'L'uomo dell'anno' Bergoglio stacca Wojtyla e Roncalli, premiata la Chiesa dei poveri
Il nuovo slancio dato alla Chiesa ha assicurato a Papa Francesco un record difficilmente battibile: solo altri due pontefici, Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, hanno ottenuto il riconoscimento della rivista Time ma con altri tempi e in altre condizioni
– Finora sono tre i Pontefici proclamati “uomo dell'anno” dalla prestigiosa rivista statunitense Time. Ma solo uno dei tre – papa Francesco che oggi festeggia il suo 77esimo compleanno – ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dopo appena 8 mesi di pontificato, centrando un record difficilmente battibile. E, per di più, risollevando le sorti di una Chiesa cattolica alle prese con una delle più gravi crisi degli ultimi secoli, travolta da scandali finanziari, dalla vergogna della pedofilia da parte del clero, carrierismo ecclesiastico. Gli altri due Papi sono stati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II proclamati “uomini dell'anno” rispettivamente del 1994 e nel 1962, ma con motivazioni ben diverse, essendo stati premiati come capi supremi di una Chiesa cattolica trionfante, vincente, capace di cambiare il corso della storia. Due riconoscimenti – quello di Roncalli e Wojtyla – quasi “scontati”, per certi aspetti “facili” e quasi prevedibili. Al contrario di papa Francesco, sul quale fino al giorno della proclamazione – martedì 11 dicembre scorso - forse nessuno sembrava disposto a scommettere sulla possibilità che il suo nome potesse essere inserito nell'albo d'oro degli “uomini dell'anno” che il Time incorona dal 1927.
Tre Papi, dunque, uniti da un analogo importantissimo riconoscimento internazionale, su proclamazione di una testata, il Time, notoriamente poco tenera con la Chiesa cattolica ed i valori che essa proclama e promuove. Ma con uno, l'argentino Jorge Mario Bergoglio, che in pochi mesi ha ridato slancio e credibilità alla Chiesa cattolica partendo da una situazione a dir poco drammatica. E per questo forse destinato a “staccare” nell'immaginario collettivo gli altri due suoi predecessori proclamati come lui “uomini dell'anno”. E' proprio così? L'interrogativo è d'obbligo, perchè il riconoscimento – benchè uguale per tutti e tre i pontefici – presenta un “peso specifico” non uniforme, essendo stato proclamato in anni ed epoche diverse e assegnato a tre Papi dal carisma indiscusso, amati da credenti e non credenti, ma differenti per età, carattere, formazione, impostazione pastorale,
Wojtyla e Roncalli. Giovanni XXIII – al secolo Angelo Giuseppe Roncalli - fu proclamato “uomo dell'anno” nel 1962, il primo ed unico italiano a ricevere il riconoscimento del Time. Nel 1962 – al quarto anno di pontificato – forse toccò il vertice della popolarità universale essendo stato nei mesi precedenti il “silente” tessitore della pace Usa-Urss messa in pericolo dall'arrivo dei missili nucleari sovietici a Cuba; ma era anche l'anno dell'apertura del Concilio Vaticano II e la vigilia della pubblicazione di una delle più importanti encicliche papali, la Pacem in Terris, apprezzata da Est ad Ovest negli anni in cui il mondo era spaccato dal Muro e dalla cosiddetta “guerra fredda”.
Apparentemente facile, perciò, fu per la commissione Time proclamare Giovanni XXIII “uomo dell'anno”, incarnando in quegli anni una Chiesa cattolica rispettata, ascoltata e autorevole. Stessa analisi per Giovanni Paolo II (al secolo Karol Wojtyla), “incoronato” dal Time 32 anni dopo, nel 1994 – nel suo sedicesimo anno di Pontificato -, quando ormai la “guerra fredda” era stata archiviata, il Muro era stato abbattuto, il comunismo sovietico era stato sconfitto dalla storia. Una vera rivoluzione mondiale che ebbe proprio in papa Wojtyla forse il maggiore ispiratore, essendo stato il primo Papa proveniente da un paese dell'Est comunista, la Polonia, ad ascendere al soglio di Pietro. Ed anche con Giovanni Paolo II “uomo dell'anno”si premiò il principale nocchiero di una Chiesa cattolica del Ventesimo secolo all'apice della sua autorevolezza, ascoltata e forse persino temuta, capace di combattere e vincere “guerre” e “battaglie” con la sola forza della Parola e della proclamazione del Vangelo.
Premiata la Chiesa dei poveri. Di tutt'altro tenore le motivazioni della proclamazione di papa Francesco. Basta leggere la spiegazione formulata dalla stessa commissione Time per coglierne la differenza rispetto a Roncalli e Wojtyla, e per vedere nell'opera appena avviata da Bergoglio la forza rivoluzionaria del suo santo ispiratore, Francesco d'Assisi. “Papa Francesco è persona dell'anno 2013 perchè – scrive tra l'altro il Time - parla dei poveri, dei disperati, degli immigrati; perchè vuole la Chiesa come un ospedale da campo per curare le ferite di chi soffre, delle vittime di tutte le guerre, degli ultimi; persona dell'anno perchè vuole lui stesso una Chiesa povera, vicina ai poveri; perchè denuncia continuamente lo scandalo della fame, difende i valori della vita e della famiglia ed ha avviato concretamente un'opera di ricostruzione della credibilità della Chiesa” che stava per essere sommersa da una crisi morale tra le più gravi degli ultimi anni. Papa Bergoglio, rilanciando ogni giorno il Cristo della Misericordia, è stato il primo a rimboccarsi le maniche per avviare una gigantesca opera di restauro con cui ridare slancio, credibilità e forza profetica alla sua Chiesa, come già fece 800 anni fa S.Francesco d'Assisi quando fu chiamato a restaurare la Chiesa del tempo che stava crollando. E il mondo lo ha subito seguito con entusiasmo, facendogli vincere una scommessa ritenuta disperata in appena 8 mesi di pontificato. Il Time, il laicissimo settimanale statunitense, lo ha capito. Come lo hanno capito i milioni e milioni di credenti e non credenti che guardano a papa Francesco con fiducia e speranza. Da perfetto “uomo dell'anno” 2013.
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