ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 aprile 2014

Quando si dice il caso!



Santità, se tre giorni prima di queste controverse canonizzazioni è successa una disgrazia, che succederà tre giorni dopo?


A tre giorni, tre, dalla canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, un doloroso incidente ha provocato la morte di un giovane di 21 anni.

Requiem aeternam dona ei, Domine,
et lux perpetua luceat ei. Requiescat in pace.
Amen.

Una morte connessa in qualche modo alla stessa Chiesa conciliare, perché è stata provocata dal crollo di una croce… conciliare.

Al dolore si unisce il concorrere di elementi che danno un significato sinistro a questo infausto accadimento.
La croce, in quel di Cevo, in Val Camonica, era stata eretta in occasione della visita a Brescia di Giovanni Paolo II, e il giovane che è rimasto schiacciato nel crollo abitava a Lovere in via Giovanni XXIII.


Se si volesse parlare di segni infausti si dovrebbe arrivare all’annullamento della cerimonia di canonizzazione dei due papi coinvolti nella vicenda.

Lungi da noi il voler avanzare accostamenti che potrebbero apparire irriverenti e inopportuni, conveniamo che non si può ipotizzare chissà quale rispondenza tra la disgrazia e la canonizzazione. Non si può ragionevolmente accostare la disgrazia, che è una cosa, e la canonizzazione, che è tutta un’altra cosa.
Quale nesso ci sarebbe? Se non il mero nesso temporale?
Poco importa che la croce fosse quella di papa Wojtyla e il giovane abitasse in una via intitolata a papa Rocalli.
Eppure, il nesso temporale c’è, e il nesso spaziale pure.
Sarà tutto un caso?


Noi non sapremmo dire alcunché di certo, ma una cosa è certa nella nostra coscienza e nella nostra intelligenza: il caso non esiste!
Dio esiste! Non il caso!
E un antico detto popolare ricorda che “non si muove foglia che Dio non voglia”.

Dove vogliamo andare a parare? A niente.

Intendiamo solo condividere con i lettori una parte delle nostre stesse riflessioni.
Tolto il caso, non si può negare che esista un chiaro richiamo simbolico tra gli elementi che accompagnano l’accaduto e la concomitanza con le canonizzazioni.
In entrambe le cose sono coinvolti, sia pure indirettamente, entrambi i papi in questione. E neanche questo può essere considerato un caso.
Qui è come se si trattasse di un avvertimento.

Già le canonizzazioni fatte in tempo di Pasqua, con un chiaro occhio di riguardo ai flussi turistici che interessano Roma, è qualcosa che lascia un po’ perplessi; poi si aggiunga la particolarità della doppia canonizzazione di due papi, che suggerisce facilmente che l’interesse di chi ha deciso la cosa non fosse tanto rivolto ai papi, quanto alla canonizzazione in sé. Una sorta di prevalenza dell’ottica propagandistica rispetto all’ottica religiosa, e in questo caso devozionale.
Si fa santo un papa e non si trova di meglio da fare che accorpare la cerimonia con la santificazione di un altro papa, una sorta di prendi due paghi uno.
Non c’è da riflettere?
Si può cercare di ridurre al  minimo l’ipotesi del “segno”, ma non si può evitare di considerare che certe cose non accadono a caso.
E gli uomini, e i fedeli, dovrebbero stare più attenti a certe “casualità”, figuriamoci gli uomini di Chiesa!
Ma, sembra proprio che gli uomini di Chiesa abbiano perso la capacità di ragionare e, soprattutto, di dedurre e di capire. È come se facessero tutto con leggerezza, mossi solo da sensazioni più o meno epidermiche e comunque sempre sospinti da preoccupazioni meramente umane, o per compiacere se stessi o per compiacere gli altri uomini. Una sorta di fascino del sensazionalismo in grado di colpire psicologicamente se stessi e gli altri.

La stessa croce che è crollata appare come un fattore emblematico di questo stato d’animo. Basta dare un’occhiata.


Una struttura gigantesca fatta per impressionare gli uomini, non per rendere omaggio a Dio. Fatta per sollecitare l’emozione, non per suscitare devozione. Fatta per rendere gloria all’uomo, non per rendere culto a Dio.
Commissionata dalla nuova Chiesa conciliare che ha messo l’uomo al posto di Dio e benedetta dagli uomini di questa nuova Chiesa che hanno di Dio una concezione invertita.


