BILANCIO IOR A RISCHIO: ALTRE “BERTONATE” SONO VENUTE ALLA LUCE DURANTE LA STESSA ISPEZIONE PER ALTRE SOFFERENZE - ECCO COME L'OPERAZIONE LUX VIDE È COSTATA IL POSTO A BERTONE
Il bilancio dello Ior per il 2013 deve essere ancora certificato da Deloitte, e non è stato ancora pubblicato. Ma sicuramente la «perdita Lux Vide» inciderà pesantemente sui conti dello scorso anno della cosiddetta Banca vaticana. E il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente…M.Antonietta Calabrò per corriere.it
Il bilancio dello Ior per il 2013 deve essere ancora certificato da Deloitte, e non è stato ancora pubblicato. Ma sicuramente la «perdita Lux Vide» (che è emersa anche dall'ispezione on site dell'Aif diretta da Rene Bruhelart ed eseguita dalla società EY) inciderà pesantemente sui conti dello scorso anno della cosiddetta Banca vaticana.
BERTONE-BERGOGLIO
OSCAR-RODRIGUEZ-MARADIAGAhttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bilancio-ior-rischio-altre-bertonate-sono-venute-luce-durante-77618.htm
Vaticano
E il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente visto che altre operazioni di questo genere sono venute alla luce durante la stessa ispezione. Evidenziando ulteriori perdite, che unite al forte incremento dei costi dovuti alle società di consulenza, potrebbero ridurre moltissimo l'utile dello Ior.
Il costo per l'Istituto per le opere di religione della sola «operazione Lux Vide» nata nei giorni immediatamente antecedenti le dimissioni di papa Benedetto XVI è dunque di quindici milioni. Operazione compiuta perché il 31 gennaio 2013 doveva giungere a scadenza un prestito in obbligazioni convertibili sottoscritto a favore della Lux Vide di Ettore Bernabei da Intesa Sanpaolo il 18 novembre 2009. E parha ricostruito Panorama ) a 8.469.743,61 euro, costituto da 16.500.572 obbligazioni nominali al tasso annuo di interesse del 4,5 per cento. La Lux Vide, società di produzione da sempre vicina al Vaticano ottenne alla fine del 2012 che lo Ior subentrasse a Intesa.
BRUNO VESPA ANTONIO PREZIOSI ERNST VON FREYBERG
Secondo quanto confermato ieri al Corriere , la sottoscrizione da parte dello Ior non sarebbe passata formalmente attraverso gli organismi collegiali di vigilanza e controllo dell'Istituto neppure quando il 15 febbraio successivo è stato nominato il nuovo presidente von Freyberg.
Ma il «subentro» dello Ior a favore di Lux Vide si è risolto in un danno per l'Istituto, secondo l'analisi delle sofferenze svolta dalla società Promontory nel corso del 2013. Tanto che il Consiglio d'amministrazione e la stessa Commissione cardinalizia di controllo (allora ancora presieduta da Tarcisio Bersone) il 4 dicembre 2013, hanno deciso di chiudere l'operazione, stabilendo di disdire l'accordo e trasferendo le obbligazioni, convertite in azioni, a una fondazione vicina alla Santa Sede, azzerando perciò il valore delle partecipazioni.
ERNEST VON FREYBERG
La storia della Lux Vide ha inciso fortemente sulla governance dello Ior. Erano quelli i giorni della prima riunione del G8 dei cardinali e segnò lo slittamento di ogni trattazione del caso Ior (annunciato pubblicamente dal cardinale Maradiaga).
Il 15 dicembre 2013 papa Francesco ricevette in udienza il presidente onorario di Lux Vide Ettore Bernabei e suo figlio Luca. Il 5 gennaio 2014 il Corriere rivelò che il Pontefice aveva appena deciso di sostituire Bertone alla guida della Commissione cardinalizia con il cardinale Abril y Castellò. Dieci giorni dopo Francesco ha rinnovato per i quattro quinti la Commissione cardinalizia.
