ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 12 febbraio 2014

C'era una volta la Chiesa (di Cristo)..

Morale cattolica stravolta e “riscritta” dal vescovo di Treviri

mons. Stephan Ackermann(di Mauro Faverzani) Provocano sofferenza e dolore le scioccanti parole pronunciate da mons. Stephan Ackermann, Vescovo di Treviri, dirompenti come un fiume in piena: rotti gli argini della fede, hanno devastato la Dottrina cattolica, ferito la sensibilità dei credenti, sconcertato tutti. Complice la solita intervista, rilasciata questa volta al quotidiano “Allgemeine Zeitung”.

Secondo un recente sondaggio, i cattolici delle diocesi tedesche riterrebbero esser fuori dal mondo i divieti imposti dalla morale sessuale della Chiesa: richiesto di un commento in merito, mons. Ackermann non ha fatto mistero di voler letteralmente stravolgere regole e precetti: «Dobbiamo rafforzare il senso di responsabilità delle persone – ha detto – ma poi dobbiamo anche rispettare le decisioni da loro assunte in coscienza». Sull’accesso ai Sacramenti per i divorziati risposati, «siamo qui a far proposte», ha ribattuto, come se tutto non fosse da sempre già stabilito e chiaro.
Circa i rapporti prematrimoniali, si è quasi rammaricato: «Non possiamo cambiare completamente la Dottrina cattolica – ha dichiarato – ma possiamo elaborare criteri per i quali in questo o quest’altro caso concreto siano giustificabili. Non ci sono solo l’Ideale da una parte e la condanna dall’altra». Evidentemente quel che insegna la Chiesa Cattolica poco gl’importa… Ancora su pianificazione familiare e contraccezione: «La distinzione tra contraccezione naturale e non – ha “esternato” mons. Ackermann – è in qualche modo artificiosa. Temo che nessuno la capisca più…».
E per l’omosessualità la Chiesa dovrebbe, a suo dire, fare appello al senso di responsabilità del singolo: «La visione cristiana dell’uomo passa attraverso la polarità dei sessi, ma noi non possiamo semplicemente bollare l’omosessualità come innaturale», benché essa non debba essere vissuta in promiscuità e quale fonte di gratificazione. Certo la Chiesa Cattolica pone come punto fermo l’unicità del matrimonio tra uomo e donna, ha proseguito, ma quando una vita di coppia, vissuta in modo fedele e cosciente, venisse iscritta in un apposito registro, «certo non potremmo ignorare l’assunzione di tale responsabilità», benché ‒ bontà sua… ‒ non ritenga essere «una soluzione» percorribile neppure la benedizione delle coppie gay promossa nelle comunità protestanti. Sconcertante.
Il celibato dei preti, a suo giudizio, non rappresenta canonicamente «un dogma», benché abbracciare il sacerdozio significhi oggi anche conformarsi a tale stato di vita. Cosa ci riservi il futuro, però, ha concluso sibillino mons. Achermann, non sarebbe dato prevedere…
Ciò che, invece, già oggi è assolutamente certo è l’atteggiamento ambiguo e provocatorio tenuto dalla Chiesa tedesca, specie in fatto di morale, tema su cui recentemente ha premuto l’acceleratore, creando in fretta e furia nuove fratture e scavando nuovi fossati: non a caso, proprio in Germania, a Francoforte, nella parrocchia di Maria Hilf im Gallus, si è da tempo autocostituita una prima comunità di credenti omosessuali, denominataProgetto: cattolico e gay, inventata per «lenire il dolore» provocato dalle gerarchie ecclesiastiche, accusate d’esser poco comprensive per il solo fatto di ribadire la Dottrina di sempre ovvero quella del buon senso e dell’adesione vera alle Scritture. L’aberrante esperimento di Francoforte fu malauguratamente approvato dall’allora Vescovo di Limburg, Franz Kampfhaus, ed a nulla sono servite le forti e vibrate critiche mosse dal suo successore, mons. Franz-Peter Tebartz-Van Elst.
Della comunità Progetto: cattolico e gay si è occupato con estrema, anzi eccessiva benevolenza il teologo Gregor Schorberger: nella tesi del suo dottorato, ha definito importante, per i credenti omosessuali, avere un luogo riconosciuto, ove sentirsi accolti anche dal clero locale. Al punto da far purtroppo sorgere analoghi tentativi anche in altre Diocesi. Nel 1972 Paolo VI ebbe a parlare di fessure, da cui «il fumo di Satana» sarebbe «entrato nella Chiesa». Oggi quelle fessure sono diventati squarci e quel fumo ha solo anticipato l’azione devastante delle fiamme infernali, che lo hanno provocato. (Mauro Faverzani)
http://www.corrispondenzaromana.it/morale-cattolica-stravolta-e-riscritta-dal-vescovo-di-treviri/

