Lettere sui F.I.: sofismi intorno all’obbedienza (e all’unità)
La vicenda dei F.I. sta suscitando un vespaio crescente: da una parte
la durezza del commissario Volpi, lo sprezzo con cui tratta frati e
laici, dall’altra l’indignazione crescente di molti. Ma mentre i frati, a
quanto sembra, tacciono e obbediscono, molti laici sono decisi a continuare.
Abbiamo ricevuto tantissime lettere, anche di giornalisti e di uomini di Chiesa.
Per non esagerare, ne pubblichiamo solo due.
Entrambe riflettono su cosa significa obbedienza, e strumentalizzazione, da parte di alcuni, di questa virtù (che, lo ripetiamo, i frati stanno osservando in modo encomiabile, smentendo così tutte le accuse..di disobbedienza…)
La I è la lettera di una laica della Mim, intitolata: Il Pifferaio magico
…«Io possiedo un potere magico: con la mia musica, posso condurre con me animali, oggetti e uomini»…e dopo aver liberato Hamelin dai topi, il Pifferaio rapì tutti i bambini di quella città, incantandoli con la sua musica...
Secondo il comunicato del Commissario Apostolico p. Fidenzio Volpi, datato 27 novembre 2013, tutte le attività dei cenacoli MIM d’Italia sono sospese fino a prossimo provvedimento. Tutte tranne una: la raccolta di adesioni al proprio operato. Ogni cenacolo è infatti invitato a riunirsi per la stesura di un documento che sancisca l’indiscussa obbedienza e la totale adesione alle azioni del Commissario, nel più breve tempo possibile.
Alcuni frati si sono così recati nei loro territori di competenza per assistere i cenacoli nella stesura di tale verbale e nella raccolta del maggior numero di firme. E come? Incantando con bei discorsi i propri fedeli all’ascolto e abbindolando così gli ignari e gli sprovveduti. Questi novelli pifferai estorcono firme al suono del motto «Chi non firma, manca di obbedienza verso il Papa».
Inizialmente, i frati inviati dicono di presenziare alla riunione del cenacolo solo per leggere il comunicato del Commissario, salvo poi darne un’interpretazione subdola e capziosa, manifestando il loro vero obiettivo: raccogliere il maggior numero di adesioni.
Argomentazione principale per indurre alla firma? «Bisogna guardare la vicenda con occhio soprannaturale». «Se il Commissario agisce in questo modo (sospensione dei cenacoli dei laici e proibizione dell’abito per il terziariato, chiusura dello studio teologico dell’Immacolata Mediatrice, sospensione delle ordinazioni, proibizione ai frati di collaborare con Casa Mariana, etc.) è perché l’Immacolata lo vuole». Come i frati, così anche i laici devono obbedire con fede cieca e incondizionata. Solo ottenendo assoluta fedeltà e lauti consensi, il Commissario potrà davvero riportare l’Istituto all’originario carisma. Firmare presto e in tanti. Obbedire al Commissario è obbedire al Papa che lo ha inviato in soccorso di un ordine che navigava nelle perigliose acque del tradizionalismo. «In fondo, firmare è un atto di fede», come fece l’Immacolata fidandosi e abbandonandosi al volere di Dio.
E che dire di chi non vuole apporre la propria firma? Dei tanti che, pur riconoscendo l’autorità del Commissario, non condividono la fretta e la mancanza di carità che contraddistinguono il suo operato? «Beh, useremo sempre carità con i fratelli che per il momento preferiscono non firmare e pregheremo per loro perché possano presto comprendere l’importanza e l’urgenza di questa adesione». Per accelerare il convincimento, non mancano però minacce psicologiche: «Chi non firma è fuori dalla Chiesa»; «il cenacolo riaprirà solo se tutti firmeranno». Pressioni continue che non fanno che acuire il disagio nei non firmatari, che fomentano discordie e malumori negli stessi cenacoli, che rompono legami d’amicizia e fratellanza creatisi negli anni. L’unità al caro prezzo dell’emarginazione. La riapertura dei cenacoli MIM sacrificando la propria coscienza.
