Nel
messaggio di Fatima, Mosca è destinata ad avere un peso determinante nella
crisi mondiale contemporanea, come spiega don Ennio Innocenti nel suo ultimo
libro
Mentre vacilla l’inizio della tregua nell’est ucraino, dopo il faticoso
accordo raggiunto il 12 febbraio scorso a Minsk tra i presidenti ucraino, russo
e francese, Petro Poroshenko, Vladimir Putin e François Hollande, per una
soluzione pacifica del conflitto, ritornano in mente le sequenze dell’incontro,
avvenuto il 25 novembre 2013, tra Papa Francesco ed il Presidente della “Santa
Russia”.
In effetti, dalle recenti statistiche risulta che il gigante asiatico,
insieme ad Israele, sia l’unico Paese
industrializzato in cui negli ultimi anni stanno aumentando le persone che
professano una religione. Dal 1989 la Russia sta gradualmente riprendendo la
sua tradizionale fisionomia cristiana e anche la gerarchia ortodossa russa pare
seriamente coinvolta in colloqui di chiarimento con la Roma Cattolica.
Dalle
riprese televisive che testimoniano del significativo incontro in Vaticano tra
Putin e Bergoglio, colpirono le sequenze in cui i due si vedevano avvicinarsi
ad un tavolo per scambiarsi i rispettivi doni simbolici e di omaggio reciproco.
Così Putin che indicava al Papa l’icona che gli aveva portato dalla sua patria,
che è la bandiera della rinascita civile e religiosa dei popoli russi, cioè la
famosa “Madonna di Vladimir”. E il Pontefice quindi che ascolta con deferenza e
partecipazione il leader russo e, poi, mentre sta per andare nella stanza del
previsto colloquio, viene fermato da Putin, che gli chiede qualcosa. Il Papa,
sorpreso dal gesto del Presidente russo, gli mostra immediato consenso e,
subito dopo, Putin si reca al tavolo dei doni chinandosi sull’icona per
baciarla con riverenza. Al che anche Bergoglio bacia l’icona raffigurante la
Madonna della tenerezza (è questo l’appellativo della “S. Vergine di
Vladimir”). Il comune gesto del bacio all’icona della Madonna è stato
interpretato nel mondo cattolico anche come reciproco impegno, ciascuno secondo
il suo ruolo, «per la Siria e i cristiani perseguitati» (Papa Francesco ePutin. Il bacio all’icona della Madonna, in Tempi.it, 26 novembre 2013).
IL
FUORI-PROGRAMMA PUTIN/BERGOGLIO
Il contemporaneo omaggio pubblico all’Icona
della Madonna, oltre a confermare la fede cristiana di Putin, è sembrato
simboleggiare il possibile ruolo della nuova Russia sulla via della pace. Ma
potrebbe persino rilanciare, come spiega il recente libro di Don Ennio
Innocenti Fatima, Roma, Mosca (Sacra Fraternitas Aurigarum Urbis, Roma 2015,
pp. 149), un possibile ruolo del Presidente russo per la rinascita religiosa
non solo della propria compagine sociale ma, grazie al rapporto con la Roma
petrina, anche dell’intero Occidente. Non è difficile capire quali potrebbero
essere le conseguenze in tutto il mondo se la conversione della Russia
preannunciata dalle apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917 cominciasse ad
avverarsi in modo visibile e significativo.
Infatti la nuova Russia rappresenta
oggi l’unica potenza che si difende dal relativismo morale imperante in
Occidente, accettando l’influsso della Chiesa, intesse rapporti di positiva
collaborazione con altri grandi popoli asiatici, proclama la sua avversione
alla preponderanza della grande finanza che ha consolidato quella
“globalizzazione dell’indifferenza” tante volte denunciata da Papa
Francesco.
TERZA GUERRA MONDIALE?
Fatima, Roma, Mosca è una raccolta di scritti
di Don Innocenti, pubblicata nel sessantesimo anniversario della sua
ordinazione sacerdotale che, in quindici agili capitoli (da La luce di Fatima a
La mariologia come profezia di pace), aiuta a comprendere a fondo il
significato delle apparizioni della Madonna ai tre bambini alla Cova da Iria
(Portogallo). Con il suo stile colorito ed a volte irriverente, questo dotto
sacerdote che appartiene al clero di Roma, classe 1932, ci spiega come
l’avvento di quel periodo di pace promesso dalla Vergine Maria nel corso
dell’apparizione del 13 luglio 1917, sarà possibile solo quando Papa Francesco
romperà gli indugi e obbedirà pienamente a ciò che la “Madonna di Fatima” ha
chiesto, cioè la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Senza
questa obbedienza di Begoglio, che fin dall’inizio del suo pontificato ha
comunque dimostrato di essere molto devoto alle apparizioni di Fatima, già da
tempo riconosciute dalla Chiesa, si avrà secondo Don Innocenti l’alternativa
tragica del famoso terzo segreto ormai pubblicato, in pratica quella “terza
guerra mondiale” che, secondo Papa Francesco, si comincia a intravedere (questa
affermazione risale al novembre scorso, rispondendo a una domanda dei
giornalisti in aereo).
