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mercoledì 11 giugno 2014

Sua Eccellenza chiede scusa.

 “Scusateci, siamo cattolici… ma non vogliamo infastidirvi”  Nuove sconcertanti dichiarazioni di Mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario della CEI: “…chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono…”

di Andrea Mondinelli

zzglntnOggi ho sentito a Radio Maria il notiziario delle 13.30 e ad un certo punto il conduttore del radio giornale, parlando della futura visita del Papa a Cassano sullo Ionio, ha accennato alla preparazione che la diocesi di mons. Nunzio Galantino, neo segretario della Conferenza Episcopale Italiana, sta intraprendendo in attesa dell’incontro: “all’interno della “missione scusa” dobbiamo imparare a chiedere scusa ai poveri, ai giovani, ai ragazzi ed ai non credenti”. Scusa ai non credenti, forse per il fatto di essere credenti? È proprio così: sono andato a fondo ed ho trovato l’intervista a Galantino che spiega:
Poi, chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono. Quindi, anche noi sul piano pastorale dobbiamo rivedere certi comportamenti, rivedere il modo con cui esprimere la nostra esperienza religiosa”.

Come contemporaneamente si riescano a fare e dire cose che non raggiungono i non credenti, ma, comunque, l’infastidiscono è un vero mistero! Cosa significa “rivedere il modo con cui esprimere la nostra esperienza religiosa”? Non pregare pubblicamente il Santo Rosario con l’inespressività dipinta sul volto? Evitare la processione del Corpus Domini? Boh!
Mi viene in mente una fulminante frase del teologo francese Louis Bouyer, che così tracciava la sintesi di mezzo secolo di prassi pastorale nel suo Paese:
“Il cattolico ‘militante’ degli anni 30 e 40 si proponeva la conquista. Dopo la guerra ha ripiegato sulla testimonianza. Con i preti operai ha tentato la presenza. Dopo il Concilio ha scoperto il dialogo. Poi ha cominciato a dire che voleva limitarsi a far compagnia. E adesso teorizza la necessità dell’assenza. Così il cerchio si è chiuso, finendo nel nulla”.
Francia, Italia: tutto il mondo è paese…
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Papa Francesco in Calabria il 21 giugno: la Diocesi lancia la ‘missione scusa’.
(estratto dell’intervista di Amedeo Lomonaco di Radio Vaticana a Mons. Nunzio Galantino)
Una tappa della missione è chiedere scusa ai giovani per non aver dato loro sempre le possibilità per realizzare i loro sogni: così, la diocesi sta mettendo in campo alcuni progetti.
CASSANO SULLO IONIO – Si è tenuta nella giornata di ieri a Cassano all’Jonio, in provincia di Cosenza, la conferenza stampa in vista della visita, in programma il prossimo 21 giugno, di Papa Francesco nella cittadina calabrese.
All’incontro hanno partecipato mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, e mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio.
Il presule, recentemente nominato dal Papa segretario generale della Cei, ha parlato dei contenuti della conferenza stampa e del viaggio del Pontefice.
…(omissis)…
… Come si sta preparando la comunità, la diocesi in vista della visita di Papa Francesco? 
R. -C’è veramente, e non poteva non essere così, un grande entusiasmo.
Ma c’è soprattutto la consapevolezza del dono che è stato fatto a questa Chiesa diocesana in maniera del tutto gratuita, perché evidentemente è una piccola comunità.
Quanto alle preparazioni – oltre a quelle che stanno pianificando i singoli movimenti, le singole parrocchie e le associazioni – abbiamo fatto anche un programma che si chiama “Missione scusa”.
Il Santo Padre ha detto che viene qui per chiedere scusa alla diocesi per aver sottratto il vescovo in alcuni giorni della settimana.
Allora, anche noi ci siamo posti questo problema.
Come vivere la preparazione?
E abbiamo intitolato la missione: “Anche noi vogliamo chiedere scusa”.
D. – A chi chiedere scusa?
R. – Vogliamo chiedere scusa ai poveri per averli lasciati tante volte soli per strada.
C’è allora l’impegno della Caritas nel vedere cosa significhi oggi chiedere scusa ai poveri.
Altra tappa della missione è chiedere scusa ai giovani per non aver dato loro sempre le possibilità per realizzare i loro sogni: così, la diocesi sta mettendo in campo – proprio in vista della visita del Papa-alcuni progetti.
Chiedere scusa ai ragazzi perché spesso abdichiamo dal nostro impegno di educatori.
Poi, chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono. 
Quindi, anche noi sul piano pastorale dobbiamo rivedere certi comportamenti, rivedere il modo con cui esprimere la nostra esperienza religiosa, ma anche chiedere scusa al territorio.
Il territorio calabrese è bellissimo ma, purtroppo, è sfregiato dall’egoismo.
Questo è il tipo di percorso di preparazione che stiamo facendo.
D. – A proposito di territori, la Calabria sicuramente trarrà giovamento dalla visita del Santo Padre. 
Qual è il suo auspicio per questa regione?
R. – Sicuramente, trarremo tutti vantaggio dalla parola illuminata, dalla presenza del Santo Padre.
Questa è una regione che ha bisogno di gente che stia un po’ di più per strada per conoscere quali sono le attese delle persone.
Attese che molte volte sono state gridate e vengono ancora gridate ma che altrettante volte purtroppo trovano orecchie molto, molto sorde.
Allora, se si riuscisse ad avere gente capace di ascoltare – e che dall’ascolto faccia poi derivare un impegno più concreto a favore delle categorie di cui parlavo prima- saremmo già a buon punto.
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Copia integrale del testo al seguente link: http://www.papaboys.org/papa-francesco-in-calabria-il-21-giugno-la-diocesi-lancia-la-missione-scusa/

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