Con tali tendenziose argomentazioni è facile cogliere in fallo quei fedeli che, per mancanza di mezzi o di disposizioni, non possono effettivamente conoscere i fatti che hanno portato al Commissariamento e gli eventi che tuttora ne caratterizzano l’azione.
Il terrore di sentirsi dire di essere contrari al Papa e fuori dalla Chiesa; la paura di non poter più beneficiare di un buon padre confessore o di un direttore spirituale; l’imbarazzo di essere magari gli unici non firmatari nel proprio cenacolo e di sentirsi quindi fuori dal coro; il dispiacere di non potersi più trovare mensilmente tra amici e confratelli… molte e diverse le motivazioni psicologiche che, dopo tante e tali pressioni, spingono molti laici alla firma. Una vera e propria missione premeditata che ha estorto sottoscrizioni in maniera frettolosa, senza il tempo per una riflessione personale o una particolare preghiera. Un bombardamento metodico che ha colto in fallo coloro che ancora ignoravano la vicenda. Non a caso, tra alcuni dei primi firmatari serpeggia ora il dubbio e il rimorso di coscienza… come svincolarsi dalla tela tessuta dal ragno prima di essere fagocitati?
…Nella città di Hamelin rimase un solo bambino che, dopo aver raccontato l’accaduto ai genitori e ai nonni di tutto il paese, decise di andare a salvare i suoi amici. Prese un piffero e, suonando la stessa melodia del Pifferaio, liberò tutti i bambini e li riportò alle loro case….
Un membro MIM
La II lettera aiuta a comprendere la I, e potremmo intitolarla: Equivoci intorno a obbedienza e unità
Abbiamo ricevuto tantissime lettere, anche di giornalisti e di uomini di Chiesa.
Per non esagerare, ne pubblichiamo solo due.
Entrambe riflettono su cosa significa obbedienza, e strumentalizzazione, da parte di alcuni, di questa virtù (che, lo ripetiamo, i frati stanno osservando in modo encomiabile, smentendo così tutte le accuse..di disobbedienza…)
La I è la lettera di una laica della Mim, intitolata: Il Pifferaio magico
…«Io possiedo un potere magico: con la mia musica, posso condurre con me animali, oggetti e uomini»…e dopo aver liberato Hamelin dai topi, il Pifferaio rapì tutti i bambini di quella città, incantandoli con la sua musica...
Secondo il comunicato del Commissario Apostolico p. Fidenzio Volpi, datato 27 novembre 2013, tutte le attività dei cenacoli MIM d’Italia sono sospese fino a prossimo provvedimento. Tutte tranne una: la raccolta di adesioni al proprio operato. Ogni cenacolo è infatti invitato a riunirsi per la stesura di un documento che sancisca l’indiscussa obbedienza e la totale adesione alle azioni del Commissario, nel più breve tempo possibile.
Alcuni frati si sono così recati nei loro territori di competenza per assistere i cenacoli nella stesura di tale verbale e nella raccolta del maggior numero di firme. E come? Incantando con bei discorsi i propri fedeli all’ascolto e abbindolando così gli ignari e gli sprovveduti. Questi novelli pifferai estorcono firme al suono del motto «Chi non firma, manca di obbedienza verso il Papa».
Inizialmente, i frati inviati dicono di presenziare alla riunione del cenacolo solo per leggere il comunicato del Commissario, salvo poi darne un’interpretazione subdola e capziosa, manifestando il loro vero obiettivo: raccogliere il maggior numero di adesioni.
Argomentazione principale per indurre alla firma? «Bisogna guardare la vicenda con occhio soprannaturale». «Se il Commissario agisce in questo modo (sospensione dei cenacoli dei laici e proibizione dell’abito per il terziariato, chiusura dello studio teologico dell’Immacolata Mediatrice, sospensione delle ordinazioni, proibizione ai frati di collaborare con Casa Mariana, etc.) è perché l’Immacolata lo vuole». Come i frati, così anche i laici devono obbedire con fede cieca e incondizionata. Solo ottenendo assoluta fedeltà e lauti consensi, il Commissario potrà davvero riportare l’Istituto all’originario carisma. Firmare presto e in tanti. Obbedire al Commissario è obbedire al Papa che lo ha inviato in soccorso di un ordine che navigava nelle perigliose acque del tradizionalismo. «In fondo, firmare è un atto di fede», come fece l’Immacolata fidandosi e abbandonandosi al volere di Dio.
