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sabato 23 maggio 2015

Orgogliosi di finire come Sodoma e Gomorra?

Nozze gay, l'Irlanda vota "sì"

Lo spoglio delle schede ancora non è concluso, ma il fronte contrario ha ammesso la sconfitta. "Una valanga di voti a favore"


Sembra ormai chiaro il risultato delle consultazioni che si sono tenute in Irlanda, per stabilire se i matrimoni tra due persone dello stesso sesso debbano o meno essere inseriti nella carta costituzionale.

Una coppia omosessuale fotografata davanti al seggio a Drogheda
Il referendum, salvo improbabili ribaltamenti dei pronostici, finirà con un trionfo dei "sì".
Il primo giudizio ottmistico lo aveva dato questa mattina il ministro per le Pari opportunità, Aodhan O'Riordain, convinto che sì avrebbero vinto, anche in zone tendenzialmente inclini al voto contro le nozze gay. Si sono aggiunte poi le dichiarazioni del campo "pro" e "contro", entrambi convinti che il risultato sia ormai chiaro.
Da capire, a questo punto, non è più se l'Irlanda inserirà nella costituzione le nozze gay, ma piuttosto con quali percentuali si chiuderà un referendum che farà del Paese il primo al mondo ad avere compiuto un passo del genere con una consultazione popolare.

- Sab, 23/05/2015 

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/nozze-gay-irlanda-vantaggio-s-1132382.html 

Nozze gay in Irlanda, il voto che ha diviso i cattolici

Il sociologo Introvigne: sul risultato ha pesato anche la vicenda dei preti pedofili

AP
La scheda elettorale
GIACOMO GALEAZZI
Sia nell’episcopato irlandese sia in Vaticano la netta vittoria del sì non è stata accolta con sorpresa. Era noto dai sondaggi come il fronte contrario al matrimonio gay fosse cospicuo ma non in grado di ottenere la maggioranza. Settori conservatori del cattolicesimo irlandese avevano alla vigilia del voto attaccato esplicitamente le gerarchie ecclesiastiche che a loro parere non si erano impegnate a sufficienza a favore del no. Nella campagna a favore del sì, invece, si sono schierati tutti i partiti politici e anche il premier Enda Kenny, cattolico praticante. 


«Rispetto per gli elettori irlandesi» ma insieme «tristezza» sono espressi dai comitati “Sì alla famiglia”, che riuniscono numerose associazioni cattoliche ed evangeliche contrarie al riconoscimento delle unioni omosessuali. «Certamente – ragiona il sociologo cattolico Massimo Introvigne, presidente nazionale di Sì alla famiglia – ha pesato sul voto la tristissima vicenda dei preti pedofili, che ha tolto autorevolezza alla voce della Chiesa irlandese. Benedetto XVI ,aveva indicato la strada: no al negazionismo di fronte a fatti che definiva vergognosi e per cui chiedeva scusa, ma no anche a un’interpretazione subalterna ai modelli dominanti. È mancata la capacità di evitare il negazionismo e ammettere le colpe, nello stesso tempo elaborando un’interpretazione della tragedia dei preti pedofili che mostrasse le sue radici in un clima morale e in una teologia relativiste e permissive».  

Quanto alla sostanza del referendum, il sociologo nota come «l’esito è stato pesantemente condizionato dalla decisione del governo di introdurre nel gennaio 2015 quella che è diventata la legge del 6 aprile 2015, la quale consente alle coppie omosessuali – all’epoca, ovviamente, non sposate – l’adozione di bambini senza alcuna limitazione. L’argomento più forte di chi si opponeva in Irlanda al matrimonio omosessuale era: “Attenzione che se passa il matrimonio arriva anche l’adozione”, e all’adozione la maggioranza degli irlandesi era contraria. Introducendo l’adozione prima del referendum, governo e parlamento hanno svuotato la consultazione di gran parte della sua sostanza». 

