L'americanismo di certi cattolici è duro a morire
di Andrea Virga
Nel presente decennio, l’atteggiamento del mondo cattolico conservatore verso gli Stati Uniti appariva in parte cambiato. Da una parte, risultava difficile anche agli americanisti più convinti sostenere un Presidente come Obama, progressista e nemico dichiarato dei principi non negoziabili. Dall’altra, l’affermarsi sulla scena internazionale del russo Vladimir Putin e la sua presa di posizione a favore dei valori tradizionali, che gli era valso il favore di molti conservatori occidentali, sembravano aver portato ad un superamento delle logiche da Guerra Fredda. Naturalmente, non ci si poteva aspettare chissà quale cambiamento repentino, però si sperava che questi schemi logori fossero stati abbandonati.
Tuttavia, in occasione del golpe di piazza che ha rovesciato il governo ucraino e il conseguente intervento russo in Crimea a tutela delle minoranze etniche, le posizioni di alcuni cattolici (quelli veri, non quelli “adulti”!) sono state segnate da una netta inadeguatezza a livello di strumenti per comprendere la questione. Esattamente come i neofascisti sono stati fuorviati dalla forte presenza nazionalista tra i manifestanti, allo stesso modosi è stati tratti in inganno dal fatto che i greco-cattolici si sono schierati contro Yanukovych. Ciò non deve stupire, dato che le regioni ucraine più intensamente nazionaliste, la Galizia e la Volinia, sono a maggioranza cattoliche, retaggio di secoli di dominazione polacca, la quale, dopo l’Unione di Brest (1596) aveva perseguitato gli ortodossi.
Nel resto del Paese, la percentuale di cattolici è minima, ma questo non ha impedito ad alcuni di parlare di persecuzioni da parte russa. Si cita, ad esempio, il caso di un sacerdote greco-cattolico in Crimea, trattenuto, interrogato ed espulso dalle nuove autorità. Ebbene, lo stesso articolo ammette che il religioso era in possesso di un ritratto di Stepan Bandera (capo dei collaborazionisti ucraini filonazisti) e di scritti di propaganda nazionalista. È evidente che se i sacerdoti, in spregio alla loro veste, si fanno attivisti politici, non possono poi farsi scudo della medesima e lamentarsi di essere trattati come tali.
In generale, comunque, i toni assunti da commentatori come Magni e Introvigne (vedi ad esempio qui e qui) riecheggiano la propaganda occidentalista della Guerra Fredda, dimostrando come la Presidenza di Obama non abbia posto fine all’ala neocon e alle infatuazioni americaniste. Stralciando le lodi mosse fino a poco tempo fa a Putin “difensore della famiglia”, ecco riesumato tutto l’armamentario maccartista e russofobo. Si ha avuto buon gioco, ad esempio, ad insistere sulla presenza dei comunisti ucraini tra le forze popolari che sono insorte a difesa del legittimo governo, tacendo il fatto che costoro sono stati in questi giorni vittima di violente aggressioni da parte degli squadristi ucraini. Oppure si è parlato di fantomatiche aggressioni russe, ignorando che il trattato di partizione della Flotta del Mar Nero autorizzava la presenza militare russa in Crimea e a Sebastopoli.
È chiaro però che qui non si tratta solo d’ignoranza, ma c’è una cospicua dose d’interesse e malafede. Si pensi alla presentazione del libro di Nicholas Gruner e Christopher Ferrara “Europa vs. Russia: la Madonna di Fatima e la pace” il quale sostiene che la Russia di Putin continui a diffondere i suoi errori, allo stesso modo dell’URSS, e costituisca quindi un pericolo per l’Occidente cristiano. La diffusione gratuita di 400.000 copie di questo libro in ambienti cattolici attesta che questo tipo di operazione ha dei finanziatori. Del resto, non sarebbe una novità la strumentalizzazione dei cattolici, specie in Europa, in chiave filostatunitense, con il pretesto dell’anticomunismo. Alcune organizzazioni cattoliche, lungi dall’essere state manovrate, hanno abbracciato di buon grado la causa dell’imperialismo a stelle e strisce.
