ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 marzo 2015

Ordalia cercasi?


Se il sangue si scioglie davanti a Francesco 
Corriere della Sera 
(Marco Demarco)  Vuoi vedere che questa volta San Gennaro farà il miracolo? L’auspicio, che nessuno potrebbe correttamente formulare, tanto più un uomo di Chiesa, visto che un miracolo su commissione suonerebbe male, quasi una contraddizione in termini, è nascosto tra le righe di un libro appena stampato. A parlare nel testo (Lettere a Francesco, Guida editore) è cardinale Crescenzio Sepe l’occasione è data dall’arrivo del Papa a Napoli, sabato prossimo.
Quell’auspicio spunta a pagina 24, dopo preoccupate riflessioni su Napoli, città «di parole più che di fatti», dove promesse e impegni «vengono triturati come polvere». Mentre la città vive in religiosa attesa la vigilia, si ricostruisce dunque un episodio che avvenne il 21 maggio del 2007. Quel giorno, un altro papa in visita a Napoli, Benedetto XVI, entrò nella Cappella del tesoro di San Gennaro.

Il Cardinale Sepe, che I segnali Il prodigio avviene in date prefissate, tre volte l’anno. Le parole del Cardinale Sepe testimone di quella visita «quasi privata», ne ricorda alcuni momenti con Massimo Milone, responsabile di Rai Vaticano, curatore del libro in questione, che tra l’altro raccoglie testimonianze di napoletani illustri come Mirella Barracco, Giuseppe Galasso, Marco Salvatore e Aurelio de Laurentis.
Otto anni fa, Ratzinger, il Papa che più di ogni altro ha cercato di tenere insieme fede ragione, entra nel Duomo, avvicina al sangue del santo patrono e martire, si inginocchia davanti alla teca e, in preghiera, la bacia. «Un bacio dato con la mente e con il cuore», racconta Sepe, che in quel gesto di venerazione vede un omaggio all’intero popolo di Napoli. «Sembrava quasi che il Papa non volesse più staccarsi dalla reliquia», insiste commosso Cardinale. «Tuttavia — aggiunge subito dopo — il prodigio della liquefazione del sangue non avvenne».
Ed ecco punto. Attenzione. Tranne eccezioni, inciampi e dinieghi, come nel 1973, al tempo del colera e delle cozze infette, il sangue di San Gennaro si scioglie tre volte all’anno: alla vigilia della prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Ma nel caso di Ratzinger eravamo a fine maggio. Perché sottolineare con tanta enfasi che il prodigio non ci fu? Al contrario, farlo, e in modo così partecipato, non equivale a rivelare che c’era in realtà chi lo riteneva possibile?
E se era lecito sperare allora, alla presenza di papa Ratzinger, perché non oggi, in occasione della visita di papa Francesco? Troppe deduzioni, si dirà. Ma la settimana scorsa il Corriere del Mezzogiorno ha titolato così un articolo di Carmine Festa: «La Curia spera che San Gennaro sciolga il sangue per Francesco». E nessuno se n’è lamentato. La questione è dunque posta.
E il Santo è ora di fronte a un bivio: miracolo o non miracolo? Si sa infatti che anche papa Francesco renderà omaggio a San Gennaro, si avvicinerà alla teca e la bacerà. Cosa succederà quel punto? Che ne sarà del sangue, conservato in una ampolla risalente al IV-V secolo e da sempre oggetto di culto, di rispetto laico, ma anche di attenzione polemica: al centro, cioè, di dispute infinite tra fedeli credenti e scientisti irriguardosi?
Rimarrà aggrumato, denso, immobile, come è avvenuto in occasione della visita di Benedetto XVI, appunto, e in quelle precedenti (tre in anni diversi) di Giovanni Paolo II? O si scioglierà, come si racconta sia accaduto, in casi analoghi, solo due altre volte? Il primo di questi episodi, quello che da sempre fa più discutere, perché carico di valore storico e simbolico, è del gennaio del 1799.
Nella Napoli repubblicana di Mario Pagano e di donna Eleonora Pimmentel Fonseca, arrivano i francesi, e davanti al generale Jean Étienne Championnet avviene ciò che molti leggono addirittura come un atto di sottomissione del Santo: contro il calendario e contro le aspettative dei cattolici filoborbonici, il sangue si scioglie. Il secondo episodio è invece del novembre del 1848, quando in fuga dai moti rivoluzionari di Roma, Pio IX ripara a Napoli, ospite di Ferdinando II.
Devoto e affranto, prima ancora di ritirarsi nella reggia di Portici, il Papa cerca conforto in San Gennaro. Dell’avvenuto scioglimento del sangue anche in questa occasione non vi è traccia nei documenti ufficiali. Ma se ne parla da sempre, e nessuno nutre dubbi in proposito. A conferma, c’è poi il dono lasciato dal Pio IX. Un dono assai prezioso: un calice d’oro massiccio che costituisce una delle dieci meraviglie del Tesoro di San Gennaro, a sua volta tra i più ricchi del mondo.
È a questo punto che torna l’incognita su sabato. Ci sarà o non la liquefazione del sangue? In altre parole, Bergoglio sarà accolto come Pio IX (e Championnet) o come Wojtyla e Ratzinger? La questione non è di poco conto, essendo la storia del miracolo (in realtà la Chiesa lo definisce un prodigio, cioè fenomeno non di esclusiva natura divina) da sempre molto legata a quella della città.
Ed essendo assai diffusa, ancora oggi, la credenza secondo cui dal prodigio possa dipendere in qualche modo il destino prossimo di Napoli. Nella fede e nella ragione, quella di sabato sarà una bella prova, perché in ogni caso c’è il rischio di far torto a qualcuno.
Ma alle strette, una via d’uscita già c’è. La suggerisce inconsapevolmente Aurelio de Laurentiis. Nella sua lettera, il presidente del Napoli ricorda che è stato proprio lui, Bergoglio, a dire una volta che «la vita è come una palla in un campo di gioco: bisogna prenderla dalla parte che viene». Insomma, non resta che aspettare, se ci sarà, l’assist di San Gennaro.

