ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 5 maggio 2015

“SARÀ RISPETTATA LA LIBERTÀ DI COSCIENZA?”


11:59 - IRLANDA: REFERENDUM MATRIMONIO GAY. MONS. MARTIN, “SARÀ RISPETTATA LA LIBERTÀ DI COSCIENZA?”

“È importante ricordare che la libertà religiosa significa molto di più che garantire semplicemente la libertà di culto. La libertà di religione è legata strettamente alla libertà di coscienza e la libertà di esprimere pubblicamente i nostri valori e ciò in cui crediamo nella vita quotidiana”. Ha puntato dritto sul diritto alla libertà di coscienza l’arcivescovo Eamon Martin, primate d’Irlanda, prendendo ancora una volta la parola sul Referendum del 22 maggio a cui il popolo irlandese è chiamato per modificare la Costituzione d’Irlanda introducendo la possibilità del matrimonio omosessuale.
In un messaggio diffuso nei giorni scorsi l’arcivescovo osserva: “Se la società adotta e impone una ‘nuova ortodossia’ del matrimonio ‘gender-neutrale’ definendolo semplicemente come unione tra due persone - uomo e uomo o donna e donna - sarà poi sempre più difficile parlare o insegnare in pubblico il matrimonio come tra un uomo e una donna”. L’arcivescovo Martin pone alcuni interrogativi a questo proposito: “Ci saranno azioni legali nei confronti di individui o gruppi che non condividono questa visione? Che cosa dovremmo a questo punto insegnare ai bambini a scuola sul matrimonio o sugli atti omosessuali? Saranno costretti ad agire contro la loro fede e la loro coscienza coloro che continuano a credere sinceramente che il matrimonio è una unione tra un uomo e una donna?”. (segue)

12:00 - IRLANDA: REFERENDUM MATRIMONIO GAY. MONS. MARTIN, “SARÀ RISPETTATA LA LIBERTÀ DI COSCIENZA?” (2)

“Come persone di fede - scrive il primate d’Irlanda -, noi crediamo che l’unione di un uomo e una donna nel matrimonio, aperta alla procreazione dei figli, è un dono di Dio che ci ha creati ‘maschio e femmina’”. Ciò che preoccupa l’arcivescovo è la situazione in cui si possono trovare le persone se parlano del matrimonio tra un uomo e una donna o della differenza tra i due sessi: “Vengono spesso additati come contrari alla libertà e all’uguaglianza”. Si arriverà quindi al punto che per molte persone non sarà possibile sollevare tali questioni in pubblico e nei posti di lavoro “per paura di essere ridicolizzati o condannati come omofobi”. “Fino ad oggi - conclude monsignor Martin -, l’Irlanda ha accettato che è nel migliore interesse dei bambini e della società promuovere e proteggere il modello secondo cui i bambini sono nati e cresciuti in una famiglia con i loro genitori biologici. La proposta di modifica della Costituzione rimuoverà lo stato unico e privilegiato nella società per il matrimonio tra un uomo e una donna”. È a questo punto che l’arcivescovo ricorda le parole pronunciate il 22 aprile da papa Francesco: “Vale la pena notare ciò che Papa Francesco ha detto di recente: ‘Quando l’alleanza stabile e feconda tra un uomo e una donna è svalutata dalla società, è una perdita per tutti, soprattutto per i giovani’”.


Primate d'Irlanda: no a ridefinizione costituzionale del matrimonio

Il primate d'Irlanda Eamon Martin - AP
Modificare la definizione tradizionale del matrimonio quale unione tra un uomo e una donna “non è una questione banale, è una rottura con la storia umana e con la natura stessa di questa istituzione”. Il Primate d’Irlanda mons. Eamon Martin interviene nuovamente sul referendum con cui il 22 maggio i cittadini irlandesi saranno chiamati ad esprimersi sulla modifica costituzionale che aprirebbe la strada alla legalizzazione delle nozze omosessuali.
Il matrimonio è molto più che una relazione d’amore tra persone
Lo fa con un messaggio diffuso il 2 maggio in cui ribadisce le ragioni dei vescovi contro la modifica. Ragioni che, come riaffermato dal Sinodo straordinario sulla famiglia, hanno a che fare con la natura intrinseca del matrimonio e non dettate da un atteggiamento discriminatorio verso le persone omosessuali, che la Chiesa rispetta. “E’ la natura che ci dice che le unioni tra persone dello stesso sesso sono fondamentalmente e oggettivamente diverse dall’unione complementare tra un uomo e una donna per loro stessa natura aperte alla vita”. In questo senso “il matrimonio è molto più che una relazione d’amore tra due adulti consenzienti”.
In gioco anche la libertà di coscienza
Ma in gioco con il referendum – avverte mons. Martin - è anche la libertà di coscienza e quindi la libertà di esprimere pubblicamente i propri valori e ciò in cui si crede.  Ciò che preoccupa l’arcivescovo è la situazione in cui si possono trovare i credenti se parlano del matrimonio tra un uomo e una donna, o della differenza tra i due sessi: “Se la società adotta e impone una ‘nuova ortodossia’ del matrimonio ‘gender-neutrale’ definendolo semplicemente come unione tra due persone - uomo e uomo o donna e donna - sarà poi sempre più difficile parlare o insegnare in pubblico il matrimonio come tra un uomo e una donna”. A questo proposito mons.  Martin pone alcuni interrogativi: “Ci saranno azioni legali nei confronti di individui o gruppi che non condividono questa visione? Che cosa dovremmo a questo punto insegnare ai bambini a scuola sul matrimonio o sugli atti omosessuali? Saranno costretti ad agire contro la loro fede e la loro coscienza coloro che continuano a credere sinceramente che il matrimonio è una unione tra un uomo e una donna?”.
Non avere paura di difendere il matrimonio tradizionale
Il messaggio conclude quindi con un invito a riflettere e pregare prima di andare al voto il 22 maggio. “Non abbiate paura – è l’esortazione finale - a parlare con coraggio in difesa dell’unione matrimoniale tra un uomo e una donna”. (A cura di Lisa Zengarini)

http://it.radiovaticana.va/news/2015/05/05/primate_dirlanda_no_a_ridefinizione_del_matrimonio/1141713

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