E che dire di chi non vuole apporre la propria firma? Dei tanti che, pur riconoscendo l’autorità del Commissario, non condividono la fretta e la mancanza di carità che contraddistinguono il suo operato? «Beh, useremo sempre carità con i fratelli che per il momento preferiscono non firmare e pregheremo per loro perché possano presto comprendere l’importanza e l’urgenza di questa adesione». Per accelerare il convincimento, non mancano però minacce psicologiche: «Chi non firma è fuori dalla Chiesa»; «il cenacolo riaprirà solo se tutti firmeranno». Pressioni continue che non fanno che acuire il disagio nei non firmatari, che fomentano discordie e malumori negli stessi cenacoli, che rompono legami d’amicizia e fratellanza creatisi negli anni. L’unità al caro prezzo dell’emarginazione. La riapertura dei cenacoli MIM sacrificando la propria coscienza.
Con tali tendenziose argomentazioni è facile cogliere in fallo quei fedeli che, per mancanza di mezzi o di disposizioni, non possono effettivamente conoscere i fatti che hanno portato al Commissariamento e gli eventi che tuttora ne caratterizzano l’azione.
Il terrore di sentirsi dire di essere contrari al Papa e fuori dalla Chiesa; la paura di non poter più beneficiare di un buon padre confessore o di un direttore spirituale; l’imbarazzo di essere magari gli unici non firmatari nel proprio cenacolo e di sentirsi quindi fuori dal coro; il dispiacere di non potersi più trovare mensilmente tra amici e confratelli… molte e diverse le motivazioni psicologiche che, dopo tante e tali pressioni, spingono molti laici alla firma. Una vera e propria missione premeditata che ha estorto sottoscrizioni in maniera frettolosa, senza il tempo per una riflessione personale o una particolare preghiera. Un bombardamento metodico che ha colto in fallo coloro che ancora ignoravano la vicenda. Non a caso, tra alcuni dei primi firmatari serpeggia ora il dubbio e il rimorso di coscienza… come svincolarsi dalla tela tessuta dal ragno prima di essere fagocitati?
…Nella città di Hamelin rimase un solo bambino che, dopo aver raccontato l’accaduto ai genitori e ai nonni di tutto il paese, decise di andare a salvare i suoi amici. Prese un piffero e, suonando la stessa melodia del Pifferaio, liberò tutti i bambini e li riportò alle loro case….
Un membro MIM
La II lettera aiuta a comprendere la I, e potremmo intitolarla: Equivoci intorno a obbedienza e unità
Domenica
8 dicembre 2013, solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria,
Papa Francesco va a Santa Maria Maggiore (Roma) e, guarda caso,
incontra P. Fidenzio Volpi, Commissario Apostolico dei F.I. La gente smaliziata intuisce che non è un caso.
Guarda caso, a Santa Maria Maggiore qualcuno fotografa il Papa mentre saluta calorosamente P. Volpi. Le foto sono pubblicate su www.immacolata.com di P. Alfonso Bruno e su www.maryvictrix.com
di P. Angelo Geiger (uno dei 5 capi ribelli). Qualche giorno dopo un
vaticanista scrive che a quell’incontro il Papa avrebbe incoraggiato P.
Volpi a continuare la sua opera, con carità e fermezza… Il Santo Padre
avrebbe anche detto ai frati presenti all’incirca così: “Obbedite a quest’uomo” (cioè Volpi).
Siamo
convinti che, a parte saluti e convenevoli di cortesia, il Papa non era
a conoscenza dell’operato tirannico e calunnioso di P. Volpi e del suo
Segretario P. Bruno, il quale, da consumato esperto di comunicazione
qual è, ha poi inviato ai conventi F.I. le foto del Papa con P. Volpi e i
frati sorridenti. Che magnifico scoop … eh!?
