U Libero di oggi, 12 Febbraio, Antonio Socci pubblica un interessante articolo intitolato Le dimissioni del Papa forse non sono valide (prima pagina e pag. 19). Esso rappresenta il seguito di Chi ha spinto Papa Benedetto a mollare e perché, pubblicato, sempre su Libero, il 9 Febbraio.
L'articolo propone una acuta disamina, documentata da citazioni di Cardinali, relativa alle anticipazioni che alcuni Porporati avrebbero fatto circa il termine del Pontificato di Benedetto XVI. Già lo stesso Socci, il 25 Settembre 2011, aveva dato notizia delle voci secondo le quali il Santo Padre non avrebbe regnato a lungo.
Ovviamente le rivelazioni meritarono all'epoca il biasimo di molti vaticanisti e di non pochi esponenti di Curia; salvo poi trovare riscontro nelle parole di alcuni Cardinali e, recentemente, dello stesso Card. Bertone, secondo il quale già a metà 2012 Benedetto XVI aveva ipotizzato di voler abdicare dal Soglio di Pietro.
Crediamo che ad Antonio Socci vada riconosciuta la capacità di aver saputo leggere con acutezza i fatti, e ancor più di averne colto la portata e le implicazioni canoniche. Temiamo tuttavia che questo articolo coraggioso possa rappresentare una sorta di suicidio mediatico, perché ha il merito - o il torto, a seconda di chi lo valuta - di mettere in evidenza un elemento di inaudita gravità nella vicenda delle dimissioni del Vicario di Cristo: le pressioni di alcuni Cardinali avrebbero potuto influenzare la libertà di decisione del Pontefice e quindi rappresenterebbero un motivo di invalidità canonica dell'abdicazione.
Dobbiamo dire che noi stessi avevamo paventato questa eventualità, suffragata non solo dalle ineccepibili argomentazioni di Socci, ma anche da quanto è trapelato da fonti dell'intelligence italiana ed estera. Non è un mistero che i servizi segreti nutrano gravi sospetti in tal senso, probabilmente perché sono in possesso di dati ulteriori.
Le conseguenze logiche dello scoop di Antonio Socci sono sotto gli occhi di tutti, e principalmente di quanti nei Sacri Palazzi temono che la notizia trovi ascolto e venga eventualmente approfondita e confermata da altre fonti autorevoli: se Benedetto XVI non ha canonicamente abdicato, egli è ancora Papa, e quindi non può essere Papa Francesco, invalidamente eletto da un Conclave che non avrebbe avuto ragione di esser convocato.
Ecco allora che un qualche Dicastero romano si troverebbe costretto a prendere atto che gli atti posti da Bergoglio sono nulli, dichiarandolo deposto, e riportando sul Soglio Benedetto XVI. E tra gli atti nulli, in quanto posti da un Antipapa, rientrano anche le nomine del Concistoro, il Consiglio degli Otto, oltre evidentemente all'Enciclica Lumen fidei ed all'Allocuzione Apostolica Evangelii gaudium, entrambe contenenti proposizioni eterodosse. Anche lo sciagurato commissariamento dei Francescani dell'Immacolata sarebbe nullo, e con esso il boicottaggio della Liturgia tridentina ad opera dell'ala progressista ed ecumenica della chiesa conciliare.
Per i Novatori questa eventualità rappresenta una sciagura immane, poiché vanificherebbe i tentativi - sinora coronati di successo - di portare la Chiesa Cattolica verso l'apostasia. E rimettere la tiara in capo a Benedetto XVI implicherebbe la sconfessione delle posizioni più controverse del Successore, rimandato a casa con tante scuse.
Abbiamo motivo di ritenere che, se la Curia Romana avesse il coraggio di trarre le debite conseguenze da un fatto che può trovare conferma con un'indagine relativamente semplice, il ritorno di Benedetto XVI comporterebbe uno scisma nella Chiesa Cattolica: certamente in quella parte dell'Episcopato elvetico e germanico che preme per rivoluzionare la Dottrina e la Morale avvalendosi del Sinodo di Ottobre, nel quale essi sperano di poter avere una sorta di Vaticano III. Probabilmente anche in non poche Diocesi del nord Europa e delle Americhe. Non è escluso anzi che Francesco possa essere scelto da costoro come Antipapa, vista la sua propensione a favorire una visione ultraprogressista, pauperista e mondana della Chiesa.
Lo scenario prospettato apre mille incognite, che peraltro vanno considerate anche laddove non si voglia affrontare il problema e, con ulteriori pressioni, si persuada Benedetto XVI a confermare la volontà delle dimissioni e la sua indisponibilità ad esser riconosciuto come Sommo Pontefice. Poiché altre pressioni si stanno facendo su Francesco perché faccia proprie le istanze del progressismo più estremo, in materia di matrimonio, morale sessuale, celibato ecclesiastico, il sacerdozio femminile e via dicendo.
