Sinodo, cardinali non salutano il Papa a causa della comunione ai divorziati
CITTÀ DEL VATICANO I malumori restano. Sotto traccia si agitano. Impercettibili come i movimenti tellurici registrabili con il sismografo.
Sfumature. Come il fatto che ieri, al termine della messa di beatificazione, sul sagrato di San Pietro non tutti i cardinali presenti hanno aspettato per salutare Francesco. Solitamente viene fatto. I porporati si mettono in fila, attendendo pazienti il proprio turno per dare una parola di sostegno al pontefice, una stretta di mano, una frase di circostanza, una frase bisbigliata per una richiesta. Ieri questo non è avvenuto, alcuni cardinali sono scivolati via prima, eppure si celebrava un momento importante, la fine del sinodo sulla famiglia, un cammino in itinere al quale è richiesto l'apporto di tutti.Chi era in piazza ha assistito alla scenetta, notando che da Papa Francesco mancavano il cardinale tedesco Muller, prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale americano Burke, capo della Segnatura apostolica, l'austriaco Brandumueller. Vale a dire i cardinali che piu' di tutti si sono esposti in questi giorni contro le aperture del Sinodo. Alla vigilia del Sinodo hanno firmato una specie di manifesto contenente le ragioni del «no» alla comunione ai divorziati.
DEFEZIONI
La visione esposta ha inquadrato la Chiesa in una gabbia dottrinale difficilmente modificabile a seconda delle spinte del tempo. «La fede non si cambia a colpi di maggioranza». Il libro ha creato le basi per un ben più vasto movimento di opposizione tra i padri Sinodali. Gli altri due firmatari Caffarra e De Paolis, invece, al termine della messa, hanno atteso per stringere la mano a Bergoglio; Caffarra addirittura con un vigoroso abbraccio. Anche il cardinale Ruini che era presente al rito non si è avvicinato al Papa al termine della messa. Il cardinale Bertone è stato tra gli ultimi ad abbracciare Francesco.
I movimenti tellurici in corso indicano che la spaccatura nella Chiesa c'è ed è forte, come è emerso da questo piccolo - ma tutt'altro che insignificante - episodio. Inoltre Burke, in una intervista al National Catholic Report, ha confermato di essere stato silurato dal Vaticano e presto dovrà lasciare la Segnatura Apostolica.
I CONSERVATORI
Se i conservatori faticano a contenere il proprio disagio, anche i progressisti fanno buon viso a cattivo gioco, come il cardinale Kasper, principale promotore del «si» alla comunione ai divorziati, una delle questioni che non è passata. «Non sono deluso. Si è solo discusso e ora si approfondirà la questione. Io non ho parlato al Sinodo, non ho voluto spingere la mia tesi. Si vedrà, sono tranquillo.
Si valuterà, si discuterà nelle Chiese locali, nelle Conferenze episcopali. È un problema che resta aperto. La cosa finirà nei documenti del prossimo Sinodo. La discussione ora si trasferirà anche a livello dei singoli Paesi, poi vedremo».
Sfumature. Come il fatto che ieri, al termine della messa di beatificazione, sul sagrato di San Pietro non tutti i cardinali presenti hanno aspettato per salutare Francesco. Solitamente viene fatto. I porporati si mettono in fila, attendendo pazienti il proprio turno per dare una parola di sostegno al pontefice, una stretta di mano, una frase di circostanza, una frase bisbigliata per una richiesta. Ieri questo non è avvenuto, alcuni cardinali sono scivolati via prima, eppure si celebrava un momento importante, la fine del sinodo sulla famiglia, un cammino in itinere al quale è richiesto l'apporto di tutti.Chi era in piazza ha assistito alla scenetta, notando che da Papa Francesco mancavano il cardinale tedesco Muller, prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale americano Burke, capo della Segnatura apostolica, l'austriaco Brandumueller. Vale a dire i cardinali che piu' di tutti si sono esposti in questi giorni contro le aperture del Sinodo. Alla vigilia del Sinodo hanno firmato una specie di manifesto contenente le ragioni del «no» alla comunione ai divorziati.
