ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 settembre 2014

Da fratelli maggiori a gemelli clonati


NAZIONI UNITE DELLE RELIGIONI: PERES LE VUOLE. INCONTRA PAPA FRANCESCO, "IN ASCOLTO"

Giovedi scorso, il Papa e l'ex  Presidente isreliano Shimon Peres, si sono incontrati per una conversazione privata di 45 minuti. Fulcru di questa discussione è stata la proposta fatta da Peres, di stabilire un “United Nations of Religions” (Nazioni Unite delle Religioni) 

Si è trattato del terzo meeting tra i due uomini, in poco più di quattro mesi. Come potete vedere nel seguito, Papa Francesco
" ha mostrato il suo interesse, attenzione e incoraggiamento" quando Peres ha esposto la sua proposta.

Salus novatorum?


Frati F.I: chiuso dai nuovi superiori un altro convento francescano. A Benevento.

Abbiamo ricevuto questa accorata lettera, e accogliendo l'auspicio della lettrice, diamo spazio su MiL a questa notizia e giriamo la sua domanda ai Superiori: al Commissario p. Volpi e al Segretario Generale p. Bruno. Purtroppo, cara Signora, mi sa che a qualcuno, della salus animarum dei fedeli, poco più importi. Prevalgono altri interessi terreni. E di questo dovranno rendere conto un giorno. 
Roberto
Redazione Messainlatino,
salve,
sono una fedele della Chiesa di San Pasquale a Benevento, affidata da tempo ai Francescani dell'Immacolata. Voglio segnalare la chiusura del Convento di San Pasquale a Benevento per volere degli stessi superiori dei Francescani dell'Immacolata.

Non avendo san Gennaro dalla loro, fan parlare la sibilla cumana*

San Gennaro, si ripete il miracolo del sangue: “Il Papa a Napoli il 21 marzo 2015″

Alle ore 10.11 si è sciolto il sangue del Patrono di Napoli, custodito nelle ampolle esposte in occasione della celebrazione religiosa. La notizia del Papa a Napoli comunicata dal cardinale Sepe dall'altare: atterrerà in una periferia della città, pranzerà coi detenuti e visiterà un ospedale cittadino. Poi la messa in una piazza napoletana.

Oggi è il 19 settembre, giorno di San Gennaro, patrono della città di Napoli. E nel capoluogo campano c’è la celebrazione religiosa in attesa che si verifichi l’annuale, attesissimo, prodigio della liquefazione del sangue custodito all’interno delle ampolle.

Meglio clericali che gesuiti!

Comunione ai divorziati, Papa Francesco ai cardinali: “No al clericalismo”

Puntuale è arrivata, seppure in modo indiretto, la risposta di Bergolio ai cardinali che contestano la sua apertura ai divorziati risposati in vista del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. "Il Papa non ha il compito di offrire un'analisi dettagliata e completa sulla realtà contemporanea, ma invita tutta la Chiesa - dice il pontefice - a cogliere i segni dei tempi"

papa francesco

Says no!

Il porporato gigante che dice di no

George Pell, chiamato dal Papa a Roma, contro cambi di dottrina

Il cardinale George Pell
Roma. Francesco lo chiama “il mio ranger” e ne loda “la tenacia degna d’un campione di rugby australiano”. In realtà, George Pell, cardinale settantaduenne di Santa romana chiesa, alla palla ovale ha sempre preferito il football. Ha giocato nella squadra del St. Patrick College di Ballart, stava per diventare professionista con il Richmond Football Club, poi è arrivata la chiamata e s’è fatto prete. Alto quasi due metri, imponente, all’inizio dell’anno il Papa preso quasi alla fine del mondo l’ha voluto a Roma, affidandogli – a sorpresa – la palla avvelenata per eccellenza, la macchina delle finanze vaticane.

Chi tocca i fili muore?

Kasper, il papa, i cardinali. Misericordia a corrente alternata

kasper
Il cardinale Walter Kasper ha reagito stizzito alla notizia dell’imminente pubblicazione negli Stati Uniti e in Italia di un libro dichiaratamente critico della sua proposta di superare il divieto della comunione ai divorziati risposati, scritto da cinque cardinali di prima grandezza, dall’arcivescovo segretario della congregazione per le Chiese orientali e da tre studiosi.
“Ne sono stato informato dai giornalisti: a loro è stato mandato il testo, a me no. In tutta la mia vita accademica una cosa simile non mi è mai accaduta”, ha detto in un’intervista a “La Stampa“.