ETTORE BERNABEIDopo Ratzinger la parabola del potere finisce nei veleni
Al passaggio di consegne con il successore Parolin ha definito il suo settennato alla guida della Segreteria di Stato «ricco e travagliato». E non c'è pace neppure adesso per Tarcisio Bertone, primo ministro di Benedetto XVI per 7 anni e poi, per sette mesi, di Francesco. Il porporato salesiano, che il 2 dicembre compirà 80 anni, è di nuovo all'attenzione della cronaca.
Una nuova «tegola» sul cardinale che soltanto un mese fa era stato al centro di una polemica legata alla sua nuova residenza in Vaticano, un appartamento di circa 600 metri quadri in un palazzo del piccolo stato, all'ombra di San Pietro. Ma di problemi Bertone ne ha avuti altri, come la vicenda legata all'eredità del marchese Gerini ai Salesiani, alla stagione dei veleni di Vatileaks, capitata durante il suo mandato e che lo ha visto protagonista di scontri, come quello con l'allora segretario generale del Governatorato, Viganò.
Critiche arrivarono anche per la «gestione» dello Ior, con la defenestrazione del «suo» presidente dell'Istituto, Ettore Gotti Tedeschi nel maggio 2012.
Già fidato collaboratore di Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della Fede, diventa segretario e numero due dell'ex Sant'Uffizio nel 1995. All'inizio del 2003 diventa arcivescovo di Genova e viene nominato cardinale.
Nel giugno 2006 papa Benedetto XVI lo nomina segretario di Stato, ruolo che ricopre dal 15 settembre 2006, succedendo al cardinale Angelo Sodano. Un incarico che prosegue, però, anche in regime di «prorogatio» fin dal compimento dei 75 anni di età, dal 2 dicembre 2009 insieme a quello di Camerlengo.
Proprio come Camerlengo gestisce la sede vacante dopo le «dimissioni» di Ratzinger dell'11 febbraio 2013. Lascia il suo compito il 15 ottobre 2013 (anche se l'annuncio dell'arrivo del suo successore mons. Pietro Parolin è del 31 agosto), dopo 7 mesi di collaborazione con Jorge Bergoglio.
Benedetto XVI ha fatto di lui un segretario di stato con amplissimi poteri, capace di gestire largamente le nomine, spesso criticato per la sua esuberanza e il suo attivismo. Il 7 febbraio 2014 viene sostituito dallo stesso Parolin nella commissione cardinalizia di controllo dello Ior: «La mia sostituzione insieme a quella di altri membri della Commissione Cardinalizia di vigilanza dello Ior, credo sia stata una decisione anche fisiologica - aveva spiegato allora - cambiando il Segretario di Stato, che negli ultimi decenni ha ricoperto il ruolo di Presidente, era naturale che cambiassi anche io».
Entrato giovanissimo tra i salesiani, è stato ordinato sacerdote nel 1960. Quinto di otto figli, ha compiuto i suoi studi medi a Torino, nell'oratorio di Valdocco, passando direttamente al noviziato di Monte Oliveto (Pinerolo) attratto dalla vocazione salesiana. Ha rivelato che quando incontra papa Ratzinger (che una volta paragonò a Franz Beckenbauer) «parliamo anche di calcio e mi chiede cosa ha fatto la mia Juventus».
Sul leghista Roberto Calderoli che aveva sfoderato una maglietta anti-islamica in tv provocando ribellioni violente: «Certe persone andrebbero mandate a fare i lavori forzati in Cirenaica, per capire il valore vero del rispetto».
Critiche arrivarono anche per la «gestione» dello Ior, con la defenestrazione del «suo» presidente dell'Istituto, Ettore Gotti Tedeschi nel maggio 2012.
Già fidato collaboratore di Joseph Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della Fede, diventa segretario e numero due dell'ex Sant'Uffizio nel 1995. All'inizio del 2003 diventa arcivescovo di Genova e viene nominato cardinale.
