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giovedì 12 febbraio 2015

Vatican secret service?

L’ARCISPIONAGGIO DELL’ARCIVESCOVO BERGOGLIO - ANCHE IL PAPA ERA CONTROLLATO DALL’AGENTE SEGRETO DEL CASO NISMAN: CERCAVANO DI RICATTARLO PERCHÉ SI ERA MESSO CONTRO UNA RETE DI BORDELLI

Stiuso era il capo del controspionaggio, rimosso dalla Kirchner perché “fuori controllo” e per questo, secondo lei, avrebbe dato a Nisman prove false per incastrarla, per poi ucciderlo. Secondo la figlia di un suo socio, aveva riempito di cimici l’arcidiocesi di Bergoglio, che proteggeva una donna che denunciò il suo socio...

Filippo Fiorini per “la Stampa”

FIGURINA MARIO BERGOGLIO CALCIATORE ARGENTINAFIGURINA MARIO BERGOGLIO CALCIATORE ARGENTINA
C’è un filo rosso che collega uno degli episodi di cronaca nera più torbidi della storia argentina, la morte del procuratore Alberto Nisman, con la notizia più felice che Buenos Aires abbia ricevuto negli ultimi tempi: l’elezione di Papa Francesco. Questo filo si chiama Antonio Stiuso, il vero nome di un ex agente segreto che per anni ha lavorato con Nisman nell’inchiesta sull’attentato al centro ebraico Amia (1994, 85 morti), ma anche il nome dell’uomo che dal 1972 avrebbe spiato tutti i notabili della società locale, compreso Bergoglio, per ricattarli se questi avessero minacciato la fortuna dei suoi traffici illeciti.

JORGE BERGOGLIOJORGE BERGOGLIO
La lista nera
In Argentina lo chiamano «colpo d’archivio», per dire che provi a stendere i nemici coi loro scheletri nell’armadio. Secondo il consigliere comunale, attivista per diritti civili e storico amico del Papa, Gustavo Vera, l’allora arcivescovo della capitale sarebbe finito dentro la rete dello 007 perché si era messo contro un collega di Stiuso, anche socio negli affari illegali: Raul Martins.
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L’ex agente Martins è stato accusato dalla figlia di possedere una rete di bordelli che va dall’Argentina al Messico. Bergoglio ha protetto la donna dal tentato omicidio subìto in seguito alla querela e Stiuso lo ha messo nella lista nera.
Cimici nell’arcidiocesi
«Capitava che andassi a trovare Francesco all’arcidiocesi e lui accendesse la radio per disturbare le cimici», racconta Vera, a una settimana dall’aver denunciato Stiuso per appropriazione indebita. «Attento a quel che dici, la linea è intercettata, ci sono microfoni dappertutto», l’avrebbe avvertito Bergoglio in un’altra occasione.
LA FAMIGLIA BERGOGLIOLA FAMIGLIA BERGOGLIO
L’occupazione ufficiale di quello che l’ex presidente Nestor Kirchner volle a capo del controspionaggio era quella di pedinare gli estremisti islamici. Stiuso aveva fornito a Nisman le prove con cui questi accusava il governo iraniano di aver messo la bomba all’Amia e, secondo alcuni, aveva anche realizzato le intercettazioni telefoniche con cui, quattro giorni prima di morire, il pm contava di incastrare Cristina Kirchner per aver coperto le colpe di Teheran nell’attentato, in cambio di un accordo commerciale segreto, la cui esistenza è ancora da dimostrare.
JORGE MARIO BERGOGLIO A BUENOS AIRESJORGE MARIO BERGOGLIO A BUENOS AIRES
«Fuori controllo»
Secondo la presidente, la querela contro di lei è stata una vendetta di Stiuso per il pensionamento anticipato a cui l’ha obbligato il 5 gennaio, perché era fuori controllo. Un’operazione che l’agente «deviato» avrebbe coronato uccidendo o spingendo Nisman al suicidio. L’ipotesi poggia su 12 minuti di telefonata del procuratore allo «007», la sera precedente al giorno in cui un colpo di pistola lo uccideva nel bagno di casa sua.
Poi, c’è Diego Lagomarsino, il testimone di questa conversazione «Stiuso disse a Nisman di guardarsi le spalle e proteggere le figlie».
KAROL WOJTYLA E BERGOGLIOKAROL WOJTYLA E BERGOGLIOJORGE MARIO BERGOGLIO E SUO FRATELLO OSCARJORGE MARIO BERGOGLIO E SUO FRATELLO OSCAR
Nuovi dubbi
«Devo capire qual era il rapporto tra Nisman e Stiuso», ha detto il magistrato che guida l’inchiesta, Viviana Fein, riconoscendo che sebbene l’autopsia parli di suicidio, non si può ancora tirare le somme. Prima vuole interrogare l’agente «Jaime», ammesso che riesca a trovarlo in quelli che Vera chiama i «sotterranei della Repubblica» in cui si muove senza lasciare tracce.

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