La porta chiusa di papa Francesco
Dalla fine del sinodo del 2014 è intervenuto decine di volte su aborto, divorzio e omosessualità. Ma non ha più detto una sola parola a sostegno delle "aperture" reclamate dai novatori
ROMA, 11 maggio 2015 – La seconda e ultima sessione del sinodo sulla famiglia si avvicina e la temperatura della discussione si alza sempre di più.
Ha fatto scalpore, da ultimo, la sortita dei vescovi tedeschi, che danno ormai per acquisiti, nel "contesto culturale" della loro Chiesa locale, mutamenti sostanziali di dottrina e di pratica pastorale in materia di divorzio e di omosessualità:
> Sinodo. I vescovi tedeschi mettono il carro davanti ai buoi (6.5.2015)
Niente di nuovo, in questo. La gran parte dei vescovi di Germania sono da tempo attestati su posizioni di questo tipo, già da prima che il cardinale Walter Kasper aprisse il fuoco con la memorabile relazione introduttiva al concistoro cardinalizio del febbraio 2014, a sostegno della comunione ai divorziati risposati:
> La vera storia di questo sinodo. Regista, esecutori, aiuti (17.10.2014)
La novità è un'altra. E ha per protagonista papa Francesco.
Fino al sinodo dell'ottobre 2014 Jorge Mario Bergoglio aveva mostrato ripetutamente e in più modi di incoraggiare "aperture" in materia di omosessualità e seconde nozze, ogni volta con grande risalto sui media. Il cardinale Kasper disse esplicitamente di aver "concordato" col papa la sua esplosiva relazione al concistoro.
Ma durante quel sinodo le resistenze ai nuovi paradigmi si rivelarono molto più forti ed estese del previsto e determinarono la sconfitta dei novatori. La spericolata "relatio post disceptationem" di metà assise fu demolita dalle critiche e lasciò il passo a una molto più tradizionale relazione finale.
Papa Francesco, nell'accompagnare questo svolgimento del sinodo, contribuì anche lui alla svolta, tra l'altro integrando in corso d'opera la commissione incaricata di scrivere la relazione finale, fin lì dominio sfrontato dei novatori, immettendovi personalità di orientamento opposto.
Ma è soprattutto dalla fine del sinodo in poi che Francesco ha imboccato una nuova rotta, rispetto a quella da lui inizialmente percorsa.
Dalla fine d'ottobre del 2014 a oggi non c'è stata più una sola volta in cui egli abbia dato un sia pur minimo sostegno ai paradigmi dei novatori.
Al contrario. Ha intensificato gli interventi su tutte le questioni più controverse legate al tema sinodale della famiglia: la contraccezione, l'aborto, il divorzio, le seconde nozze, il matrimonio omosessuale, l'ideologia del "gender". E ogni volta ne ha parlato da "figlio della Chiesa" – come ama definirsi –, con granitica fedeltà alla tradizione e senza staccarsi di un millimetro da quanto dissero prima di lui Paolo VI, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI.
Questo sito ha già pubblicato una prima antologia di tutti gli interventi di papa Francesco sulle questioni citate, dalla fine d'ottobre del 2014 ai primi di marzo del 2015:
> Diario Vaticano / Il passo doppio del papa argentino (17.3.2015)
E qui sotto c'è il seguito dell'antologia, con tutti gli ulteriori interventi del papa dalla metà di marzo a oggi: diciotto in meno di due mesi, che si aggiungono ai ventuno del precedente blocco.
Nel circuito dei media i novatori continuano a godere di grande visibilità e plauso, e Francesco continua a essere dipinto come uno di loro.
Questo suo presunto sostegno continua a essere dato per acquisito anche dai più accesi ammiratori di Bergoglio, come ad esempio quel "Cenacolo degli amici di papa Francesco" che si riunisce mensilmente a ridosso delle mura vaticane, con suoi mentori i cardinali Kasper e Francesco Coccopalmerio.
Ma la realtà è tutt'altra. Da perfetto gesuita, Bergoglio è un grande realista e ha già capito – anche solo dallo scorrere i nomi dei delegati eletti dai vari episcopati nazionali – che la prossima sessione del sinodo sarà ancora più sfavorevole ai novatori della precedente.