Corriere della Sera, 18 marzo 2015

Papa Francesco sabato a Napoli, sangue San Gennaro “scioglimento straordinario”?


Papa Francesco sabato a Napoli,
sangue San Gennaro "scioglimento straordinario"?
NAPOLI – Ci sarà un prodigio straordinario, dopo l’annuncio dell’altrettanto straordinario Giubileo nel 2016? Papa Francesco sabato sarà a Napoli in visita e si recherà nel Duomo della città dove è contenuta l’ampolla con il sangue di San Gennaro. Tradizionalmente il sangue del santo compie il prodigio 3 volte l’anno: a maggio, a settembre e a dicembre. Solo una volta si è liquefatto in presenza di un pontefice, con Pio IX. Era il 1848. Racconta Carmine Festa sul Corriere della Sera:
In fuga da Roma per scampare ai Moti mazziniani, il Pontefice fu soccorso a Formia dal piroscafo inviato da Francesco II di Borbone che condusse il Papa nella Reggia di Portici. Devotissimo della Madonna, il Papa espresse la volontà di recarsi nel Duomo di Napoli. Era il 1848. E il prodigio della liquefazione si compì. Un evento eccezionale che Pio IX volle sottolineare con un dono preziosissimo al Tesoro di San Gennaro: un calice in oro zecchino che costituisce una tra le dieci meraviglie del Tesoro del Santo, il più ricco del mondo.
A Napoli in tempi recenti sono andati Giovanni Paolo II nel 1979 e Benedetto XVI nel 2007: ma niente, il sangue rimase solido. Ora la curia napoletana aspetta il prodigio: forse nelle mani di Francesco il sangue diventerà liquido.

2 commenti:

  1. O forse scoppierà l' ampolla. john

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  2. o forse di materializzerà il Santo e li manderà tutti a....

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