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Papa Francesco e la satira: “Chi offende mia madre si aspetti un pugno”
ROMA - “Chi offende mia madre si aspetti un pugno”. Così dice Papa Francesco. Il Pontefice parla degli attentati di Parigi, la libertà di espressione, la responsabilità. Lo fa sul volo dallo Sri Lanka alle Filippine rispondendo alla domanda di un giornalista francese sul dibattito che si è innescato dopo il crudele massacro dei vignettisti di Charlie Hebdo.
Papa Bergoglio ha spiegato che “non si può reagire violentemente”, anzi, che è “un’aberrazione uccidere in nome di Dio”, ma per quanto riguarda la libertà di espressione “c’è un limite”, lasciando intendere, con l’esempio dell’offesa alla mamma, che toccando ciò che le persone hanno di più caro a volte possono scattare reazioni inconsulte.
Bergoglio ha spiegato che: “La religione non può mai uccidere, non si può farlo in nome di Dio. Ma non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene. Non si giocattolizza la religione degli altri. La libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere”.
Ecco alcuni passaggi dell’intervista:
Nel mondo c’è molta preoccupazione per la sua incolumità. Secondo alcuni servizi segreti il Vaticano sarebbe nel mirino dei terroristi islamici. È preoccupato per la sicurezza dei fedeli che partecipano alle sue celebrazioni? In cosa fare per rispondere alle minacce? E, più in generale, come rispondere alle minacce terroristiche?“Sempre il miglior modo per rispondere (alle minacce) è la mitezza, essere mite, umile, come il pane, senza fare aggressioni. A me preoccupa la sicurezza dei fedeli, davvero. Di questo ho parlato con la sicurezza vaticana. Qui nel volo c’è Giani (il capo della Gendarmeria vaticana, ndr), incaricato della sicurezza, lui è aggiornato. Questo a me preoccupa abbastanza. Ho paura? Lei sa che io ho un difetto, una buona dose di incoscienza. Sono incosciente. Alcune volte mi sono chiesto: ma se accadesse a me questo? E ho detto al Signore: ti chiedo solo una grazia, che non mi faccia male perché non sono coraggioso di fronte al dolore, sono molto timoroso. So che sono nelle mani di Dio ma so anche che si prendono delle misure di sicurezza prudenti ma efficaci. Per il resto: speriamo!”.Abbiamo assistito in queste ultime settimane ad attentati suicidi che hanno utilizzato dei bambini. Cosa pensa di questo modo di fare la guerra?“Forse è una mancanza di rispetto, ma mi viene da dire che dietro ogni attentato suicida c’è un elemento di squilibrio umano, non so se mentale, ma umano. Qualcosa che non va nella persona, quella persona ha uno squilibrio nella sua vita. Dà la vita ma non la dà bene. C’è tanta gente che lavora, come ad esempio i missionari: danno la vita, ma per costruire. Il kamikaze invece dà la vita per distruggere. C’è qualcosa che non va. Io ho seguito la tesi di licenza di un pilota dell’Alitalia che l’ha fatta sui kamikaze giapponesi. Correggevo la parte metodologica, ma non si capisce fino in fondo il fenomeno, che non è soltanto dell’Oriente, ed è collegata ai sistemi totalitari, dittatoriali, che uccidono la vita o la possibilità di futuro”.
Appena arrivato a Manila, Papa Francesco perde la papalina sulle scale dell’aereo
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/papa-francesco-chi-offende-mia-madre-si-aspetti-un-pugno-2074682/
Ecco qui di seguito un estratto delle risposte date il 15 gennaio da papa Francesco ai giornalisti al seguito del suo viaggio in Asia, durante il volo dallo Sri Lanka alle Filippine.
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SUI MASSACRI DI PARIGI
Non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio. Ciò che succede adesso ci stupisce, ma pensiamo alla nostra storia, quante guerre di religione abbiamo avuto! Pensiamo alla notte di San Bartolomeo! Anche noi siamo stati peccatori su questo, ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è una aberrazione. Quanto alla libertà di espressione: ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l’obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri [a sinistra nella foto - ndr], che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, gli spetta un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri. Papa Benedetto in un discorso aveva parlato di questa mentalità che porta a credere che le religioni sono un sorta di sottoculture, tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminista. E questa è un’eredità dell’illuminismo: tanta gente che sparla, prende in giro, si prende gioco della religione degli altri. Questi provocano e può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma. C’è un limite, ogni religione ha dignità, io non posso prenderla in giro.
SUI BAMBINI SOLDATO
Mi viene da dire che dietro ogni attentato suicida c’è un elemento di squilibrio umano, qualcosa che non va nella persona: dà la vita ma non la dà bene. Per esempio i missionari: danno la vita, ma per costruire. Il kamikaze invece dà la vita per distruggere. Per quanto riguarda l’uso dei bambini per gli attentati: sono usati dappertutto per tante cose, sfruttati nel lavoro, come schiavi, sfruttati sessualmente. A volte, quando ero in Germania, mi sono caduti sotto gli occhi articoli che parlavano delle zone del turismo erotico nel Sudest asiatico e anche lì si trattava di bambini.