Questione minore

La strategia è chiara: far passare quanti difendono la dottrina tradizionale della Chiesa in fatto di famiglia e matrimonio – vescovi, cardinali, teologi - come “nemici del Papa”, che tramano nell’ombra con strategie senza precedenti, come addirittura un libro in cui riaffermano la validità della visione della Chiesa contro i tentativi di trasformarla in qualcosa di simile a una denominazione protestante. Loschi figuri che vogliono discutere pubblicamente di cose di cui si dovrebbe parlare soltanto durante il Sinodo, e che impongono una discussione soltanto sulla comunione ai divorziati risposati quando il Sinodo dovrebbe occuparsi di tante altre sfide che riguardano la famiglia. Ieri avevamo già commentato l’editoriale sul Corriere della Sera di Alberto Melloni, (clicca qui) ma il Corriere insiste, stavolta con Massimo Franco, che cerca di ricostruire ancora più precisamente questo clima da congiura di palazzo contro lo spirito innovatore di papa Francesco. E a dare man forte ci pensa anche La Stampa, che addebita ai cardinali “conservatori” un clima da guerra da cui ovviamente il cardinale Walter Kasper rifugge, lui – si confessa a Vatican Insider – ha posto solo delle questioni, peraltro «in accordo con il Papa»: nessuna volontà di cambiare la dottrina, ci mancherebbe, ma solo domande su come aiutare persone e coppie nei casi complessi...

Il cardinale scelto da Francesco frena:«I divorziati? Questione minore»

Pell, capo delle finanze vaticane: «La Chiesa non capitoli. Dare una scialuppa ai naufraghi del divorzio. Ma per dirigerli verso gli scogli o verso un porto sicuro?»


Il cardinale prefetto australiano George Pell (Ansa)Il cardinale prefetto australiano George Pell (Ansa)
«Secondo alcuni il compito primario della Chiesa è fornire una scialuppa di salvataggio ai naufraghi del divorzio... Ma dove devono dirigersi queste scialuppe di salvataggio? Verso gli scogli, verso le paludi o verso un porto sicuro, che si può raggiungere soltanto con difficoltà?».
Zattere sì, ma che assicurino la salvezza. Dopo i cardinali Gerhard Ludwig Müller, Raymond Leo Burke, Walter Brandmüller, Carlo Caffarra, Velasio De Paolis e Angelo Scola, anche Pell si schiera contro quelle soluzioni pragmatiche e misericordiose («zattere» appunto), secondo la prassi della chiesa ortodossa, che un altro cardinale, Walter Kasper, vorrebbe che fossero lanciate verso i cattolici divorziati risposati al prossimo Sinodo di ottobre sulla famiglia.

Medjugorje…33 anni dopo

(I parte)

