ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 ottobre 2014

Agitazione in aula



Roma. Raccontano che uno scontro così non s’era mai visto, forse neanche al Concilio. Poco dopo le nove di ieri mattina, il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, prende la parola e annuncia che le relazioni dei circoli minori non sarebbero state divulgate. Retromarcia rispetto a quanto sempre accaduto in passato e detto nei giorni scorsi. Ad andare in pasto alla stampa, insomma, sarebbe stata solo la Relatio post disceptationem firmata dal cardinale Erdö e scritta da mons. Bruno Forte.
Davanti alle novità illustrate da Baldisseri, s’è alzato il cardinale George Pell, che ha contestato con forza la decisione. Dopo di lui, una lunga teoria di padri, dall’arcivescovo di Bruxelles, mons. Léonard a quello di Durban, mons. Napier, ha chiesto che la questione fosse almeno messa ai voti. Anche il segretario di stato, cardinale Pietro Parolin, ha preso la parola. Il tutto in un clima da stadio, con standing ovation e perfino qualche buu. Il Papa, seduto al tavolo della presidenza, guardava impassibile. Alla fine, come avrebbe detto qualche ora più tardi in conferenza stampa il cardinale Christoph Schönborn, “la decisione di rendere note le relazioni dei circoli è stata presa a grande maggioranza”. I testi sono chiari e vanno nella direzione opposta a quella perorata dal cardinale Walter Kasper.

Qualche anticipazione su come sarebbe andata a finire l’aveva già data, mercoledì a tarda sera, il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, che si schierava in modo netto sulle posizioni assunte in aula dal cardinale Raymond Leo Burke. L’arcivescovo maggiore di Kiev, Svetoslav Shevchuk, parlava addirittura della necessità di “mandare un chiaro messaggio ai fedeli e al Papa” sul fatto che “la famiglia è l’unione stabile, fedele e sacramentale tra un uomo e una donna”. I punti più controversi e delicati, dalla questione del riaccostamento dei divorziati risposati all’eucaristia, fino all’apertura alle unioni omosessuali, sono stati smontati quasi all’unanimità. Anche perché, ha fatto notare più d’un padre sinodale, di unioni tra persone dello stesso sesso s’era parlato pochissimo – non più di tre interventi in assemblea – eppure la Relatio di lunedì ne parlava ad abundantiam. Particolarmente dura è la sintesi del circolo moderato dal cardinale guineano Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio Cor unum, che sottolinea come sia stato necessario “riscrivere la seconda parte della Relatio”. Sulla terza, quella delle situazioni pastorali difficili, la bocciatura è totale: “Non si può cambiare la dottrina della chiesa sull’indissolubilità del matrimonio e la non ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia”. Chi apre (meno della metà dei dieci gruppi), lo fa ponendo paletti o richiedendo ulteriori studi in materia. Il primo circolo italiano moderato dal cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda fide, osserva che “i padri, pur sensibili alla problematica, propongono che l’argomento sia ristudiato alla luce del n. 84 di Familiaris Consortio al fine di precisare eventuali condizioni diverse dalla disciplina attuale”.


