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Per i cardinali Scajola era il “politico dei cattolici”
In una intercettazione l’ex ministro dice di avere l’appoggio di due cardinali e un vescovo
«Lo apprendo adesso, anzi l’ho appreso ieri, e questo dice tutto, non c’è assolutamente altro».
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e in questo caso soprattutto arcivescovo di Genova, nega recisamente ogni suo ipotetico sostegno alla candidatura di Claudio Scajola in vista delle elezioni europee di domenica prossima. A tirarlo in ballo indirettamente nella vicenda, un’intercettazione riportata dal Corriere della Sera e risalente solo a pochi mesi fa, il 17 febbraio per l’esattezza, quando l’ex ministro dell’Interno conversando con la moglie spiegava di aver appena ottenuto l’appoggio di importanti prelati per la sua candidatura alle elezioni per il Parlamento di Strasburgo.
Scajola in quel momento è fresco dell’assoluzione relativa alla vicenda dell’appartamento nei pressi del Colosseo a Roma in cui sono coinvolti anche Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, e l’imprenditore Diego Anemone; si tratta di alcuni degli esponenti di spicco di quel gruppo di potere passato alle cronache come la “cricca” le cui vicende sono legate alle cosiddette grandi opere e ai relativi scandali. Il gruppo aveva ottime entrature in Vaticano, lo stesso Balducci ricopriva la carica di gentiluomo di sua Santità; la medesima carica aveva Gianni Letta, braccio destro dell’ex premier Silvio Berlusconi e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nonché “ambasciatore” del Cavaliere Oltretevere; sottosegretario alla presidenza del Consiglio era pure Guido Bertolaso che diverse indagini hanno collegato al gruppo Anemone-Balducci. Questo il passato. Ma Scajola pensa già al futuro, alla rinascita, e dice che ben due cardinali e un vescovo hanno intenzione di sostenerlo in vista del prossimo voto europeo.
Si tratta di Francesco Coccopalmerio, attualmente presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi, dell’ex prefetto della Congregazione dei vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, e di monsignor Gaeatano Bonicelli, ex vescovo di Siena di recente coinvolto in un’indagine di riciclaggio che tocca lo Ior. In breve il piano è questo: Coccopalmerio con un passato nella diocesi di Milano e Re, proveniente dalla Chiesa di Brescia, garantiscono la mobilitazione sul territorio di quelle aree in favore di Scajola; poi Re fa sapere che avrebbe parlato con i cardinali Bagnasco e Bertone per portarli sulle stesse posizioni. Così Genova e il Piemonte, e un bel pezzo di Lombardia - ovvero la circoscrizione elettorale Nord-occidentale - almeno sotto il profilo ecclesiale, avrebbe avuto il suo candidato forte in “sciaboletta”. Secondo quanto riferisce lo stesso ex ministro alla moglie, i cardinali incaricano Scajola di rappresentare “i cattolici”; il cardinal Re - spiega il politico nel colloquio intercettato - parlerà “domani” in occasione del “sinodo” con Bagnasco e Bertone della sua candidatura. In realtà il giorno dopo si riunisce in Vaticano il collegio cardinalizio al gran completo per discutere del prossimo sinodo di ottobre: può essere che Scajola, sulle ali dell'entusiasmo, abbia un po’ equivocato i termini, ma la sostanza è chiara.
Così mentre il cardinale Walter Kasper preparava una dotta relazione sulla necessità di dare la comunione ai divorziati risposati e apriva un dibattito nella Chiesa universale che non si svolgeva dai tempi del Concilio, chissà si cosa si discuteva nei corridoi vaticani. Sta di fatto che il cardinale Bagnasco ha negato decisamente di essere stato messo a parte della vicenda.
Ma c’è un altro particolare che colpisce: la location scelta per la cena con i prelati dall’amico imprenditore di Scajola, Giovanni Morzenti – coinvolto anch’egli nelle indagini - è l’albergo-ristorante “Il Cantico” dietro il Vaticano. Il caso ha voluto che proprio la sera prima della pubblicazione della notizia, il cardinale Angelo Bagnasco abbia invitato i giornalisti - come tradizionalmente avviene ogni anno in occasione dell'assemblea generale della Cei – proprio al “Cantico”. Struttura che si rivuole fare alla tradizione francescana e intende devolvere i propri utili ai missionari sparsi per il mondo. E tuttavia si tratta di un ambiente tutt’altro che francescano dal punto di vista dell’ospitalità: riservato, elegante, con un bar di prim’ordine, ben quotato anche su Tripadvisor. È in questo scenario discreto e a due passi da piazza San Pietro che sarebbe avvenuta la fatidica cena.
