ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 11 maggio 2015

E' Dio che dà la vittoria

Marcia Nazionale per la Vita 2015 – il discorso di chiusura di Virginia Coda Nunziante


Il mondo, in quest’ora di terribile confusione ha bisogno di parole chiarificatrici che ci ricordino che cosa è bene e che cosa è male, che cosa è vero e che cosa è falso, che cosa è giusto e che cosa è ingiusto.
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Questi concetti sono stati espressi da tantissimi vescovi, stranieri e italiani, come l’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri che ha espresso l’auspicio che la Marcia rappresenti “un suono di campane che invitano a vivere con il sacrificio e la letizia che il Signore Gesù dona sempre largamente a coloro che offrono la propria vita per Lui e per la Sua Chiesa”: o come l’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, che l’ha definita “Un’iniziativa coraggiosa e profetica che richiama tutti ad amare ed a rispettare la vita come la condizione per dare espressione vera e autentica alla nostra umanità”.
Ma un ringraziamento speciale va a Sua Eminenza il cardinale Raymond Leo Burke che, ha aperto, se così si può dire, la Marcia raccogliendoci ieri sera davanti al Santissimo nella chiesa di San Salvatore in Lauro e, come ogni anno, ha voluto percorrere con noi tutto il cammino da via della Conciliazione a piazza Bocca della Verità.
Un ringraziamento particolare va anche a Sua Em.za il cardinale George Pell, che ieri ha rivolto ai partecipanti italiani e stranieri della Marcia un importante discorso sulle responsabilità educative dei genitori. Il discorso del card. Pell si è inserito all’interno di un importante convegno internazionale organizzato alla vigilia della Marcia da due eminenti figure del mondo pro-Life internazionale,
zzzzch2Ma voglio ringraziare anche tutti coloro che da lontano oggi si uniscono a noi con la preghiera e tutti i sacerdoti, i monasteri, i religiosi e le religiose che hanno pregato intensamente per il buon successo della Marcia. L’azione della preghiera è invisibile, ma infallibilmente efficace, perché può cambiare il mondo e lo può cambiare perché tutto affida a chi il mondo lo ha creato e lo sostiene attimo per attimo.
Sappiamo che le Marce per la Vita non bastano: occorre un impegno continuo, sistematico, coerente, di ogni giorno dell’anno, per modificare le leggi, il costume, la mentalità, non solo di chi ci governa, ma anche di tanti che ci sono vicini e che subiscono la tentazione del compromesso e del male minore.
Il nostro rifiuto categorico di ogni compromesso non riguarda solo l’aborto, ma si estende ad ogni forma di violazione della legge morale, perché questa legge morale, la legge divina e naturale, non conosce eccezioni, è assoluta perché è iscritta nella coscienza di ogni essere umano.
Sappiamo bene quali e quante aberrazioni oggi ci minacciano, a cominciare dalla follia del gender che, in un certo senso è ancora più grave dell’aborto, perché l’aborto vuole distruggere la vita fisica, mentre il gender corrompe la vita spirituale dei nostri figli, distruggendo la loro innocenza ed educandoli alla perversione.
Ma questa vita spirituale si radica nella vita fisica di qualcuno che non è un grumo di cellule, ma è un essere umano già nel grembo materno: quel grembo materno che dovrebbe costituire il luogo dell’esecuzione di un innocente; esecuzione affidata alla mano della madre.
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zzzzch3Noi ci rivolgiamo a tutte le madri di Italia e del mondo e diciamo loro: ribellatevi a questa cultura di morte, ribellatevi a questa dittatura del relativismo e del nichilismo. Alzate la bandiera della vita. E voglio adesso anche ringraziare le testimonianze che abbiamo avuto in apertura e principalmente le due giovani donne che hanno raccontato la loro esperienza dell’aborto perché siamo certi che saranno di grande aiuto per tante altre giovani donne che hanno vissuto lo stesso dramma. E un appello è rivolto anche a voi, padri di queste creature innocenti, non rassegnatevi, non rendetevi complici di questo delitto, combattete con noi per cancellarlo dalla storia.