Sinodo, tutte le divisioni in attesa della relazione finale

18 - 10 - 2014Matteo Matzuzzi
Sinodo, tutte le divisioni in attesa della relazione finale
Ieri in conferenza stampa l’ha ammesso anche il cardinale Reinhard Marx, riformista doc e presidente della potente conferenza episcopale tedesca: “Facciamo due passi avanti e uno indietro”. Il presule ha riconosciuto i “momenti di tensione”, che si sono respirati in assemblea, soprattutto nella mattinata di giovedì, quando il cardinale Lorenzo Baldisseri aveva annunciato che le relazioni dei circoli minori non sarebbero state divulgate. E’ scoppiato il finimondo: numerosi padri sinodali, tra cui molti cardinali, hanno preso la parola per biasimare la decisione della Segreteria del Sinodo.
“INEDITI BUUH RISUONATI NELL’AULA PIENA DI VESCOVI E CARDINALI”
Marco Ansaldo, su Repubblica, scrive che “il Sinodo appare spaccato, soprattutto dopo la giornata di giovedì, che più di una fonte definisce come drammatica per le scintille scoppiate in aula fra le due anime della chiesa. Tra inediti buuuh risuonati nell’aula piena di vescovi e cardinali, e grida contro Baldisseri (“lei ora questa proposta la mette ai voti!”), era alla fine il segretario di stato, Pietro Parolin, a osservare che le relazioni andavano diffuse alla stampa”. Il problema è che “la conta per i riformisti era impietosa. Ben cinque tavoli contrari alle riforme, mentre due erano per studiare o rinviare le novità proposte su divorziati risposati e omosessuali, altri due divisi fra sì o no, e solo uno chiaramente favorevole alle innovazioni. Il volto di Francesco, che sulla questione delle riforme si gioca molto del suo pontificato, era quello di una sfinge”
“KASPER HA SOVRAESPOSTO IL PAPA”
I malumori, scrive Massimo Franco sul Corriere della Sera di oggi, sono “trasversali anche geograficamente”. Ora, aggiunge Franco, si apre un bel problema: “Il fatto che Kasper abbia presentato le sue proposte come se provenissero direttamente da Francesco ha finito per sovraesporre Bergoglio. E permette agli avversari di sostenere strumentalmente che la battuta d’arresto registratasi nel Sinodo sarebbe anche una sconfitta papale: come se la sconfessione della linea Kasper potesse essere ritenuta un atto di sfiducia verso Francesco, messo simbolicamente in minoranza”. Questa, scrive l’editorialista del Corriere, “è una forzatura inverosimile, ma è l’interpretazione che l’episcopato ostile alle informe del Papa tenta di accreditare”.
LE PERPLESSITA’ DEL CARDINALE DOLAN
Che le resistenze e l’irritazione per il modo con cui si sono svolti i lavori non provengano solo da ambienti tradizionalisti o poco inclini a sostenere convintamente Francesco, lo dimostra anche la presa di posizione del cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan. Il presule non ha gradito le proposte di Kasper né il modo in cui sono state presentate. Solo ieri, Dolan postava sul suo blog un video in cui ricordava il contributo dei padri africani all’assise sinodale (padri su cui solo quarantotto ore aveva espresso commenti non elegantissimi il cardinale Kasper).
 IL PROGRAMMA DI OGGI
Oggi sarà presentato il Messaggio, redatto dal cardinale Gianfranco Ravasi, e nel pomeriggio (con voto elettronico), i padri si esprimeranno sulla Relatio Synodi: voto semplicissimo, placet o non placet. Il testo sarà diffuso all’inizio della prossima settimana.


http://www.formiche.net/2014/10/18/il-sinodo-spaccato-oggi-si-vota-la-relazione-finale/

