Chiesa da rottamare
Socci: "Mezzo secolo senza latino e la Chiesa è da rottamare"
Non
so quante volte l’ho detto, ma non fa mai male ripeterlo: quella che tu
chiami “Madre Chiesa” riferendoti alla gerarchia tutta, salvo rare
eccezioni pratica un’altra religione rispetto a quella cattolica. Ha
un’altra filosofia, un’altra teologia, un’altra morale, un altro rito e,
dunque, un’altra religione e un’altra fede. La “Madre Chiesa” a cui tu
ti appelli, quella di sempre, non è morta perché “non praevelabunt”, ma
in questo momento è nascosta e solo il Signore sa veramente come e dove
sopravviva: il nostro compito non è quello di sezionare un cadavere per
andare in cerca di qualcosa che temperi il nostro dolore, ma quello di
credere che il Corpo Mistico di Cristo continua a essere vivo e volere
con tutto il nostro essere di farne parte. Al resto ci penserà la
Provvidenza.
Alessandro Gnocchi
Che l’Irlanda, antica
roccaforte del cattolicesimo, vari a furor di popolo le nozze gay ("e
chi sono io per giudicare"), è un evento storico. Si avverte un cupo
rumore di frana, come se una montagna - effetto? - stesse venendo giù.
Del resto in Sudamerica già da anni la Chiesa sta crollando (i dati sono terribili): ora l’Europa, il cuore della cristianità.
Ciò che rende dominante il laicismo - diceva il cardinal De Lubac - è che si imbatte e strumentalizza «un cristianesimo sempre più minorato, ridotto ad un teismo vago e impotente».
Oggi solo questo teismo è permesso. Invece della Chiesa cattolica conosciuta finora è minacciata perfino la sopravvivenza. C’è posto solo per una sua ridicola parodia laicizzata, da «cortigiana» umanitaria (per dirla con Andrea Emo), per una «agenzia religiosa» che sui grandi temi della vita si sottomette al diktat ideologico obamiano, che rinuncia al proselitismo e al «Dio cattolico» («non esiste un Dio cattolico», ipse dixit), che si scioglie nell’ecumenismo massonizzato delle tante religioni, che si occupa del clima e della spazzatura differenziata, insegnando le buone maniere (buongiorno, buonasera, grazie e scusa) e facendo pipponi assistenziali sui poveri.
Ma per la vera Chiesa Cattolica non c’è più posto, come mostra il dramma dell’ultimo grande papa, Benedetto XVI, «dimissionato», autorecluso e silenziato.
La Chiesa che ha
illuminato e vinto il tenebroso mondo degli dèi e ha ribaltato la storia
pagana e antiumana, la Chiesa del Verbo di Dio fatto carne che ha la
pretesa di annunciare la Verità, la Chiesa dei grandi santi, dei
martiri, dei missionari, la Chiesa della liturgia divina e della grande
arte, la Chiesa di Madre Teresa e del pensiero forte, dei grandi papi e
di padre Pio, con l’irrompere del soprannaturale, la Chiesa che ha
tenuto testa per secoli alla ferocia musulmana e ai grandi totalitarismi
genocidi del XX secolo, questa Chiesa oggi non ha più diritto di
cittadinanza.
Mons. Galantino - secondo un tweet di Alberto Mingardi - pare abbia detto in un convegno: «Quando la Chiesa era cattolica e la messa era in latino…».
Un lapsus freudiano rivelatore ed esplosivo. Infatti ora siamo all’ultimo atto della «liquidazione della Chiesa Cattolica», come preconizzò Giuseppe Prezzolini, laico ma preoccupato per il baratro verso cui stava correndo il mondo cattolico, ansioso di «modernizzarsi» e arrendersi a tutte le mode ideologiche del momento.
Però a liquidare la
Chiesa non sono le persecuzioni, né l’odio laicista, ma - come disse
Paolo VI - è «l’autodemolizione» dall’interno. La via del baratro fu
imboccata non con il Concilio ma alla sua fine, esattamente 50 anni fa,
con il «post-Concilio».