In questa vicenda, i comitati Sì alla famiglia vedono «una lezione per l’Italia. Nel 2010 in Irlanda furono inaugurate unioni civili in tutto uguali al matrimonio, tranne che per le adozioni, tempestivamente introdotte prima del referendum. Il referendum ha solo cambiato il nome, da unione civile a matrimonio, a qualcosa che c’era già, adozioni comprese. L’insegnamento è chiaro: se non si vogliono i matrimoni e le adozioni bisogna fermare le unioni civili. Dopo è troppo tardi. In Italia il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili va fermato ora. Per questo combattono i movimenti pro family, e per questo vegliano le Sentinelle in Piedi».  

Sul fronte opposto per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia la valanga di sì al referendum che aveva sottoposto al giudizio popolare la modifica dell’articolo 41 della Costituzione irlandese che recita: «Il matrimonio può essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso”, dimostra, secondo Mancuso, come «alla lunga le campagne d’odio nei confronti delle persone lgbt sono sconfitte dal buon senso popolare». Il risultato di oggi «parla anche al nostro paese dove alcuni settori della gerarchia cattolica appoggiano orribili gruppi integralisti che propugnano esclusione e discriminazione, utilizzando un linguaggio che si sperava fosse stato sconfitto dalla storia”». Per Equality Italia «in Irlanda moltissimi cattolici hanno votato sì, contraddicendo le pesanti ingerenze dei vescovi che erano schierati per il no: ancora una volta il popolo di Dio è più saggio rispetto a una gerontocrazia che combatte contro ogni libertà, soprattutto quando è responsabile».  
http://www.lastampa.it/2015/05/23/esteri/nozze-gay-in-irlanda-il-voto-che-ha-diviso-i-cattolici-lcH9T3Psy4CigwnHKBpjdK/pagina.html
geremy


Pennsylvania: padre sposa il figlio




Bill Novak e Norman MacArthur, legalmente padre e figlio adottivo, si sposeranno tra pochi giorni.
La coppia è registrata dal 1994 come ” domestic partners”, rapporto giuridico o personale tra due individui che vivono insieme ma che non sono uniti da matrimonio, né da unione civile.
I due, che stanno insieme da oltre 50 anni, hanno dichiarato apertamente che l’adozione sarebbe stato un espediente per poter portare avanti la loro relazione in modo legale, dopo aver saputo che la legge della Pennsylvania vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso.“Era l’unico metodo legale che potevamo usare per dare sostegno al nostro rapporto” ha detto MacArthur, che afferma anche: “Ci è stato detto a quel tempo ‘farà prima l’inferno a gelare, che il matrimonio omosessuale ad essere approvato”.Così nel 2000, Novak ha adottato MacArthur. Questo è stato il primo caso nella storia della Pennsylvania in cui si è cercato di annullare un’adozione  per consentire a una coppia dello stesso sesso di sposarsi.Terry Clemons, avvocato di Novak e MacArthur, ha portato avanti con successo una petizione a loro nome presentata al Tribunale degli orfani di Bucks County.Il giorno dopo il decreto di annullamento dell’adozione i due hanno subito inoltrato richiesta per la licenza di matrimonio.I titoli dei giornali parlano di questa storia come il coronamento di una lunga storia di amore, piena di difficoltà e ostacoli.Nessuno analizza invece un fatto oggettivo: i due erano padre e figlio adottivo, che presto di sposeranno.Non potrà questo, un domani, essere considerato da qualche giudice “progressista” un precedente per poter autorizzare a maggior ragione l’incesto?
Un paio di anni fa fece clamore l’affermazione del famoso attore Geremy Irons che disse: «le unioni tra persone dello stesso sesso finiranno col far sposare i padri con i figli».
- See more at: http://www.losai.eu/pennsylvania-padre-sposa-il-figlio/#sthash.qFsGFGwH.dpuf


GLI IRLANDESI HANNO DETTO SÌ ALLE NOZZE GAY – "LEZIONE PER ITALIA DOVE ALCUNI SETTORI DELLA GERARCHIA CATTOLICA APPOGGIANO ORRIBILI GRUPPI INTEGRALISTI CHE PROPUGNANO ESCLUSIONE E DISCRIMINAZIONE’’

"Rispetto per gli elettori irlandesi" ma insieme "tristezza": è la reazione al risultato del referendum irlandese sulle nozze tra persone dello stesso sesso dei comitati 'Sì alla famiglia', che riuniscono associazioni cattoliche ed evangeliche contrarie al riconoscimento delle unioni omosessuali...