Nel giugno 2006 papa Benedetto XVI lo nomina segretario di Stato, ruolo che ricopre dal 15 settembre 2006, succedendo al cardinale Angelo Sodano. Un incarico che prosegue, però, anche in regime di «prorogatio» fin dal compimento dei 75 anni di età, dal 2 dicembre 2009 insieme a quello di Camerlengo.
Proprio come Camerlengo gestisce la sede vacante dopo le «dimissioni» di Ratzinger dell'11 febbraio 2013. Lascia il suo compito il 15 ottobre 2013 (anche se l'annuncio dell'arrivo del suo successore mons. Pietro Parolin è del 31 agosto), dopo 7 mesi di collaborazione con Jorge Bergoglio.
Benedetto XVI ha fatto di lui un segretario di stato con amplissimi poteri, capace di gestire largamente le nomine, spesso criticato per la sua esuberanza e il suo attivismo. Il 7 febbraio 2014 viene sostituito dallo stesso Parolin nella commissione cardinalizia di controllo dello Ior: «La mia sostituzione insieme a quella di altri membri della Commissione Cardinalizia di vigilanza dello Ior, credo sia stata una decisione anche fisiologica - aveva spiegato allora - cambiando il Segretario di Stato, che negli ultimi decenni ha ricoperto il ruolo di Presidente, era naturale che cambiassi anche io».
Entrato giovanissimo tra i salesiani, è stato ordinato sacerdote nel 1960. Quinto di otto figli, ha compiuto i suoi studi medi a Torino, nell'oratorio di Valdocco, passando direttamente al noviziato di Monte Oliveto (Pinerolo) attratto dalla vocazione salesiana. Ha rivelato che quando incontra papa Ratzinger (che una volta paragonò a Franz Beckenbauer) «parliamo anche di calcio e mi chiede cosa ha fatto la mia Juventus».
Sul leghista Roberto Calderoli che aveva sfoderato una maglietta anti-islamica in tv provocando ribellioni violente: «Certe persone andrebbero mandate a fare i lavori forzati in Cirenaica, per capire il valore vero del rispetto».
La Stampa
(Giacomo Galeazzi)
http://ilsismografo.blogspot.it/2014/05/vaticano-dopo-ratzinger-la-parabola-del.html
Vaticano
Buco da 15 milioni, bufera su Bertone
La Repubblica
Vaticano
Buco da 15 milioni, bufera su Bertone
La Repubblica
(Paolo Rodari) Un’operazione da 15 milioni di euro per soccorrere un produttore televisivo del peso di Lux Vide (la serie di punta è don Matteo), e il cardinale Tarcisio Bertone finisce nella bufera. Quindici milioni che oggi mancano dal bilancio dello Ior. Quello stesso istituto che Papa Francesco vorrebbe dedicato soltanto ai poveri e alle esigenze della Chiesa in ogni latitudine del mondo.
È stata la Bild Zeitung a parlare ieri direttamente di un’inchiesta vaticana sull’ex segretario di Stato per appropriazione indebita. Anche se l’operazione finanziaria, parecchio contorta, sembra non avere violato norme della Santa Sede, almeno di carattere penale. E se il cardinale stesso si difende dicendo che «è tutto regolare», anche padre Federico Lombardi fa sapere che «non è in corso alcuna indagine di carattere penale da parte della magistratura vaticana ».
Certo, ciò non toglie che l’Autorità di informazione finanziaria (Aif), guidata Renè Bruelhart che proprio l’altro ieri aveva dichiarato in merito all’indagine di non potere «né confermare né smentire», non abbia fatti i debiti controlli e le opportune verifiche. Accanto ad essa, anche l’azione della procura di Roma e del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza che hanno all’esame da tempo alcune operazioni finanziarie della Lux Vide, seppure non risulti che sia in corso una specifica indagine sul prestito dello Ior.