Nei giorni scorsi sui giornali, si è ricordato che sono cinquant’anni anche dalla prima messa in lingua italiana e un altro intellettuale laico come Elémire Zolla, in quei giorni, arrivò a sottolineare l’avvenimento con toni apocalittici: «7 marzo: muore la Messa, muore il Gregoriano. Ascoltato per l’ultima volta. Oramai, come un ramo secco, la Chiesa verrà bruciata».
In realtà il problema
non fu tanto l’uso della lingua volgare nella liturgia (cosa, secondo
me, positiva), ma la successiva «riforma liturgica» del 1969 e
soprattutto la sostanziale (non legale) messa al bando della precedente,
millenaria liturgia cattolica.
Joseph Ratzinger ha fatto capire bene, molti anni dopo, l’enorme errore, anche teologico, che fu commesso allora. Che ebbe conseguenze colossali, anche nel tragico smarrimento della fede.
Joseph Ratzinger ha fatto capire bene, molti anni dopo, l’enorme errore, anche teologico, che fu commesso allora. Che ebbe conseguenze colossali, anche nel tragico smarrimento della fede.
Ma curiosamente a quel
tempo a lanciare l’allarme in modo drammatico per una Chiesa che di
colpo rifiutava il suo rito bimillenario (quello attorno al quale erano
state costruite le nostre cattedrali), furono soprattutto gli
intellettuali laici.
Che protestarono con la stessa costernazione con cui oggi consideriamo le tragiche devastazioni compiute dall’Isis nell’antico Medio oriente.
Che protestarono con la stessa costernazione con cui oggi consideriamo le tragiche devastazioni compiute dall’Isis nell’antico Medio oriente.
Il 5 settembre 1966 uscì
un primo appello a Paolo VI per la salvaguardia della liturgia
latino-gregoriana (pochi mesi prima che l’alluvione devastasse l’antica
bellezza cattolica di Firenze).
Quel manifesto-appello fu firmato da una quarantina di grandi intellettuali e impressiona rileggere oggi alcuni di quei nomi: Jorge Luis Borges, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Giorgio De Chirico, Robert Bresson, Jacques Maritain, François Mauriac, Gabriel Marcel, Maria Zambrano, Cristina Campo, Elena Croce, Wystan Hugh Auden, Jorge Guillen, Elémire Zolla, Philip Toynbee, Evelyn Waugh, Salvador De Madariaga, Carl Theodor Dreyer, Julien Green, Elsa Respighi, Francesco Gabrieli, José Bergamin, Fedele D’Amico, Luigi Dallapiccola, Victoria Ocampo, Wally Toscanini, Gertrud von Le Fort, Augusto Del Noce, Lanza Del Vasto.
Quel manifesto-appello fu firmato da una quarantina di grandi intellettuali e impressiona rileggere oggi alcuni di quei nomi: Jorge Luis Borges, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Giorgio De Chirico, Robert Bresson, Jacques Maritain, François Mauriac, Gabriel Marcel, Maria Zambrano, Cristina Campo, Elena Croce, Wystan Hugh Auden, Jorge Guillen, Elémire Zolla, Philip Toynbee, Evelyn Waugh, Salvador De Madariaga, Carl Theodor Dreyer, Julien Green, Elsa Respighi, Francesco Gabrieli, José Bergamin, Fedele D’Amico, Luigi Dallapiccola, Victoria Ocampo, Wally Toscanini, Gertrud von Le Fort, Augusto Del Noce, Lanza Del Vasto.