images Medjugorje
Gettare una luce sui fatti di Medjuorje, dopo che è diventato nell’arco di trentanni e più, uno dei “santuari” più frequentati dal mondo cattolico, e dopo che  mediaticamente, personaggi televisivi, illuminati sulla “via di Damasco” ne sono diventati testimonial, è estremamente difficoltoso cercare di ricomporre i fatti come sono realmente avvenuti. Quello che si può tentare di fare però, è di ripercorrere i fatti accaduti fin dall’inizio.
       In un indagine di polizia, quando dopo un lunghissimo tempo si “brancola ancora nel buio”, si ritorna sul luogo del delitto. Si ispeziona di nuovo la scena, si cerca di ricomporre mentalmente i vari indizi fin nei minimi particolari, i quali, durante il tempo trascorso, possono essere stati dimenticati, deformati o sfuggiti. Per questo credo che quasi tutti, soprattutto i pellegrini che si recano a Medjugorje, abbiano dimenticato o non conoscano i fatti come sono realmente accaduti. Fatti, che sono stati volontariamente o involontariamente “contaminati”. La scena come si presentava all’origine, nessuno più la rammenta, e se la si ricorda non gli si da nessun valore analitico per capire la verità. E questo è male, perché solo esaminando il contesto, le circostanze, la personalità dei “veggenti” e tutti coloro i quali li hanno influenzati, in buona fede o no, si può intravedere qualcosa di molto anomalo e pericoloso.
Si torna così nel lontano 1981 e precisamente il 24 di giugno.
E’ curioso come questa data, coincida casualmente con altre date circondate da una alone di mistero. Una è la fondazione della massoneria speculativa avvenuta nel 1717, per l’appunto il 24 di giugno. Un’altra, piuttosto conosciuta, riguardano le feste dionisiache  e i sabba infernali al solstizio d’estate della notte di S. Giovanni. Un’ ultima, la più sconosciuta, è la data storica per  la quale gli ambienti ufologici la riconoscono come tale, a motivo  del primo avvistamento di UFO, avvenuto, così dicono, il 24 di giugno del 1947. Faccio riferimento a questa data con cognizione di causa, in quanto, avendo studiato per anni il fenomeno ufologico, riscontro delle anologie incredibili; dagli avvistamenti luminosi di ogni tipo e fattura, (*) ai contatti  con alieni “bellissimi” portatori di pace amore e fratellanza.
Probabilmente queste ricorrenze non hanno  niente a che fare con Medjugorje, a meno che, questo evento, non abbia le stesse origini fumose di quelli sopra descritti.
PAURE E PANICO NELLE PRIME VISIONI
 In alcuni libri, scritti da autori anonimi che circolarono negli anni successivi, raccontarono i fatti in modo banale e superficiale, nel tentativo di descrivere l’avvenimento inserendolo in uno scenario di falsa serenità. Infatti se andiamo a rileggere le deposizioni dei “veggenti” interrogati separatamente, emergono paure e contraddizioni che lasciano forti dubbi sull’origine soprannaturale della visione.       Mentre nei primi testi citati si cerca di dare una versione piuttosto edulcorata ( ad esempio, volendo emulare Fatima, citano che l’allora quindicenne Ivanka Ivankovic’, una delle due prime “veggenti”, portava al pascolo le pecore), ebbene,  nel documentatissimo libro ” La Vergine appare a Medjugorje ?”  del mariologo e accanito sostenitore della apparizioni, Rene’ Laurentin, riporta, per diretta testimonianza degli stessi veggenti,  una descrizione dell’evento in maniera diversa, anche se lo stesso nasconderà un po’ di imbarazzo su alcuni comportamenti scomposti e ridicoli dei “veggenti”.
Ivanka Ivankovic insieme a Mirjana Dragicevic, mentre era a passeggio lungo la via di Podbrdo che costeggia i piedi della collina, vede una figura luminosa lontana e indistinta; ed esclama: “Ecco la Gospa!” (la Madonna). Esclamazione al quanto curiosa, come se la stesse già aspettando. La prima sensazione che ebbero, contrariamente ad una comprensibile attrazione, fu la paura, che prese talmente il sopravvento da ritornare in tutta fretta al villaggio. Lì incontrarono la piccola Milka Pavlovic, e con lei si recarono di nuovo sul luogo della apparizione. La vedono ancora sempre lì, luminosa, sopra una piccola nuvola. In quel mentre vedono arrivare Vicka Ivankovic. Le tre ragazze la vedono e la chiamano da lontano: ” Guarda la Gospa! ”  Quella chiamata irrita Vicka…”Quale Gospa? Scherzano o hanno visto una biscia?”… Mi cavai le scarpe e a piedi nudi fuggii via, correndo come una pazza.” Arrivata al villaggio scoppiò in lacrime:…”non sapevo che fare ne dove mettermi.” In seguito dirà: “Il primo giorno, abbiamo tutti urlato facendo boccacce”. E questo lo disse anche a Padre Bubalo.  