ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 6 febbraio 2014

Boomerang degli orrori


6 febbraio 2014

Prova dell’esistenza di Dio è l’esistenza della chiesa, unica istituzione capace di sopravvivere al fuoco di duemila anni di storia. Prova dell’esistenza del diavolo è l’esistenza dell’Onu. Satana in ebraico significa Accusatore e l’Onu, ansioso di ricordare la propria esistenza, oggi accusa la chiesa delle peggiori malefatte. Il comitato Onu sui diritti dell’infanzia usa i bambini violentati da alcuni preti che hanno tradito Cristo per violentare la chiesa di Cristo, intimandole di benedire aborto e sodomia. I comitati non prevarranno contro di essa, chiaro, purtroppo però i comitati e gli altri organismi onusiani prevalgono ogni anno sul contribuente italiano nella misura di 130 milioni di dollari e passa. Non capisco perché si parla di abolizione delle province, che comunque qualche strada la asfaltano, e non di questi comitati, che la strada la fanno perdere. Quindi prego per l’istituzione di un comitato non-Onu sui diritti del contribuente violati dai comitati Onu.

Caschi blu contro il Vaticano?

Accuse di pedofilia alla chiesa, arriva un rapporto dell'Onu di una durezza senza precedenti

La commissione Onu per i diritti dei minori ha diffuso oggi un rapporto in cui contesta la condotta del Vaticano in materia di pedofilia che nei toni ha ben pochi precedenti. L'atto d'accusa è pesante: la Santa Sede non ha riconosciuto la portata dei crimini commessi, non ha adottato le misure necessarie ad affrontare i casi di abusi sessuali su bambini e a proteggere i minori, ha adottato politiche e pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi e all'impunità dei colpevoli.
Ecco perché, si legge ancora nel rapporto, il Vaticano dovrebbe rimuovere immediatamente e consegnare alle autorità competenti i responsabili di quegli atti, affinché siano sottoposti alla giustizia civile. Tra le richieste della commissione, anche quella di aprire gli archivi in cui sono registrati i nomi anche di coloro che hanno coperto tali crimini. Il punto più contestato riguarda le misure attuate dalla Santa Sede, che ha "spostato di parrocchia in parrocchia" i responsabili degli abusi. Inoltre – si legge ancora – "a causa di un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica, i casi di abuso sono stati anche difficilmente riferiti alle autorità giudiziarie nei Paesi in cui sono stati commessi".
Pedofilia, il boomerang delle accuse Onu


​L'attacco è frontale, durissimo. Un j’accuse pesante come un macigno, che il Comitato Onu per i diritti del fanciullo, dopo l’audizione del 14 gennaio scorso, scaglia nel suo documento conclusivo contro la Santa Sede, addebitandole il fatto che continuerebbe a violare la Convenzione sui diritti dell’infanzia, e criticando il Vaticano anche per le sue posizioni su omosessualità, contraccezione e aborto.
Un documento che la Santa Sede, nel prenderne atto e assicurando che «le osservazioni sui propri Rapporti... saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami nel pieno rispetto della Convenzione», nella sostanza respinge al mittente, mentre esprime «rincrescimento» nel «vedere in alcuni punti delle Osservazioni Conclusive un tentativo di interferire nell’insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell’esercizio della libertà religiosa».

In effetti il documento in questione, una volta assorbito l’impatto dei toni usati, appare del tutto surreale – se non cialtrone – e tale da far nascere più di un sospetto. Come per esempio quelli di cui si è fatto interprete monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente vaticano presso gli Uffici Onu a Ginevra (fu lui il 14 gennaio a presentare i Rapporti della Santa Sede alla Commissione): «Sembra quasi – osserva rispondendo alla Radio Vaticana sul testo diffuso ieri – che fosse già stato preparato prima dell’incontro del Comitato con la delegazione della Santa Sede, che ha dato in dettaglio risposte precise su vari punti, che non sono state poi riportate in questo documento conclusivo o almeno non sembrano essere state prese in seria considerazione»; o quando aggiunge che «probabilmente delle Organizzazioni non governative - che hanno interessi sull’omosessualità, sul matrimonio gay e su altre questioni - hanno certamente avuto le loro osservazioni da presentare e in qualche modo hanno rafforzato una linea ideologica».