L’appello fece molta
impressione, anche in Vaticano, ma non riuscì a fermare la frana. Così
nel 1971 ne uscì un altro e stavolta furono ancora di più gli
intellettuali che si aggiunsero. Ricordo qualche nome: Agatha Christie,
Graham Greene, Harold Acton, Mario Luzi, Andrés Segovia, William
Rees-Mogg (il direttore del Times), Joan Sutherland, Guido Piovene,
Giorgio Bassani, Adolfo Bioy Casares, Ettore Paratore, Gianfranco
Contini, Giacomo Devoto, Giovanni Macchia, Massimo Pallottino, Rivers
Scott, Wladimir Ashkenazy, Colin Davis, Robert Graves, Yehudi Menuhin,
Kenneth Clark, Malcolm Muggeridge.
Fu pressoché inutile, ma
di lì a poco lo stesso Paolo VI si rese conto della tragedia in corso:
il crollo della frequenza religiosa, migliaia di preti e religiosi che
lasciavano l’abito, intellettuali cattolici subalterni all’ideologia
marxista, gran parte dei giovani sedotti dai miti della rivoluzione (da
Fidel Castro a Mao, dai Vietcong a Che Guevara, fino a Stalin), il
dilagare della Teologia della liberazione e di teologie moderniste che
demolivano la dottrina cattolica.
Paolo VI negli ultimi anni pronunciò parole sempre più drammatiche: «Credevamo che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E venuta invece una giornata di nuvole e tempeste, e di buio», «da qualche parte il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio», «l’apertura al mondo fu una vera invasione del pensiero mondano nella Chiesa... Noi siamo stati forse troppo deboli e imprudenti».
Paolo VI denunciò «coloro che tentano di abbattere la Chiesa dal di dentro» e prese a citare i libri di Louis Bouyer, «La décomposition du catholicisme» e «Religieux et Clercs contre Dieu».
Paolo VI negli ultimi anni pronunciò parole sempre più drammatiche: «Credevamo che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. E venuta invece una giornata di nuvole e tempeste, e di buio», «da qualche parte il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio», «l’apertura al mondo fu una vera invasione del pensiero mondano nella Chiesa... Noi siamo stati forse troppo deboli e imprudenti».
Paolo VI denunciò «coloro che tentano di abbattere la Chiesa dal di dentro» e prese a citare i libri di Louis Bouyer, «La décomposition du catholicisme» e «Religieux et Clercs contre Dieu».
All’amico Jean Guitton
confidò: «C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella
Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la
frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio
dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sopra la terra?”. Ciò che mi
colpisce quando considero il mondo cattolico», proseguiva il papa, «è
che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un
pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero
non-cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte.
Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa».
Poi, grazie a Dio,
arrivarono Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger. La barca di Pietro
venne faticosamente riparata, la bussola della fede ritrovò la via e una
generazione di giovani sperimentò di nuovo la bellezza del
cristianesimo.
Ma questa primavera è stata gelata da qualcosa di potente e di oscuro che, per la prima volta nella storia della Chiesa, ci pone davanti al dramma di un «papa emerito» autorecluso in Vaticano e di «un vescovo vestito di bianco» che viene acclamato da tutti i nemici di sempre della fede cattolica e che ha riportato la Chiesa alla subalternità alle ideologie mondane degli anni Settanta (è stata riesumata perfino la Teologia della liberazione e il suo fondatore Gutierrez ora pontifica dal Vaticano).
Sembra il baratro finale. A meno che Dio….
Ma questa primavera è stata gelata da qualcosa di potente e di oscuro che, per la prima volta nella storia della Chiesa, ci pone davanti al dramma di un «papa emerito» autorecluso in Vaticano e di «un vescovo vestito di bianco» che viene acclamato da tutti i nemici di sempre della fede cattolica e che ha riportato la Chiesa alla subalternità alle ideologie mondane degli anni Settanta (è stata riesumata perfino la Teologia della liberazione e il suo fondatore Gutierrez ora pontifica dal Vaticano).