Al di là del flusso di dollari e veline informative, è particolarmente interessante riconoscere e affrontare le aporie storico-filosofiche nel pensiero cattolico conservatore che hanno consentito questo corto circuito, a partire dallasubalternità culturale al conservatorismo laico e liberaldemocratico.Un altro grave errore è l’identificazione del cattolicesimo con l’Occidente e la confusione tra questo e l’Europa, in un’epoca poi in cui il cattolicesimo extraeuropeo acquisisce man mano influenza e potere. Il punto cruciale, tuttavia, è il mancato riconoscimento della rivoluzione liberale (tra il XVII e il XIX secolo) come una tappa fondamentale della sovversione, con il passaggio dalla riforma protestante e dall’umanesimo ad una teoria compiuta dell’individualismo, matrice di tutte le storture successive.
Non è, perciò, solo una questione di geopolitica, ma il problema è più profondo. Questi cattolici conservatori collaborano apertamente con l’imperialismo statunitense e occidentale, persino quando alla Casa Bianca siede Barack Obama, paladino della contraccezione, dell’aborto e dei matrimoni omosessuali, e l’Unione Europea si è palesata nel suo volto di Moloch burocratico-finanziario e progressista. C’è da chiedersi con quale faccia possano condannare le imposizioni sovversive e mondialiste di Bruxelles o di New York, quando nella pratica remano contro quelle realtà politiche, come la Federazione Russa, che tentano di difendersene!
Concordo con Giulietto Chiesa che, pur avendo idee lontane dalle mie, per quanto concerne questo argomento ha pienamente ragione: la Chiesa cattolica, ovvero la Chiesa di Cristo, universale, è in crisi perchè ha abbracciato il cosiddetto 'occidentalismo', che poi non è altro che una maschera del modernismo. Qui si apre una difficile argomentazione che tocca la Storia e la dottrina, ma soprattutto il concetto di AUTORITA' e POTESTA'. Sembra che i pontefici, dal CV-II in poi, abbiano abdicato alla loro missione, ma soprattutto alla consapevolezza di essere garanti del Paradiso, di essere stati investiti di un potere talmente grande, che è quello di legare o sciogliere, che siano stati presi dalla vertigine. Ecco la vittoria dei nemici della Chiesa che, ben consapevoli della forza invincibile di Pietro, hanno cercato, riuscendo, a imporre, attraverso il cavallo di troia, quella visione e attitudine buonista e falsamente miseri-cordina al successore del Principe degli apostoli. Non è tanto il peso che i cattolici devono avanzare nei confronti di un presidente totalmente fasullo, inaffidabile e pagliaccio, ma dovrebbe essere la consapevolezza che Dio, Signore della Storia, unico padrone dell'Universo, 'delega' la sua potestà nei confronti di qualsiasi potere deviato e la voce del Vicario di Cristo, che non dovrebbe scendere a patti con nessuno, forte del suo mandato soprannaturale e di potenza invincibile, ma dovrebbe far valere la Tradizione salvifica e la Parola di Nostro Signore. Non esiste sulla terra nessun potere o impero o imperialismo che non sia condannabile alla luce del Vicario di Cristo e alla luce del Vangelo. Un tempo si diceva 'Per Me Reges Regnant', oggi questo è venuto meno. I potenti dettano l'agenda al Papa e non il contrario. Ecco perchè i papi del Medioevo, del cosiddetto Medioevo che, a conti fatti e parafrasando la grande Pernaud è l'Evo della Luce, vengono visti come autoritari, violenti, guerrafondai, assetati di potere e militaristi. Sarà, fatto sta che erano consapevoli del vero compito che dovevano assolvere, a gloria di Dio e per gli uomini di buona volontà!
RispondiEliminaparole sante, anonimo!
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