Noi vogliamo abrogare una legge che in meno di quarant’anni ha già fatto quasi sei milioni di vittime in Italia. L’Italia è un paese con un tasso di nascita sotto la soglia del ricambio generazionale. Per 500.000 bambini che grosso modo vengono al mondo ogni anno, non ne nascono quasi 2 milioni. Dobbiamo pensare a questi bambini: quanto avrebbero potuto fare per la nostra società? Quanta ricchezza, con la loro vita, ci avrebbero potuto dare? Quanti ingegneri, medici, scienziati, santi abbiamo eliminato? La storia ci da esempi in questo senso: la madre di uno dei più grandi compositori di musica, Beethoven, voleva abortire ma grazie a Dio non esisteva ancora la legge che glielo permetteva; santa Caterina da Siena, oggi, non l’avremmo mai avuta perché 20a figlia di una famiglia povera; non saremmo allietati dalla voce di Bocelli se la madre avesse abortito come le era stato suggerito.  E non dimentichiamo che di questi 2 milioni di bambini non nati una buona parte si deve alla legge 194 e alla legge 40, che siamo noi dunque cittadini a pagare con le nostre tasse.
Non ci pieghiamo a questa cultura della morte che ci vogliono imporre e così già da oggi vogliamo alzare alta e chiara la nostra voce contro ogni tentativo di introdurre nel nostro ordinamento giuridico l’eutanasia.
Ma perché questo avvenga, dobbiamo ravvivare la nostra fede, dobbiamo esporre con convinzione tutte le nostre convinzioni, dobbiamo compiere gesti forti, simbolici, pubblici, come questa Marcia per la Vita e tutte le altre nel mondo che servono anche ad unirci più strettamente a renderci più consapevoli delle nostre ragioni.
La Provvidenza ci ha aiutato e ci aiuterà, se manterremo l’integrità e la coerenza del nostro impegno.
zzzzch4La Marcia per la vita del 2015 si chiude. Il bilancio è di grande gioia e soddisfazione. E’ giunto il momento di salutarci, di scioglierci, di tornare alle nostre case ma di continuare a lavorare in favore della cultura della vita per i prossimi 364 giorni che ci separano dalla prossima Marcia. E questo è un invito che rivolgo soprattutto ai giovani: prendete in mano il vostro futuro, non vi fate imporre dal “mondo” una cultura che è contro di voi: approfondite, studiate, formatevi per creare una generazione di giovani per la vita che vogliono agire, parlare, marciare per tutti coloro che non hanno ricevuto questo dono.
L’appuntamento è già fissato per l’anno prossimo. Ci vedremo qui a Roma la seconda domenica di maggio del 2016.
Ma fin da ora riprendiamo la battaglia in difesa della legge naturale e morale e chiediamo la collaborazione di tutti e di ognuno di voi.
Giovanna d’Arco diceva che a noi è chiesto solo di combattere, ma è Dio che dà la vittoria.
A Lui tutto affidiamo e avanti per la Vita!
http://www.riscossacristiana.it/marcia-nazionale-per-la-vita-2015-il-discorso-di-chiusura-di-virginia-coda-nunziante/

MARCIA PER LA VITA: TESTIMONIANZA FERMA E GIOIOSA – di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 11 maggio 2015

Domenica 10 maggio un lungo serpentone colorato si è snodato per le vie del centro di Roma – Tanti giovani tra i manifestanti – Voglia di rendere pubblicamente conto della dottrina sociale della Chiesa in materia di vita e famiglia – Sfila anche il cardinale Burke, mentre sabato pomeriggio, al Convegno internazionale nella sala san Pio X,  il cardinale Pell ha ribadito che non prevede ‘deviazioni dottrinali’ al prossimo Sinodo.


