Papa Francesco e i Movimenti
L’Azione Cattolica sembra stia vivendo una nuova primavera, sotto la spinta propulsiva e l’incoraggiamento di Papa Francesco. “Andate nelle parrocchie e ricreate l’entusiasmo del Vangelo. Le parrocchie sono stanche, sfiduciate, devono essere risvegliate ed incoraggiate a proseguire con energia e forza il loro cammino”. Così il Papa si è rivolto ai componenti della più importante organizzazione del mondo cattolico, riunita nell’aula Paolo VI che recentemente ha rinnovato i propri vertici. Francesco ha coniato tre verbi che devono rappresentare le linee guida su cui l’Azione Cattolica è chiamata ad impostare il suo impegno: rimanere, andare e gioire.
Rimanere con Gesù, seguendo sempre il suo insegnamento; andare in giro ad annunciare il Vangelo ovunque, evitando di restare chiusi nelle proprie sedi, ricordando sempre che il luogo ideale per un cattolico è la strada dove si incontrano le persone e si può meglio annunciare il Vangelo; gioire con Cristo convincendo il mondo che la fede è gioia, allegria, voglia di vivere, non rinuncia alla felicità.
Papa Francesco è perfettamente consapevole del ruolo fondamentale che il laicato cattolico può e deve svolgere in seno alla Chiesa ed i movimenti ecclesiali da questo punto di vista sono fondamentali per favorire l’aggregazione intorno alle parrocchie e nella società. All’entusiasmo che Francesco ha dimostrato nei confronti dei militanti dell’AC, ha fatto da contro altare la diffidenza con cui invece ha accolto recentemente gli aderenti al Cammino Neocatecumenale. Anche loro sono stati ricevuti con tutti gli onori nella sala Paolo VI ma, la differenza di trattamento è stata evidente.
Mentre ai militanti dell’Azione Cattolica ha rivolto parole di apprezzamento con annesso invito ad intensificare il loro operato, ai neocatecumenali è sembrato rivolgere, seppur con tutta la simpatia, la mitezza e l’affetto tipici del Pontefice, più rimproveri che elogi. “Lavorate sempre per l’unità della Chiesa, siate comprensivi e generosi con chi sceglie di cercare Cristo anche fuori dal vostro percorso, siate aperti ed accoglienti con tutti, evitate forzature”. Leggendo fra le righe queste parole non ci vuole certo un interprete per capire che il messaggio di Bergoglio ai neocatecumenali è quello di cambiare rotta e difatti non sono stati pochi i commenti negativi seguiti all’incontro.
I giornali hanno ovviamente strumentalizzato le parole del Papa mettendo in evidenza una sua presunta ostilità verso i neocatecumenali, considerati troppo intransigenti Il Fatto Quotidiano ha addirittura scritto di un forte malumore dei vertici del movimento, intenzionati ad inoltrare una richiesta di chiarimenti al Santo Padre sulla corretta interpretazione delle sue parole. Perché, richiamare l’esigenza di unire e di non dividere, di non forzare chi non vuole entrare nel Cammino, di rispettare chi decide di seguire itinerari diversi, può essere inteso come un chiaro monito del Papa a non proseguire un modus operandi non condiviso dal capo di tutti i cattolici. I neocatecumenali del resto hanno sempre suscitato sentimenti contrapposti; ci sono vescovi entusiasti della loro presenza che ne promuovono l’operato, altri invece che li considerano una setta chiusa e pericolosa per il mantenimento dell’unità della Chiesa e ne ostacolano l’attività nelle diocesi; ma questo è normale, quasi fisiologico. E come sempre avvenuto ogni papa ha simpatie più o meno solidi con uno o più movimenti. Di Giovanni Paolo II si diceva fosse legato particolarmente all’Opus Dei, ma poi si è visto come, durante il suo pontificato, tutti i gruppi orbitanti nella Chiesa abbiano trovato ascolto e piena cittadinanza. Al punto che fra le critiche che Carlo Maria Martinirivolse a Wojtyla di fronte alla commissione chiamata a stabilire se sussistessero o meno i presupposti per la canonizzazione, c’è stata proprio quella di aver privilegiato il dialogo con i movimenti a scapito delle chiese locali. Anche Francesco evidentemente ha le sue preferenze.
E se l’Azione Cattolica è destinata a riacquisire prestigio a scapito dei neocatecumenali è il prezzo da pagare forse per una vicinanza eccessiva di questi ultimi ai settori più conservatori della Curia, quei settori che in passato hanno contrastato l’AC ritenendola troppo progressista. Sarà capace Bergoglio di mantenersi in equilibrio?
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