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Gli irlandesi hanno detto sì alle nozze gay. Lo hanno annunciato esponenti di entrambi gli schieramenti. Leader della campagna per il "no" hanno detto che l'unica questione aperta è il margine della vittoria dei "sì". ''Sono ottimista per la vittoria del sì'', ha detto il premier irlandese Enda Kenny, commentando i risultati da cui emerge sempre più chiara una vittoria del blocco favorevole alle nozze gay. ''Con questo referendum il popolo irlandese sta mandando un messaggio pionieristico'', ha aggiunto. ''Sono ottimista per la vittoria del sì'', ha detto il premier irlandese Enda Kenny, commentando i risultati da cui emerge sempre più chiara una vittoria del blocco favorevole alle nozze gay. ''Con questo referendum il popolo irlandese sta mandando un messaggio pionieristico'', ha aggiunto.
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Equality, vittoria sì Irlanda lezione per Italia - La valanga di sì al referendum per le nozze tra persone dello stesso sesso in Irlanda "dimostra come alla lunga le campagne d'odio nei confronti delle persone lgbt sono sconfitte dal buon senso popolare": è il commento di Aurelio Mancuso, presidente della rete per i diritti civili Equality Italia.

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Per Mancuso "il risultato di oggi parla anche al nostro paese, dove alcuni settori della gerarchia cattolica appoggiano orribili gruppi integralisti che propugnano esclusione e discriminazione, utilizzando un linguaggio che si sperava fosse stato sconfitto dalla storia". "In Irlanda moltissimi cattolici hanno votato sì, contraddicendo le pesanti ingerenze dei vescovi che erano schierati per il no. Ancora una volta il popolo di Dio è più saggio rispetto a una gerontocrazia che combatte contro ogni libertà. Ora la politica italiana impari la lezione e si decida finalmente a esser degno della collettività dei paesi europei più maturi e avanzati. La legge sulle unioni civili deve esser discussa subito e approvata in tempi ragionevoli da tutto il Parlamento" conclude il presidente di Equality Italia.
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 'Sì alla vita', risultato Irlanda da meditare  - "Rispetto per gli elettori irlandesi" ma insieme "tristezza": è la reazione al risultato del referendum irlandese sulle nozze tra persone dello stesso sesso dei comitati 'Sì alla famiglia', che riuniscono associazioni cattoliche ed evangeliche contrarie al riconoscimento delle unioni omosessuali. "Certamente - ragiona il sociologo torinese Massimo Introvigne, presidente di Sì alla famiglia - ha pesato sul voto la tristissima vicenda dei preti pedofili, che ha tolto autorevolezza alla voce della Chiesa irlandese. Papa Benedetto XVI aveva indicato la strada: no al negazionismo di fronte a fatti che definiva vergognosi e per cui chiedeva scusa, ma no anche a un'interpretazione subalterna ai modelli dominanti. È mancata la capacità di evitare il negazionismo e ammettere le colpe, nello stesso tempo elaborando un'interpretazione della tragedia dei preti pedofili che mostrasse le sue radici in un clima morale e in una teologia relativiste e permissive".
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Quanto alla sostanza del referendum, il sociologo nota come "l'esito è stato pesantemente condizionato dalla decisione del governo di introdurre nel gennaio 2015 la legge che consente alle coppie omosessuali l'adozione di bambini senza alcuna limitazione. L'argomento più forte di chi si opponeva in Irlanda al matrimonio omosessuale era 'attenzione che se passa il matrimonio arriva anche l'adozione', e all'adozione la maggioranza degli irlandesi era contraria. Introducendo l'adozione prima del referendum, governo e parlamento hanno svuotato la consultazione di gran parte della sua sostanza".
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In questa vicenda, i comitati Sì alla famiglia vedono una lezione per l'Italia: "nel 2010 in Irlanda furono inaugurate unioni civili in tutto uguali al matrimonio, tranne che per le adozioni, tempestivamente introdotte prima del referendum. Il referendum ha solo cambiato il nome a qualcosa che c'era già, adozioni comprese. L'insegnamento è chiaro: se non si vogliono i matrimoni e le adozioni bisogna fermare le unioni civili".

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