Il crollo di Scajola va osservato però in un quadro più generale; si tratta infatti della caduta di un altro pezzo chiave del potere genovese di cui la Chiesa è tassello tutt’altro che secondario. La faticosa uscita di scena dell’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone è pure un elemento di questa storia, così come il “licenziamento” da parte del Papa del cardinale Mauro Piacenza – ultraconservatore formatosi alla scuola del cardinal Siri – rientra nello schema. La presidenza Bagnasco alla guida della Cei, inoltre, durerà ancora fino a novembre, ma non sembra destinata ad andare molto oltre. A tutto questo si lega anche la crisi di Carige in particolare con l’arresto dell’ex presidente Giovanni Berneschi, accusato di truffa e riciclaggio. Berneschi vantava fra i suoi amici lo stesso Scajola e il cardinale Bertone. Insomma è un mondo che, al di là degli esiti giudiziari delle varie vicende, sta andando in pezzi.
Allo stesso tempo emerge però un dato inquietante relativo al Vaticano. Mentre papa Francesco è impegnato nella riforma della Curia, delle finanze e del magistero, Oltretevere i vecchi vizi, come emerge da questi ultimi fati di cronaca, non si perdono. Così l’interessamento per le sempre più contorte vicende politiche italiane da parte di alti porporati di Curia – cosa discutibile anche sotto il profilo concordatario – prosegue imperterrito. E certo lascia di stucco che ancora nel febbraio del 2014 i cardinali identificassero in Scajola nientemeno che il rappresentante dei cattolici in Italia.
http://www.linkiesta.it/scajola-cardinali
FOTO L'attico del cardinal Tarcisio Bertone che fa infuriare Papa Francesco. E sui 15 milioni dello Ior: "Sotto studio"
Eccolo il superattico del cardinal Tarcisio Bertone che tanto ha fatto infuriare Papa Francesco. Il settimanale "Chi" pubblica le foto del palazzo San Carlo in Vaticano in ristrutturazione che ospiterà l'ex segretario di Stato. Un appartamento di 700 metri quadrati (ma il cardinale ha replicato che ne misura "solo la metà") proprio accanto al bilocale di 70 metri quadrati a Santa Marta, casa del Pontefice.
Non proprio un esempio di stile di vita sobrio, come auspica Bergoglio, nonostante in un tentativo di difesa Bertone abbia dichiarato che i lavori di ristrutturazione sono assolutamente a sue spese: "L'appartamento spazioso, come è normalmente delle residenze del Vaticano, e ristrutturato (a mie spese), mi è concesso in uso e dopo di me ne usufruirà qualcun altro", ha specificato Bertone in una recente intervista, sottolineando anche che si tratta di "voci malevole" quelle che vogliono Papa Francesco su tutte le furie per l'accaduto.
Uno stile di vita sobrio fa bene a noi e ci permette di condividere meglio con chi ha bisogno.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 24 Aprile 2014
Forse. Se tuttavia il papa può aver chiuso un occhio sul superattico, di certo non ha intenzione di chiudere il secondo sui 15 milioni dello Ior dati alla Lux Vide, vicenda in cui sarebbe coinvolto ancora il cardinale: "Nello Ior sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo Ior è per l'aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta. E questo è un buon lavoro, chiudere i conti di chi non ha diritto", ha affermato il Papa.
"La questione di quei 15 milioni - ha continuato il Pontefice - è ancora sotto studio, non è ancora chiaro che cosa è accaduto". Poi ha concluso: "Il Signore Gesù una volta ha detto ai suoi discepoli: "E' inevitabile che ci siano scandali, siamo umani e peccatori tutti". Il problema è evitare che ce ne siano di più. Nell'amministrazione economica serve onestà e trasparenza".
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/28/foto-attico-cardinal-tarciso-bertone-settimanale-chi_n_5402050.html?utm_hp_ref=italy
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/28/foto-attico-cardinal-tarciso-bertone-settimanale-chi_n_5402050.html?utm_hp_ref=italy
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