SULLA VISITA AL TEMPIO BUDDISTA
Quando sono arrivato [la prima volta a Colombo] non stavo bene, ero stanco, dopo i 29 chilometri [sull'auto scoperta sotto il sole] ero uno straccio. Ma dopo essere tornato da Madhu, c’era la possibilità. Ho telefonato e sono andato. Ieri poi io ho visto una cosa che mai avrei pensato. a Madhu non c’erano solo cattolici, c’erano buddisti, islamici, induisti e tutti vanno lì a pregare e dicono che ricevono grazie. C’è nel popolo, che mai sbaglia, qualcosa che li unisce e se loro sono così tanto naturalmente uniti da andare insieme a pregare in un tempio che è cristiano ma non solo cristiano… come potevo io non andare al tempio buddista? Quello che è successo a Madhu è molto importante, c’è il senso di interreligiosità che si vive nello Sri Lanka. Ci sono dei gruppetti fondamentalisti, ma non sono col popolo, sono élìtes teologiche. Una volta si diceva che i buddisti andavano all’inferno? Ma anche i protestanti, quando io ero bambino, andavano all’inferno, così ci insegnavano. E ricordo la prima esperienza che ho avuto di ecumenismo: avevo 4 o 5 anni e andavo per strada con mia nonna, che mi teneva per mano, e sull’altro marciapiede arrivavano due donne dell’Esercito della salvezza, con quel cappello che oggi non portano più e con quel fiocco. Io chiesi: dimmi nonna, quelle sono suore? E lei mi ha risposto: no, sono protestanti, ma sono buone! È stata la prima volta che io ho sentito parlare bene di persone appartenenti alle altre confessioni. La Chiesa è cresciuta tanto nel rispetto delle altre religioni, il Concilio Vaticano II ha parlato del rispetto per i loro valori. Ci sono stati tempi oscuri nella storia della Chiesa, dobbiamo dirlo senza vergogna, perché anche noi siamo in un cammino, questa interreligiosità è una grazia.
SULLA PROSSIMA ENCICLICA SULL’ECOLOGIA
Grazie a Dio oggi ci sono tanti che parlano di questo, e io vorrei ricordare il mio amato fratello Bartolomeo [il patriarca di Costantinopoli] che ha scritto tanto su questo tema e io l’ho letto molto per preparare l’enciclica. Il teologo Romano Guardini parlava di una seconda “incultura”, che accade quando tu ti impadronisci del creato, e così la cultura diventa incultura. La prima bozza della nuova enciclica l’ha preparata il cardinale Turkson con la sua équipe. Poi ci ho lavorato io e ora ho preparato la terza bozza e questa l’ho inviata alla congregazione per la dottrina della fede, alla segreteria di Stato e al teologo della casa pontificia, perché studiassero che io non dicessi stupidaggini. Adesso mi prenderò tutta una settimana di marzo per finirla. Quindi andrà in traduzione. Penso che se il lavoro va bene, a giugno-luglio potrà uscire. L’importante è che ci sia un po’ di tempo tra l’uscita e il prossimo incontro sul clima di Parigi [dal 30 novembre all'11 dicembre]. L’ultima conferenza del Perù mi ha deluso, speriamo che a Parigi siano un po’ più coraggiosi.
SULLE CANONIZZAZIONI
Queste canonizzazioni sono state fatte con la metodologia che si chiama equipollente: quando da tanto tempo un uomo o una donna sono beati e si ha la venerazione del popolo di Dio e di fatto vengono venerati come santi, non si fa il processo sul miracolo. L’ho fatto per Angela da Foligno, e poi ho scelto di canonizzare persone che sono state grandi evangelizzatori e grandi evangelizzatrici. Il primo è stato Pietro Favre, evangelizzatore dell’Europa, che è morto per strada, evangelizzando. Poi ci sono stati gli evangelizzatori del Canada, fondatori della Chiesa in quel paese. Poi il santo brasiliano fondatore di San Paolo. E ora José Vaz, evangelizzatore dell’antica Ceylon. A settembre negli Stati Uniti farò la canonizzazione di Junipero Serra. Sono figure che hanno fatto una forte evangelizzazione e sono in sintonia con la spiritualità della “Evangelii gaudium”.
Papa Francesco, il «pugno» che scandalizza il web
Il pontefice: «Chi offende la mamma se lo aspetti». I commenti su Twitter.
Ci sono parole che in bocca a un papa non stanno benissimo. «Pugno» è una di queste. Le affermazioni di Jorge Mario Bergoglio, che dallo Sri Lanka ha condannato la strage nella redazione di Charlie Hebdo, esprimendosi comunque contro la blasfemia, hanno suscitato le reazioni del web.
«Non si uccide in nome di Dio, ma non si offende la religione. Se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno», la frase del pontefice.
