Feste islamiche accanto a quelle cristiane nel calendario
di Sant'Antonio
1 milione di copie del calendario interreligioso distribuite in tutto il mondo
Accanto alle feste cattoliche, canonicamente segnate in rosso, si potrà trovare la mezzaluna con stella o la Menorah ebraica. E' il calendario 2015 del Messaggero di Sant'Antonio, prodotto dai frati minori della basilica del Santo e distribuito a oltre 1 milione di famiglie in Italia e nel mondo.
Madonna e Maometto insieme
Nel tradizionale calendario di Sant’Antonio, da quest’anno sui giorni vengono segnalate non soltanto le festività cattoliche e quelle laiche, ma anche quelle musulmane. Così, per esempio, se il primo gennaio, per la Chiesa romana, è la solennità della Madre di Dio, il 3 gennaio per l’Islam si celebra il Mawlid Al-Nabi, la nascita del profeta Maometto. (Blitz Quotidiano, 15 gennaio).
L'ignoranza genera mostri
Il calendario viene recapitato davvero in tutto il mondo, addirittura "ci sono tre o quattro abbonamenti anche nello Yemen..." racconta frate Fabio Scarsato, direttore del Messaggero e successore dello «storico» direttore, don Ugo Sartorio. "La scelta è dettata da un dato di realtà. Queste persone - spiega il frate cappuccino - vivono in mezzo a noi. Non possiamo più pensare di vivere in Stati a compartimenti stagni. E’ l’ignoranza che crea mostri, ed è il non conoscere che ti fa avere paura dell’altro. Ecco, con il nostro calendario, che poi di questo si tratta, non di un libro, non c’è parola scritta, noi diciamo ai nostri lettori semplicemente che anche questi “altri” hanno feste religiose, hanno fede e credono in qualcosa". (Corriere del Veneto, 15 gennaio)
Crescita valori spirituali
Scarsato è andato ancora più a fondo nelle motivazioni, ricordando anche l’invito del Concilio Vaticano II a cambiare radicalmente "l’approccio al rapporto con musulmani, buddisti e fedeli di altre religioni". La chiesa stessa "esorta i suoi figli affinché per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni... riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi»"
Islam e Sant'Antonio
Per il mese di luglio la redazione del Messaggero ha scelto la foto della delegazione islamica che omaggia il corpo di Sant’Antonio, durante l’ostensione del 2010. L'ispirazione? “Ce lo dice il Vangelo di fare agli altri tutto ciò che vorremmo che gli altri facessero a noi... L’amore e il rispetto verso ogni uomo, anche il cosidetto “nemico”, a cui ci esorta Gesù, è totale, gratuito e disinteressato” ricorda padre Scarsato.
Nessuna protesta
Proteste in arrivo? Per ora nessuno ha scritto al Messaggero di Sant’Antonio per chiedere una retromarcia “Ho risposto proprio oggi alla mail di un lettore che ci chiede il favore di mettere, nel calendario 2016, anche le festività di tutte le altre religioni. Non molliamo, andiamo avanti con questa cosa, è il suggerimento” conclude il frate cappuccino.
sources: ALETEIA
http://www.aleteia.org/it/religione/articolo/feste-islam-cristiane-ebraiche-calendario-messaggero-san-antonio-5827402290692096
Prima la stampa locale, poi quella nazionale: ha suscitato prevedibilmente vivaci reazioni la scelta del Messaggero di Sant’Antonio di pubblicare un calendario riportante le festività cattoliche, assieme a quelle musulmane, ebraiche e ortodosse. Come se fossero tutte uguali. Come se fossero tutte sullo stesso piano. Ma – ha spiegato il direttore, padre Fabio Scarsato – «queste persone vivono in mezzo a noi. Non possiamo più pensare di vivere in Stati a compartimenti stagni». Il che non significa per forza stampare una cosa simile. Non è né cogente, né conseguente. Anzi, non c’entra proprio niente col fatto di vedere indicato, in corrispondenza al 3 gennaio da poco trascorso, il Mawlid al-Nabi ovvero la festa della nascita di Maometto!
Partire da un simile presupposto snobberebbe il Catechismo della Chiesa Cattolica, quando spiega come il depositum fidei, «contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura», sia stato affidato dagli Apostoli solamente alla «Chiesa» (n. 84). Quando spiega come «l’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio» sia stato «affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo» (n. 85). Quando spiega come la Chiesa, «che è ‘colonna e sostegno della Verità’» conservi «fedelmente la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte» e custodisca «la memoria delle parole di Cristo» (n. 171).