Tutto sembra sia iniziato nel gennaio del 2013. Era un periodo delicato per la Santa Sede. Mancavano pochi giorni alla rinuncia al pontificato di Joseph Ratzinger (11 febbraio), mentre lo Ior già da tempo navigava senza un presidente essendo stato dimesso il banchiere Ettore Gotti Tedeschi. Soltanto nelle settimane successive, arriverà la nomina del nuovo presidente, il tedesco Ernst von Freyberg.
Era in quel momento che stava per scadere un prestito in obbligazioni convertibili firmato tre anni prima da Intesa San Paolo. Bernabei chiese aiuto in Vaticano. E lo Ior, il cui consiglio di sovrintendenza era guidato dall’allora presidente ad interim, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz e composto tra gli altri anche dall’americano Carl Anderson e dallo spagnolo Manuel Soto Serrano, sempre secondo quanto riporta la Bild, rispose sottoscrivendo un pacchetto di obbligazioni convertibili per un importo milionario. Il tutto senza che nessuno avesse considerato come valida l’opposizione alla stessa operazione fatta propria tempo prima dall’ex presidente Gotti Tedeschi.
Era stato, infatti, il Fatto Quotidiano a rendere noto un memorandum riservato nel quale Gotti Tedeschi, rispondendo a una sollecitazione mossagli dal manager Marco Simeon (vicino a Bertone), spiegava che «il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato». Bertone, che il prossimo 2 dicembre compirà 80 anni, si è ieri difeso pubblicamente spiegando che «non c’è nessun problema riguardo a questa operazione effettuata con tutta regolarità» e approvata dagli organi preposti, in particolare dal «consiglio di sovrintendenza dello Ior il 4 dicembre 2013», quando cioè lo stesso Bertone era ancora a capo della commissione cardinalizia di vigilanza dell’istituto.
Bertone ha detto poi di «non capire il perché di questi attacchi della stampa» da parte della quale «c’è molta invenzione». E ancora: «Sono più citato di altri cardinali ma non ne so il motivo». Bertone ha anche detto di essere in assoluta «sintonia» con papa Bergoglio. «A parte i sette mesi nei quali sono stato al suo fianco come segretario di Stato io continuo a lavorare: domani ho una riunione con la Congregazione dei Vescovi, stamattina ne ho avuta una con quella del Culto divino. Mantengo sei incarichi, questo è la prova che sono in sintonia con Papa Francesco, godo di tutta la sua stima». Del resto, fa sapere il porporato, «con il Papa ci siamo visti, mi anche salutato sull’altare della Confessione con un sorriso speciale e mi vuole bene ».
È stata la Bild Zeitung a parlare ieri direttamente di un’inchiesta vaticana sull’ex segretario di Stato per appropriazione indebita. Anche se l’operazione finanziaria, parecchio contorta, sembra non avere violato norme della Santa Sede, almeno di carattere penale. E se il cardinale stesso si difende dicendo che «è tutto regolare», anche padre Federico Lombardi fa sapere che «non è in corso alcuna indagine di carattere penale da parte della magistratura vaticana ».
Certo, ciò non toglie che l’Autorità di informazione finanziaria (Aif), guidata Renè Bruelhart che proprio l’altro ieri aveva dichiarato in merito all’indagine di non potere «né confermare né smentire», non abbia fatti i debiti controlli e le opportune verifiche. Accanto ad essa, anche l’azione della procura di Roma e del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza che hanno all’esame da tempo alcune operazioni finanziarie della Lux Vide, seppure non risulti che sia in corso una specifica indagine sul prestito dello Ior.
Tutto sembra sia iniziato nel gennaio del 2013. Era un periodo delicato per la Santa Sede. Mancavano pochi giorni alla rinuncia al pontificato di Joseph Ratzinger (11 febbraio), mentre lo Ior già da tempo navigava senza un presidente essendo stato dimesso il banchiere Ettore Gotti Tedeschi. Soltanto nelle settimane successive, arriverà la nomina del nuovo presidente, il tedesco Ernst von Freyberg.