Ancora scossa e singhiozzante, chiese a Ivan Ivankovic e a Ivan Dragicevic, di accompagnarla nei pressi della visione:…”dicono di vedere la Gospa. Io non voglio vederla. Voglio solo andare là.” Questa volta vide e rimase attratta. Ma non i due Ivan. Anzi, Ivan Dragicevic che portava con se un sacchetto di plastica con delle mele, nel vedere, fu preso dalla paura, scavalcò uno steccato, e nel farlo, il sacchetto di mele che portava  con se ruzzolò in terra rimanendo lì senza raccoglierlo. Anche l’altro Ivan se la diede a gambe. L’apparizione fece segno alle ragazze di avvicinarsi ma queste non lo fecero. Vicka la guardò per qualche minuto, poi di nuovo la paura le prese il sopravvento…”fuggii di nuovo…ero felice e allo stesso tempo spaventata. Avevo paura e nello stesso tempo ero contenta. Mi gettai sul divano e non finivo di piangere”.
Si potrebbero già evidenziare un paio di fatti; innanzi tutto i veggenti sono immediatamente sicuri di vedere la Madonna, cosa che non fu ne per Bernadette e ne per Lucia, Giacinta e Francesco a Fatima, i quali hanno parlato sempre di una Bella Signora. Inoltre quel turbamento così forte a l’idea di vedere la “Gospa” sembra che abbia continuato anche dopo alcuni anni; infatti non si capisce come mai dopo tre anni Ivan Ivankovic, con l’evidente imbarazzo di Padre Laurentin dica: “Non mi piace pensarci, mi mette in confusione”. Un’altra singolarità accadde il giorno dopo, il 25 di giugno: Ivan Ivankovic e MIlka Pavlovic non ritornarono, si unirono ai quattro “superstiti” rimasti, Marija Pavlovic, la sorella di Milka e Jakov Colo. E’ da rilevare una forte dose di perplessità in questo scambio di “veggenti”. Come se uno valesse l’altro, chi sia sia, sembra che siano candidati tutti i ragazzi del villaggio. Una specie di setaccio per vedere chi è più o meno impressionabile? Padre Laurentin, infatti, non potrà fare a meno di aggiungere che Ivanka provava un senso di malessere e che molti veggenti scoppiavano in lacrime al ritorno dalle apparizioni. Anche se lo stesso aggiunge di suo che sono lacrime di pace, è difficile crederlo, in quanto poco conciliabili con il “malessere” di Ivanka o con quello di Ivan Ivankovic che dopo, a tre anni di distanza, proveranno ancora.
Questi episodi che riguardano gli stati d’animo dei primissimi giorni sono estremamente importanti. Sono particolari che si differenziano enormemente da tutte le altre apparizioni della Madonna avvenute nel corso dei tempi. La paura e il fuggi fuggi davanti alla sua celeste apparizione, contrastano con il timore reverenziale, la pace e la serenità dell’anima infusa fin dal primo momento durante tutte le apparizioni riconosciute dalla Chiesa.
S. Bernadette non fuggì e ne’ ebbe paura, anzi fu traboccante di gioia; i pastorelli di Fatima neanche a parlarne, esclamavano di continuo: “Oh, che bella Signora!..che bella Signora!”. Tanto meno Melania e Massimo a La Salette e via via tutte le altre. Ammettiamo pure che potessero averlo avuto  un attimo di timore iniziale, ma esso svanì subito dopo, in quanto la natura divina dell’apparizione non poteva che emanare gioia e serenità.
Vicka confermerà sempre, anche in  seguito, il panico dei primi giorni. E tale ansia sarà presente ancora nelle apparizioni di Marjia e Ivan avute il 22 e 23 aprile del 1998, dopo 17 anni. Infatti, nel bel mezzo della visione, furono monitorati dallo staff medico dei dottori Resch e Gagliardi, dei forti stati d’ansia. I ritmi cardiaci dei due, alla fine del rosario, che precede l’apparizione, furono paragonati a quello di una persona posta sotto sforzo. Quelli di Ivan raggiunsero addirittura i 135 al minuto (87 all’inizio) durante l’estasi del 22 aprile e 120 in quella del giorno dopo (all’inizio tra 95 e 100). Marjia, nonostante il carattere più controllato, raggiunse le 114 pulsazioni al minuto (dalle 84 iniziali) il 22 di aprile e le 100 pulsazioni il 23 (dalle 84 iniziali). Dunque, credo che sia lecito pensare che gli effetti di queste apparizioni non sono quelli previsti dalla Chiesa per permetterne il culto.
Domandandoci se tale agitazione e paura dei veggenti di Medjugorje siano di origine preternaturale o semplicemente umana…ne parleremo in seguito.
Parte prima
(*) Dal 1968 al 2009 fenomeni luminosi che ricordano vagamente una figura attribuita alla Madonna, accompagnata da luci di vari  colori e da croci luminose, sono apparsi a Il Cairo sopra una chiesa coopta dedicata alla Vergine Maria.
Sagittarius