 Cristianità occidentale, sei ancora viva?


Ho voluto intenzionalmente intitolare questo post così perché mi pare proprio il caso di farlo.
Mi è giunta notizia dei risultati relativi ai sondaggi che il papa argentino ha ordinato, per poter riflettere sui problemi relativi alla famiglia e alla società. I sondaggi dimostrano l'esistenza d'un forte allontanamento, anche da parte dei cosiddetti credenti, dalle indicazioni morali tradizionali. Quello che, però, non viene evidenziato (probabilmente perché si ha paura di vedere la tremenda realtà) è a che genere di "credo" aderiscono questi cristiani praticanti. Poco dopo il giubileo dell'anno 2000 era stato fatto un sondaggio di tal genere nelle scuole superiori di Roma con risultati talmente scoraggianti d'aver fatto trasecolare il card. Ruini (c'è da chiedersi in che realtà vivesse!). Da allora, da quanto ne so, nessuno ha osato verificare più niente.
A tutto questo si deve aggiungere quanto segue. Mentre la liturgia tradizionale, con testi che risentono dei dibattiti teologici e cristologici dei primi secoli, offriva chiari riferimenti su Cristo (in quanto Dio e uomo), sulla Trinità (come mistero tripersonale di un solo essere), sulle Persone divine (come comunione dei tre in un'unica volontà d'intenti che nasce dal loro unico essere), i testi liturgici di recente composizione sono sempre più sfuggenti in materia e generici.
Questo contribuisce ad alimentare nei cristiani praticanti idee sempre più sfocate su quello che riguarda il nucleo della loro fede (la Trinità e Cristo in quanto Dio e uomo). Inoltre, anche tra loro esiste una consistente tendenza a "demitizzare" i dogmi relativi a Dio e a Cristo. C'è da dire che il clero spesso non li aiuta affatto.
Mentre la Trinità non è più "capita" o accettata in senso tradizionale, Cristo diviene, al più, un uomo eticamente coerente, in funzione di una società più "umana" e "giusta". Si adagiano su questo piano almeno l'80% dei cosiddetti cristiani credenti e praticanti.

L'assenza di una reale coscienza teologica e dogmatica rende la Chiesa in Occidente assolutamente anemica. L'assenza di una spiritualità virile, forte e autentica in moltissime realtà ecclesiali, stende la Chiesa occidentale sul capezzale. Che senso ha riempirsi di attività per nascondere questo vuoto? Non è, forse, essere simili a chi rinfresca la facciata di un vecchio edificio senza accorgersi che le colonne portanti sono prossime a cedere?



Ebbene, davanti a questa intensa debolezza esistono persone che iniziano a dare forti colpi per fare cadere l'edificio. Riporto a titolo di semplice esempio un video, trovabile su youtube, di un'associazione mussulmana francese la quale, senza alcun timore, ridicolizza la fede cristiana. Ha campo libero proprio perché in Francia il Cristianesimo è ancor più anemico rispetto all'Italia. 
In particolare, in questo video viene ridicolizzata la Trinità servendosi di frasi evangeliche citate fuori contesto con una lettura razionalistica (in ciò questi signori sono simili all'ateo Oddifreddi) e con conclusioni chiare: la Trinità non è che una serie di contraddizioni logiche per cui è necessario aderire solo al Dio manifestato dal "profeta" Mohammed.