Era in quel momento che stava per scadere un prestito in obbligazioni convertibili firmato tre anni prima da Intesa San Paolo. Bernabei chiese aiuto in Vaticano. E lo Ior, il cui consiglio di sovrintendenza era guidato dall’allora presidente ad interim, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz e composto tra gli altri anche dall’americano Carl Anderson e dallo spagnolo Manuel Soto Serrano, sempre secondo quanto riporta la Bild, rispose sottoscrivendo un pacchetto di obbligazioni convertibili per un importo milionario. Il tutto senza che nessuno avesse considerato come valida l’opposizione alla stessa operazione fatta propria tempo prima dall’ex presidente Gotti Tedeschi.
Era stato, infatti, il Fatto Quotidiano a rendere noto un memorandum riservato nel quale Gotti Tedeschi, rispondendo a una sollecitazione mossagli dal manager Marco Simeon (vicino a Bertone), spiegava che «il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato». Bertone, che il prossimo 2 dicembre compirà 80 anni, si è ieri difeso pubblicamente spiegando che «non c’è nessun problema riguardo a questa operazione effettuata con tutta regolarità» e approvata dagli organi preposti, in particolare dal «consiglio di sovrintendenza dello Ior il 4 dicembre 2013», quando cioè lo stesso Bertone era ancora a capo della commissione cardinalizia di vigilanza dell’istituto.
Bertone ha detto poi di «non capire il perché di questi attacchi della stampa» da parte della quale «c’è molta invenzione». E ancora: «Sono più citato di altri cardinali ma non ne so il motivo». Bertone ha anche detto di essere in assoluta «sintonia» con papa Bergoglio. «A parte i sette mesi nei quali sono stato al suo fianco come segretario di Stato io continuo a lavorare: domani ho una riunione con la Congregazione dei Vescovi, stamattina ne ho avuta una con quella del Culto divino. Mantengo sei incarichi, questo è la prova che sono in sintonia con Papa Francesco, godo di tutta la sua stima». Del resto, fa sapere il porporato, «con il Papa ci siamo visti, mi anche salutato sull’altare della Confessione con un sorriso speciale e mi vuole bene ».
http://ilsismografo.blogspot.it/2014/05/vaticano-buco-da-15-milioni-bufera-su.html
Buco allo Ior, bufera su Bertone
Finanziata la società cinematografica di Bernabei, amico dell’ex segretario di Stato, persi 15 milioni
CITTÀ DEL VATICANO
Un’operazione voluta dall’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone sarebbe costata allo Ior, la «banca» del Vaticano, una perdita netta di 15 milioni di euro che sarà registrata nel bilancio presentato a luglio: fondi usati per finanziare la Lux Vide, società di produzione televisiva e cinematografica di Ettore Bernabei, amico del cardinale. La notizia è stata rivelata ieri dalla «Bild Zeitung», in un articolo nel quale si affermava che sarebbe messo «sotto inchiesta» in Vaticano per questo. Il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, puntualizza «che non vi è in corso alcuna indagine di carattere penale da parte della magistratura vaticana». Ma non smentisce che sull’operazione siano in corso controlli e verifiche da parte dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria d’Oltretevere, il cui presidente René Bruelhart ha dichiarato al giornale tedesco: «Non confermerò né smentirò indagini a carico di Bertone, e non dirò nulla su casi specifici o casi personali».
La storia ha inizio nel gennaio 2013. Mancano pochi giorni al clamoroso annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. La Lux Vide di Bernabei - che ha tra i suoi soci il produttore tunisino Tarak Ben Ammar - è specializzata in film e sceneggiati Tv su personaggi legati alla religione e ha bisogno di un sostegno finanziario. Sta infatti per scadere un prestito in obbligazioni convertibili sottoscritto tre anni prima da Intesa San Paolo. Bernabei, che vuole evitare di perdere il controllo della società, si rivolge all’entourage di Bertone. Lo Ior, in quel frangente ancora senza presidente ma guidato dal direttore Paolo Cipriani, avrebbe dunque sottoscritto un pacchetto di obbligazioni convertibili per un importo milionario.
