ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 1 marzo 2015

È davvero finita?

 
Ci piacerebbe sapere di che cosa san Paolo aveva parlato a viva voce con i cristiani di Tessalonica per poter comprendere meglio le velate allusioni contenute nella seconda lettera loro indirizzata (cf. 2 Ts 2, 5-7). Ad ogni modo, i testi profetici, anche se inizialmente oscuri, svelano il loro significato quando le vicende da essi evocate sono in corso di realizzazione. Lo stato attuale del mondo e della Chiesa sembra autorizzare un tentativo di spiegazione che, per quanto si voglia prudente, poggia sull’osservazione diretta dei fatti e sulla loro inquietante concatenazione. Per favore, non ci si accusi subito di catastrofismo, perché la realtà supera abbondantemente la percezione che, nonostante le straordinarie risorse mediatiche della nostra epoca, possiamo averne come singoli e come gruppi.

L’Apostolo delle genti, in relazione alla manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi, profetizza il pieno dispiegamento del mysterium iniquitatis mediante il consumarsi dell’apostasia e l’avvento di un uomo del peccato, il figlio della perdizione(cf. ibid., vv. 3. 7). Alla sua epoca, però, era ancora presto e bisognava attendere: c’era infatti qualcosa, ben noto ai suoi fedeli, che tratteneva (tò katéchon, v. 6) la manifestazione dell’empio e del suo potere. Subito dopo egli accenna invece a qualcuno(ho katéchōn, v. 7) che trattiene il compimento dell’iniquo mistero e che deve essere tolto di mezzo perché esso trionfi momentaneamente prima della sua definitiva sconfitta.

Che cosa ci insegna la storia recente? Fino a cinquant’anni fa, la Chiesa Cattolica si è efficacemente opposta all’opera delle tenebre con la sua dottrina, la sua liturgia e le sue istituzioni. Era questa la realtà che tratteneva (tò katéchon) come un baluardo gli assalti del male e impediva ai suoi agenti di operare in modo troppo spavaldo e violento, a meno di rivoluzioni sanguinarie, ma limitate nel tempo e nello spazio. Poi la Chiesa (o meglio una parte di essa, inizialmente minoritaria, ma molto agguerrita e influente) ha deciso di sospendere bruscamente la provvidenziale funzione che Dio le aveva assegnato nella storia e si è “aperta al mondo”, mettendosi a “dialogare” ad oltranza con chiunque (compresi quanti volevano distruggerla…).

Come risultato, fenomeni fino allora esclusivi di una ristretta cerchia sociale e culturale hanno dilagato fino a sommergere di fango la società occidentale e la Chiesa stessa: aberrazioni ideologiche, immoralità disgustose, rivendicazioni puerili, ingiustizie accecanti, misfatti disumani sono diventati normalità. Ma qualcuno (ho katéchōn) continuava pur sempre ad opporsi… Lo avevano ingiuriato, diffamato, persino citato in giudizio per crimini contro l’umanità (sentite da che pulpito…): niente, egli continuava imperterrito – con la limpidezza imperturbabile degli uomini di Dio, preoccupati unicamente di rammentare la verità per il bene altrui, senza temere per sé – ad arginare lo straripamento dell’iniquità, se non altro nelle coscienze dei buoni.

Ma, secondo la profezia, egli doveva esser tolto di mezzo. Che importa che ciò sia avvenuto per opera di (falsi) uomini di Chiesa che lo circondavano, erano anzi fra i suoi più stretti collaboratori? Di fatto doveva succedere – ed è successo. A questo punto, la confusione più completa ha invaso il Popolo di Dio: l’uomo iniquo, appoggiato dai suoi compari, ha occupato il suo posto con la frode; gli apostati, sentendosi ormai sicuri, hanno gettato la maschera e attaccato apertamente la dottrina; i fautori mondani del progresso si sono scatenati all’assalto delle legislazioni nazionali per imporre sistematicamente il loro nuovo “ordine” satanico, che capovolge dalle radici quello naturale. Sembra incredibile l’accelerazione di certi sviluppi in soli due anni…