In effetti, nel leggere il testo rilasciato dal Comitato dell’Onu, questi sospetti - e anche altri, come vedremo – appaiono più che fondati. Al punto che ancora Tomasi, nella stessa intervista, osserva come «non si può in due minuti rispondere certamente a tutte le affermazioni fatte - alcune molto scorrette - nel documento conclusivo del Comitato». Ciò non toglie che «la Santa Sede risponderà, perché è un membro, uno Stato parte della Convenzione», che ha ratificato e dunque «intende osservare nello spirito e nella lettera... senza aggiunte ideologiche o imposizioni che esulano dalla Convenzione stessa». E, proprio a questo riguardo, cita per esempio come «la Convenzione sulla protezione dei bambini nel suo preambolo parla della difesa della vita e della protezione dei bambini prima e dopo la nascita; mentre la raccomandazione che viene fatta alla Santa Sede è quella di cambiare la sua posizione sulla questione dell’aborto! Certo – aggiunge Tomasi – quando un bambino è ucciso non ha più diritti! Allora questa mi pare una vera contraddizione con gli obiettivi fondamentali della Convenzione, che è quella di proteggere i bambini. Questo Comitato non ha fatto un buon servizio alle Nazioni Unite, cercando di introdurre e richiedere alla Santa Sede di cambiare il suo insegnamento non negoziabile».

Di simili contraddizioni il documento, in effetti, è pieno. Come di alcune incongruenze che, se non fossero sintomo di una (colpevole) superficialità, sarebbero quasi da ridere. Come quando ad esempio si sollecita la Santa Sede ad adeguare sul tema della protezione dell’infanzia il suo «Codice canonico» (sic) alle indicazioni della Convenzione, ignorando evidentemente due cose: la prima, che il Codice canonico si occupa di altro e, la seconda, che lo Stato della Città del Vaticano s’è dato una legislazione per contrastare la pedofilia che, se fosse presa a parametro per misurare le altre legislazioni in materia, metterebbe "fuori legge" praticamente tutto il resto del mondo.
Con la vigorosa scossa impressa da Benedetto XVI, oggi del resto il Vaticano affronta i casi di pedofilia nella Chiesa «con un’esigenza di trasparenza», ha affermato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, e la prova è che «nei prossimi giorni o settimane» dettaglierà il piano e «il funzionamento della commissione creata per prevenirli».

Lombardi, raggiunto a Madrid dove si provava per un incontro promosso dalla Conferenza episcopale spagnola, nel commentare il rapporto dell’Onu ha osservato che «molto spesso si sono fatte spiegazioni molto ideologiche o parziali e noi dobbiamo dettagliare quali sono i problemi, continuare a rispondere a questi attacchi, spiegare la posizione della Chiesa». Il portavoce ha poi sottolineato che il cambiamento «più positivo e significativo» introdotto dal papa Francesco è «essere riuscito a cambiare la percezione del messaggio della Chiesa», anche se «nella sostanza, il magistero della Chiesa ha continuità. Non c’è una grande rivoluzione».

Salvatore Mazza

Coprono orrori e tiranni, si risparmino la predica

Le Nazioni Unite da sempre al centro di scandali. Nel comitato che accusa la Chiesa siedono Thailandia (e il turismo sessuale?) e Uganda (i bambini soldato?) Gio, 06/02/2014 - 08:51
Fa apparire la Chiesa come un covo di orchi in agguato il rapporto del Comitato dell'Onu per i diritti dei Bambini quando parla della Chiesa cattolica e sostiene che essa ha «sistematicamente» adottato politiche che hanno permesso ai preti di violentare e molestare decine di migliaia di piccoli innocenti nel corso degli anni.


