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sabato 22 novembre 2014

Primavere conciliari e sinodali

Europa e Usa: in calo costante il numero dei sacerdoti, il crollo delle vocazioni femminili

Calano le vocazioni e le ordinazioni sacerdotali; il clero invecchia, la crisi investe tutto l'occidente, Italia compresa. I dati parlano chiaro: il declino nel decennio 2002-2012 è costante in alcuni casi drammatico. La vita religiosa femminile sembra avviata verso un declino inarrestabile, a guardare i numeri si comprende ancora meglio lo sforzo di rinnovamento avviato da papa Francesco. E intanto si torna a parlare di riforma del celibato obbligatorio. Qui il servizio realizzato per il Secolo XIX con l'elaborazione dei dati in vari Paesi. Si tenga conto che sommando il calo di sacerdoti diocesani, religiosi e di suore si tocca circa il 50%in meno  della presenza religiosa in Italia. Lo stesso vale per altri Paesi.


I numeri della crisi 

Italia
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 34.376 a 32.619 (- 1757)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati da 18.501 a 15.672 (- 2829)

In totale in dieci anni 4.586 preti in meno, ma il trend continua – in particolare fa i religiosi – e gli ultimi due anni portando il totale a circa 5mila (una tenuta si registra però nel numero dei preti diocesani negli ultimissimi anni)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 108.175 a 86.431 (-21.744)

ordinazioni : dal 2002 al 2012 sono passate da 502 a 376 (- 126)

Spagna
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 18.094 a 16.335 (-1759)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati da 8.853 a 7.689 ( - 1164)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 57.510 a 46.692 (-10548)


Francia
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 17.935 a 13.562 (- 4373)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati da 5.597 a 4.645 (-952)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 44.767 a 32.040 (-12727)

Germania
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 14.554 a 12.650 (-1904)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati da 4.461 a 4.135 (-326)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 36.024 a 25.171 (- 10853)

Irlanda
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 3.203 a 2800 ( -403)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati da 2.159 a 1.888 (-271)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 8.953 a 6.912 ( -2041)

Le ordinazioni passano da poche decine a poche centinaia per ogni Paese e tutte in calo

Stati Uniti
Sacerdoti diocesani: dal 2002 al 2012 sono passati da 31.115 a 28.679 ( - 2436)

sacerdoti religiosi (ordini, congregazioni): dal 2002 al 2012 sono passati 16.476 a 12.876 (- 3600)

religiose (suore): dal 2002 al 2012 sono passate da 73.704 a 53.205 ( - 20499)

Negli Usa le nuove ordinazioni sono circa 400 l'anno.



L'articolo
Il cuore della crisi della Chiesa è in occidente, cioè in quella parte del mondo che ha dato per secoli linfa alla tradizione cristiana e oggi vede progressivamente diminuire il numero dei credenti, dei matrimoni religiosi, dei battesimi e delle vocazioni. I numeri sono impietosi anche per l'Italia e d'altro canto non per caso l'ultima riunione del Consiglio episcopale permanente, l'organismo che governa i vescovi italiani, era appunto dedicata alla formazione dei sacerdoti. Perché questo con il tempo si sta rivelando un punto particolarmente critico. Ma andiamo per ordine.

 Gli ultimi dati disponibili dicono che in Italia si è registrato, nel decennio che va dal 2002 al 2012, un calo di 4.586 preti, divisi fra diocesani e religiosi (appartenenti ad ordini e congregazioni), e di 21.744 suore; in totale fanno 26.330. L'emorragia dei preti diocesani ha rallentato negli ultimi anni, lo stesso non può dirsi per la vita religiosa quella che, in Italia e nel mondo, sembra destinata a un lento declino. Per non parlare delle vocazioni femminili; in questo caso, infatti, nei Paesi occidentali si può parlare di un crollo che appare ad oggi inarrestabile. I seminari nel frattempo si svuotano e le nuove ordinazioni ogni anno sono scese abbondantemente in Italia sotto quota 400, in Paesi tradizionalmente cattolici come l'Irlanda, nel 2012, sono state 12.

Un quadro influenzato da diversi fattori a cominciare dal processo di secolarizzazione; ad esempio in una grande capitale cattolica europea come Vienna, dal 1971 al 2011, i fedeli della Chiesa di Roma sono passati dal 78% al 41% sul totale degli abitanti. Ancora va considerato la caduta della natalità in molti Paesi occidentali mentre gli scandali dell'ultimo decennio legati agli abusi sessuali dei preti non hanno certo aiutato; più in generale nel mutamento sociale e culturale l'identità del prete si è sbiadita, è divenuta incerta. Su un altro versante del problema, poi, esiste una questione femminile nella Chiesa che, al di là di qualche dichiarazione d'intenti, resta sostanzialmente inevasa; la marginalità delle religiose è un fatto concreto e irrisolto. 

L'Italia, da parte sua, può contare sul vantaggio di trovarsi il Papa e il Vaticano in casa, il che in qualche modo costituisce una risorsa sia per la presenza di sacerdoti che per la capacità d'attrazione dell'abito religioso. Eppure i numeri raccontano di una crisi latente. Ci sono differenze geografiche – le cose vanno male al nord, molto male nel centro Italia, meglio al sud. “Però l’allarme è reale e rispecchia una situazione che noi viviamo” ha spiegato di recente monsignor Domenico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni. A pesare oggi è “soprattutto la fatica della scelta definitiva” che “rimane sempre un problema profondamente culturale e anche esistenziale, di fatto”. In tale situazione vanno ridimensionati i compiti di “managerialità” di cui si fanno carico i sacerdoti, il che vuol dire minore gestione “dei beni della parrocchia” assegnando – rileva Dal Molin – una rappresentanza legale a un laico.

D'altro canto è stato lo stesso papa Francesco a dire ai vescovi italiani: basta con i preti funzionari o clericali. Ascoltare, accompagnare, vivere in mezzo ai fedeli, al gregge sono diventate le parole chiave di un nuovo corso per ora solo annunciato. Ma c'è stato anche, in questi anni, il problema di una manica troppo larga nell'accettare vocazioni incerte per rispondere al calo dei sacerdoti. Da qui, pure, scandali sessuali e finanziari. “Oggi – ammoniva il papa all'inizio di ottobre - abbiamo tanti problemi, e in tante diocesi per questo errore di alcuni vescovi di prendere quelli che vengono a volte espulsi dai seminari o dalle case religiose perché hanno bisogno di preti. Per favore! Pensare al bene del popolo di Dio”. 

La vocazione, spiegava il pontefice, è come “un tesoro nascosto in un campo” che va custodito da tutta la comunità. Bergoglio ha chiesto alla Cei una sorta di formazione permanente per i sacerdoti, mentre gli stessi vescovi italiani in un messaggio ai preti hanno scritto: “noi, vescovi e preti, portiamo volentieri il peso del nostro servizio, ma sentiamo anche il timore di diventare un peso per le nostre comunità a motivo delle nostre inadeguatezze e dei nostri peccati”.

Il calo dei sacerdoti avrà però anche delle conseguenze concrete. Molte parrocchie rischiano di non essere più coperte (l'età media dei preti italiani fra l'altro è ben oltre i 60 anni), mentre si pongono almeno due problemi che sembrano già nell'agenda di papa Francesco. Intanto la questione di individuare delle eccezioni per l'obbligo al celibato, argomento che effettivamente sta tornando in discussione, e poi l'ipotesi di dare più spazio ai laici non solo in compiti sociali e organizzativi ma anche all'interno della vita pastorale e spirituale e forse, i determinati casi, anche con compiti che sono propri del sacerdote.

Francesco Peloso

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