ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 1 luglio 2014

Papa stanco, cambiano udienze?

Un problema di stanchezza esiste. Con alcuni collaboratori diretti il Papa ha toccato di recente il tema delle “visite ad limina”, e la possibilità di modificare le norme che le regolano. Ogni cinque anni ogni vescovo deve compiere un viaggio a Roma, “ad limina apostolorum”, per vedere il Papa e i capi delle principali congregazioni.
I vescovi sono aumentati di numero, e papa Francesco non ce la fa a ricevere tutti singolarmente, si stanca troppo.
marco tosatti


Papa Francesco come sta? I giornali brasiliani parlavano di problemi di salute del Pontefice, e padre Federico Lombardi è stato obbligato a definirle “speculazioni senza fondamento”. Poi – a distanza di pochi giorni – è arrivata l’improvvisa disdetta della visita programmata da tempo al Gemelli.
 Un’indisposizione che improvvisa come giunse, così se ne andò, tanto che padre Lombardi ha potuto il giorno stesso affermare che “Gli impegni del Santo Padre in agenda per sabato 28 e domenica 29 giugno sono confermati. Non vi sono motivi di preoccupazione per la salute del Papa”. E ciascuno è libero di ipotizzare quello che vuole; anche se papa Bergoglio non è nuovo alle disdette improvvise, talvolta forse diplomatiche; non vuole vedere qualcuno, vuole dare un messaggio (ricordate il concerto in suo onore?). 
Una certa impulsività di carattere non la nasconde, e a monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa pontificia e segretario di Benedetto XVI disse. “Ho 76 anni e non cambio”. 
Però un problema di stanchezza esiste. 
Tanto che con alcuni collaboratori diretti ha toccato di recente il tema delle “visite ad limina”, e la possibilità di modificare le norme che le regolano.
 Ogni cinque anni ogni vescovo deve compiere un viaggio a Roma, “ad limina apostolorum”, per vedere il Papa e i capi delle principali congregazioni. 
I vescovi sono aumentati di numero, e papa Francesco non ce la fa a ricevere tutti singolarmente, si stanca troppo. 
Ci sono quasi tremila vescovi; e poi ci sono i nunzi; e poi i capi dicastero; e le visite dei capi di Stato e gli ambasciatori… Ma è soprattutto il carico delle visite ad limina che sembra pesare. 
Qualcuno ha ipotizzato di allungare a sette anni il periodo in cui i vescovi vengono a parlare della situazione della propria diocesi; e un altro consiglio rivolto al Papa è stato quello di vedere tutti i vescovi a gruppi, come già accadeva negli ultimi anni di Benedetto XVI, e di rinunciare ai colloqui privati troppo faticosi.
http://www.lastampa.it/2014/07/01/blogs/san-pietro-e-dintorni/papa-stanco-cambiano-udienze-PjfvGyyJBGSQhn1WgGrB1I/pagina.html
San Pietro e dintorni Marco Tosatti

Tutte le fatiche del Papa che non si risparmia

Francesco
(©LaPresse)
(©LAPRESSE) FRANCESCO

12mila colloqui personali dopo la messa di Santa Marta e nessun giorno di ferie. Sveglia alle 4,45 e solo mezz’ora di siesta. Ecco perché ogni tanto crolla e dà forfait

ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Ai preti che lo invitavano a prendersi una vacanza, il cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster rispondeva, sorridendo, che per riposarsi ci sarebbe stato tutto il tempo nell’aldilà. Francesco, il Papa gesuita con un’agenda che sfiancherebbe un quarantenne, sembra ispirarsi allo stesso modello, anche se i suoi 77 anni lo costringono a dare qualche forfait,  com’è accaduto venerdì scorso per la visita al Gemelli. 

«Decide lui la sua agenda», spiega a La Stampa-Vatican Insider padre Federico Lombardi, «e ha un ritmo di vita molto intenso perché si sente chiamato al servizio del Signore con tutte le sue forze. Neppure quando era arcivescovo a Buenos Aires faceva ferie». Anche nel giorno della settimana tradizionalmente dedicato al riposo per i Papi, il martedì, durante il quale i predecessori non avevano udienze né impegni particolari, Bergoglio non rallenta. Invece di usare questa mattina libera per riposarsi, la utilizza per gli incontri rimasti in sospeso. «Francesco segue lo stile di vita attivo di sant’Ignazio che nelle costituzioni dell’ordine definiva i gesuiti “operai nella vigna del Signore”, perciò - osserva ancora Lombardi - si dedica con totale dedizione alla sua missione, anche al di là delle proprie forze». 