Il rapporto chiede di aprire i suoi archivi sui preti pedofili e sui preti che hanno nascosto i loro crimini e in qualche modo collega la richiesta all'atteggiamento della Chiesa verso gli omosessuali, l'aborto e la contraccezione.

CONTEN

Un linguaggio da Onu, un organismo sempre aggressivo e di parte finché questo va d'accordo con le sue maggioranze automatiche e le sue scelte ideologiche, senza mai curarsi se questi diritti siano applicati da chi presenta i documenti, vota le mozioni, sventola la bandiera dei diritti umani. Sarebbe molto difficile trovare traccia di rispetto per gli omosessuali nell'atteggiamento di tanti Paesi che fanno parte delle varie commissioni per i diritti umani, compresa questa, e che i gay li impiccano o li imprigionano. Difficile sarebbe anche trovare rispetto per il diritto delle bambine a essere lasciate in pace fino a età ragionevole, mentre vengono sposate sovente fra i 7 e i 10 anni.
È chiaro, l'Onu agisce sempre in nome dei diritti umani più fondamentali, ed è evidente che anche qui il tasto che tocca può, deve, commuovere e mobilitare chiunque abbia un minimo di buon senso: la violenza contro i bambini, specie la violenza sessuale che approfitta della loro innocenza e buona fede, è il crimine più immondo, e la Chiesa ne sa davvero qualcosa. Le vicende di abuso sessuale che hanno cominciato ad affiorare nei primi anni di questo millennio negli Stati Uniti, coinvolgono quasi tutti i Paesi in cui sorgano seminari e parrocchie, Canada, Irlanda, Australia, Norvergia.
C'è una ricerca fatta nel 2004 negli Stati Uniti che dimostra che fra il 1950 e il 2002 ci furono 10.667 vittime di abuso sessuale sotto i diciotto anni e i preti coinvolti furono il 4 per cento dei 109.694 che lavoravano negli Usa. Una cifra molto alta e spaventevole, ma contenibile e affrontabile nonostante le molte reticenze, certo colpevoli, della Chiesa. Perché, magari non rispondendo come si deve alla domanda crescente dell'opinione pibblica, la Chiesa ha tuttavia cercato di reagire. Per esempio Benedetto XVI fra 2011 e 2012 ha ridotto alla stato laicale quattrocento sacerdoti e ha cercato, secondo quello che suggeriscono le sue fonti, di aiutare il corso della giustizia. Oggi Papa Francesco insiste per la massima trasparenza. Fu Benedetto XVI ad affermare che aveva affrontato il tema con «eccessiva lentezza» e che lo scandalo dei preti pedofili «era stato gestito in pessima maniera».
Dunque, il comitato dell'Onu ha una verità storica su cui impiantare il proprio attacco. Ma c'è anche la sua storia, che appanna i suoi giudizi. Infatti sorge subito un dubbio sui tempi e i modi quando a condannare con tanta verve sono degli emeriti bugiardi. Infatti come fidarsi dei giudici della violenza contro i bambini quando nel Comitato siedono la Thailandia, la Siria, l'Uganda? In Thailandia, si valuta che siano 400mila i bambini sotto i sedici anni costretti ai noti traffici, spesso destinati al turismo sessuale. In Siria, il peggiore di tutti gli abusi nei confronti dei minori è la loro persecuzione pianificata, l'uccisione, il rapimento, la tortura, lo stupro, che i due contendenti usano per debilitare psicologicamente l'altra parte. L'Uganda poi, costringe alla guerra almeno 25mila bambini fra gli 11 e i 16 anni, armati gli uni contro gli altri, li obbliga a spararsi, a sbranarsi,come galli da combattimento.
Come può pensare che giusto il Vaticano, che certo ha le sue responsabilità, possa essere indicato al pubblico ludibrio in maniera tanto consistente quando 223 milioni di bambini sono vittime di abusi nel mondo, secondo i dati dell'Unicef, e l'Onu non intraprende nessuna azione che mitighi davvero questa situzione? Come si può immaginare che promani dalla cupola del Vaticano la maggiore causa della violenza sessuale, quando in tutto il mondo musulmano si pratica il matrimonio forzato fra adulti e bambine anche sotto gli otto anni?
In Marocco il clerico Mohammed ben Abderrahman Al Maghraoui ha emesso una fawta che dichiara lecito sposare una bambina di 9 anni. E ce ne sono altre che stabiliscono l'età anche molto prima. Dunque, se si vuole combattere la pedofilia, lo si faccia. Ma non si è mai visto che una commissione dell'Onu abbia questionato questa palese violazione dei diritti umani: eppure qui si tratta di salvare decine di milioni di bambine da un evidente abuso sessuale.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/coprono-orrori-e-tiranni-si-risparmino-predica-989574.html