Intendiamoci, non è la prima iniziativa del genere in casa cattolica. Né sarà l’ultima. Purtroppo. Sulla stessa falsariga da anni si pubblica il calendario di un’altra testata, Jesus. E poi il Libro Agenda Cattolico. Nel 2010 fece clamore l’edizione addirittura del Messale domenicale per la Francia, senza i Santi Patroni nazionali, ma con tutte le feste musulmane ed ebraiche. Di nuovo, col Messaggero di Sant’Antonio, v’è solo il fatto che l’operazione sia stata assunta da una rivista distribuita in 400 mila copie in Italia, quasi un milione considerando anche il mondo, ove pure viene massicciamente diffusa.
Del resto, da quando circa un anno fa la direzione della rivista è passata a padre Fabio Scarsato, la «linea dialogante», lamentata da un lettore sul sito web del giornale, è divenuta vieppiù dominante, come dimostra la foto pubblicata sul mese di luglio, raffigurante la delegazione islamica in visita al corpo di Sant’Antonio durante l’ostensione del 2010. Oppure l’imminente pubblicazione del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi con i commenti di cattolici, ebraici e buddhisti, esperti e non, persino ragazzi.
Varrebbe forse la pena ricordare ciò che, con estrema chiarezza, già viene formulato nel Catechismo Maggiore di San Pio X al n. 169: «Fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi» (n. 169). Dichiarazione mai smentita. Né – provvidenzialmente – lo si potrebbe. Piaccia o meno alla redazione del Messaggero.
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fonte: NoCristianofobia
Padova 1 – Il calendario “interreligiosamente corretto” dei frati di Sant’Antonio
Prima la stampa locale, poi quella nazionale: ha suscitato prevedibilmente vivaci reazioni la scelta del Messaggero di Sant’Antonio di pubblicare un calendario riportante le festività cattoliche, assieme a quelle musulmane, ebraiche e ortodosse. Come se fossero tutte uguali. Come se fossero tutte sullo stesso piano. Ma – ha spiegato il direttore, padre Fabio Scarsato – «queste persone vivono in mezzo a noi. Non possiamo più pensare di vivere in Stati a compartimenti stagni». Il che non significa per forza stampare una cosa simile. Non è né cogente, né conseguente. Anzi, non c’entra proprio niente col fatto di vedere indicato, in corrispondenza al 3 gennaio da poco trascorso, il Mawlid al-Nabi ovvero la festa della nascita di Maometto!
Partire da un simile presupposto snobberebbe il Catechismo della Chiesa Cattolica, quando spiega come il depositum fidei, «contenuto nella Sacra Tradizione e nella Sacra Scrittura», sia stato affidato dagli Apostoli solamente alla «Chiesa» (n. 84). Quando spiega come «l’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio» sia stato «affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo» (n. 85). Quando spiega come la Chiesa, «che è ‘colonna e sostegno della Verità’» conservi «fedelmente la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte» e custodisca «la memoria delle parole di Cristo» (n. 171).
Intendiamoci, non è la prima iniziativa del genere in casa cattolica. Né sarà l’ultima. Purtroppo. Sulla stessa falsariga da anni si pubblica il calendario di un’altra testata, Jesus. E poi il Libro Agenda Cattolico. Nel 2010 fece clamore l’edizione addirittura del Messale domenicale per la Francia, senza i Santi Patroni nazionali, ma con tutte le feste musulmane ed ebraiche. Di nuovo, col Messaggero di Sant’Antonio, v’è solo il fatto che l’operazione sia stata assunta da una rivista distribuita in 400 mila copie in Italia, quasi un milione considerando anche il mondo, ove pure viene massicciamente diffusa.
Del resto, da quando circa un anno fa la direzione della rivista è passata a padre Fabio Scarsato, la «linea dialogante», lamentata da un lettore sul sito web del giornale, è divenuta vieppiù dominante, come dimostra la foto pubblicata sul mese di luglio, raffigurante la delegazione islamica in visita al corpo di Sant’Antonio durante l’ostensione del 2010. Oppure l’imminente pubblicazione del Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi con i commenti di cattolici, ebraici e buddhisti, esperti e non, persino ragazzi.
Varrebbe forse la pena ricordare ciò che, con estrema chiarezza, già viene formulato nel Catechismo Maggiore di San Pio X al n. 169: «Fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi» (n. 169). Dichiarazione mai smentita. Né – provvidenzialmente – lo si potrebbe. Piaccia o meno alla redazione del Messaggero.
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fonte: NoCristianofobia
questi gruppi o persone che prendono il loro nome da Santi e purtroppo non nè coltivano le virtù finiranno x farli rivoltare nella tomba!abbiano almeno il coraggio di non associare le loro apostasie al nome del Santo di turno Antonio o Francesco etc.....
RispondiEliminapoverini hanno perso il lume della ragione!!!già siamo in periodo di decapitazioni!ma hanno scordato quel commando di andare battezzare.... chi crede si salva....poi il calendario non credo lo diano gratuito.....con l'aria che tira preferiscono il falso ecumenismo alla vera religione!Gesù ci ha avertito chi vuole salvare la propria vita....
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