Sa che le decisioni finali toccheranno a lui e a lui solo. Ma sa anche che gli sarà impossibile imporre a tutta la cattolicità innovazioni lontane dall'aver raccolto il previo, collegiale consenso dei vescovi.
I quali non abitano solo nella decadente Chiesa tedesca, ma in Africa, in Asia e in tutte quelle vive "periferie" del mondo a lui tanto care.
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PAPA FRANCESCO SU ABORTO, DIVORZIO, CONTRACCEZIONE, OMOSESSUALITÀ
Tutti i suoi interventi dalla metà di marzo a oggi
1. Dall'udienza generale di mercoledì 18 marzo 2015:
Oggi mi soffermerò sul grande dono che sono i bambini per l’umanità. È vero, sono un grande dono per l’umanità, ma sono anche i grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere. […] Tutti siamo figli. E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono della vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto. A volte rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza. […]
I bambini portano anche preoccupazioni e a volte tanti problemi; ma è meglio una società con queste preoccupazioni e questi problemi, che una società triste e grigia perché è rimasta senza bambini! E quando vediamo che il livello di nascita di una società arriva appena all’uno percento, possiamo dire che questa società è triste, è grigia perché è rimasta senza bambini.
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2. Dalla lettera del 20 marzo 2015 alla commissione internazionale contro la pena di morte:
Il magistero della Chiesa, a partire dalla Sacra Scrittura e dall’esperienza millenaria del popolo di Dio, difende la vita dal concepimento alla morte naturale, e sostiene la piena dignità umana in quanto immagine di Dio. La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio, dal primo istante del concepimento, è frutto dell’azione creatrice di Dio. […] La vita, soprattutto quella umana, appartiene solo a Dio.
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3. Dall'incontro del 21 marzo 2015 con i giovani di Napoli:
La crisi della famiglia è una realtà sociale. Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da oltre oceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del "gender", che crea tanta confusione.
Così la famiglia è sotto attacco. Come si può fare, con la secolarizzazione che è attiva? Come si può fare con queste colonizzazioni ideologiche? Come si può fare con una cultura che non considera la famiglia, dove si preferisce non sposarsi? Io non ho la ricetta, La Chiesa è consapevole di questo e il Signore ha ispirato di convocare il Sinodo sulla famiglia, sui tanti suoi problemi. Ad esempio, il problema della preparazione al matrimonio in chiesa.
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4. Dall'udienza generale di mercoledì 25 marzo 2015:
Il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, in molti paesi si celebra la giornata per la vita. Per questo, vent’anni fa san Giovanni Paolo II in questa data firmò l’enciclica "Evangelium vitae". Per ricordare tale anniversario oggi sono presenti in piazza molti aderenti al Movimento per la Vita.
Nella "Evangelium vitae" la famiglia occupa un posto centrale, in quanto è il grembo della vita umana. La parola del mio venerato predecessore ci ricorda che la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione. Gli sposi cristiani, celebrando il sacramento del matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita.
La Chiesa, da parte sua, si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte: il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore. […]
Tutti – papa, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici – tutti siamo chiamati a pregare per il sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! […] Il prossimo sinodo dei vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio.
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5. Dall'udienza generale di mercoledì 8 aprile 2015:
Tanti bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per favore! I bambini non sono mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abbandono – tanti bambini abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità – tanti bambini che non sanno cosa è una scuola. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?
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6. Dall'udienza generale di mercoledì 15 aprile 2015:
La differenza sessuale è presente in tante forme di vita, nella lunga scala dei viventi. Ma solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio: il testo biblico lo ripete per ben tre volte in due versetti: uomo e donna sono immagine e somiglianza di Dio. Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio.
La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio. L’esperienza ce lo insegna: per conoscersi bene e crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna. Quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze. […]
La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando se la cosiddetta teoria del "gender" non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. […] Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta. […]
Mi chiedo se la crisi di fiducia collettiva in Dio, che ci fa tanto male, ci fa ammalare di rassegnazione all’incredulità e al cinismo, non sia anche connessa alla crisi dell’alleanza tra uomo e donna. In effetti il racconto biblico, con il grande affresco simbolico sul paradiso terrestre e il peccato originale, ci dice proprio che la comunione con Dio si riflette nella comunione della coppia umana e la perdita della fiducia nel Padre celeste genera divisione e conflitto tra uomo e donna.