La democrazia dell’Onu: strumentalizza la pedofilia e odia la Chiesa

Onu1La Chiesa sotto processo. Ma non c’è un Tribunale, tantomeno competente. Perché a porre sotto una lente di ingrandimento il comportamento della Chiesa Cattolica è stato l’Onu.
Legittimamente? Diciamo che c’è la massima disponibilità dello Stato Città del Vaticano a collaborare in tema di pedofilia e a fornire informazioni e documentazione inerenti alla lotta contro gli abusi sui minori. Il monito dell’Organizzazione appare quindi da subito come un atto politico, molto mediatico.
Per capire quanto stiamo dicendo va ricordata un po’ di storia, ma senza annoiarvi. Va detto che in tema di diritti dell’Infanzia, era stata firmata una Convenzione da 193 Stati, tra i quali anche la Santa Sede, che richiedeva ai firmatari che i bambini fossero tutelati e protetti. Arrivando ai nostri giorni vanno poi ricordate le parole di Papa Francesco che raccontano della mano ferma della Chiesa ratzingerianacontro questo gravissimo scandalo: “Agire con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI”.
Ma l’opposizione del papa tedesco a questo crimine vergognoso, era partita molto prima.
Esiste un documento vaticano scritto in inglese nel 2003 e reso noto da poco che in sostanza, per quanto riguardava la denuncia degli abusi alle autorità civili, ordinava di seguire le leggi del luogo. Tradotto: In Francia e in alcune nazioni anglosassoni, la denuncia è obbligatoria. In altre, ossia dove la prassi non fosse obbligatoria, il Vaticano costringe i vescovi a incoraggiare le vittime a rivolgersi ai tribunali.
Potreste dire che nel 2003 non c’era ancora Benedetto XVI. Ma quando fu diffuso il documento venne chiaramente detto che la stesura del testo fu tutta “merito di Ratzinger cardinale”.
Alla luce di ciò, e chiarito che la Chiesa ha il dovere di purificarsi per essere davvero magistra, il durissimo rapporto dell’Onu assume un significato più strumentale, che sostanziale.
E l’indizio diventa prova, quando si scopre un passaggio, questo, sulla “Commissione – si legge nel documento diffuso a Ginevra – profondamente preoccupata perché la Santa Sede non ha riconosciuto la portata dei crimini commessi, non ha adottato le misure necessarie ad affrontare i casi di abusi sessuali su bambini e a proteggere i minori, ha adottato politiche e pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi e all’impunità dei colpevoli”.
Ma c’è di più. La Commissione si permette di criticare il Vaticano, e qui va detto senza se e senza ma, anche per le sue posizioni sull’omosessualità, la contraccezione e l’aborto.
In nome di quale principio democratico? E perché non entra a gamba tesa anche sulla questione della poligamia nell’Islam? E che dire di quegli animali sgozzati a sangue freddo dagli ebrei in osservanza del proprio credo? Non si pongono contro quei diritti degli animali tanto in voga oggi?
E ancora: anche contro il massacro dei cristiani l’Onu ha fatto finta di non vedere.
http://www.intelligonews.it/la-democrazia-dellonu-strumentalizza-la-pedofilia-e-odia-la-chiesa/

L’ONU BACCHETTA SUI PRETI PEDOFILI: ORA COSA FARÀ BERGOGLIO?