Di fronte al quotidiano susseguirsi di evidenze incontrovertibili, negli ultimi mesi chi scrive si è più volte lasciato andare, con un sentimento tra l’incredulo e l’angosciato, all’espressione: «È finita…». Per chi ha fede, certo, non potrà mai “essere finita”; se tutto questo, anzi, è stato predetto, vuol dire che fa parte di un piano divino per il trionfo del bene, al quale non parteciperà se non chi sarà stato passato al vaglio e, con l’aiuto della grazia, si sarà mantenuto fedele. Ciò che sta finendo è ciò che comunque doveva finire: un sistema che prosperava su una fede più apparente che reale, su un surrogato di fede che, servendo a scopi puramente temporali, faceva comodo a chi governa come a chi è governato: quanti vantaggi terreni, in fondo, si possono ricavare da un po’ di realistica devozione a prezzi ribassati!

L’attuale apostasia non è altro che il frutto maturo (o meglio marcio) di questo atteggiamento: una religiosità apparente che va a braccetto con il mondo e ne riceve mille favori e privilegi. Ciò che sta cambiando a ritmi vertiginosi è in realtà una subdola riedizione – ma in una forma mille volte più radicale – di un sistema ormai superato nella sua vecchia veste, ma sempre efficace nella sostanza: si ribadisce la dottrina sul piano teorico, ma per ragioni “pastorali” si persegue al contempo una prassi del tutto divergente che la ignora completamente e instilla nei fedeli convinzioni ad essa contrarie, che a poco a poco informano la loro coscienza e il loro agire morale. Poco importa se questa discrasia è arrivata a un livello tale da rimettere di fatto in discussione la dottrina stessa, della quale ci si affanna paradossalmente ad escludere qualsiasi modifica: excusatio non petita

La morale cattolica, nella Chiesa, è ormai defunta. Dalle sue ceneri è risorto uno strano moralismo utopistico, velleitario, antropocentrico, mondano, totalmente chiuso alla trascendenza e ignaro della grazia santificante nonché della vocazione eterna dell’uomo (di che cosa?!?)… un moralismo assolutamente inefficace, ma perfettamente funzionale al mondialismo imperante, che spersonalizza l’essere umano e lo riduce a merce. Non serve a nulla ribadire che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma, né stigmatizzare a parole la tratta di persone, dopo aver abbracciato con calore ed entusiasmo un amministratore che intende incrementarla autorizzando la mercificazione delle donne nella capitale e ha istituito un registro per le “unioni” tra persone del medesimo sesso… L’informazione è oggi alla portata di chiunque: basta fare due più due per rimanere allibiti di fronte a tale stupefacente ipocrisia. Ma sulla cosiddetta opinione pubblica certi gesti hanno l’effetto istantaneo di provocare un vero e proprioblack out del cervello, oltre a quello di annullare in modo completo, definitivo e inappellabile qualsiasi dichiarazione verbale passata, presente o futura.

Lo scatenamento del male, benedetto nei fatti anche dalla “nuova religione”, ha d’altronde una funzione positiva: mostra inequivocabilmente la bruttezza del peccato e dei suoi effetti; svela l’orrendo volto di chi ne è all’origine sul piano preternaturale; impone alla coscienza la gravità delle responsabilità umane – almeno a quella di chi accetta di vedere la realtà così com’è ed è pronto a prendere posizione rispetto a ciò che vede. Chi potrà dire tutto questo per smascherare il diabolico inganno? «Se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altro luogo» (Est 4,14). Le parole rivolte alla regina Ester in un momento di minaccia esiziale per la sua gente si rivelano sorprendentemente attuali: quando chi dovrebbe parlare e agire per salvare il suo Popolo si astiene dal farlo, Dio fa sorgere qualcun altro da dove meno ce lo si aspetterebbe.

