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martedì 16 settembre 2014

Vino vecchio in otri bucati

I gesuiti d’America vogliono cambiare la dottrina

L’endorsement a Bergoglio (via Kasper). No unanimismo, sfida negli States

Papa Francesco (foto LaPresse)
Roma. Rompe gli indugi la direzione di America Magazine, il periodico della Compagnia di Gesù edito nella East Coast americana, per vocazione liberal. Sul Sinodo convocato da Francesco per discutere di famiglia dà il suo endorsement, a ormai poche settimane dall’apertura solenne in piazza San Pietro, alla “modesta proposta del cardinale Kasper”, al quale va un appoggio totale e incondizionato. Dopotutto, spiegano i vertici del magazine in un editoriale, la chiesa ci chiama a “versare vino nuovo in otri nuovi”. L’ha detto – ricorda America – anche il Papa qualche giorno fa in una delle consuete omelie mattutine all’alba di Santa Marta, quando aveva spiegato che “non si deve avere paura di cambiare le cose secondo la legge del Vangelo”, cosa ben diversa dai codicilli “di questi dottori della legge rinchiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni”.


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Guai a contrapporre dottrina e pastorale
Il dibattito è aperto, e se Kasper auspica che la legge canonica sia “interpretata e applicata alla luce della misericordia”, un cardinale di rango come Timothy Dolan, arcivescovo di New York, confessa di non capire come possa esserci “un cambiamento drammatico senza andare contro l’insegnamento della chiesa”. Mons. Vincenzo Paglia, responsabile vaticano per la Famiglia, dice al sito Crux che è “improbabile che il Sinodo cambi le norme sull’accostamento alla comunione dei divorziati risposati”. Di toccare la dottrina non si parla, ha rassicurato Kasper, dal momento che “non è nel potere dell’essere umano cambiarla”. Più corretto, semmai, lavorare per rendere “la disciplina della chiesa più efficace e credibile alla luce delle sfide contemporanee”. Troppo poco per il fronte episcopale che non s’accontenta di compromessi e chiede sterzate vigorose, temendo però che, alla fine, il biennio sinodale si concluda con un modesto maquillage: “La pastorale ha tutto a che fare con la dottrina, e la dottrina con la pastorale”, ha scritto in un documento il vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny, per anni collaboratore di Kasper nella curia romana. Ogni cosa, dunque, va discussa. Basta che non finisca come nel 1980, scrive padre Thomas Reese, gesuita e già direttore di America: “Il Sinodo era a porte chiuse, mi comprai una guida di Roma e passai ore a visitare chiese, musei e rovine. Dal Vaticano arrivavano solo sintesi dei discorsi dei vescovi”. E dopo due settimane di confronto, arrivò “un messaggio di amore, fiducia e speranza diretto alle famiglie cristiane. I sacerdoti venivano sollecitati a usare compassione e comprensione verso tutti. Ora assisteremo alla replica?”.
© FOGLIO QUOTIDIANO

1 commento:

  1. Se tutti avessero osservato la retta dottrina che da sempre è verace oggi non saremmo a questo punto. La Chiesa si prostra a l mondo. Il mondo decide di sposarsi senza Dio oppure si sposano superficialment davanti a Lui: è uguale! Poi vogliono cambiare partner, poi vogliono separarsi, poi vogliono divorziare, poi hanno figli di qua e di là. E alla fine la Chiesa va loro incontro con la bella pensata della comunione. Per i casi contemplati dal Diritto Canonico ci sono già le soluzioni,ma voi pensate che tutta questa bella gente ha divorziato per gravissimi motivi? Qeusta Chiesa fa quello che il mondo vuole, solo che Gesù è stato chiaro sull'argomento, inutile girarci intorno...

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