ecclesiastica» (dal sito delle Chiese di Sicilia).
Al lettore ogni valutazione personale, non mi pare il caso di usare superlativi assoluti o aggettivi denigratori: la pronuncia della Chiesa, a cui Scozzaro dice di portare tanto amore, è chiara.
Si può infine riportare il commento rilasciato sul blog “cattolici romani” (http://www.cattoliciromani.com/8-principale/37802-francescani-dell-immacolata/page16)
da padre Giovanni Maria Severini, francescano dell’Immacolata che in risposta all’articolo in questione scrive “Conosco padre Giulio da quando era novizio dei frati Francescani dell’Immacolata. Sono addolorato di quanto abbia scritto sul conto del nostro Istituto e di padre Stefano Maria Manelli. Vorrei rispondere a padre Giulio ricordando quanto padre Stefano abbia fatto per lui, trattandolo come figlio, come lo abbia fatto studiare, e divenire sacerdote.
Purtroppo i fuoriusciti devono trovare sempre un appiglio a quanto fatto. Io propongo di recitare una decina di rosario per padre Giulio affinché si ravveda e, se volete, potete contattarmi affinché vi spieghi quanto abbia fatto padre Giulio nella vita religiosa e sacerdotale molto travagliata; padre Giulio aveva una visione catastrofica e pessimista della vita cristiana: tutto era peccato e dannazione; diverse persone parlando con lui non riuscivano a scorgere un Dio di misericordia e di bontà; una volta, quando padre Giulio era nel convento di Civitella Benazzone (PG), per caso telefonai a quella comunità, rispose la segreteria telefonica con un suo messaggio molto tenebroso, che invitava alla conversione, alla preghiera…; per carità, cosa buona, ma assurdo inserire in una segreteria telefonica un discorso del genere, con voce, ripeto cavernosa e da film horror. Caro padre Giulio ci vuole umiltà; tutti siamo peccatori e pieni di difetti, ma quello che hai detto della comunità dei Francescani dell’Immacolata è falso e assurdo; forse ti vuoi vendicare non so di che cosa, ma ti è mal riuscito. La linea dei Francescani dell’Immacolata è quella, come ha già detto padre Stefano, se ben lo sai, di obbedire in tutto al Papa. Quindi l’atteggiamento di padre Stefano e di tutto l’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata è quello di obbedire al Papa. Capito padre Giulio!! Ogni cosa dirai in più non avrà più la mia risposta, perché non voglio più perdere del tempo con cose assurde. Ti consiglio solo di fare silenzio sull’argomento e pregare per tutta la Chiesa.
Comunque sia, padre Giulio fu espulso dalla Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata, e lo stesso padre fece ricorso alla Congregazione dei Religiosi contro padre Stefano; la Congregazione respinse il ricorso di padre Giulio e diede ragione a padre Stefano; non solo, la Conferenza Episcopale Siciliana aveva interdetto padre Giulio dalle funzioni sacerdotali e ora non so in quali condizioni canoniche si ritrovi il detto sacerdote; per questo, come prima detto, preghiamo una decina di santo Rosario per la conversione di padre Giulio. Se volete contattarmi posso riferirvi ancora di più nei dettagli. Ave Maria. Ho scritto questo per amore alla verità, perché poi, quando è troppo è troppo.”