“Santa Giovanna d’Arco diceva che a noi è chiesto solo di combattere: sarà poi Dio che darà la vittoria”. Così domenica pomeriggio 10 maggio Virginia Coda Nunziante ha concluso dal palco in piazzale Bocca della Verità la quinta edizione della Marcia nazionale per la Vita. Tra lo sventolio di bandiere e striscioni sono stati tanti gli applausi convinti con cui le migliaia di partecipanti alla grande testimonianza pubblica di umanità hanno salutato le parole finali, per quest’anno, dell’instancabile portavoce nazionale. Partita due ore prima a pochi metri da san Pietro, la ‘Marcia’ si è snodata attraverso il centro storico dell’Urbe per concludersi appunto nei pressi del Teatro di Marcello, ai piedi del Campidoglio. E’ stata una gioiosa occasione di coraggio civile condivisa anche da tanti giovani: una notazione significativa questa che dà speranza per l’avvenire. Lo rileva con entusiasmo la ventunenne Chiara Chiessi, una tra le portatrici del grande striscione della cappellania dell’Università di Roma Tre, che associa studenti della Comunità di Sant’Egidio, di Comunione e Liberazione, della Fuci, salesiani e di Giurisprudenza: “Noi siamo fieri di aver partecipato per la prima volta a questa marcia. Quello dell’aborto è un problema di cui noi giovani dobbiamo farci carico. Deve essere la nostra generazione a porre fine al genocidio silenzioso che ha causato dal 1988 diversi milioni di morti solo in Italia. E’ un genocidio di cui i grandi media non parlano, eppure continua a esserci. Come donna penso che lo Stato dovrebbe sovvenzionare molto di più i Centri di aiuto alla vita per sostenere le tante donne in difficoltà”.
La ‘Marcia’ non è solo una delle tante coraggiose iniziative che fermentano nel Paese in materia di vita: è diventata con gli anni la maggiore espressione di testimonianza pubblica di massa, quella di grande visibilità mediatica, occasione che è data a tutti gli uomini di buona volontà, in primo luogo ai cattolici, di levare alta la propria voce su temi fondamentali per l’esistenza, rompendo la cappa del pensiero unico che opprime la nostra società occidentale e costringendo i sacerdoti del compromesso e della rassegnazione a un salutare esame di coscienza. Non a caso dalla ‘Marcia’ si è levato più volte un invito giustamente un po’ rude da parte di un gruppo mariano di Schio: “Presidente Renzi,  quando ti ricorderai delle tante creature uccise quotidianamente nel grembo materno? Svegliati!” Lo scendere in piazza per un’iniziativa “coraggiosa e profetica” (monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste) implica, come ha evidenziato nel messaggio di adesione monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola, che “ci si dichiari apertamente e ci si incoraggi a vicenda”. In tal senso il cardinale Raymond Burke anche quest’anno ha voluto sfilare per tutto il percorso, dando un’ulteriore testimonianza significativa di pubblica testimonianza. Così come sabato pomeriggio era stato il cardinale George Pell a portare la sua parola coerente con la dottrina sociale della Chiesa davanti ai convenuti nella Sala San Pio X per il Convegno internazionale (vedi sotto).
A dispetto del sole cocente, con l’asfalto che incominciava a sciogliersi, già prima delle due via della Conciliazione offriva un bel colpo d’occhio di suoni e di colori, con manifestanti provenienti da diversi Paesi. Dopo alcune testimonianze dal palco la ‘Marcia’ si è messa in moto, ha attraversato il ponte sul Tevere e si è immessa in corso Vittorio Emanuele. Un serpentone molto vivace, aperto da un grande striscione sorretto tra gli altri da alcune mamme campane “che hanno detto sì alla vita”, pur provenendo dalla travagliata ‘Terra dei fuochi’, in cui tante gravidanze sono a rischio. Dalle prime file si scandisce anche “Una mamma, un papà/ questa è la vera libertà”, uno degli slogan più conosciuti della ‘Manif pour tous’ mobilitata anche contro quella che Virginia Coda Nunziante, nel discorso conclusivo, ha definito “la follia del gender” che strappa l’anima ai nostri figli.