Quest'associazione mussulmana francese non ha fatto solo questo video ma tutta una serie di video fortemente anticristiani. 
Ebbene, oggi l'80% dei cristiani in Occidente non è in grado di dare una risposta alla verve di questo mussulmano. Tra questi cristiani anemici ci sarà sicuramente chi capitolerà e gli darà ragione. 

Tra quell'80% per cento probabilmente nessuno sarà in grado di capire che le questioni, così malamente esposte nel video, sono state già fatte ai tempi di san Giovanni Damasceno (VIII sec.) e che costui aveva già risposto. Nulla di nuovo sotto i sole!
Tra il 20% dei cristiani che potrebbero avere qualche arma culturale ci sarà sicuramente chi riterrà che san Giovanni Damasceno è "superato" e con lui tutta la riflessione patristica antecedente e posteriore. Ci sarà chi non conoscerà la prigionia tra i turchi di san Gregorio Palamas (XIV sec) e di come questo santo bizantino abbia già allora esposto il mistero della Trinità in termini così chiari da rischiare la vita.

Lo studio della patristica e delle chiare esposizioni dei padri pare non servire ad altro, nelle scuole teologiche cattoliche, che a ritenere i padri stessi superati in favore di una teologia odierna sempre più sfocata, vaga e inclusiva.

Così oggi tende prevalere l'idea di un Cristo simbolo di bontà, dove la Trinità stessa non vuol dire molto e lo Spirito Santo è, in fondo, un'espressione della coscienza umana. Queste idee peregrine, condivise e diffuse anche da don Franco Barbero, un prete cattolico ridotto allo stato laicale dal Vaticano, non sono nate da lui e continuano a diffondersi divenendo in buona parte volgata corrente. 
Se dopo innumerevoli anni il Vaticano è intervenuto contro le idee barberiane (ed è perciò stato stigmatizzato dai cosiddetti "progressisti"), i pastori davanti alle derive dogmatiche ed etiche dell'attuale mondo continuano a lasciare correre tacendo sempre più. Questa sembra pure essere la politica dell'attuale papa.

Essi non ricordano che, in realtà, chi condivide certe idee, pur credendo d'essere cristiano o cattolico, ha cessato d'appartenere al Cristianesimo: che senso ha dirsi cristiani dopo aver tolto a Cristo la corona della divinità?

Chi ha scoronato Cristo è divenuto, piuttosto, un ottimo terreno di semina per il "verbo" di persone come il mussulmano del video proposto. Oggi siamo a questo livello e a nulla serve compiacersi delle aperture di questo o quell'uomo di Chiesa, delle aperture verso i poveri di questo o quel papa...

Queste "glorie di cartapesta" altro non sono che un lacero paravento che nasconde a stento un cumulo di macerie e miseria (Cfr. Mt 23, 27). 

Una risposta dei Padri


San Giovanni di Damasco
Non mi pare giusto limitarmi a quanto detto ma, dinnanzi alla provocazione blasfema del mussulmano del video, propongo una delle argomentazioni usate dai Padri davanti a chi negava la Trinità.
La negazione della Trinità è prima di tutto una tentazione giudaico-cristiana. I giudeo-cristiani non potevano non avere un concetto rigorosamente forte dell'unità e dell'unicità divina. Dinnanzi alla loro difficoltà di ammettere la Triunità divina, la Chiesa per bocca dei suoi insegnanti qualificati, i Padri, ha sempre ribadito che la Trinità è una rivelazione divina e che fermarsi alle credenze giudaiche significa fermarsi all'ombra rifiutando il sole. (Che sia questo uno dei motivi per cui, ponendo l'Ebraismo nel novero delle religioni morte, i Padri sono volutamente dimenticati? Sono fortemente tentato a crederlo!).