Da qui viene la grande responsabilità della Chiesa, di tutti i credenti, e anzitutto delle famiglie credenti, per riscoprire la bellezza del disegno creatore che inscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna. La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza tra uomo e donna è vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano. Gesù ci incoraggia esplicitamente alla testimonianza di questa bellezza che è l’immagine di Dio.
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7. Dall'omelia in Santa Marta del 17 aprile 2015:
La grazia dell’"imitazione di Gesù" riguarda, ha detto il papa, "non solo quei martiri di cui ho parlato adesso, ma anche tanti uomini e donne che subiscono umiliazioni ogni giorno e per il bene della propria famiglia, il bene di altre cose, chiudono la bocca, non parlano, sopportano per amore di Gesù. E sono tanti". Questa "è la santità della Chiesa: questa letizia che dà l’umiliazione non perché l’umiliazione sia bella, no: quello sarebbe masochismo"; ma "perché con quell’umiliazione tu imiti Gesù".
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8. Dall'omelia in Santa Marta del 21 aprile 2015:
"Ci sono anche i martiri nascosti, quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza dello Spirito Santo, alla voce dello Spirito, che fanno strade, che cercano strade nuove per aiutare i fratelli e amare meglio Dio". E per questa ragione "vengono sospettati, calunniati, perseguitati da tanti sinedri moderni che si credono padroni della verità". Oggi, ha detto il pontefice, ci sono "tanti martiri nascosti" e tra loro ce ne sono numerosi "che per essere fedeli nella loro famiglia soffrono tanto per fedeltà".
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9. Dall'udienza generale di mercoledì 22 aprile 2015:
Pensiamo anche alla recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di ostilità che si diffonde nella nostra cultura – in particolare a partire da una comprensibile diffidenza delle donne – riguardo ad un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità della differenza. Se non troviamo un soprassalto di simpatia per questa alleanza, capace di porre le nuove generazioni al riparo dalla sfiducia e dall’indifferenza, i figli verranno al mondo sempre più sradicati da essa fin dal grembo materno. La svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia!
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10. Dal discorso del 24 aprile 2015 ai vescovi di Namibia e Lesotho:
Siate generosi nel portare loro la tenerezza di Cristo laddove ci sono minacce alla vita umana, dal grembo materno all’età avanzata, e penso in modo particolare ai malati di HIV e di AIDS. […] Penso anche alle famiglie cristiane, frammentate a causa del lavoro lontano da casa, oppure della separazione o del divorzio. Vi esorto a continuare a offrire loro aiuto e guida. Preparate con nuova fermezza le coppie al matrimonio cristiano e sostenete costantemente le famiglie, offrendo con generosità i sacramenti della Chiesa, assicurando in modo particolare che il sacramento della misericordia sia largamente disponibile. Vi ringrazio per i vostri sforzi nel promuovere una sana vita familiare dinanzi alle visioni distorte che emergono nella società contemporanea.
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11. Dal discorso del 27 aprile 2015 ai vescovi del Benin:
So che la pastorale del matrimonio resta difficile, tenuto conto della situazione concreta, sociale e culturale, del vostro popolo. Bisogna però non scoraggiarsi, ma perseverare senza posa, poiché la famiglia che la Chiesa cattolica difende è una realtà voluta da Dio; è un dono di Dio che apporta, alle persone come anche alle società, la gioia, la pace, la stabilità, la felicità. La posta in gioco è importante, poiché, essendo la famiglia la cellula di base sia della società sia della Chiesa, è al suo interno che si trasmettono i valori umani ed evangelici autentici.
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12. Dall'udienza generale di mercoledì 29 aprile 2015:
Oggi le persone che si sposano sono sempre di meno; questo è un fatto: i giovani non vogliono sposarsi. In molti paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli. La difficoltà a restare assieme – sia come coppia, sia come famiglia – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità, e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze. […]
Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così. In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura. Credo che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani “non se la sentono” di sposarsi. C’è questa cultura del provvisorio… tutto è provvisorio, sembra che non ci sia qualcosa di definitivo. […]
In realtà, quasi tutti gli uomini e le donne vorrebbero una sicurezza affettiva stabile, un matrimonio solido e una famiglia felice. La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani; ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci; pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede. Forse proprio questa paura di fallire è il più grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia all’unione coniugale e alla famiglia.