giovedì 18 settembre 2014

Carrozze vacanti cercansi..


Chi voleva mandare don Bosco in manicomio ?
Un episodio che mi veniva raccontato fin da piccolo (e che l'agiografia contemporanea ha molto edulcorato) è il seguente:
Le idee grandiose di don Bosco avevano suscitato l'invidia e la gelosia di alcuni ambienti ecclesiastici (Nihil sub sole novum, già Clemente Romano parlava di questo) per cui fu riferito ad Alessandro Riccardi di Netro, arcivescovo di Torino, che don Bosco era completamente matto ed aveva bisogno di un lungo periodo di ricovero in manicomio (chissà che cure gli avrebbero fatto all'epoca !) .

Continua la svendita del papato

Le Iene mettono all’asta la papalina di Papa Francesco

Grande successo dell'iniziativa benefica lanciata ieri sera dal programma di Italia 1







Le Iene mettono all’asta la papalina di Papa Francesco<1/10>





Le Iene mettono all’asta la papalina di Papa Francesco
VEDI FOTO



SCOPRI >>
Ha superato i 90.000 euro in poche ore l’asta bandita ieri sera durante il programma televisivo de Le Iene, che ha messo in vendita su eBay una papalina indossata da Papa Francesco con l’obiettivo di devolvere il ricavato all’associazione a una Onlus operante in un villaggio della Repubblica Democratica del Congo.
Foto: eBay
Foto: eBay

Pochi dubbi in proposito..!

Kasper attacca: "Vogliono la guerra, ma io ho concordato tutto con il Papa"

Il cardinale Walter Kasper non ha preso bene la pubblicazione del libro "Permanere nella verità di Cristo" (edito da Cantagalli) in cui cinque cardinali, tre accademici e un arcivescovo (il gesuita curiale Cyril Vasil), contestano le tesi da lui presentate nel corso del Concistoro straordinario dello scorso febbraio, ouverture al Sinodo del prossimo ottobre.

Il cibo della mensa aziendale

Effetto 'Santa Marta': Indigestione o confusione e disorientamento?

Su segnalazione di un lettore, esaminiamo un passaggio della meditazione mattutina dello scorso 16 settembre dalla Domus Sanctae Marthae, la nuova inedita Santa Sede, se così possiamo ancora chiamarla [qui].
Si tratta pur sempre di magistero ordinario, e come tale criticabile col dovuto rispetto. È una critica che ci risparmieremmo volentieri se non fosse perché la diffusione mediatica così ampiamente enfatizzante diventa un problema a causa delle interpretazioni plurime di cui sono suscettibili i contenuti. Interpretazioni che dovrebbero essere escluse dall'eloquio petrino, ma che invece ci vengono praticamente riproposte ogni giorno. E forse sarebbe anche ora che qualcuno prendesse atto che questa pletora di divulgazioni a tappeto è foriera di confusione anche solo per la info-pollution1 inflazionante e banalizzante sia la persona del pontefice che la sua alta funzione nonché il messaggio che trasmette; il che - anche a prescindere dalle anomale interpretazioni plurime - non può non generare confusione. Ne avevo parlato anche [qui].
Ed ecco il brano segnalato:

La guerra preventiva con tanto di false flag*

Intervista al cardinale Kasper: «Vogliono la guerra al Sinodo, il Papa è il bersaglio»*


«Alcuni al prossimo Sinodo vogliono una guerra ideologica. La dottrina della Chiesa è aperta, loro vogliono una verità cristallizzata. Il bersaglio delle polemiche non sono io, ma il Papa». Parla il cardinale Walter Kasper, il teologo che Francesco ha elevato a teorico contemporaneo della «teologia in ginocchio», capace di ascoltare la società e, soprattutto, i drammi esistenziali dell’uomo, «non per condannarlo ma per camminare insieme a lui».

Qualis pater tales pecora

La comunione ai divorziati: cardinali divisi, parroci no

Il Papa apre sul sacramento ai separati e cinque cardinali scrivono un libro contro. Ma già tanti sacerdoti lo concedono


«Teologia in ginocchio». Così Papa Francesco ha definito la relazione del cardinale Walter Kasper, base di discussione per il Sinodo sulla famiglia che si aprirà il 5 ottobre in Vaticano.







Un testo in cui si parla di tante cose, ma quel che ha più agitato le acque della Chiesa riguarda la svolta proposta per i divorziati risposati che, dopo un periodo di penitenza, chiedono di essere riammessi ai sacramenti e ricevere la comunione. «Teologia in ginocchio», dice il Papa, cioè dottrina legata alla preghiera e alla misericordia.