DEFEZIONI
La visione esposta ha inquadrato la Chiesa in una gabbia dottrinale difficilmente modificabile a seconda delle spinte del tempo. «La fede non si cambia a colpi di maggioranza». Il libro ha creato le basi per un ben più vasto movimento di opposizione tra i padri Sinodali. Gli altri due firmatari Caffarra e De Paolis, invece, al termine della messa, hanno atteso per stringere la mano a Bergoglio; Caffarra addirittura con un vigoroso abbraccio. Anche il cardinale Ruini che era presente al rito non si è avvicinato al Papa al termine della messa. Il cardinale Bertone è stato tra gli ultimi ad abbracciare Francesco.
I movimenti tellurici in corso indicano che la spaccatura nella Chiesa c'è ed è forte, come è emerso da questo piccolo - ma tutt'altro che insignificante - episodio. Inoltre Burke, in una intervista al National Catholic Report, ha confermato di essere stato silurato dal Vaticano e presto dovrà lasciare la Segnatura Apostolica.
I CONSERVATORI
Se i conservatori faticano a contenere il proprio disagio, anche i progressisti fanno buon viso a cattivo gioco, come il cardinale Kasper, principale promotore del «si» alla comunione ai divorziati, una delle questioni che non è passata. «Non sono deluso. Si è solo discusso e ora si approfondirà la questione. Io non ho parlato al Sinodo, non ho voluto spingere la mia tesi. Si vedrà, sono tranquillo.
Si valuterà, si discuterà nelle Chiese locali, nelle Conferenze episcopali. È un problema che resta aperto. La cosa finirà nei documenti del prossimo Sinodo. La discussione ora si trasferirà anche a livello dei singoli Paesi, poi vedremo».
di Franca Giansoldati
Brandmüller: “Il Vangelo non può cambiare a nostro piacimento"
Intervista con uno degli autori del volume «Permanere nella verità di Cristo: matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica» insieme a Muller, Burke, De Paolis e Caffarra
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
«La verità del Vangelo non può mutare a nostro piacimento, per esigenze cosiddette pastorali», avverte il cardinale tedesco di Curia, Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio comitato di Scienze storiche e canonico del capitolo della basilica di San Pietro. E’ uno dei cinque porporati autori del volume «Permanere nella verità di Cristo: matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica» insieme a Muller, Burke, De Paolis e Caffarra. Un testo, pubblicato alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, che è diventato il manifesto del fronte del no alla comunione ai divorziati risposati.
«Chi vuole ricevere Cristo nella comunione eucaristica deve essere in sintonia con la sua parola», afferma escludendo che la discussione aperta dal Sinodo possa portare alla riammissione ai sacramenti di chi ha contratto seconde nozze
Si può rimuovere il divieto della comunione ai divorziati risposati?
«Non è una possibilità. L’eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede. Se l’approccio pastorale non combacia con la dottrina non può essere autentico e vero. Prima di ogni altra cosa viene la verità, cioè la parola di Dio. Inoltre quella dei divorziati risposati è una questione assolutamente minoritaria che riguarda appena l’1% dei cattolici praticanti».
Non è possibile la riammissione ai sacramenti?
«L’unico cammino penitenziale consiste nel ritorno alla dottrina del Vangelo. Se io rubo mille euro e vado a confessarmi ma poi non restituisco la cifra non faccio veramente penitenza. L’unico cammino che può riportare i divorziati risposati ai sacramenti è l’abbandono della strada sbagliata e il ritorno alla via giusta».
A cosa si riferisce?
«Alla strada della conversione così come indicato il cardinale Angelo Scola che recentemente ha dato utili consigli a questo proposito. Non ci sono alternative alla conversione, occorre cambiare direzione e orientamento. Chi vuole ricevere Cristo nella comunione eucaristica deve essere in sintonia con la sua parola. È chiaro, se uno è consapevole di aver peccato gravemente non può accostarsi all’eucaristia».
Non è una soluzione contraria alla misericordia?
«Bisogno intendersi sul significato della parola. La misericordia è il modo con cui incontro una persona, ma non vuol dire che dichiaro invalido il comandamento di Dio. Ci vuole coerenza. La verità del Vangelo non può mutare a nostro piacimento, per esigenze cosiddette pastorali. La verità vi farà liberi, dice il Signore».
quando si parla delle relazioni che sono nel torbido non si può uscire lindi....
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