La testimonianza più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano è la vita buona degli sposi cristiani e della famiglia. Non c’è modo migliore per dire la bellezza del sacramento! Il matrimonio consacrato da Dio custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo; ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare.
Per esempio, nei primi tempi del cristianesimo, questa grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti. Il Vangelo della famiglia, il Vangelo che annuncia proprio questo sacramento ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale.
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13. Dal discorso alle Comunità di Vita Cristiana del 30 aprile 2015
Nel solco degli approfondimenti dell’ultimo sinodo dei vescovi vi incoraggio ad aiutare le comunità diocesane nell’attenzione per la famiglia, cellula vitale della società, e nell’accompagnamento al matrimonio dei fidanzati. Al tempo stesso, potete collaborare all’accoglienza dei cosiddetti “lontani”: tra di essi vi sono non pochi separati, che soffrono per il fallimento del loro progetto di vita coniugale, come pure altre situazioni di disagio familiare, che possono rendere faticoso anche il cammino di fede e di vita nella Chiesa.
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14. Dal discorso del 4 maggio alla Sig.ra Antje Jackelén, arcivescovo luterano di Uppsala:
Di urgente attualità è la questione della dignità della vita umana, sempre da rispettare, come pure lo sono le tematiche attinenti alla famiglia, al matrimonio e alla sessualità che non possono essere taciute o ignorate per timore di mettere a repentaglio il consenso ecumenico già raggiunto. Sarebbe un peccato se in queste importanti questioni si consolidassero nuove differenze confessionali.
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15. Dall'udienza generale di mercoledì 6 maggio 2015:
Dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche il legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che Cristo ha con la Chiesa? […]
La rotta è segnata per sempre, è la rotta dell’amore: si ama come ama Dio, per sempre. Cristo non cessa di prendersi cura della Chiesa: la ama sempre, la custodisce sempre, come se stesso. […] Ha ragione san Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, coraggiosi abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra umanità, sono – questi uomini e queste donne così coraggiosi – una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte per questo!
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16. Dal discorso del 9 maggio 2015 ai vescovi del Mozambico:
Tra le funzioni della conferenza episcopale […] incoraggio un deciso sviluppo dei buoni rapporti con il governo, non di dipendenza, ma di sana collaborazione […], interessandosi in particolare alle leggi che vengono approvate in parlamento. Amati vescovi, non lesinate sforzi nel sostenere la famiglia e nel difendere la vita dal suo concepimento fino alla morte naturale. A tale proposito, ricordate le opzioni proprie di un discepolo di Cristo e la bellezza di essere una madre accompagnata dal sostegno della famiglia e della comunità locale. La famiglia sia sempre difesa come fonte privilegiata di fraternità, rispetto per gli altri e cammino primario della pace.
> Testo integrale
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17. Dal "Regina caeli" di domenica 10 maggio 2015:
Saluto quanti hanno preso parte all’iniziativa per la vita svoltasi questa mattina a Roma: è importante collaborare insieme per difendere e promuovere la vita.
> Testo integrale
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18. Dal discorso dell'11 maggio 2015 ai vescovi del Togo:
È importante che gli aspetti positivi della famiglia che sono vissuti in Africa si esprimano e siano compresi. In particolare, la famiglia africana è accogliente verso la vita, rispetta e tiene conto delle persone anziane.
Questa eredità deve essere dunque conservata e servire da esempio e da incoraggiamento per gli altri. Il sacramento del matrimonio è una realtà pastorale ben accolta nel vostro paese, sebbene ostacoli di ordine culturale e legale sussistano ancora, impedendo ad alcune coppie di realizzare il loro desiderio di fondare la propria vita coniugale sulla fede in Cristo. Vi incoraggio a perseverare nei vostri sforzi per sostenere le famiglie nelle loro difficoltà, soprattutto attraverso l’educazione e le opere sociali, e a preparare le coppie agli impegni, esigenti ma magnifici, del matrimonio cristiano.
Il Togo non è risparmiato dagli attacchi ideologici e mediatici, oggi diffusi ovunque, che propongono modelli di unione e famiglie incompatibili con la fede cristiana.
> Testo integrale
di Sandro Magister
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351045
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