Oggi
la confusione regna sovrana, soprattutto in ambito religioso. Solo uno
spirito grossolano o totalmente disinformato può non rendersene conto.
Se poi qualcuno è in cattiva fede, ossia conosce l'ordine della Chiesa
ma gli va bene questo andazzo irregolare, la sua situazione personale è
addirittura peggiore.
Ebbene, facciamo finta d'esserci persi in una regione sconosciuta, molto lontano dalla propria casa e dalla propria patria.
1)
Perché, una volta persi, sentiamo il bisogno di "tornare indietro"?
Evidentemente perché, dentro di noi, c'è il bisogno di recuperare quello
che fa parte della nostra storia, di quello per cui noi siamo noi e non
qualsiasi altro. Abbiamo bisogno di tornare a quello che sentiamo
essere la nostra vera vita.
Nella
condizione dello smarrito può esserci qualcuno che ci dice: "Non
tornare indietro, quello a cui pensi non esiste più e non ha senso, è
morto e passato. Alla fine tutto è uguale a tutto".
Davanti
a queste parole, sappiamo, con il cuore, che non è così! La mente viene
ingannata ma il cuore no! Il luogo che ci ha visti crescere non potrà
mai essere identico ad un altro, non potrà mai non esistere, dal momento
che esiste almeno in noi! Sappiamo che chi ci dice queste cose mente
sapendo di mentire. È un essere spudorato.
Applicazione al campo religioso:
quando un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che guardare alle
nostre radici, alla coerenza e alla tradizione cristiana non ha senso,
che tutto è uguale a tutto, che non si può più tornare indietro...
ebbene mentono sapendo di mentire poiché quello che caratterizza
l'esperienza umana non si può dissociare da quello che caratterizza
l'esperienza religiosa! Perché, allora, gli crediamo?
2)
Da smarriti, abbiamo bisogno di sapere in che regione sconosciuta
siamo, abbiamo bisogno di una carta geografica o di costruirne una (fu
la prima cosa che fecero gli esploratori del XVI secolo), abbiamo
bisogno d'una bussola per sapere in che direzione stiamo andando o, al
più, seguire le coordinate geografiche con il sorgere o il tramonto del
sole, con la posizione delle stelle.
Se
qualcuno ci raggiunge e inizia a dirci: "Lasciate perdere le carte e le
bussole, sono inutili. Fidatevi di chi vi dice ora bianco ora nero, a
seconda delle convenienze o delle simpatie", voi cosa penserete?
Sicuramente che vi sta ingannando.
Applicazione al campo religioso: quando
un sacerdote o un laico "religioso" ci dicono che non ha senso la
nostra ricerca nei testi del passato (i santi Padri, i teologi, i
documenti della Chiesa) e che conviene affidarsi a quello che dicono
varie autorità anche se si contraddicono (ieri alcune autorità religiose
cattoliche condannavano chi simpatizzava per le fedi non cristiane
perché le consideravano erronee e morte, oggi le stesse esaltano chi
simpatizza per queste fedi considerandole viventi e sorgente di
autentica conoscenza per il cristiano), perché pensiamo che dicono cose
assolutamente giuste e non c'ingannano?
Perché
continuiamo ad avere fiducia di queste stesse autorità nel momento in
cui oscurano il passato del Cristianesimo e se ne vergognano? Non parlo
di situazioni in cui si esercitò un abuso di potere ma di situazioni in
cui la dottrina veniva chiaramente esposta, definita, non edulcorata,
sfumata, messa da parte in favore di un puro umanitarismo buonista...
Se
riprendiamo la metafora della bussola e della carta è come se queste
autorità ci dicessero: "Lascia perdere questa carta, è troppo chiara;
butta via questa bussola, è troppo precisa. Oggi non si fa più così per
orientarsi: si va a simpatie. Se vedo una persona simpatica in quella
direzione vado per di là, se ne vedo un'altra in una direzione opposta
vado all'opposto. Ovunque c'è della verità e ogni verità equivale ad
un'altra: se uno ti dice che il nord è il sud ha ragione, se un altro ti
dice che il sud è l'est ha pure ragione!".
Come
mai non ci faremo imbrogliare da questi discorsi insensati nel caso
dell'orientamento geografico e lo facciamo ampiamente nell'orientamento
religioso? Non proviamo un poco di vergogna a farci umiliare così mentre
nelle cose umane correremo per via di avvocati solo per una piccola
mancanza di rispetto?
La
verità è che quelli che riescono a vederci un po' chiaramente sono ben
pochi e sono forse considerati un poco tontarelli. La maggioranza non se
ne fa pensiero (forse perché, alla fine, non gliene frega nulla della
fede e della Chiesa). Costoro non sospettano neppure lontanamente che
oggi chi alimenta la confusione e l'apostasia religiosa non sono i
"nemici" della Chiesa ma... molti dei loro stessi capi!
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