  • 1. UNA CATENA DI COMANDO HA OCCULTATO TUTTO
Marco Politi per ‘Il Fatto Quotidiano'
hollande in vaticano incontra papa francesco bergoglio
La folgore dell'Onu cade sul Vaticano e illumina violentemente colpe, omissioni, ritardi nel contrastare gli abusi sessuali del clero. Al tempo stesso costringe la Santa Sede a rendere conto di quanto ancora non sta facendo per portare alla luce i crimini commessi e assicurare alla giustizia i preti delinquenti.
Ci sono passaggi nel rapporto del Comitato per i diritti dell'infanzia, che sembrano scritti prima del 2010 quando Benedetto XVI fece pubblicamente mea culpa (nella sua lettera ai cattolici d'Irlanda) per i silenzi della Chiesa, il mancato ascolto delle vittime, la disapplicazione delle norme canoniche che punivano il crimine, l'assenza di intervento dei vescovi e - testualmente - la "preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali".
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON LEO MESSI IN VATICANO
Allora e in seguito Benedetto XVI ribadì più volte che i preti colpevoli dovevano sottoporsi alla giustizia civile. Sia Ratzinger che Bergoglio hanno inasprito la normativa del codice canonico e - a differenza della giustizia civile - i delitti cadono ora in prescrizione solo vent'anni dopo il raggiungimento della maggiore età della vittima. C'è quindi un prima e un dopo.
Della stagione precedente fa parte una catena di comando che non ha funzionato. La gran massa dei vescovi ha trattato il problema proteggendo generalmente i colpevoli. Esemplare il caso del cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo di Boston, trasferito a Roma alla basilica di Santa Maria Maggiore da Giovanni Paolo II per evitargli disavventure con la giustizia americana. Non ha funzionato il controllo della Congregazione del Clero.
Vergognosa la lettera che il prefetto della congregazione, cardinale Castrillon Hoyos, scrive nel 2001 al vescovo francese Pican per complimentarsi di non aver denunciato alla magistratura un prete, poi condannato per abuso di undici minori. Non ha funzionato, negli anni del pontificato di Giovanni Paolo II, la Congregazione per la dottrina della fede guidata dall'allora cardinale Ratzinger: congregazione troppo lenta, troppo legalistica nel reagire ad una serie di casi gravissimi venuti poi alla luce sulla stampa internazionale, troppo silenziosa sui crimini del fondatore dei Legionari di Cristo.
lucio adrian ruiz responsabile internet vaticano con Papa Bergoglio
Non ha funzionato la segreteria di Stato, retta dal cardinale Sodano, proprio nel caso eclatante di Marcial Maciel Degollado: il governo centrale della Chiesa non ha dato nessun seguito a lettere ufficiali pervenute tramite i nunzi e a denunce pubbliche sulla stampa. Papa Francesco nel suo primo incontro con l'attuale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede ha ribadito l'impegno della Chiesa a combattere la pedofilia nelle proprie file. Il rapporto Onu, rifacendo tutta la storia, mette però in luce tutto ciò che oggi ancora non funziona.
RATZINGER E BERGOGLIO jpeg
Vale poco l'obiezione di parte ecclesiastica che la Chiesa non è una multinazionale e il Vaticano non ne sarebbe il quartiere generale. Perchè certo il pontefice non può sapere cosa fa cosa fa un prete in Amazzonia, tocca al vescovo vigilare. Ma spetta ai papi e al loro governo vigilare che tutto l'organismo rispetti e applichi le leggi, che la Chiesa stessa si è data. Tanto più che il cattolicesimo gode - unico fra le religioni - di una fisionomia statuale. E allora il centro deve rendere conto del funzionamento delle sue norme in periferia. C'è da fare moltissimo.
