Un campanile-minareto per sedare i tormenti religiosi d’occidente
In risposta agli attentati, la Duke University voleva trasmettere la preghiera del muezzin dalla torre. Le proteste e la revoca
New York. “Con i recenti attentati a Parigi, in Pakistan e le recrudescenze del conflitto in Nigeria, molti media dipingono in modo negativo parti del mondo musulmano. I musulmani sono rappresentati come aggressori guidati da valori contrari all’educazione e all’occidente. Eppure, alla Duke University la comunità musulmana rappresenta una faccia dell’islam molto diversa da quella che vediamo nei telegiornali, una faccia pacifica e dedita alla preghiera”.
Con queste motivazioni Christy Lohr Sapp, direttore delle attività religiose della Duke, ha annunciato che la comunità musulmana del campus – circa 700 studenti su 15 mila iscritti – avrebbe cominciato a trasmettere la chiamata della preghiera del venerdì da altoparlanti piazzati sul campanile della cappella in stile gotico che domina l’università. Secondo Lohr Sapp la commistione fra campanile e minareto è una conquista inedita nel campo del pluralismo religioso, un ispirato irenismo molto più significativo degli anonimi spazi interreligiosi che normalmente le università mettono a disposizione degli studenti: “Non so di nessun altro campanile che è usato anche per annunciare la preghiera islamica”.Del resto, hanno spiegato le autorità dell’ateneo, gli studenti musulmani sono già autorizzati a celebrare la preghiera del venerdì in una parte della cappella, la chiamata stereofonica del muezzin dal campanile aggiunge soltanto un edificante elemento simbolico in questo periodo di turbolenze a sfondo islamico. L’elemento simbolico non è parso a tutti così edificante, specialmente ai finanziatori di una università che ha come motto “eruditio et religio” e la religio è un riferimento inequivocabile al cristianesimo: Duke è una università metodista nata attorno alla scuola di teologia che poi si è progressivamente laicizzata – come tanti atenei americani d’ispirazione religiosa – ma mantenendo sempre un legame con la chiesa metodista. In conformità ai principi della neutralità religiosa, la chiesa è stata sconsacrata diversi anni fa. E tuttavia l’idea di sentire le parole “allahu akbar” dalla torre che, in nome della tradizione, la domenica scandisce ancora gli orari dei sermoni ha infastidito anche alcuni sostenitori della sorridente commistione interreligiosa che ormai domina le università americane, laboratori del politicamente e religiosamente corretto.
Franklin Graham, figlio dell’anziano e leggendario pastore Billy Graham, ha invitato i finanziatori che foraggiano il budget dell’università (4 miliardi e mezzo di dollari l’anno) a sospendere le donazioni finché Duke non avrà revocato la disposizione sul campanile-minareto: “E’ una scuola metodista e i soldi per quella cappella sono stati donati dai cristiani nel corso degli anni in modo che gli studenti avessere un luogo per adorare il Dio della Bibbia”, ha spiegato Graham. Quando il profilo della controversia è cresciuto fino a mettere in pericolo soldi e reputazione, l’università ha revocato il divieto. “Chiaramente, ciò che era stato concepito per unire non ha avuto l’effetto desiderato”, ha detto un portavoce dell’università. Ieri la voce del muezzin non è risuonata dal campanile, eppure, come ogni venerdì, gli studenti musulmani di Duke si sono riuniti in preghiera nel luogo messo a disposizione dall’università, dentro la cappella che fu metodista e che è stata “riconsacrata al politicamente corretto”, come ha detto l’editorialista Todd Starnes. Come ogni venerdì hanno goduto di quella libertà religiosa che non ha bisogno di annullare o mischiare le identità per essere esercitata.
di Mattia Ferraresi |
Twitter @mattiaferraresi
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