Nelle settimane successive, dopo l’annuncio delle dimissioni, Papa Ratzinger conferma la commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior presieduta da Bertone e approva la nomina del nuovo presidente della «banca vaticana», il tedesco Ernst von Freyberg. Il 13 marzo viene eletto Francesco, in giugno il Papa nomina una commissione d’inchiesta sullo Ior, i cui conti vengono vagliati dalla società di consulenza americana Promontory. Si arriva così allo scorso dicembre, quando l’operazione Lux Vide viene sottoposta al board dello Ior e alla commissione cardinalizia, ancora per poche settimane presieduta da Bertone. I porporati decidono di disdire l’accordo con lo Ior: le obbligazioni vengono convertite in azioni - evidentemente questo era l’accordo sottoscritto - e cedute a titolo gratuito a una fondazione vicina alla Santa Sede, che diventa così titolare del 17% di Lux Vide. Costo in perdita dell’operazione, quindici milioni, usciti dalle casse dell’Istituto per le Opere di Religione.
Va ricordato che una simile operazione, del valore di 20 milioni di euro - con cessione di quote del capitale azionario o la sottoscrizione di obbligazioni - venne tentata da Bernabei attraverso l’amico Marco Simeon, capo della struttura Rai Vaticano, già alla fine del 2010. L’allora presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, che pure era un estimatore di Bernabei, si era opposto fermamente e aveva bloccato tutto. In un memorandum riservato, reso noto dal «Fatto Quotidiano», Gotti aveva scritto a Bertone: «il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato». Il prestito è andato invece in porto due anni dopo. «Non c’è nessun problema riguardo a questa operazione, effettuata con tutta regolarità» e approvata dagli organi preposti, ha dichiarato ieri il cardinale, assicurando che «non c’è alcuna rilevanza penale». Resta la domanda su come sono stati usati i soldi dell’Istituto in questi anni.
Ior, Bertone e Bernabei, che cosa è successo nelle casse del Vaticano
21 - 05 - 2014Bruno Guarini
Fatti, numeri, ricostruzioni e precisazioni sulla complessa operazione finanziaria tra lo Ior e la società Lux di Ettore Bernabei, con il ruolo controverso dell'ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Tutti i particolari e le cronache dei principali quotidiani con sullo sfondo il caso di Ettore Gotti Tedeschi che si era opposto al prestito...
Non c’è alcuna inchiesta penale della Santa Sede. E’ quello che ha detto ieri sera padreFederico Lombardi dopo l’articolo del quotidiano tedesco Bild Zeitung che ha dato notizia di un’indagine interna degli organi vaticani su una complessa operazione finanziaria dello Ior con la società Lux, che produce tra l’altra la serie tv Don Matteo.
L’ECO SUI GIORNALI
La vicenda però ha avuto una vasta eco anche sui quotidiani italiani, in particolare sul Corriere della Sera, mentre Repubblica dandone conto si è concentrata dando rilievo particolare nel pezzo di Paolo Rodari alla versione rassicurante di Bertone. Vediamo di capirne di più.
LA TOSTA CRONACA DEL CORRIERE
Ecco quello che scrive il Corriere della Sera in un articolo di Fiorenza Sarzanini: “C’è un buco da 15 milioni di euro nei conti dello Ior. Soldi che sarebbero stati utilizzati dal cardinale Tarcisio Bertone, quando era segretario di Stato vaticano, per finanziare un affare del suo amico Ettore Bernabei, giornalista e produttore televisivo presidente della «Lux Vide». Per questo l’alto prelato è accusato di malversazione”.
L’INDAGINE AIF
L’operazione, effettuata attraverso società e conti correnti esteri, riguarda proprio l’acquisto di quote della Lux ed è stata ricostruita dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana. L’indagine si intreccia con quella avviata dalla Procura di Roma sulla gestione dei depositi dell’Istituto delle Opere Religiose e si concentra su quanto accaduto nel dicembre 2012.