Benedetto XVI incaricò le conferenze episcopali di dotarsi di Linee-guida per contrastare il fenomeno. Ci sono conferenze episcopali, che si sono dotate di strutture nazionali e diocesane serie, e ci sono conferenze episcopali - fra cui brilla la Cei - che finora si sono rifiutate in tutti i modi di assumersi responsabilità nel fare applicare le norme ecclesiastiche.
BERGOGLIO RATZINGER
È un atteggiamento di fuga, che non può continuare. Dopo il rapporto del comitato Onu per i diritti dell'infanzia è evidente che dal Vaticano devono arrivare indicazioni cogenti per tutti - con la creazione di strutture ecclesiali locali e nazionali per scoprire i crimini - se la Santa Sede non vorrà trovarsi di nuovo fra tre anni sul banco degli accusati.
Inoltre non è tollerabile restare a metà del guado rispetto al dovere di denuncia alla magistratura. In coerenza con gli auspici di Benedetto XVI, il Vaticano la deve dichiarare obbligatoria. Se la pedofilia è un crimine, come ha ricordato papa Francesco ai giornalisti tornando dal Brasile, l'omertà di un vescovo non è sostenibile. Dire ad esempio, come fa la Cei, che in Italia il vescovo non è un pubblico ufficiale, è ridicolo. Perché? Se io privato cittadino vedo che per strada massacrano una vecchietta, che faccio? Tiro avanti zitto perché non sono un pubblico ufficiale? Il lavoro del comitato di Ginevra si sta rivelando prezioso.
Grazie alle audizioni, cui sono stati chiamati i rappresentanti vaticani, è emerso che Benedetto XVI in due anni ha espulso 384 preti indegni. Bene. Il rispetto delle vittime esige che siano aperte inchieste in tutti i Paesi perché vengano alla luce i crimini nascosti e avvolti nel silenzio. Papa Francesco lo sa dall'esperienza che hanno fatto i suoi connazionali in Argentina.
Quando è in gioco la violazione dei diritti umani non esiste una trasparenza a metà. Non si fa pace con il passato, se prima non si porta alla luce tutta la verità. Chiarendo chi è stato colpevole e chi complice. Il comitato ha toccato anche un punto delicato, che finora era stato sempre rimosso: il destino dei figli dei preti. Non c'è dubbio che tutto ciò rappresenti una sfida per il pontificato di Francesco. Ma la Chiesa non può eluderla.
2. FINITA LA TREGUA TRA MONDO E FRANCESCO
Da ‘Il Foglio'
Dicono che il comitato Onu che ha sferrato un feroce attacco alla chiesa cattolica è composto di esperti indipendenti. Non esistono in queste materie affrontate dal comitato, pedofilia aborto contraccezione omosessualità, esperti indipendenti.
L'Onu è un pozzo di dipendenza ideologica, perfino tossica, dall'ideologia del contemporaneo: le accuse indiscriminate di pedofilia e di protezione canonica della pedofilia del clero sono una bugia statistica, che converte in comportamenti pandemici le devianze sessuali abusive dei bambini di una infima frazione del medesimo.
CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW
Sono sopra tutto l'altra faccia del progetto di modificazione identitaria e strutturale del cattolicesimo, perseguita attraverso l'aggressione al Vaticano come Santa Sede della chiesa, ai vertici della gerarchia episcopale in tutto il mondo.
Gli esperti indipendenti Onu si riuniscono a Ginevra, magnifica e colta città ma per eccellenza anticattolica, o nella città più modernamente bella e moralmente corrotta del mondo, New York, e sermoneggiano corteggiando le paure e i pregiudizi anticattolici della bella gente che conta, in particolare nel nord americano ed europeo segnati dalla Riforma protestante, allo scopo di demolire ciò che è percepito, il cattolicesimo, come l'ultimo ostacolo sulla via della redenzione dalla religione (che è una cosa diversa dallo spiritualismo new age).
Perseguono l'affermazione di un puritanesimo religioso che riscatta con le campagne antifumo e quelle antipedofili, parte integrante della ricca piattaforma politicamente corretta, il patto con il diavolo contratto in tema di aborto, divorzio, eutanasia, contraccezione come bandiera anti-natalista invece che come prassi in certi casi obbligata, ed eugenetica dispiegata.
