ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 25 settembre 2014

Lesa maestà (si fa per dire)

Il contesto teso a proporre
una iniziativa tesa…

ovvero

L’ottavo peccato capitale per la Chiesa conciliare:
leso Concilio!

Quando abbiamo letto la lettera che il Cardinale Betori, Arcivescovo di Firenze, ha inviato all’Avv. Ruschi per negare il permesso per la celebrazione di una Santa Messa secondo il rito tradizionale ´vedi in fondo alla pagina), per un verso ci è venuto da ridere, per l’altro ci siamo chiesti fino a che punto potrà mai giungere il ridicolo in questo moderno contesto ecclesiale dove la gerarchia ha scambiato il serio con il faceto.

Si legge: “il contesto in cui si dovrebbe svolgere la Santa Messa nella forma straordinaria del Rito Romano … è con tutta evidenza teso a proporre una iniziativa … tesa a svilire il significato e la portata dottrinale del Concilio Vaticano II, come si evidenzia dal titolo del libro di p. Serafino Lanzetta che si vuole presentare”.E qual è questo titolo?
Il Vaticano II - Un Concilio Pastorale: Ermeneutica delle Dottrine conciliari

E allora?
Allora, per il gerarca della nuova Chiesa conciliare, un titolo così è fortemente lesivo del Vaticano II, perché parla sì di “dottrine” conciliari, ma non dice chiaramente che il Vaticano II è il più grande e importante concilio della Chiesa cattolica; e questo è veramente un peccato gravissimo che un “pastore cattolico” non può “assolutamente condividere”… ergo… niente Messa; così impara il reprobo che ha coniato tale titolo offensivo!

E si badi, non diciamo “gerarca” avendo in mente improbabili trascorsi storici che pur nella loro problematicità avevano comunque una loro logica interna, lo diciamo solo per ricordare che il Cardinale è uno dei componenti della Gerarchia della Chiesa, in seno alla quale sembra che oggi non ci sia più alcuna logica. È da anni che ci viene sbattuto in faccia l’insegnamento “pastorale” del Vaticano II, per giustificare le innumerevoli deviazioni dottrinali dei suoi documenti; ed è da quasi un decennio che si parla a destra e a manca, con forti note di compiacimento, dell’“ermeneutica” del Vaticano II, per provare che le deviazioni sarebbero invece delle continuità dottrinali; e dopo tanto parlare ecco che un titolo come quello citato, con tanto di “pastorale” e di “ermeneutica”, suscita la condanna del Cardinale.
È evidente che qualcosa non funziona nella logica di certi gerarchi.

Ora, cari lettori, si ha voglia a ridere, ma tale sfacelo delle menti genera un’atmosfera così avvelenata che non c’è quasi più posto per una normale vita cattolica.
Padre Serafino Lanzetta ha dichiarato che si chiamava e si chiama fuori da ogni polemica, e a suo modo con ragione, ma noi laici non possiamo permetterci di minimizzare sberleffi come questi che continuano a pioverci addosso ad opera dei prelati della Chiesa conciliare. Qui non si tratta di rispetto della Gerarchia, né della virtù dell’obbedienza, ma, tanto per i laici quanto per i chierici, di rigetto delle offese all’intelligenza e di rifiuto di un’obbedienza che non può essere dovuta, per comando divino, ai pastori disobbedienti.

Ci permettiamo di rimproverare un cardinale di Santa Romana Chiesa?
Niente affatto!
Sentiamo l’obbligo di ricordare ai nostri Pastori che loro hanno il dovere di predicare e di agire da veri cattolici, per il bene delle anime, e noi abbiamo di diritto di essere guidati dai Pastori per pascoli erbosi e non per tratturi avvelenati.




4 commenti:

  1. Ammazza che pale questi anni sessanta

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  2. Ma Sua Eccellenza Reverendissima ha letto il libro ? No ? Ma ci scommetto che la teologia di Orso Baldassarre & C. la conosce benissimo. Sbaglio ? Mah ! Jane

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  3. Ma è necessario chiedere il permesso per celebrare una Santa Messa secondo il rito tradizionale?

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  4. quindi il vaticano 2°non solo non è in continuità con la tradizione della chiesa ma chi vuole discuterne...

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