Con l'insorgere dell'Islam il dibattito si fa ancor più serrato. Si creano permanenti dialoghi tra cristiani e mussulmani dove i primi tentano, spesso inutilmente, di mostrare le loro ragioni teologiche ai secondi. Da quando Damasco divenne proprietà dei mussulmani, si fecero periodici incontri e dialoghi. Da un certo punto in poi furono gli stessi mussulmani a troncarli: i cristiani dovevano finalmente capire d'essere una popolazione sottomessa e tale dovevano restare.

Ma come esplicavano la Trinità questi cristiani ai mussulmani del tempo? Lo possiamo vedere nel dialogo avuto da san Gregorio Palamas con i turchi dove il santo bizantino fa un paragone geniale e chiaro al contempo, paragone che sicuramente esisteva ben prima di lui.

Palamas paragona il Padre al pensiero umano, il Figlio alla parola proferita dall'uomo e lo Spirito al soffio emesso dall'uomo stesso nell'atto di pronunciare la parola.

Un uomo quando parla - è lo stesso Palamas a dirlo - in un istante solo pensa e parla, emettendo le parole con il soffio della sua bocca.
I tre atti non si possono dividere al punto che fanno una cosa sola in un'indivisibile unità. La Rivelazione ab extra della Trinità non può non svolgersi in questo modo altrimenti non si ha rivelazione alcuna! Ed è per questo che Dio si rivela come Trinità. È per lo stesso motivo che per la dottrina patristica Dio si è sempre rivelato come Trinità, pure nell'Antico Testamento.

Il Padre è l'origine di tutto, la fonte della divinità, come il pensiero umano è la fonte del discorso (= "Il Padre è maggiore di me" Gv 14,28). Il Figlio è l'espressione concreta del Padre (= "Chi vede me vede il Padre" Gv 12,45) come la parola è l'espressione concreta del pensiero. Per questo Cristo è denominato Logos (Gv, 1, 1), ossia "Parola del Padre". Lo Spirito è quella realtà con il quale il Padre si può esprimere nel Figlio, esattamente come il discorso si può esprimere attraverso il fiato umano. Lo "Spirito di verità" (Gv 16,13) da vita al Logos, proprio come il fiato umano da vita alla parola stessa permettendole di essere. È perciò che è pure detto "Spirito di vita" (2 Cor 3,6).

D'altronde è Spirito di verità proprio perché si esprime in perfetta conformità con il Padre e il Figlio, come l'alito segue il comando del pensiero umano e da vita alla parola facendola proferire dalla bocca.

Dio nel Nuovo Testamento si è manifestato come Trinità seguendo questa logica.

Davanti a queste spiegazioni, i mussulmani non riuscivano a controbattere, dal momento che erano di un'evidenza solare, impossibili da smentire tanto erano insite nell'esperienza quotidiana di tutti.

Ebbene, questa geniale spiegazione l'ho potuta imparare solo frequentando i testi patristici. Ma, oggi, chi mai la conosce? Chi mai la predica? Chi mai la testimonia?
Assistiamo, invece, sgomenti a gerarchie ecclesiastiche che, volens dolens, predicano un vero e proprio relativismo dogmatico in cui siamo distanti anni luce dalla mentalità dei Padri, che è la vera mentalità della Chiesa.

Fintanto che non si tornerà a queste fonti vivendole, la Chiesa in Occidente non riuscirà a ritrovare se stessa. Peregrinerà come un accecato tra i politeismi pagani (il Pantheon di varie credenze ritenute tutte leggittime e quasi intercambiabili) e il monotesimo vetero testamentario inteso come un rifiuto pratico della Trinità (ed ecco che Cristo diviene semplice sapiente e uomo). Ma questa non è mai stata la Chiesa del Nuovo Testamento, la Chiesa dei Padri, bensì una sua drammatica contraffazione. 

Oggi gran parte degli ambienti ecclesiali sono una patetica contraffazione della Chiesa. È questa la triste realtà.

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