Bel colpo di propaganda! Con questo tiro mancino e fraudolento P. Bruno avrà buon gioco a convincere frati e laici MIM sprovveduti che tutto quello che lui e P. Volpi fanno, dicono e scrivono, è tutto voluto e approvato dal Papa, dunque volontà di
Dio… In effetti questa è l’idea emergente da lettere “ufficiali”
(l’ultima, 8 dic. ‘13), parole e atti di P. Bruno, P. Volpi, e dei loro
alleati. Qualcuno ricorda l’episodio: “Da’ a bere ai ciucci…”?.
Sembra che tutti costoro applichino al duo Volpi-Bruno il dogma trinitario: tutto ciò che il
Figlio-Verbo opera e dice, lo vuole il Padre Eterno; ergo, tutto ciò
che Volpi-Bruno operano lo vuole il Papa! Volpi e Bruno “consustanziali”
al Papa ?… E mentre lo Spirito Santo produce frutti di santità, vocazioni e pace,
lo spirito di P. Bruno e P. Volpi porta invece terrorismo psicologico,
minacce, repressioni, soppressioni, sospensioni, falsità.
Frati
(es.: africani e filippini) e tanti laici dei cenacoli MIM del nord
Italia (Albenga-Imperia, Carpi, Ferrara…) sono confusi e intrappolati
dall’ambiguo concetto di obbedienza portato avanti dai frati di P. Volpi: chi non obbedisce a P. Volpi e a P. Bruno è contro il Papa, dunque nemico della Chiesa!
Questo falso ragionamento atterrisce e conquista frati e laici
intimiditi e ignari. Occorre chiarezza. Sì, obbedienza, ma “iuxta
modum”; la fede non sopprime mai ragione, verità e giustizia. Denunciare
e dissociarsi dalle malefatte di P. Volpi & soci (vedi vari articoli su www.libertaepersona) non va contro la vera obbedienza soprannaturale.
Ricorrere
alla Santa Sede e al Papa, perché sia ascoltata anche l’altra campana,
perché siano chiarite alcune accuse, non è disobbedire.
In
virtù della vera obbedienza, a P. Volpi e ai suoi complici F.I. non è
assolutamente lecito minacciare, intimidire, diffamare e calunniare quei
frati e laici stanchi di tale dittatura e desiderosi di informare la
Santa Sede.
Se
il Papa darà ragione ai manelliani, ingenui idealisti ed equilibristi
volpiani cercheranno di saltare sul carro dei vincitori dichiarando che
hanno semplicemente agito in buona fede… Forse sarà troppo tardi o sarà …
troppa grazia, sant’Antonio!
Sappiamo
che nella Curia Romana, P. Volpi e soci hanno potenti alleati, ad
esempio nella Congregazione dei Religiosi (CIVCSVA), la quale, diretta
dal card. Braz de Aviz, ha appoggiato gli antimanelliani sin dall’inizio
(2012). Secondo alcuni l’attuale CIVCSVA pare non avere nessun
interesse a salvare i F.I. dalle prepotenze di P. Volpi e P. Bruno. La
CIVCSVA non ne vuol sapere di “passaggio a Ecclesia Dei”, “Vetus Ordo
preferenziale”, ecc… Secondo varie fonti informative, alla CIVCSVA
interessa solo far diventare i F.I. come gli altri Francescani.
Azzeramento e sfascio. Non sappiamo che dire. Sarà vero? Per ora non
abbiamo elementi per dubitare di queste notizie. Tra il serio e il
faceto qualcuno addirittura desidera che la CIVCSVA venga presto “commissariata” e risarcisca i frati di P. Manelli dei gravissimi danni subiti con la Visita Apostolica e col Commissariamento…
Chiediamoci ancora: obbedire a p. Volpi? Certo. Se vuole che i terziari non portino l’abito o non facciano raduni ufficiali TOFI, si obbedisca. I laici, però, sono liberi di fare doveroso ricorso alla Santa Sede, e incontrarsi in diversi altri modi.