Sembra il baratro finale. A meno che Dio….
di Antonio Socci
Socci si commenta da solo. Ammiro e apprezzo enormemente la su buona fede MA è di un'ingenuità imbarazzante. Secondo lui appena prima delle dimissioni di Benedetto XVI tutto andava bene, eravamo in una meravigliosa primavera... ma quando mai, Socci!!!! El senor Bonasera quindi avrebbe demolito una meravigliosa e possente imbarcazione che a vele spiegate sfrecciava intrepida sul mare...caspita un fenomeno, avrà preso lezioni da Mario Monti, perbacco. Caro Socci la bagnarola mezza scassata guidata da Bergoglio, su cui ti sei accorto di essere era la stessa identica bagnarola guidata da Ratzinger e dal SantoSubito suo collega.... la differenza sta nel fatto che adesso sei sveglio, caro Socci, mentre prima dormivi!!!!
RispondiEliminaSan Pio da Pietrelcina ebbe a dire : Tutta confusione, tutta confusione ! - Siamo immersi nella confusione quasi totale, la Chiesa non riesce più ad essere ne' credibile, neppur maestra. Ogni sacerdote, sia esso vescovo o cardinale e qualsiasi altro grado, dice quello che lui ritiene essere la verità. La sana dottrina non viene ne' predicata, ne' attuata . Nostro Signore disse di andare per tutta la terra ad evangelizzare, e costoro dicono di non fare proselitismo ma che è l' esempio che conta. Bell' esempio: preti con l' amante femmina o maschio , preti pedofili, preti che sconvolgono la Santa Messa e ne fanno una pagliacciata,preti che hanno buttato il Santo Abito e si vestono come i laici con giacca e cravatta oppure da idraulici , ( già, per loro il sacerdozio è un lavoro come un altro,tant'è che vanno in vacanza al mare quasi nudi. Suore che hanno buttato alle ortiche il velo, l'abito accorciato,qualcuna si imbelletta e indossano anche i pantaloni ( Le spose di Gesù !!!!!) Religiosi che tradiscono il fondatore, che non portano quasi più il saio....... Mi fermo qui, perchè mi vien da piangere. Hanno distrutto secoli e secoli di Santità, hanno tradito i Santi Martiri, hanno voltato la faccia a Nostro Signore. Vigliacchi e traditori . jane
RispondiEliminaSpero per la sua anima, che il "beato paoloVI" sia stato in buona fede quando ai tempi ha detto quello che socci ha citato sopra; anche se io non credo troppo alla "buona fede"di gianbattista montini, visto che nello stesso periodo, mentre diceva questo, perseguitava violentemente senza motivo il povero Vescovo Marcel Lefebvre, forse l'unico Vescovo che veramente aveva intuito il grave danno che avrebbe provocato alle future generazioni l'abbandono definitivamente della Tradizione e della Vera Liturgia Cattolica.
RispondiEliminaGesù ha detto che a coloro che più è dato, più sarà richiesto, e montini a quei tempi era papa, e non un comune prete di campagna.
In quegli anni io ero un ragazzo, ma ricordo molto bene la premura che c'era nel cambiare tutto , Liturgia, arredi sacri, Canti,disfacimento di Altari Maggiori ecc..,Dall'alto delle gerarchie (molti vescovi cardinali e monsignori), dicevano in maniera sprezzante a coloro che si opponevano (anche numerosi buoni Sacerdoti del tempo), che tutto era cambiato dopo il concilio e andava rinnovato tutto, ed ora siamo ai risultati finali.
Andate a leggervi il bellissimo libro di Cristina Siccardi riguardo a Lefebvre e leggete anche Don Luigi Villa per capire chi era veramente paolo VI.
Che il Signore Gesù e Maria Santissima ,San Michele Arcangelo e San Giuda Taddeo ci proteggano.
franco
Montini? Il Montini fermato dalla polizia a Milano, di notte in un parco? (cercava funghi, malpensanti maliziosi!) Intrepido condottiero, encomiabile ammiraglio, Egli seppe guidare la Nave tra i marosi... (ops, confondo con Orazio Nelson?) Nonono. Giullemani dar valoroso Paolosesto.
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