LA RICOSTRUZIONE DEL CORRIERE
Il costo per l’Istituto per le opere di religione della sola «operazione Lux Vide» nata nei giorni immediatamente antecedenti le dimissioni di papa Benedetto XVI è dunque di quindici milioni. Ecco come la ricostruisce oggi Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera: “Operazione compiuta perché il 31 gennaio 2013 doveva giungere a scadenza un prestito in obbligazioni convertibili sottoscritto a favore della Lux Vide di Ettore Bernabei da Intesa Sanpaolo il 18 novembre 2009. E pari (ha ricostruito Panorama ) a 8.469.743,61 euro, costituto da 16.500.572 obbligazioni nominali al tasso annuo di interesse del 4,5 per cento. La Lux Vide, società di produzione da sempre vicina al Vaticano ottenne alla fine del 2012 che lo Ior subentrasse a Intesa.
Secondo quanto confermato ieri al Corriere , la sottoscrizione da parte dello Ior non sarebbe passata formalmente attraverso gli organismi collegiali di vigilanza e controllo dell’Istituto neppure quando il 15 febbraio successivo è stato nominato il nuovo presidente von Freyberg. Ma il «subentro» dello Ior a favore di Lux Vide si è risolto in un danno per l’Istituto, secondo l’analisi delle sofferenze svolta dalla società Promontory nel corso del 2013. Tanto che il Consiglio d’amministrazione e la stessa Commissione cardinalizia di controllo (allora ancora presieduta da Tarcisio Bertone) il 4 dicembre 2013, hanno deciso di chiudere l’operazione, stabilendo di disdire l’accordo e trasferendo le obbligazioni, convertite in azioni, a una fondazione vicina alla Santa Sede, azzerando perciò il valore delle partecipazioni”.
Secondo quanto confermato ieri al Corriere , la sottoscrizione da parte dello Ior non sarebbe passata formalmente attraverso gli organismi collegiali di vigilanza e controllo dell’Istituto neppure quando il 15 febbraio successivo è stato nominato il nuovo presidente von Freyberg. Ma il «subentro» dello Ior a favore di Lux Vide si è risolto in un danno per l’Istituto, secondo l’analisi delle sofferenze svolta dalla società Promontory nel corso del 2013. Tanto che il Consiglio d’amministrazione e la stessa Commissione cardinalizia di controllo (allora ancora presieduta da Tarcisio Bertone) il 4 dicembre 2013, hanno deciso di chiudere l’operazione, stabilendo di disdire l’accordo e trasferendo le obbligazioni, convertite in azioni, a una fondazione vicina alla Santa Sede, azzerando perciò il valore delle partecipazioni”.
I SOCI DI LUX VIDE
La Lux Vide – scrive Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera – è una società quotata almeno 80 milioni di euro, ritenuta strategica da chi si occupa di tv, visto che ogni anno viene finanziata dalla Rai con oltre 30 milioni di euro per la produzione di fiction. “La proprietà è di vari soci tra i quali figurano la «Rml comunicazione» della famiglia Bernabei, la «Prima Tv» dell’imprenditore tunisino Tarak Ben Ammar, Intesa Sanpaolo, la «Impresat» che fa capo alla Cei e la «Ricerche e Consulenze Az» del banchiere Pellegrino Capaldo”, spiega il Corriere della Sera.
LA NOTA DI BERTONE
Ieri, dopo il lancio della notizia del suo coinvolgimento da parte del giornale tedesco Bild, Bertone ha emesso una nota per assicurare come «la convenzione dello Ior con la società Lux Vide è stata discussa e approvata dalla commissione cardinalizia di vigilanza e dal consiglio di sovrintendenza nella riunione del 4 dicembre 2013, come dimostra il verbale relativo» e padre Lombardi esclude che si tratti di «un’azione penale».