Ma
se obbedire a P. Volpi vuol dire accettare e condividere le accuse, le
diffamazioni e calunnie mosse contro P. Manelli e i suoi frati, allora
dobbiamo dire NON POSSUMUS, altrimenti peccheremmo tutti gravemente
contro l’8° Comandamento.
Altrettanto equivocato è il concetto di “unità”.
P. Volpi, P. Bruno ecc. insistono molto sull’ “unità”, e contrastano
con qualsiasi mezzo la prospettiva di separazione che affiora in quei
frati, oramai stanchi della distruzione in corso. Distrutto (pardon:
“sospeso”…soltanto?) il Seminario, spezzato il legame tra frati e Casa
Mariana Editrice, proibiti incontri MIM e TOFI (a chi non aderisce per
iscritto alla linea Volpi-Bruno), proibite per un anno le Ordinazioni
Diaconali e Sacerdotali, ecc. ecc.: è la distruzione della linea dei
Padri Fondatori. E P. Volpi, che in diverse occasioni ha detto di aver
l’ordine di sfasciare tutto (o di azzerare tutto), ha il coraggio di
dire (vedi circolare, 8-12-13) che lui non è distruttore del carisma FI…
(da lui chiaramente ignorato al 100%).
P. Volpi è un cappuccino “68” (sessantottino!),
e non potrà mai capire, apprezzare, accettare il carisma F.I. inteso
secondo Padre Manelli. Piuttosto, P. Volpi tende a decostruire e
ricostruire i FI secondo la sua mente e quella di P. Bruno. L’unità per
Volpi-Bruno è obbedire incondizionatamente ai loro voleri e disposizioni
ritenendole infallibili, indefettibili e superecclesiali.
Non tutti sanno che P. Volpi tiene riunioni o conciliaboli con frati anti-manelliani. Solo con loro! A l l a f a c c i a d e l l’ u n i t à ! I
“manelliani” non sono affatto convocati o informati: mai!… Forse P.
Volpi sta già preparando il futuro Capitolo e Consiglio Generale? Non
può essere altrimenti. Ma perché la maggioranza dell’Istituto, fedele ai
Fondatori, deve lasciarsi guidare da falsari e sicari dello spirito
F.I. ?…
Sempre
sulla base di ambiguità, falsità, equivoci, lo zelante Segretario P.
Alfonso Bruno gira o girerà per l’Italia alla ricerca di firme. In
ottemperanza a quella infausta circolare dell’8 dicembre 2013, P. Bruno
(e P. Volpi) vuol raccogliere sottoscrizioni anzitutto dai frati
seminaristi di Sassoferrato… Devono sottoscrivere tra l’altro che
vogliono continuare il cammino vocazionale come F.I…, s’intende alla
scuola di P. Bruno e P. Volpi.
Il
P. Bruno, grande manovratore, vuol servirsi di quelle firme per
ostacolare la petizione manelliana di un passaggio eventuale a “Ecclesia
Dei”.
Qualcuno
dovrebbe dire alla CIVCSVA e al Papa che P. Bruno e i suoi soci, con o
senza il beneplacito di P. Volpi, stanno compiendo una raccolta di
sottoscrizioni secondo il loro consueto stile, ben evidente in questi
mesi di mal-governo. Insomma fanno esattamente quello che hanno
ingiustamente attribuito ai frati “petizionari” desiderosi di stare
nella Chiesa come francescani mariani sui passi di P. Manelli e P.
Pellettieri, ossia fedeli all’Istituto FI di Diritto Pontificio già da 16 anni.
Siamo scettici sulla sottoscrizione da insensati proposta da Volpi & Bruno i quali, per il loro operato “sfasciatutto”, non danno nessuna garanzia sul futuro del genuino carisma F.I. che è soltanto quello di P. Manelli e P. Pellettieri.
I buoni frati che non hanno svenduto P. Manelli, P. Pellettieri e il Diritto Pontificio
…preferiscono l’unità nella Chiesa, col Papa e con i Fondatori. Meglio
la separazione tra manelliani e anti-manelliani, tra petizionari e
contro-petizionari. Ne guadagneranno tutti in pace. Finalmente!
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