Passano gli orionini, con il superiore generale don Flavio Peloso; i guanelliani con il lungo srriscione della parrocchia di san Giuseppe al Trionfale (con don Wladimiro Bogoni che vi ha creato un  Centro per la vita); i tanti della Famiglia religiosa del Verbo Incarnato, tra Rosario e rap cristiano, preceduti da un grande Crocifisso; lo striscione della parrocchia di Trinità dei pellegrini, quello della parrocchia di San Tommaso Moro, ambedue romane. Ecco una quarantina di frati lieti e decisi: sono usciti dalla Congregazione commissariata dei Francescani dell’Immacolata e ora sono diventati Fratelli dell’Immacolata e di san Francesco (già riconosciuti con decreto vescovile).
Sfilano tra gli altri gli allievi della Scuola paritaria “Vincenza Altamura” di Roma, una cinquantina di giovani rumeni di Timisoara con tanto di banda musicale, un centinaio di giovani polacchi con enorme bandiera nazionale e tante ‘solo’ grandi, un gruppo di giovani spagnoli, alcune giovani dell’associazione ‘Evita Peron’, il Cuore di Vandea con un altro grande striscione ‘Dieu le roi’, l'Associazione Famiglia Domani, la Fondazione Lepanto, il ‘Movimento dell’Amore familiare’, 'Notizie pro vita", l'UNITALSI , il trenino dei bambini, il Sovrano Militare Ordine di Malta, l'Istituto Cristo Re di Firenze, Vita Humana International, l’Associazione Famiglie numerose, la Manif pour tous Italia, i Farmacisti cattolici, i Ginecologi cattolici, La Vigna di Rachele, il Cav di Cava dei Tirreni-Salerno, bergamaschi e veronesi, bandiere portoghesi, brasiliane, russe, croate, slovene, ucraine, i gigli gialli sull’azzurro dei Borbone,  Droit à naître, l’associazione PER, i ‘Parlamentari per la vita’. Alla Bonino vengono ricordati da uno striscione i 10mila aborti procurati. Con grandi bandiere marciano una ventina di membri di ‘Tradizione, famiglia, proprietà’, preceduti da due cornamuse scozzesi; poi il ‘Popolo della Vita’, ‘Italia reale’, ‘Italia cristiana’, il ‘Comitato Articolo 26’ contro l’ideologia del gender nelle scuole, ‘Ravenna è qui’, ‘Aktion SOS Leben’, la ‘Generazione Voglio vivere’. Insomma una presenza tanto intensa quanto variegata, con tanti stili di testimonianza sincera.
Alla ‘Marcia’ ha fatto seguito la celebrazione di una santa messa in rito romano straordinario da parte di mons. Marco Agostini, cerimoniere pontificio, nella storica basilica di San Giorgio al Velabro.
CARD. PELL: “NON PREVEDO CHE IL SINODO MODIFICHI LA TRADIZIONE CRISTIANA CONSOLIDATA”
Sabato 9 maggio la Sala san Pio X a via della Conciliazione ha ospitato il Convegno internazionale che ormai tradizionalmente precede la ‘Marcia per la Vita’. Promosso da Voice of Family e sponsorizzato tra gli altri dall’Associazione Famiglia Domani, l’incontro è stato caratterizzato nel pomeriggio dalle relazioni del card. George Pell e di John-Henry Westen, caporedattore del portale canadese Lifesitenews. Davanti ai circa 200 convenuti (per la maggior parte di realtà anglofone pro life), il prefetto della Segreteria vaticana per l’economia ha parlato dei genitori come educatori per eccellenza. Tratteggiato un quadro realistico della situazione dell’istituto della famiglia in genere nella società occidentale (ci si sposa sempre meno religiosamente e anche civilmente… non solo: ma in Australia più del 70% di chi chiede il battesimo per il figlio è in situazione matrimoniale irregolare!), il porporato ha evidenziato l’importanza di testimoniare la bellezza del matrimonio cristiano, che – per altro – è anch’esso soggetto alle naturali difficoltà dello stare insieme. Per i figli questo è molto importante: “I genitori cattolici non dovrebbero mai dimenticare di indicare ai figli che la vera crescita si esplica attraverso la fedeltà agli insegnamenti di Cristo e della Chiesa”.