IL RUOLO DI GOTTI TEDESCHI
Ecco quello che ha ricostruito Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera: “In realtà il retroscena di quanto accaduto lo hanno svelato proprio le indagini della Procura di Roma, affidate al Nucleo Valutario guidato dal generale Giuseppe Bottillo, sul ruolo dell’ex presidente Ettore Gotti Tedeschi. Le intercettazioni e le mail sequestrate avevano fatto emergere la volontà dell’allora direttore di Rai Vaticano Marco Simeon di far comprare allo Ior il 25 per cento della Lux Vide per 20 milioni. In una mail spedita a Gotti scriveva: «Credo fermamente nel progetto Lux Vide (…). Ho incontrato il presidente Geronzi col quale ho analizzato alcune strategie che qui ti trasmetto, affinché tu possa rivolgerle al cardinale (Bertone, ndr )…». Lo scambio di lettere va avanti per giorni e alla fine Gotti manifesta la propria contrarietà proprio nel memoriale spedito a Bertone: «Il valore richiesto non è frutto di vere valutazioni di mercato, il valore sarebbe molto più basso»”.
IL BILANCIO IOR
Il bilancio dello Ior per il 2013 deve essere ancora certificato da Deloitte, e non è stato ancora pubblicato, scrive oggi Maria Antonietta Calabrò del Corriere della Sera. “Ma sicuramente – aggiunge la Calabrò – la «perdita Lux Vide» (che è emersa anche dall’ispezione on site dell’Aif diretta da Rene Bruhelart ed eseguita dalla società EY) inciderà pesantemente sui conti dello scorso anno della cosiddetta Banca vaticana. E il quadro è destinato a peggiorare ulteriormente visto che altre operazioni di questo genere sono venute alla luce durante la stessa ispezione”.
COME HA INCISO LA LUX SULLO IOR
La storia della Lux Vide ha inciso fortemente sulla governance dello Iorm specifica il Corriere della Sera: “Erano quelli i giorni della prima riunione del G8 dei cardinali e segnò lo slittamento di ogni trattazione del caso Ior (annunciato pubblicamente dal cardinale Maradiaga). Il 15 dicembre 2013 papa Francesco ricevette in udienza il presidente onorario di Lux Vide Ettore Bernabei e suo figlio Luca. Il 5 gennaio 2014 il Corriere rivelò che il Pontefice aveva appena deciso di sostituire Bertone alla guida della Commissione cardinalizia con il cardinale Abril y Castellò. Dieci giorni dopo Francesco ha rinnovato per i quattro quinti la Commissione cardinalizia”.
LE ACCORATE PAROLE DI BERTONE A REPUBBLICA
Ha scritto oggi Paolo Rodari, vaticanista del quotidiano Repubblica: “Bertone, che il prossimo 2 dicembre compirà 80 anni, si è ieri difeso pubblicamente spiegando che «non c’è nessun problema riguardo a questa operazione effettuata con tutta regolarità» e approvata dagli organi preposti, in particolare dal «consiglio di sovrintendenza dello Ior il 4 dicembre 2013», quando cioè lo stesso Bertone era ancora a capo della commissione cardinalizia di vigilanza dell’istituto. Bertone ha detto poi di «non capire il perché di questi attacchi della stampa» da parte della quale «c’è molta invenzione». E ancora: «Sono più citato di altri cardinali ma non ne so il motivo». Bertone ha anche detto di essere in assoluta «sintonia» con papa Bergoglio. «A parte i sette mesi nei quali sono stato al suo fianco come segretario di Stato io continuo a lavorare: domani ho una riunione con la Congregazione dei Vescovi, stamattina ne ho avuta una con quella del Culto divino. Mantengo sei incarichi, questo è la prova che sono in sintonia con Papa Francesco, godo di tutta la sua stima». Del resto, fa sapere il porporato, «con il Papa ci siamo visti, mi anche salutato sull’altare della Confessione con un sorriso speciale e mi vuole bene»”.
Di sicuro la saga Ior-Bertone non finisce qui.
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