Ecco, grazie padre Severini, adesso il quadro è completo e mi è possibile tirare qualche conclusione:
- Quello dello Scozzaro di accusare senza denunciare alle competenti autorità ecclesiastiche è un vizietto frequente;
- Da padre Manelli potrebbe ancora imparare l’obbedienza, il silenzio e la preghiera;
- Gli propongo di meditare alcuni passaggi della riflessione del Santo Padre Francesco riportate ai religiosi novizi e seminaristi lo scorso 6 luglio “Tante volte ho trovato comunità, seminaristi, religiosi, o comunità diocesane dove le giaculatorie più comuni sono le chiacchiere! E’ terribile! Si “spellano” uno con l’altro… E questo è il nostro mondo clericale, religioso… Scusatemi, ma è comune: gelosie, invidie, parlare male dell’altro. Non solo parlare male dei superiori, questo è un classico! Ma io voglio dirvi che questo è tanto comune, tanto comune. Anche io sono caduto in questo. Tante volte l’ho fatto, tante volte! E mi vergogno! Mi vergogno di questo! Non sta bene farlo: andare a fare chiacchiere. “Hai sentito… Hai sentito… “. Ma è un inferno quella comunità! Questo non fa bene. E perciò è importante la relazione di amicizia e di fraternità. Gli amici sono pochi. La Bibbia dice questo: gli amici, uno, due… Ma la fraternità, fra tutti. Se io ho qualcosa con una sorella o con un fratello, lo dico in faccia, o lo dico a quello o a quella che può aiutare, ma non lo dico agli altri per “sporcarlo”. E le chiacchiere, è terribile! Dietro le chiacchiere, sotto le chiacchiere ci sono le invidie, le gelosie, le ambizioni. Pensate a questo. Una volta ho sentito di una persona che, dopo gli esercizi spirituali – una persona consacrata, una suora… Questo è buono! Questa suora aveva promesso al Signore di non parlare mai male di un’altra. Questa è una bella, una bella strada alla santità! Non parlare male di altri. “Ma, padre, ci sono problemi…”: dillo al superiore, dillo alla superiora, dillo al vescovo, che può rimediare. Non dirlo a quello che non può aiutare. Questo è importante: fraternità! Ma dimmi, tu parlerai male della tua mamma, del tuo papà, dei tuoi fratelli? Mai. E perché lo fai nella vita consacrata, nel seminario, nella vita presbiterale? Soltanto questo: pensate, pensate… Fraternità! Questo amore fraterno.”
- E nella riflessione dello scorso 18 maggio
“Quanto si chiacchiera nella Chiesa! Quanto chiacchieriamo noi cristiani! La chiacchiera è proprio spellarsi eh? Farsi male l’uno l’altro. Come se volesse diminuire l’altro,no? Invece di crescere io, faccio che l’altro sia più basso e mi sento grande. Quello non va! Sembra bello chiacchierare… Non so perché, ma sembra bello. Come le caramelle di miele, no? Tu ne prendi una – Ah, che bello! -e poi un’altra, un’altra, un’altra e alla fine ti viene il mal di pancia. E perché? La chiacchiera è cosi: è dolce all’inizio e poi ti rovina, ti rovina l’anima! Le chiacchiere sono distruttive nella Chiesa, sono distruttive… E’ un po’ lo spirito di Caino: ammazzare il fratello, con la lingua; ammazzare il fratello!”.
“Facciamo la disinformazione: dire soltanto la metà che ci conviene e non l’altra metà; l’altra metà non la diciamo perché non è conveniente per noi. Alcuni sorridono… ma è vero quello o no? Hai visto che cosa? E passa. Secondo è la diffamazione: quando una persona davvero ha un difetto, ne ha fatta una grossa, raccontarla, ‘fare il giornalista’… E la fama di questa persona è rovinata! E la terza è la calunnia: dire cose che non sono vere. Quello è proprio ammazzare il fratello! Tutti e tre – disinformazione, diffamazione e calunnia – sono peccato! Questo è peccato! Questo è dare uno schiaffo a Gesù nella persona dei suoi figli, dei suoi fratelli”.
A Giambattista Scozzaro assicuro la mia preghiera, ma la mia riflessione sentivo di doverla rendere pubblica perché l’articolo che ha scritto è quello che in gergo secolare, a casa mia, si chiama “sparare sulla Croce Rossa”. A lui auguro di chiedere scusa a padre Manelli e a tutti i Francescani dell’Immacolata, riportando l’insegnamento sempre valido ed edificante di san Filippo Neri: “
A una donna che si accusava di frequenti maldicenze, San Filippo Neri domandò: “Vi capita proprio spesso di sparlare così del prossimo?”.
Molto spesso, Padre”, rispose la donna.
“Figliola, il vostro errore è grande. E’ necessario che ne facciate penitenza. Ecco cosa farete: uccidete una gallina e portatemela subito, spennandola lungo la strada da casa vostra fin qui”.
La donna ubbidì, e si presentò al santo con la gallina spiumata.
“Ora”, le disse Filippo, “ritornate per le strade attraversate e raccogliete ad una ad una le penne della gallina…”.
“Ma è impossibile, Padre”, ribatté la donna; “col vento che tira oggi non si troveranno più”.
“Lo so anch’io”, concluse il santo, “ma ho voluto farvi comprendere che se non potete raccogliere le penne di una gallina sparpagliate dal vento, come potrete riparare a tutte le maldicenze gettate in mezzo alla gente, a danno del vostro prossimo?“.
di Giampaolo Scquizzato
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