Oggi viviamo in una società che esalta la ‘libertà di scelta’, l’autodeterminazione. Tuttavia “l’entusiasmo di molti per tale libertà è limitato agli ambiti della vita, della famiglia, del matrimonio”. Dunque “niente tolleranza in materia di ecologia e femminismo”.
La famiglia dei nostri giorni è fragile, provatissima dai grandi cambiamenti apportati a partire dagli  Anni Sessanta anche dalla ‘rivoluzione sessuale’ propagata in grande misura “da canzoni di gruppi come i Beatles e i Rolling Stones”. Per alcuni studiosi, ha rilevato qui il cardinale Pell, la ‘rivoluzione della pillola’ ha avuto un impatto maggiore di quello della rivoluzione comunista in Russia.
Diversi studi anche recenti, ha poi evidenziato il prefetto vaticano, dimostrano che i figli dei divorziati sono più soggetti a patologie psichiche e tendono ad andare peggio a scuola rispetto ai figli di coppie sposate regolarmente, magari anche litigiose. Scientificamente si dimostra errata la convinzione diffusa che i figli dei divorziati vivano più felicemente di quelli di coppie in cui volano i piatti.
Rispondendo ad alcune domande, il cardinale Pell ha rilevato tra l’altro, in relazione al prossimo Sinodo di ottobre, che “Cristo è stato molto chiaro sul divorzio e anche sull’adulterio”. E che nelle decisioni che verranno proposte all’approvazione del Papa  “non prevede nessuna discrepanza rispetto alla tradizione cattolica consolidata di san Giovanni Paolo II il Grande, Benedetto XVI, il Concilio di Trento”.
Tra i presenti in sala grande la preoccupazione per gli esiti del Sinodo di ottobre, espressa nella sentita relazione di John Henry Westen, che ha esordito osservando con amarezza come in molte diocesi i pro life cattolici si sentano abbandonati dalle gerarchie locali. Fino a Benedetto XVI compreso, “ci potevamo rivolgere allora a Roma”, ma oggi “dopo il Sinodo regnano poca chiarezza e molta confusione” anche in Vaticano. “Il Sinodo è stato ambiguo” e “solo grazie all’intervento dei fratelli africani e di almeno due dei nostri ospiti c’è stato un ripensamento”. E’ scoppiato qui un  applauso molto sostanzioso all’indirizzo sia dell’altro relatore cardinale Pell che del confratello Burke seduto in platea. Westen ha evidenziato la chiarezza e la preveggenza di san Giovanni Paolo II sull’avanzata del ‘pensiero unico’, divenuto effettivamente una “vera e propria tirannia”. Il flagello dell’ideologia gender avanza dappertutto, non trovando adeguata resistenza anche a causa dell’inclinazione al compromesso suicida di non pochi cattolici. Eppure in Canada uno dei capi della locale comunità lgbt, ora al governo, ha richiamato con parole drammatiche la società alla realtà dei fatti: tra gli omosessuali la salute è generalmente precaria, è in forte crescita il cancro anale, le morti aumentano anche se non sempre vengono pubblicizzate, quella lgbt è una comunità che muore più velocemente delle altre. Per Westen ciò è una triste dimostrazione del fatto che certi comportamenti non danneggiano solo l’anima, ma anche – e gravemente – il corpo. Appello finale del relatore ai padri sinodali: “Raccontate la verità al popolo di Dio! Dite la verità anche pensando ai nostri figli! Operate con carità nella verità!”. Applauso lunghissimo, poi … tutti alla ‘Marcia’.

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