Si guardi la presuntuosa curvatura in basso di questa croce, che dovrebbe suggerire il volgersi amorevole di Dio verso l’uomo e che invece realizza, idealmente e plasticamente, l’allontanarsi di Dio dal Cielo e il Suo rivolgersi alla terra. L’esatto opposto del significato reale, naturale e soprannaturale della Croce.
Ci rendiamo conto che “eminenti” teologi, Ratzinger in testa, in questi anni hanno insegnato che l’amore di Dio si esprimerebbe col Suo ripiegarsi sull’uomo, ma questo non è l’insegnamento della Chiesa e la semplice logica del più piccolo dei fedeli non supporrebbe neanche una tale inversione della realtà divina-umana.


È dalla maestosa e incomprensibile altezza della Croce che Dio, per il Suo amore, attira a Sé gli uomini. Sono gli uomini che sentono il bisogno soprannaturale di elevarsi dalla terra al cielo, e la Croce, il Crocifisso, è lì a fare da richiamo, nella sua vertiginosa altezza soprannaturale, nel suo irraggiungibile stagliarsi nel cielo, tutto rivolto verso il Cielo e tutto sfolgorante della sua gloria, apparsa in terra per attrarre a Sé gli uomini e permettere ai peccatori di raggiungerLo, se vogliono.


Volere a tutti i costi invertire questo percorso, questo  orientamento, significa voler sostituire a Cristo che chiama tutti a Sé, un Cristo che si stacca da Sé e non si slancia più verso Dio Padre, ma verso l’uomo. La salvezza non ci è data dal Figlio di Dio che decide di farsi uomo, ma dal Figlio di Dio che si mostra all’uomo e che per questo decide di assumere forma umana per meglio farsi vedere, farsi sentire, farsi toccare dagli uomini ridotti ormai a non più vedere, a non più sentire, a non più toccare.


Il Figlio di Dio è venuto al mondo per fissare un ponte che dalla terra porti in Cielo, e lungo il quale gli uomini possono avviarsi per accedere a quel Regno che non è di questo mondo. Questa croce, invece, ci racconta di una incredibile curvatura del Cielo verso la terra, dove sarebbe Dio ad incamminarsi lungi dal Suo Regno per giungere al regno del Principe di questo mondo.


Una volta si parlava di edificazione e di elevazione dei fedeli, e lo stesso verbo “edificare” conteneva in sé l’idea dello stagliarsi dalla terra al Cielo… è il paradigma delle cattedrali gotiche. Oggi, la nuova Chiesa conciliare si industria in tutti i modi per suggerire ai fedeli l’esatto contrario: l’appiattimento in terra e l’abbassarsi del Cielo verso la terra.
Così non si edifica, si demolisce, non si eleva si abbassa, non si fa l’opera di Dio, ma l’opera dell’uomo… e dell’uomo decaduto.

Questa croce, di per sé rappresentativa dello smisurato orgoglio dell’uomo che si illude di poter sfidare impunemente ogni legge della natura, forza di gravità compresa, era chiaramente destinata a crollare, tutto di essa racconta di qualcosa che non vede l’ora di tuffarsi nella terra, e così è stato, ineluttabilmente.
La domanda è: ma potendo crollare in qualsiasi momento, come mai è crollata proprio a tre giorni dalla canonizzazione dei papi che hanno sostenuto questa dottrina cattolica invertita?

Sarà stato un caso!


Peccato che il caso è la scappatoia per gli uomini che non vedono e non sentono e non capiscono, quegli stessi uomini per i quali il Figlio di Dio e venuto in terra per tornare in Cielo dopo essersi stagliato alto e maestoso sulla Croce, non verso la terra, ma sopra la terra, non come un’aggiunta alla terra, ma come l’asse portante della terra, senza il quale il mondo degli uomini crolla e diventa il mondo dei demoni.

Questa croce esprime tutto questo e il suo crollo in concomitanza con la canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, è come un segno del Cielo, un monito perché gli uomini di Chiesa si fermino dall’andare sempre più verso l’abisso della perdizione.
Non è un caso che sia crollata!

Santità, se tre giorni prima di queste controverse canonizzazioni è successa una disgrazia, che succederà tre giorni dopo?

2 commenti:

  1. Non diranno nulla , è troppo imbarazzante anche per showman consumati

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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