messa 03 bernardlaw boston pedo
Un'ideologia di morte, affine alle pratiche naziste e totalitarie degli anni Trenta europei del Novecento (eutanasia dei deboli, superomismo come segno della libertà femminile riproduttiva), opportunamente targata Nazioni Unite, si fa premura per l'incorruttibile identità dell'infanzia, in un gioco a mentire, deformare, ingigantire, giuridicizzare che è in sé pericoloso, violento, invasivo e distruttivo del pluralismo dello spazio pubblico sociale.
Quello spazio in cui i cattolici in quanto cattolici, e i preti e i vescovi nella loro funzione sacramentale e apostolica, hanno il diritto di vivere senza che gli esperti indipendenti allevati nel salotto di Kofi Annan e dei suoi compari della pseudo "liberal society" metropolitana si sentano autorizzati a dettare le regole del diritto canonico e dell'umanità e paternità del sacerdozio agli eredi di Gesù Cristo, di san Paolo, sant'Agostino, san Tommaso, Ignazio di Loyola e molti altri santi laici, razionalisti o mistici.
MARCIAL MACIEL
La chiesa ha forgiato l'individuo moderno come persona, ha emancipato il mondo dalla superstizione alimentando un legame sponsale tra fede e ragione, dando ragione della fede cristiana e allargando l'orizzonte della ragione umana, ciò che è il suo patrimonio più prezioso, oggi a rischio di impoverimento per una serie di equivoci spiritualisti.
1 maciel degollado
Le pratiche degli esperti indipendenti hanno portato alla rinuncia di Ratzinger, altro che l'attendente di camera e i leaks di quattro fregnacce finanziarie, e ora dopo una tregua determinata da verità ed equivoci nutriti dal nuovo Papa Francesco si rimettono all'offensiva, scommettono sull'emarginazione della chiesa da sé stessa, sulla sua remissiva incapacità di risposta, e rilanciano il loro progettino in vista del Vaticano III sinodale su famiglia, gender, sessualità, matrimonio e vita nell'ambito comunionale cattolico e nel mondo laico esterno alla chiesa.
La nostra speranza laica, razionale, di sostenitori gratuiti di una verità che riguarda il nostro modo liberale di vivere, che comprende la libertà della chiesa, è che il Vaticano di Francesco sappia dare risposte a tono. Vedremo per il futuro. Il primo passo è decisamente timido, ed è stato fatto ieri in serata. Si affida a un comunicato interno alla logica istituzionale del comitato che ha sferrato l'attacco e a una dichiarazione di monsignor Silvano Maria Tomasi, con funzioni diplomatiche all'Onu di Ginevra.
KOFI ANNAN JIMMY CARTER HENRY KISSINGER
Si attribuisce correttamente all'organismo Onu la volontà di interferire con l'insegnamento cattolico in materia di vita umana, ma senza l'enfasi necessaria; si insinua che il testo, come da altre fonti è confermato al Foglio, era pronto già da moltissimo tempo e non è stato riscritto alla luce delle modificazioni che la chiesa stessa ha introdotto nelle procedure per la sanzione degli abusi da parte di chierici; e si suggerisce, infine, che l'attacco è frutto delle pressioni lobbistiche di ong proabortiste, che scambiano volentieri la libertà della chiesa cattolica con la battaglia per il diritto di aborto.
 Ban Ki-Moon
Ma sono proteste nella migliore tradizione diplomatica della Santa Sede, laddove secondo noi è improcrastinabile una risposta di cultura e di libertà imperniata su ciò che la libertà morale e religiosa dei cattolici significa nel mondo moderno. Qui siamo all'intimazione onusiana di mollare sull'aborto e sul resto del non negoziabile, in perfetta continuità con lo sventramento delle tombe dei padri del Concilio effettuato dalla polizia belga mentre i vescovi di quel paese erano ristretti nelle loro sedi. Non è tempo di reazioni solo diplomatiche

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