Sino a qualche tempo fa, se un'emittente radiofonica parlava del Papa, lo faceva in termini se non apertamente critici, quantomeno irriverenti. Ma era l'epoca di Benedetto XVI, quando la Chiesa Cattolica era additata come sentina dei vizj più turpi: erano i tempi della pedofilia e degli scandali dello IOR, del Papa in camauro e delle Sue famigerate scarpe rosse. Non vi era un giornaleprogressista che non si cimentasse nella lapidazione a mezzo stampa nei confronti del Vicario di Cristo, trovando validi alleati in Prelati, che per giuramento sarebbero stati tenuti a difendere il Pontefice usque ad effusionem sanguinis. Paiono trascorsi decenni, da quei giorni infaustissimi; oggi, come per incantesimo, si sprecano elogj ed encomj a quel Francesco che si vuole ostinatamente Vescovo di Roma, quel Francesco che sale in aereo portando seco la valigetta e che indossa scarpe da curato di campagna, che saluta con un Buonasera e celebra la Messa su uno schifetto sfasciato adattato ad indecoroso altare in quel di Lampedusa, invocando accoglienza per le torme di Maomettani disperati che cercano in un'Italia senza identità e senza fede un benessere materiale negato dove regna la Mezzaluna, in attesa di soverchiare numericamente gli imbelli e instaurarvi la legge coranica.
La barchetta-altare per la Messa di Lampedusa |
I calzari di Bergoglio |
Barboni a Santa Marta |
Il bacio ai piedi tatuati dei galeotti |
Ma a nostro giudizio il gesto teatrale – proprio appunto di un consumato attore – è andato ben oltre il limite concesso anche a chi calca disinvoltamente le scene.
Ci piacerebbe sapere in base a quale criterio siano stati scelti questi poveracci, e a quale titolo li si sia preferiti ad altri, che pure si annoverano tra i diseredati: l'ex imprenditore costretto a mangiare alla mensa di carità, dopo aver dovuto chiudere l'attività per le troppe tasse o per i debiti non onorati dalla Pubblica Amministrazione; il direttore d'azienda licenziato dalla multinazionale a cinquant'anni, a cui la banca ha pignorato i beni lasciandolo sul lastrico assieme alla famiglia; l'anziana pensionata che per aiutare i figli disoccupati non ha di che vivere e deve frugare nei cassonetti del mercato rionale per metter insieme il pranzo con la cena; il marito abbandonato dalla moglie e dai figli, che per pagare gli alimenti non ha neppure i soldi per prendere in affitto un appartamento minuscolo in periferia e dorme all'aeroporto con tutte le sue cose nel trolley. Questi, e tanti altri casi di vera povertà ed emarginazione, sono ovviamente poco appariscenti e inducono a pericolose riflessioni sull'establishment: essi non si vestono di stracci, non puzzano, ma cercano di presentarsi in pubblico con un minimo di decoro, fingono di aspettare un treno per dormire nella sala d'attesa della stazione, prendono un caffè al bar per potersi fare la barba alla toilette, e non sono identificabili, non fanno notizia, non attirano la compassione di nessuno perché vivono la propria tragedia con dignità. Essi sono nondimeno veri e reali, tanto e forse più di coloro che ostentano una povertà talora cercata e voluta.
Nuove forme invisibili di povertà |
Don Floriano: un sacerdote emarginato e povero |
Il Papa sale in aereo come un passeggero qualsiasi |
Un'altra icona del demagogo Francesco http://opportuneimportune.blogspot.it/2013/12/i-veri-emarginati.html |
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