Ciò che ancora manca a Putin è un ampio progetto
culturale, fondato su valori spirituali in cui possano riconoscersi i popoli
dell’ex-URSS, e che li aiuti a vincere le spinte centrifughe di cui, come nel
caso dell’Ucraina, approfitterebbe il sistema finanziario che fa capo alla UE e
agli Stati Uniti.
Il libro di Don Ennio Innocenti si pone sulla scia di una
serie di Autori che credono possibile il ruolo della Russia per la salvezza
dell’identità cristiana del vecchio continente, e per la liberazione dei popoli
europei dalla grinfie di un’Unione Europea sempre più laicista.
E’ un fatto che
il gesto di Putin nei confronti di Papa Francesco nel 2013 è stato eloquente:
solo la Madonna ci unisce nella ricerca della Giustizia, della Pace e anche
della Fede cristiana in un tragico momento storico come quello che stiamo
vivendo.
LE APPARIZIONI DI FATIMA (PORTOGALLO)
Com’è noto, le apparizioni di
Fatima si verificarono nel 1917, quando era in pieno svolgimento la Grande
Guerra. La Madonna comparve sei volte, ogni 13 del mese, a partire dal 13
maggio e fino al 13 ottobre di quell’anno, ai tre pastorelli Lucia dos Santos,
di 10 anni, e ai suoi due cuginetti Francisco e Giacinta Marto, di 9 e 7 anni.
La notizia si sparse velocemente e migliaia di fedeli accorsero a Fatima da
ogni parte del Portogallo, ma anche da tutta Europa. Nella terza delle sei
apparizioni, quella del 13 luglio 1917, i tre bambini ebbero la visione
dell’Inferno e la Madonna annunciò loro che sarebbe scoppiata la seconda guerra
mondiale (in quel momento era in pieno svolgimento la prima) e che «la Russia
si convertirà» (in quel momento, Lenin e il comunismo non erano neppure ancora
al potere). Ma, prima, il Papa avrebbe dovuto consacrare la Russia al Cuore
Immacolato di Maria.
Secondo il “terzo segreto di Fatima”, che è stato rivelato
il 27 aprile dell’anno 2000 nell’incontro tra suor Lucia dos Santos e il
cardinale Tarcisio Bertone, dovrebbe accadere che, un Papa vestito di bianco,
arrancando tra rovine, distruzioni e cadaveri, dovrà cadere trafitto da colpi
di arma da fuoco. Papa Giovanni Paolo II individuò sé stesso in quella
drammatica figura e ritenne sempre di essere stato risparmiato proprio dalla
Madonna che “deviò” il colpo di pistola sparatogli dall’agente del KGB Alì Agca
quel 13 maggio 1981, giorno anniversario della prima apparizione di Fatima.Ma
la frase pronunciata dalla Madonna sulla quale continua il dibattito è: «…la
Russia si convertirà».
Putin si è più volte apertamente proclamato cristiano.
Due mesi prima dell’incontro con il papa del 25 novembre 2013, in occasione di un Forum internazionale, aveva
duramente stigmatizzato la perdita di fede dell’Occidente: «I Paesi
euro-atlantici», aveva detto, «stanno ripudiando le radici cristiane che
costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi
morali e tutte le identità tradizionali: culturali, religiose e financo
sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze
di partners dello stesso sesso. Registrano partiti politici che promuovono la
pedofilia. In molti Paesi europei, la gente ha ritegno a manifestare la propria
fede. Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi. La loro essenza
religiosa viene nascosta. Sono convinto che tutto ciò apre una strada verso il
degrado che sboccherà in una profondissima crisi morale».
Parole di un leader
mondiale in continua ed inarrestabile ascesa. Come concludere? Con le parole di
Don Ennio Innocenti: «La Vergine Santa non ha chiesto di consacrare gli atei,
bensì i sinceri credenti, come, appunto, i popoli russi, costantemente devoti
di Maria Santissima, perché quella consacrazione li avrebbe incoraggiati,
fortificati, e resi potente fermento di conversione collettiva, facendoli
diventare decisivo fattore di pace per il mondo. La consacrazione papale della
Russia alla Vergine Santa significherebbe altresì che la Russia è sodale con i
popoli cristiani sulla base della fede che rende questi popoli autenticamente
fraterni, nel Corpo mistico di Cristo».
16 - 02 - 2015Giuseppe Brienza
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