E via alle repliche su Twitter.
«Non si uccide in nome di Dio, ma non si offende la religione. Se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno», la frase del pontefice.
E via alle repliche su Twitter.
Per il giornalista sportivo Roberto Renga, «il papa a quelli di Charlie qualche pugno lo avrebbe dato».
Secondo Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della sera, «Je suis Charlie è bello che finito».
Luca Sofri, invece, ha utilizzato il dialetto toscano per impersonare il pensiero del papa.
C'è anche chi ha scelto di giocare sul contrasto tra la tangibilità materiale di una madre e l'astrattezza della fede.
E chi ha lanciato un cinque virtuale al pontefice, perché la mamma, si sa, non si tocca.
Non sono mancate però le voci di chi ha solidarizzato col pontefice.
Per Xavier Jacobelli, direttore di Calciomercato.com ed editorialista per L'Eco di Bergamo,la risposta del papa è «magnifica».
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Il Papa: "Tanta gente ridicolizza le altre religioni. Può arrivare un pugno"
Le parole do Francesco durante il viaggio dallo Sri Lanka verso le Filippine
di Matteo Matzuzzi |
L'arrivo di Papa Francesco a Manila, nelle Filippine (foto LaPresse)
E' destinata a far discutere a lungo la conferenza stampa che il Papa ha tenuto a bordo dell'aereo che lo portava dallo Sri Lanka nelle Filippine, seconda tappa del suo viaggio in Asia. Gran parte delle domande hanno avuto come tema il dialogo interreligioso, i rapporti tra le fedi e in particolare con l'Islam. Sullo sfondo, ovviamente, la strage al settimanale francese Charlie Hebdo. Per far comprendere meglio la portata delle dichiarazioni di Francesco, è utile riportare quanto scrive Radio Vaticana: "Il brivido lungo la schiena dei cronisti e dei cameraman scorre all’unisono quando Francesco, alla domanda sul diritto alla libertà di religione e a quello di espressione, come sua abitudine non svicola e va diritto al punto".
Ma ecco le frasi clou della conferenza stampa del Pontefice:
"Ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente, e così dobbiamo fare tutti. Non si può offendere o fare la guerra o uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. (...) Parlava della libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, ha il diritto e anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo! Se un deputato, un senatore non dice quella che pensa sia la vera strada, non collabora al bene comune. Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, ma senza offendere. E vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno! Ma è normale! Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede".
A proposito del discorso di Ratisbona, Francesco ha detto:
"Papa Benedetto, in un discorso, ha parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose siano una sorta di sottocultura: tollerate ma poca cosa, non sono nella cultura illuminata. E questa è una eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla di altre religioni o delle religioni, che prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri, questi provocano. E può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma! C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetta la vita e la persona umana, e io non posso prenderla in giro. Questo è un limite. Ho preso questo esempio per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti. Come quello della mia mamma".
Il Papa ha poi risposto a una domanda sulla sua visita, a sorpresa, al tempio buddista:
"Ieri ho visto una cosa che mai pensavo, a Madhu: non erano tutti cattolici, c’erano buddisti, islamici, induisti, e tutti vanno lì a pregare e dicono che ricevono grazie. Il popolo: c’è nel popolo il senso di qualcosa che li unisce. E sono così tanto naturalmente uniti nel pregare al tempio, che è cristiano ma tutti vogliono andare là. Questa testimonianza ci fa capire il senso della interreligiosità che si vive nello Sri Lanka. C’è rispetto tra loro. Ci sono gruppetti fondamentalisti ma non sono col popolo, sono delle élites ideologiche".
Uno squallido rissaiolo
RispondiEliminaPrecipita, bergoglio, che s'era innalzato sul trono
col marketing-spettacolo, foraggiato tutto da buoi
precipita, nella melma, con risonanza di tuono
basiti i soggiogati d'amaro costretti agli ingoi
Da "santo padre", "papa buono reloaded" artefatto
senza far tappe intermedie, questo papa pampero[1]
scatena la rissa che pare d'avariato rum strafatto...
dimostrando d'essere, come sempre ritenni, un "negro villero"[2] http://www.sharedits.net/M-Ebooks-E-9-C-97.html
C'è poco da fare, per l'istigazione a delinquere del papa c'è una sola possibilità giuridicamente valida:
RispondiEliminaGiano-bergoglio in galera!
C'era una volta il turpe, famigerato papa nero[1]
(c'è ancora! Spontaneamente mica andava via![2])
ed il papa bianco... bianco-sporco a dire il vero...
falso testimone della più incommensurabile bugia...
Giano-bergoglio è il combinato tossico d'entrambi
"amore", diffuso al miscredente a suon di pugni[3]
il marketing, con fatti[4], detti[5] e prodotti[6] strambi
era inefficace a sbattersi ancora sui tonti grugni!
L'incitazione alla violenza è, credo, ancor reato[7] ... http://www.sharedits.net/M-Ebooks-E-9-C-99.html