Bergoglio si trova nell'imminenza di un empasse dinanzi al quale la possibilità di uno scisma è più che concreta: se avvallerà le istanze dell'Episcopato modernista, manomettendo il Depositum fidei, egli decadrà ipso facto dal Pontificato, che Nostro Signore ha istituito per custodire e difendere la Fede e la Morale, non certo per adattarle alla mentalità del secolo; la parte sana della Chiesa non potrà riconoscersi in queste scelte e dovrà eleggersi un nuovo Papa, dichiarando deposto il Pontefice eretico.
Se viceversa egli confermerà l'insegnamento immutabile della Chiesa, molto probabilmente una gran parte di Cardinali e Vescovi, non disposti a rinunciare alle temerarie innovazioni che sperano di ottenere dal Sinodo, si separerà da Roma creando uno scisma simile a quello luterano. E non è escluso che questi Vescovi e Cardinali eleggano un Antipapa - o più verosimilmente un Collegio di forma democratica che sostituisca il Papato - per mantenere una parvenza di governo sulla loro pseudochiesa.
Vi è una terza ipotesi possibile, e cioè che in presenza di un Papa invalidamente dimissionario e di un Papa invalidamente eletto, venga convocato un nuovo Conclave che nomini il successore di entrambi. Ma anche in questo caso lo scisma si ripresenterà dopo l'Habemus Papam.
Rimane da vedere se Benedetto XVI, che significativamente ha voluto mantenere il nome scelto come Papa, riterrà opportuno svelare l'arcano che ha condotto all'abdicazione, dichiarando di essere effettivamente stato forzato nella sua scelta, o se - proprio in ragione delle inquietanti prospettive che una sua eventuale conferma aprirebbe per la Chiesa Cattolica - egli non preferisca rimanere in silenzio o smentire tout court di aver ricevuto pressioni o ricatti.
Vero è che, nei pochi mesi di Pontificato, Francesco ha dimostrato di essere l'esatto opposto di Benedetto XVI, e di non aver alcuna intenzione di far propria l'ermeneutica della continuità. E se Benedetto XVI si è pentito per la fiducia accordata al Collegio Cardinalizio nello scegliere il suo successore, forse potrebbe trovare la Grazia di farsi carico delle sorti di una Chiesa già divisa e infeudata dai suoi stessi nemici.
A conforto della nostra tesi, ci permettiamo di citare le parole che San Francesco rivolse ai suoi frati, poco prima di morire; parole che suonano ancor più profetiche dopo l'articolo di Socci:
Nel momento decisivo di questa crisi, un personaggio non canonicamente eletto, elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore. Mentre gli scandali si moltiplicheranno, la nostra Congregazione religiosa sarà divisa tra altre che saranno completamente distrutte, perché i loro membri non si opporranno, ma consentiranno all’errore. Ci saranno così tante e tali opinioni e divisioni tra la gente, e tra i religiosi e i chierici che, se quei giorni malefici non fossero abbreviati, come annunciato dal Vangelo, anche gli eletti cadrebbero nell’errore (se fosse possibile), se in tale uragano non fossero protetti dall’immensa misericordia di Dio. Così la nostra Regola e il nostro modo di vita saranno violentemente attaccati da alcuni [si pensi al caso dei Francescani dell'Immacolata, che vivono la Regola nella sua formulazione più rigida]. Delle tentazioni terribili sorgeranno. Coloro che supereranno la grande prova riceveranno la corona della vita. Guai a quelli tiepidi che metteranno ogni loro speranza nella vita religiosa, senza resistere saldamente alle tentazioni consentite per provare gli eletti. Coloro che nel fervore spirituale abbracceranno la pietà con la carità e zelo per la verità, subiranno persecuzioni e insulti come se fossero scismatici e disobbedienti. Perché i loro persecutori, spronati da spiriti maligni, diranno che in questo modo prestano grande onore a Dio nell’uccidere e rimuovere dalla terra degli uomini tanto cattivi. Allora il Signore sarà il rifugio degli afflitti e lui li salverà, perché hanno sperato in Lui. E poi per rispettare il loro Capo, agiranno secondo la Fede e sceglieranno di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, acquistando con la morte la vita eterna, non volendo conformarsi all’errore e alla perfidia, per assolutamente non temere la morte. Così alcuni predicatori terranno la verità in silenzio e negandola la calpesteranno. La santità di vita sarà derisa da coloro che la professano solo esteriormente e per questa ragione Nostro Signore Gesù Cristo invierà loro non un degno pastore, ma uno sterminatore.
Nei Mattutini di oggi (Feria IV, De pistola secunda ad Timotheum, Lectio I, cap. 3, 1-13) si legge:
Sappi che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, empi, senza amore, sleali, calunniatori, intemperanti, intrattabili, disumani, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, amanti del piacere più che di Dio, gente che ha una religiosità solo apparente, ma ne disprezza la forza interiore. Guardati bene da costoro!
Non pare che il quadro apocalittico di San Paolo si discosti molto da quanto vediamo ai giorni nostri, né fanno eccezione alcuni indegni ecclesiastici. Preghiamo dunque perché la Provvidenza illumini la sua Chiesa. E perché la verità venga alla luce.
http://opportuneimportune.blogspot.com/2014/02/antonio-socci-e-il-secretum-pontificis.html
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