Sinodo, ci salveranno gli africani


sinodo01
di Matteo Matzuzzi (LaNuovaBQ)
Il giorno dopo lo scontro sulla pubblicazione delle relazioni dei circoli minori, al briefing dell’ora di pranzo in sala stampa vaticana si presenta il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della conferenza episcopale tedesca. È lui che ammette che si sono registrati “momenti di tensione e di grande effervescenza” nel corso del confronto: “Si fanno due passi avanti e uno dietro, ma si va avanti”. E ha riconosciuto che i punti di vista, tra i padri, sono diversi.
D’altronde, anche il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo emerito di Bruxelles e da decenni capofila della corrente progressista, aveva osservato che le posizioni dell’Europa occidentale non corrispondono a quelle dell’Africa e dell’America latina. Marx sposa in pieno le tesi esposte nel concistoro di febbraio dal connazionale Walter Kasper, spiega che con lui c’è la maggioranza dei vescovi tedeschi e aggiunge che la questione del riaccostamento dei divorziati risposati ai sacramenti è un tema “molto sentito in Germania, dove se ne discute da ben prima che Francesco fosse eletto”.
Ancora più netto, l’arcivescovo di Monaco si è mostrato sull’apertura alle coppie omosessuali: “Non possiamo dire che se uno è omosessuale non può vivere il Vangelo. E’ impensabile”. Ciò che serve è “accompagnamento spirituale per tutti”. Se la realtà presenta “una relazione omosessuale fedele per trent’anni, non si può dire che non è niente”. Certo, ha detto, “non è tutto a posto”, ma non si può ragionare come se tutto fosse “o bianco o nero”. Questa, ha spiegato Marx, è la pastorale. “L’esclusione non è la lingua della chiesa”, non si possono bollare le persone come fossero “cristiani di prima, seconda o terza classe”. Ciò che è necessario fare è “prendere sul serio le situazioni delle persone, riconoscendo ciò che c’è di evangelicamente buono anche laddove non c’è la sacramentalità della relazione”.
Il Papa, ha chiosato il presidente dei vescovi tedeschi, “non ha convocato due sinodi per ripetere ciò che era stato già detto, ma per dare un nuovo impulso alla pastorale familiare”. Di più, visto che “il magistero della chiesa si può ovviamente cambiare, visto che non è una raccolta statica di frasi”. Il presidente dei vescovi francesi, mons. Georges Pontier, prevede che la Relatio Synodi sarà approvata dalla maggioranza dei padri, anche se sono possibili divergenze su qualche paragrafo. Marx, a ogni modo, premette che il testo finale mostrerà sì la volontà di “trovare un cammino comune”, ma sarà necessario sviluppare ulteriormente i temi dibattuti in queste due settimane.
Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, ha pubblicato sul proprio blog un post in cui loda il contributo dei padri sinodali africani alla discussione in Aula: “Loro ci dicono che non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo essere popolari. Ciò che dobbiamo fare è presentare la verità e invitare la gente ad abbracciarla”.
Oggi sarà diffuso il Messaggio steso dal cardinale Gianfranco Ravasi, mentre nel pomeriggio si terrà la votazione sulla Relatio. Il testo completo, ha confermato padre Federico Lombardi, sarà con ogni probabilità pronto per l’inizio della prossima settimana. La Relatio Synodi fungerà da documento preparatorio all’assemblea ordinaria del prossimo anno e sarà discussa nelle diocesi.
fonte: LaNuovaBQ
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/10/sinodo-ci-salveranno-gli-africani/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sinodo-ci-salveranno-gli-africani


Sinodo: card. Sarah, manipolazioni?

"Qualcuno vuol destabilizzare la Chiesa e minare il suo insegnamento?” si è chiesto il cardinale, aggiungendo. “Preghiamo per quei pastori che abbandonano il gregge del Signore ai lupi della società secolarizzata e decadente, lontana da Dio e dalla natura”.
MARCO TOSATTI
Il cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum” in un’intervista alla Catholic News Agency ha dichiarato che “Quello che è stato pubblicato dai media sulle unioni omosessuali” al Sinodo “è un tentativo di spingere la Chiesa (a cambiare) la sua dottrina”.   

 
Il cardinale, nativo della Guinea, e che ha servito a lungo già arcivescovo di Conakry e poi segretario a Propaganda Fide, secondo il sito Catholic Culture si “è lamentato perché forze influenti hanno cercato di manipolare il Sinodo”. Quello che ha letto sui media faceva pensare, secondo il porporato, che la Chiesa avrebbe rovesciato il magistero che condanna gli omosessuali.   

 
“La Chiesa non ha mai giudicato le persone omosessuali, ma il comportamento omosessuale e le unioni omosessuali sono gravi deviazioni della sessualità”. Il cardinale si riferiva alla relazione “ad interim” letta nei giorni scorsi, e diceva che la Chiesa non può accettare la teoria del “gender”.  

 
Sarah guidava una commissione francofona al Sinodo, e la relazione di questa Commissione indicava con forza il suo sconcerto per la pubblicazione del report “ad interim” prima che fosse discusso e levigato dai partecipanti al Sinodo. Si è detto fiducioso che la Relazione finale sarà più completa.  

 
“Qualcuno vuol destabilizzare la Chiesa e minare il suo insegnamento?” si è chiesto il cardinale, aggiungendo. “Preghiamo per quei pastori che abbandonano il gregge del Signore ai lupi della società secolarizzata e decadente, lontana da Dio e dalla natura”. 

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