Negli ultimi cento anni le agende dei Papi hanno visto il moltiplicarsi degli impegni, degli appuntamenti pubblici e dei discorsi da pronunciare. Uno sguardo alle statistiche può aiutare a capire. L’appuntamento più significativo del pontificato di Francesco, la messa quotidiana con omelia celebrata la mattina a Santa Marta, alla presenza di una sessantina di fedeli, rappresenta una novità assoluta. Anche i predecessori dicevano messa ogni giorno nella cappella privata dell’appartamento pontificio, ma non predicavano e non avevano di fronte né la telecamera né i microfoni di Radio Vaticana. Se erano indisposti o febbricitanti, se ritardavano, nessuno o quasi nessuno se ne sarebbe accorto. Dal marzo 2013 ad oggi Francesco ha celebrato in Santa Marta 229 messe con altrettante omelie tenute braccio, e si è intrattenuto a salutare personalmente ciascuno dei fedeli presenti: la stima - al ribasso - è di almeno dodicimila persone salutate soltanto nel corso di questo appuntamento mattutino. Le grandi celebrazioni liturgiche che il Papa ha presieduto a Roma o nei viaggi, sono state 95. Le omelie che ha tenuto in queste occasioni sono state 73.

Dal marzo 2013 ad oggi Francesco ha scritto un’enciclica (Lumen fidei) e un’esortazione apostolica (Evangelii gaudium), tre lettere apostoliche e quattro «motu proprio», 45 lettere ufficiali. Ha pronunciato o inviato 55 messaggi (tra questi diversi videomessaggi). Da quando è stato eletto Papa, Bergoglio ha pronunciato 231 discorsi, ai quali vanno aggiunti gli interventi prima dell’Angelus, che sono stati 73. Anche se, com’è noto, per la preparazione dei testi il Pontefice si avvale dei collaboratori, ciò che viene predisposto segue le sue indicazioni e dunque lo impegna in termini di tempo.

Un’altra innovazione riguarda le udienze del mercoledì. Francesco fino ad oggi ne ha tenute 54. Le stime della Prefettura della Casa Pontificia parlano di oltre sei milioni di presenze, tra Angelus e udienze generali. Il Papa ha dilatato di molto il tempo dedicato all’incontro con i fedeli presenti in piazza San Pietro. Gira in lungo e in largo sulla papamobile per salutare tutti e avvicinarsi anche a chi è più lontano. Questi incontri, a motivo della grande partecipazione, si sono sempre svolti in piazza, anche in inverno. Le ore trascorse all’aperto soltanto in queste occasioni, con qualsiasi tempo, sono state non meno di 150. E qualche volta il Papa vi ha preso parte pur essendo indisposto. 

Impossibile è invece il calcolo delle persone ricevute singolarmente in udienza, come pure il calcolo dei malati che Bergoglio ha incontrato. Si è poi notevolmente dilatato il carico della corrispondenza privata. Francesco legge personalmente una cinquantina di lettere al giorno, tra le quattromila che gli arrivano ogni settimana, e dà indicazioni per le risposte. In qualche caso risponde di persona al telefono.

Ci sono poi i viaggi. Due all’estero (in Brasile e in Terra Santa) e quattro in Italia. Infine, vanno citate le cinque visite alle parrocchie romane: anche qui Francesco ha inaugurato un nuovo stile, facendole la domenica pomeriggio e rimanendo per diverse ore a disposizione dei fedeli.



Quando è in Vaticano, il Papa si sveglia alle 4,45 e si veste da solo. Per prima cosa legge i «cifrati» provenienti dalle nunziature di tutto il mondo, quindi per oltre un’ora prega e medita le Scritture del giorno preparando l’omelia di Santa Marta. Quindi, sempre da solo, alle 7 scende per celebrare la messa. Dopo la funzione e il saluto ad ognuno dei presenti, fa colazione. Quindi inizia la mattinata di lavoro con le udienze gli incontri. Alle 13 c’è il pranzo, seguito da mezz’ora di siesta. Nel pomeriggio, dopo un tempo di preghiera, riprendono gli incontri, ci sono quindi il disbrigo della corrispondenza e le telefonate. A fine giornata, prima della cena delle 20, c’è solitamente un’ora di adorazione nella cappella.

«Alcune volte non si può fare tutto - ha confidato Francesco a un gruppo di seminaristi - perché io mi lascio portare per esigenze non prudenti: troppo lavoro, o credere che se io non faccio questo oggi, non lo faccio domani… Così, cade l’adorazione, cade la siesta…». L’ideale, aggiungeva Bergoglio, «è finire la giornata stanchi. Non avere bisogno di prendere le pastiglie: finire stanco. Ma con una buona stanchezza, non con una stanchezza imprudente, perché quello fa male alla salute e alla lunga si paga caro. Questo è l’ideale, ma non sempre lo faccio - ammetteva - perché anche io sono peccatore, e non sempre sono tanto ordinato».
Così si definisce Francesco, non un superman ma un «peccatore» che conclude la giornata pieno di stanchezza, costretto di tanto in tanto a cancellare qualche appuntamento.

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