Nuovi chiodi per il portone di Wittenberg

I vescovi tedeschi hanno pronte le “tesi” da inchiodare all’uscio del Sinodo

Il cardinale tedesco Reinhard Marx (Foto LaPresse)

Roma. Su famiglia e matrimonio, i vescovi tedeschi stanno con il cardinale Walter Kasper. Le tesi del teologo scelto dal Papa per aprire in ambito concistoriale la discussione sui temi oggetto del Sinodo biennale ormai alle porte, sono appoggiate e condivise dalla grande maggioranza dell’episcopato di Germania. Lo ha spiegato, durante la tavola rotonda sul dialogo nella chiesa che ha avuto luogo la scorsa settimana a Magdeburgo, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, da pochi mesi capo dei vescovi tedeschi e considerato in forte e rapida ascesa in Vaticano, dove è anche membro del gruppo dei nove porporati che studiano la riforma della curia, nonché coordinatore del nuovo Consiglio per l’economia. Il gruppo dei favorevoli all’aggiornamento della pastorale familiare su tutte quelle “situazioni inedite fino a pochi anni fa” che nel Sinodo wojtylano sulla famiglia del 1980 furono discusse, se lo furono, solo marginalmente, ha voluto dirlo senza intermediari direttamente al cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede.

Papa Bergoglio, auguri!

La vera pace di papa Bergoglio

Prima e dopo la realizzazione della geniale idea di papa Bergoglio: una partita di calcio “interconfessionale” per esortare il mondo alla pace, diversi cattolici hanno espresso le loro riserve per questa commistione fra sacro e profano, dove ciò che finisce col contare è quello cheAlessandro Gnocchi ha acutamente definito: “forma rituale dotata di un linguaggio universale”, funzionale all’“Onu delle religioni”.

Ora, al di là dell’evento in sé, è stato notato poco il contesto preparatorio, dal carattere spettacolare tipicamente moderno dello “show” di massa.
La partita è stata preceduta dall’esibizione canora di una diva canzonettiera di marca rigorosamente argentina, tale Martina Stoessel; è in tale esibizione che si può cogliere il senso vero che della pace ha papa Bergoglio.

mercoledì 17 settembre 2014

Dove pende il pendolo del sinodo?



La linea dell’accoglienza chiesta da Bergoglio su famiglia e sacramenti. L'invito alla Chiesa a non chiudersi in se stessa    
Corriere della Sera
 
(Gian Guido Vecchi) «Vicinanza e compassione: così il Signore Gesù visita il suo popolo. Quando noi vogliamo annunziare il Vangelo, questa è la strada. L’altra strada è quella dei dottori della legge, degli scribi... Parlavano bene, insegnavano la legge bene. Ma lontani. Mancava la compassione e cioè patire con il popolo ».
C’è una coerenza profonda nelle parole di Francesco. Quelle pronunciate ieri a Santa Marta richiamano innumerevoli interventi, a cominciare dalla prima domenica del suo pontificato, il 17 marzo 2013, la misericordia di Dio come «abisso incomprensibile» contrapposto all’ipocrisia dei «puri»,

Bagliori di Fatima? Meglio gli ortodossi dei greco cattolici..!

Chiesa ortodossa ucraina: I nostri politici non amano il popolo
di Nina Achmatova
Il capo del servizio stampa della Chiesa obbediente a Mosca punta il dito contro i "troppi leader" del Maidan e fa il paragone con la Scozia che si prepara al referendum sull'indipendenza: "Lì nessuno ha minacciato i separatisti di essere rasi al suolo".

Mosca (AsiaNews) - Le autorità ucraine sono colpevoli dell'aver scatenato la guerra nel Paese. E' la dura accusa del capo del servizio stampa della Chiesa ortodossa ucraina, Vasily Anisimov, che ha rilasciato un'intervista al sito ortodosso Radonezh. "Non amano gli ucraini e non li comprendono - ha dichiarato - se lo facessero, non li avrebbero mandati a morire sul Maidan, non li avrebbero condotti nella guerra fratricida in Donbass, non li avrebbero condannati alla fame, al freddo e a un'esistenza di povertà che secondo gli economisti ci aspetta questo inverno".