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lunedì 27 aprile 2015

«Cinquant'anni fa si pregava per superstizione, idolatria» ?

Dalle guarigioni alle richieste di lavoro. Com'è cambiata la classifica dei santi

In 50 anni insieme all'Italia si è trasformata anche la devozione dei fedeli. In testa c'è Padre Pio, Giovanni Paolo II guida le new entry









E nella top ten dei santi più amati ci sono anche delle new-entry come San Giovanni Paolo II o la Beata Madre Speranza di Collevalenza. Se cinquant'anni fa la devozione popolare era molto legata al mestiere e ciascuno si appellava al proprio santo in paradiso soprattutto per chiedere guarigioni miracolose, i fedeli dei nostri giorni pregano principalmente per avere un lavoro o un figlio.

«Il culto dei santi resta molto forte soprattutto al sud – spiega al Giornale il cardinale Josè Saraiva Martins, per dieci anni prefetto della Congregazione per le cause dei santi – ma allo stesso tempo si adegua al cambiamento sociale e culturale del Paese: le richieste mutano in base alle necessità del momento». Nella scelta influisce anche la famiglia e il contesto storico-sociale. Così i napoletani si rivolgono a San Gennaro, i palermitani a Sant'Agata, i portoghesi a Sant'Antonio.
«Cinquant'anni fa si pregava per superstizione, idolatria, per chiedere guarigioni fisiche – spiega monsignor Pietro Bongiovanni, parroco della Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma e assistente ecclesiastico dei gruppi di preghiera di Padre Pio – oggi invece c'è una maggiore maturità nella fede; la devozione è più profonda. Non si prega più solamente per chiedere una guarigione da una malattia, ma anche per trovare un lavoro, per avere un figlio, per sanare un rapporto di coppia ferito. Qui entra in scena il sentimento e per i fedeli parlare con un santo è come interagire con una persona cara a cui chiedere consiglio nelle proprie situazioni di difficoltà». Padre Pio è l'esempio di questa trasformazione. «È un santo che ha decentrato – prosegue mons. Bongiovanni -. Si è passati da una devozione locale, della zona di Pietrelcina, vent'anni fa, per poi allargarsi a macchia d'olio». Il frate delle stimmate, dunque, si conferma in cima alla top-ten dei santi, restando l'icona della più genuina e semplice santità nazional-popolare. Ma la devozione verso il frate cappuccino è notevolmente cambiata negli anni. C'è oggi una maggiore maturità nella fede dei pellegrini che giungono a San Giovanni Rotondo, un tempo attratti solamente dall'obiettivo di ottenere un miracolo per sua intercessione. Un santo che piace non solo agli adulti, ma anche ai giovani. Il dato emerge dai 300mila «mi piace» che Padre Pio ha sulla pagina Facebook, che ogni settimana incassa oltre un milione e 400mila visualizzazioni. «Negli ultimi anni – dichiara Stefano Campanella, portavoce dei frati cappuccini - i frati non si limitano a organizzare un'adeguata accoglienza, ma favoriscono una crescita spirituale di quanti sono richiamati a San Giovanni Rotondo per orientarli verso Cristo, come faceva lo stesso Padre Pio quando rimproverava chi lo considerava una specie di santone o di guaritore, spiegando che solo Dio fa i miracoli e aggiungendo: io sono solo un povero frate che prega». Dal 1996 ad oggi i visitatori al Santuario sono passati dai 3,4 milioni a quasi sei milioni all'anno.
San Francesco, dal canto suo, resta un santo intramontabile, ma negli ultimi anni è diventato il «patrono» della Rete, grazie a una webcam connessa 24 ore su 24 in diretta dalla tomba del Poverello di Assisi e a un sito in continuo aggiornamento. «San Francesco è sempre attuale e inossidabile, sia per i credenti che per i non credenti – afferma padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro convento -. Una maggiore attenzione si ha con Papa Francesco che lo ha indicato come esempio per la pace, i poveri e il creato».
Tra le donne, la più venerata resta Rita da Cascia, la santa delle grazie impossibili. «Abbiamo sempre più pellegrini in visita al santuario – afferma padre Mario De Santis, agostiniano, rettore del Santuario – oltre un milione di fedeli ogni anno. Le richieste di grazie non sono più solamente materiali (la guarigione da una malattia) ma anche la grazia di avere un figlio, o di salvare una coppia in difficoltà, la richiesta di perdono e di pace. Vengono moltissime famiglie e giovani coppie e una cosa bellissima è che santa Rita non attira solamente i cattolici». In Italia la regione maggiormente devota alla santa è la Puglia. A seguire la Campania e l'Abruzzo. C'è poi Sant'Antonio che resta un santo universale, conosciuto in tutto il mondo. Le visite alla basilica di Padova sono in continuo aumento e attraverso il sito Caro sant'Antonio (www.santantonio.org) è possibile persino inviare le proprie preghiere al santo.
Tra le new entry degli ultimissimi anni, in cima alla lista c'è san Giovanni Paolo II, considerato protettore dei giovani, delle famiglie e dei bambini. «È un santo dei nostri tempi – dice mons. Bongiovanni – è un santo che abbiamo conosciuto». Il culto era iniziato prima ancora che diventasse «santo subito». Poi con i miracoli, il processo di beatificazione prima e di canonizzazione poi, la sua popolarità è schizzata alle stelle. C'è infine la beata Madre Speranza (si definiva «la portinaia di Gesù») che, con il Santuario umbro di Collevalenza, chiamato «la piccola Lourdes» perché ospita delle piscine di guarigioni simili a quelle del santuario francese, viene invocata soprattutto per guarigioni fisiche, ma anche per riunire famiglie in crisi. Con l'apertura delle piscine – dal 1979 – l'afflusso dei pellegrini è aumentato: solamente negli ultimi cinque anni si è passati dalle 56mila presenze a 90mila. Ma a detta di sacerdoti ed esperti del settore, la popolarità di un santo resta forte se «compie il proprio dovere, cioè fare miracoli. Altrimenti va scemando e la sua fama perde quota».
 Lun, 27/04/2015

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