Si può storcere il naso davanti ad un ex-agente del K.G.B. che, diventato un mezzo dittatore, non va tanto per il sottile quando vuole ottenere qualcosa: di fatto è l’unico capo di Stato che, senza la minima remora, ha attaccato frontalmente l’omosessualismo ovunque imposto, con i ricatti e col denaro, da superpotenze e organismi internazionali, difendendone efficacemente il suo popolo. Si potrà certo discutere sui metodi, ma è l’unico che si stia opponendo all’avanzata della massoneria euro-americana nell’Europa orientale. Di tutto si potranno accusare i Russi, fuorché di essere ipocriti: quando vogliono dire qualcosa, non hanno peli sulla lingua e se ne infischiano della diplomazia… indizio di carattere forte e di attributi virili. Non per niente, nella loro storia, hanno respinto i Mongoli, Napoleone e Hitler, sono sopravvissuti a Lenin e Stalin – il che è tutto dire.

La Madonna non ha forse chiesto di consacrarle proprio la Russia? Come sempre, vedeva lontano. Secondo il messaggio affidato ai tre pastorelli di Fatima, la sua conversione avrebbe portato pace al mondo intero. Forse non soltanto la conversione dal comunismo (nel quale pochi, in fin dei conti, possono aver veramente creduto, nei Paesi del socialismo reale), ma anche – ciò che, fra l’altro, permetterebbe di rendere finalmente giustizia ai greco-cattolici ucraini – il suo ritorno all’unità cattolica dell’unica Chiesa di Cristo. Ma sotto quale capo visibile, dato che al momento non ce n’è uno valido, in senso canonico e teologico? Preghiamo perché la Madre di Dio, già vincitrice a Lepanto, Vienna e Mosca, ce ne doni uno che non sia inflitto o tollerato da suo Figlio, bensì donato.
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3 commenti:

  1. E' da un po' di tempo che ( non sono una teologa come la gatta ipazia ) penso che il katechon sia caduto da cinquantanni a questa parte , dopo la rivoluzione del CVII. Infatti dopo tale cambiamento in europa, e oserei dire anche nel resto del mondo, si sono scatenate delle forze, che fino ad allora erano rimaste incatenate. Una specie di oscurità è scesa sulle persone, e in particolar modo sui pastori che devono pascere il gregge. Ormai , è in vigore il fai da te, e in quasi in ogni parrocchia , i nostri affannati pastori si sbracciano tra canti, balli e stupidaggini grottesche . Invitano il Bose a fare delle conferenze, i mussulmani, ebrei, luterani e compagnia bella . Non si vestono più da presbiteri , giusto. perchè devono vergognarsi del Signore nostro . Arcigiusto, perchè il loro impegno non è più una chiamata , ma è semplicemente un lavoro come tanti altri, come il falegname o l' impiegato o l' idraulico ( ecco perchè tanti vestono come lui , l ' idraulico ). Hai un parente all' ospedale, ti mandano il diacono laico ;vuoi confessarti, dove? che non c'è mai nessuno ; chiedi di benedire la casa ? fattelo tu, che tanto il capo di casa è come un prete .Potrei continuare per un altra oretta, ma penso che l'amico Brontolo mi riprenderebbe giustamente . Buona Domenica . jane

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  2. Mai riprendere le sante invettive! non mi permetterei..
    E' vero ce ne sarebbero ancora tante da aggiungere, ma non capirebbero, sono troppo impegnati in mille cose inutili e se ogni tanto fanno il loro dovere lo fanno come fanno tutto il resto, senza amore e senza pietà né di loro stessi né delle anime che loro si rivolgono.
    Non dimentichiamoci di pregare per loro e per noi!
    Non sono tutte ipazie e le fiammelle del Cuore Immacolato di Maria, prima o poi (temo molto poi..) le farà ardere di nuovo!

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