Chiesa, comunione ai divorziati: cinque cardinali contro le aperture del papa
In un libro il niet alla novità: «Niente dispensa dai comandamenti».
È uno dei grandi tabù della Chiesa. Ed è destinato a rimanere tale ancora per molto tempo. A chiudere alla comunione per i divorziati, questa volta sono stati cinque cardinali e quattro studiosi che hanno replicato a quanto espresso dal cardinale Walter Kasper, l'incaricato da papa Francesco di stendere la relazione davanti al Concistoro del 20 e 21 febbraio.
LIBRO CONTRO I DIVORZIATI.Nel titolo del loro libro, Permanere nella verità di Cristo, matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica (in uscita il 1 ottobre), i nove hanno espresso la loro tesi in vista del sinodo dei vescovi sulla famiglia, smentendo la versione di Kasper. Che a inizio 2014 aveva lanciato un appello, in accordo con il Vaticano, perché la Chiesa armonizzasse «fedeltà e misericordia di Dio nella sua azione pastorale riguardo ai divorziati risposati con rito civile».
NO A NUOVE DISCUSSIONI. Lo scopo del libro, secondo quanto ha rivelato ilCorriere della Sera, è di chiudere alla discussione.
«Gli autori di questo volume», è stato scritto da Robert Dodaro, preside dell'Istituto patristico Augustinianum di Roma e curatore del testo, «sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio».
STOP ALLE DISCUSSIONI. Quindi l'affondo sulla proposta di Kasper. «La soluzione 'misericordiosa' al divorzio non è sconosciuta ma di fatto nessuno degli autori autorevoli la difende», ha continuato Dodaro, «anzi, quando la accennano è piuttosto per condannarla come contraria alla Scrittura».
Che poi la chiusura alla comunione per i divorziati sia netta lo si è capito anche dalla presenza, tra gli autori del libro, del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Gerhard Ludwig Müller, nominato da papa Benedetto XVI, e considerato il 'guardiano' dell'ortodossia cattolica.
Comunione ai divorziati: no a Papa Francesco da 5 cardinali
ROMA - Comunione ai divorziati, no da 5 cardinali: “E’ legge divina non della Chiesa”. Sul sacramento dell’eucarestia interdetto ai divorziati si alza un muro difensivo autorevole (esce un libro che raccoglie il parere negativo di 5 cardinali) contro leaperture di papa Francesco in vista del Sinodo decisivo in programma a ottobre dedicato alle “sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”.
“Non possumus” (non possiamo, ndr.) è la risposta che riecheggia tra le pagine di “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”, alla richiesta di maggiore indulgenza da parte della Chiesa, misericordia in termini religiosi, per quei divorziati e risposati con rito civile (“la Chiesa non si erga a giudice che condanna i divorziati”).
La misericordia è al centro della relazione del cardinale Walter Kasper che, su incarico di papa Francesco, aprirà il Sinodo. Diciamo il partito favorevole a metter fine alla discriminazione e permettere ai risposati di essere ammessi allaComunione in Chiesa. Il fronte del no, sempre per semplificare, ha scoperto le sue carte e schierato quindi i suoi rappresentanti, convinti che la negazione della Comunione agli “adulteri” (questo sono i risposati) è una legge di Dio immodificabile. Se vogliono fare la Comunione restino casti, solo la “continenza sessuale” consente a un risposato di accedere ai sacramenti.
La chiusura è senza appello. Tanto più forte se si considera che tra gli autori c’è il «Guardiano» dell’ortodossia cattolica, Gerhard Ludwig Müller, cioè il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nominato da Papa Benedetto XVI, nel 2012, e fatto cardinale nel Concistoro di febbraio. Gli altri sono cardinali Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica; Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II sui temi della famiglia eVelasio De Paolis, presidente emerito della prefettura degli affari economici. (Maria Antonietta Calabrò, Corriere della Sera)
“Misericordia non è dispensa dai Comandamenti”. E’ un fondamento teologico ricavato direttamente dalla Bibbia, dal verbo ineludibile di Dio, il piano divino originale sul matrimonio. E’ la premessa del libro dei 5 cardinali: Gli autori di questo volume sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto da Dio in Gen. 1,27 e 2,24″ (Gen 1,27: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”. Gen 2,24: Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”, ndr.)
Non era misericordiosa, secondo i cardinali, nemmeno la pratica orientale della Chiesa ortodossa che consente la Comunione ai risposati perché frutto della pressione politica degli imperatori bizantini. Resta che il matrimonio civile dopo il divorzio si configurano come una forma di adulterio, condizione immeritevole del sacramento dell’Eucaristia a meno che la coppia non pratichi la continenza sessuale.
Vaticano, 5 cardinali sfidano il Papa. Bergoglio: "La Chiesa sia aperta"
LOTTA VATICANA/ "Dobbiamo vincere la tentazione di chiuderci, la Chiesa è cattolica, cioè universale, e apostolica, in uscita verso quelli più distanti in ogni senso. Non sono cattolici e apostolici quanti si considerano gli unici destinatari della benedizione". Ecco la durissima risposta di Papa Francesco, durante l'udienza generale, ai 5 cardinali dissidenti che protestano per le aperture di Bergoglio, in particolare sulla comunione ai divorziati...
"Dobbiamo vincere la tentazione di chiuderci, la Chiesa e' cattolica, cioe' universale, e apostolica, cioe' in uscita verso 'quelli piu' distanti in ogni senso'. Non sono cattolici e apostolici invece quanti si considerano gli unici destinatari della benedizione". Sono parole di Papa Francesco all'Udienza Generale di oggi. "Se fanno cosi' e dicono 'siamo gli eletti', muoiono prima nell'anima e poi nel corpo", ha sottolineato Bergoglio. Occorre invece, ha aggiunto, "prendersi a cuore la salvezza di tutta l'umanita' essendo aperti e solidali verso i piu' distanti". E in nome della "completezza e dell'armonia della vita cristiana", cioe' dell'universalita' della Chiesa, "respingere le posizioni parziali e unilaterali che ci chiudono in noi stessi".
Le parole di Papa Francesco possono essere senz'altro lette come una risposta a una sorta di sfida interna al Vaticano che si è venuta a creare con il dissidio di cinque cardinali sulle recenti aperture di Bergoglio, in particolare per quanto riguarda l'accesso ai sacramenti dei divorziati. Walter Kasper, incaricato della relazione al Concistoro ha attaccato: "Non si può dare la comunione ai divorziati". Ora la risposta di Bergoglio per una polemica interna che rischia di minare il processo riformatore di Papa Francesco.
Andare incontro ai più distanti va bene, come è bene cercare la pecorella smarrita, ma la Chiesa non deve prostrarsi al mondo e comunque sono le pecorelle che devono rientrare dentro l'ovile e non che l'ovile si svuota!
RispondiEliminain questo caso l'ovile viene aperto a tutti non alle povere pecore smarrite da convogliare alla confessione x lavare i peccati con il Sangue di Cristo.....ma a cani porci e lupi che giammai faranno mea culpa ma sbraneranno le pecore incaute che seguiranno le loro false dottrine!!!!
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